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  • Gita all'avventura!

    January 18, 2020 in Italy ⋅ ☁️ 1 °C

    COMPAGNI DI CAMMINO: Tecla e Lori

    La giornata non è quel che si suol dire "tersa", anzi, il cielo è grigio e plumbeo e in autostrada piove pure. Tecla e Lorena sono state scettiche fino all'ultimo se partire o no stamattina, visto che stanotte ha deciso di piovere manco fosse il Diluvio Universale. Io e Matt invece non avevamo dubbi, fedeli al nostro proposito di non farci fermare dal clima come gli islandesi!
    Le indicazioni date dal collega di Tecla ci dicono di arrivare a Gandino, parcheggiare - con il gratta e sosta obbligatorio esposto sul vetro - e poi di salire fino al rifugio. Tutto semplice, a parte il fatto che oltre i cartelli dell'obbligo di avere il tagliando... non c'è un cavolo di indicazione/locale/bar/qualsiasicosa che ci dica dove diavolo si compra!
    Alla fine abbiamo fatto un voto: la parcheggiamo senza tagliando (anche perchè tornare al paese sotto vuol dire mezz'ora buona di tornanti e io non so se ce la posso fare) e al massimo lo compriamo al nostro ritorno! Armati di fiducia e confidando nella buona sorte avanziamo lungo la strada, in una winter wonderland che sembra uscita da una cartolina di Natale. Probabilmente tutta la pioggia che è caduta a Brugherio qui si è trasformata in trenta centimetri abbondanti di neve! La strada è coperta, gli steccati, gli alberi... è tutto incantevole, coperto di neve fresca e leggera! Anche il sentiero, a parte il suo punto centrale, è coperto di neve leggerissima che arriva fino al ginocchio e in cui non ci si accorge nemmeno di affondare. A saperlo, che qui era così, investivo i soldi dell'Islanda in un paio di settimane in rifugio e me lo facevo bastare! 😂 😂 😂

    Ad ogni modo il sentiero prosegue largo e pianeggiante per la maggior parte del tragitto. Vediamo qualche occhiata di sole, ma via via che continuiamo a camminare sopra di noi (e soprattutto in lontananza) si addensano nuvole sempre più scure.
    Dopo aver evitato di seguire le indicazioni di Matt (che con la sua consueta sicurezza ci indicava la strada sbagliata, mannaggia a lui!) siamo arrivati ad un bivio. Entrambe le strade portavano al Parafulmine, la nostra meta, ma quella di destra era la panoramica e quella di sinistra la direttissima.
    "Che si fa?" ci chiediamo. "Beh, non c'è panorama, andiamo per la direttissima," propone Matt. Sembra a tutte una buona idea e proseguiamo.
    Se non che ad un certo punto, all'improvviso, ci ritroviamo immerse nel bianco fino alle ginocchia, senza una traccia davanti a noi, senza più un paletto, un segno, un qualcosa che ci possa indicare la strada. Che si fa? In lontananza c'è uno steccato, forse lì finisce il sentiero e inizia a salire, l'altura con il rifugio è in alto alla nostra destra... Proseguiamo stoicamente, la fatica e l'assurdità della situazione, unite al bianco accecante del paesaggio tutto uniforme invece di spaventarci o preoccuparci non riescono a farci smettere di ridere! Avanziamo con fatica fino allo steccato sperando di avere una risposta... e in realtà è lo steccato che delimita un laghettino ghiacciato sepolto sotto un metro di neve. Sembra una delusione, in realtà davanti a noi, oltre lo steccato, il sentiero scende lungo il pendio e davanti a noi si apre un panorama mozzafiato, reso ancora più inquietante e spettacolare dalle nubi scure che lo sovrastano.
    Alla nostra destra ci sono dei paletti nella neve, e decidiamo di seguirli. Mentre saliamo nella neve fresca, morbida e leggerissima, mi rendo conto che sto trasportando quattro etti di neve nelle pieghe dei pantaloni e che a contatto con la pelle si stanno sciogliendo... ecco perchè sento freddo nelle scarpe! Svuotare il tutto con le mani senza quanti è già un'impresa, se ci aggiungiamo poi che fa freddo, tira vento (il versante è esposto, la cima ancora di più) e la neve continua ad essere alta è un'impresa impossibile e inutile inseme! Ma ciononostante l'ilarità continua a farla da padrone, la stanchezza e la sconsideratezza di aver preso questa strada vengono sovrastate dalla ridarella e continuiamo a camminare ridendo e commentando la follia dell'avventura che stiamo vivendo. Riusciamo ad arrivare al rifugio superando un punto in cui la neve mi arriva alla coscia - alla coscia!!!! - dove ci godiamo polenta, casoncelli e minestrone di verdure. Il rifugio è bellissimo, ben tenuto, nuovo e pulito, con arredi di legno chiaro e personale gentilissimo, una meravigliosa altalena che dà sul panorama sotto di noi che manco Heidi se la sognava così.

    La discesa la facciamo dalla panoramica (anche perchè abbiamo scoperto al rifugio che la panoramica era battuta, la direttissima no. E che dire... ce ne siamo accorti!!! 😅), che sebbene molto larga e piana, è comunque coperta da quei trenta centimetri di neve che ci fanno affondare. Forse forse sarebbe stata più scomoda dell'altra, visto che in così poca neve e con il fondo battuto è ancora più facile scivolare. Matt dice che ci saremmo anche rotti le scatole, perchè in effetti è molto più lunga e sale piano piano in larghe curve... In più lungo questa strada il vento tira forte ed è freddo, il sole è completamente scomparso dietro le nuvole e quando raggiungiamo l'altro versante, più riparato, è proprio un sollievo.

    Arrivati alla macchina, ci rendiamo conto di essere stati graziati dalla multa e decidiamo di riscendere (Lorena cede il volante a Matt che ha fatto il viaggio di andata come passeggero e non tollera l'idea di farlo ancora)... senza riuscire comunque a individuare mezzo posto per il gratta e sosta. Il nostro voto si tramuta in una donazione in chiesa, domani a Messa, per ringraziare non solo della buona sorte, ma anche della bellissima passeggiata, del panorama... e dell'avventura assurda e divertente di oggi!
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