Fuoco e Acqua

December 2019 - January 2020
Questi Islandesi sono proprio “fuori”... Read more
  • 31footprints
  • 1countries
  • 7days
  • 126photos
  • 0videos
  • 978kilometers
  • Day 3

    Diamanti di ghiaccio

    December 29, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 3 °C

    Facciamo una piccola sosta alla "diamond beach", un altro must per i turisti in Islanda. Questa spiaggia è impressionante per il bianco e nero naturale dato dal contrasto tra enormi blocchi di ghiaccio trasparente, luminoso e lucido come diamante, e la sabbia nerissima.
    I blocchi di ghiaccio sono enormi, ma ciononostante sono così cristallini che sembrano fatti di vetro: basta un minimo raggio luminoso per creare riflessi e rifrazioni degni del più costoso dei diamanti!
    In più il vento e la sabbia li modellano come sculture di arte moderna, così l'intera spiaggia sembra un museo a cielo aperto: è divertente cercare di immaginare a cosa somiglino, arrampicarsi o intrufolarsi tra i loro angoli e le loro crepe per fare foto originali e divertenti, oppure semplicemente per coglierne l'astratta e surreale bellezza.

    Vorrei immortalare il fatto che in mezzo a cotanta bellezza, tra una foto artistica e l'altra, Matt ad un certo punto è riuscito ad alzare la testa, a guardarsi intorno e poi a guardarmi commentando "quanto mojito sprecato!"... 😅
    Read more

  • Day 3

    C'era una volta un ghiacciaio...

    December 29, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    Dopo la fermata alla Glacial Lagoon e alla Diamond Beach, la giornata prosegue sulla linea del "se ancora non l'avete capito il riscaldamento climatico è una realtà". All'interno del parco nazionale di Skaftafell c'è il ghiacciaio più grande d'Europa, il Vatnajokull: nel nostro tour era prevista una visita a questo enorme blocco di ghiaccio... che ovviamente si sta sciogliendo a una velocità impressionante, 50 metri in meno ogni anno.
    Per arrivare alle pendici del ghiacciaio bisogna fare un buon tratto di strada in mezzo a rocce e sabbia nera, tra torrentelli, laghetti e piccole lagune create dall'acqua proveniente dal ghiacciaio. Ci fermiamo a osservare il fronte del ghiacciaio da una piccola altura, divisi dalle sue pendici da un torrente di acqua torbida e fangosa, sotto un'acquazzone tra i più violenti che abbiamo sperimentato durante questa vacanza. Il cielo grigio, la pioggia, il torrente fangoso, la distanza enorme tra le due lingue del ghiacciaio che prima (ai tempi del nonno di Pietyr, non in un'era geologica passata) costituivano una sola entità... l'insieme era così triste e doloroso e impietoso che devo ammettere io non sono riuscita davvero a godermi il posto. Continuavo solo a pensare che di questo passo non ci resterà molto da guardare, in Islanda.

    Bellezze naturalistiche a parte, il cambiamento climatico mette a rischio la nazione stessa: la sua acqua - erogata gratis in qualsiasi posto dove si mangi e decisamente la più buona e pura al mondo - è un bene prezioso non solo per le centrali idroelettriche, ma anche per le poche coltivazioni e le (poche) persone che vivono qui. Pensare che tra qualche anno tutta questa ricchezza, visiva e non, si potrebbe perdere è una cosa su cui non riesco proprio a passare sopra...
    Read more

  • Day 3

    On the Hringvegur

    December 29, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 4 °C

    Risaliamo in autobus cercando un posto dove far sgocciolare e asciugare le nostre povere giacche da sci, provate dall'acqua oltre le loro possibilità.
    La strada per Vik non è breve, ma per qualche minuto ancora ci permette di vedere, nella luce grigiastra e lattiginosa del maltempo islandese, la strada attorno a noi. Durante il viaggio, e soprattutto quando la notte artica scende e non possiamo vedere nulla, Pietyr ci racconta aneddoti e curiosità dell'Islanda:
    - per lungo tempo la birra è stata vietata perchè ricordava loro il periodo di dominazione danese e solo ora inizia ad essere diffusa
    - le case che vediamo nella campagna islandese sono tutte ad un piano perchè in realtà sono "condomini orizzontali", nel senso che ogni volta che un figlio si sposa la famiglia crea la sua casa attaccata alla propria, arrivando a creare case di 16 metri di lunghezza
    - la cultura e la lingua islandese sono minacciate dalla fuga dei giovani e dalla dominazione della lingua inglese, sempre più presente: non esistono doppiatori islandesi, quindi a parte le produzioni locali tutta la televisione è in inglese, i ragazzi studiano l'inglese come seconda lingua a scuola e la maggior parte di loro sogna di andarsene. Per questo motivo ogni volta che un nuovo termine viene introdotto in Islanda, si crea una parola in islandese per descriverlo (drone, telefonino, computer hanno parole create ad hoc) in modo da cercare di non far sparire questa lingua
    - in tutta la nazione sono solo 350.000 persone, per cui quando due ragazzi si incontrano c'è un alto rischio... che siano parenti! Per questo motivo il DNA di tutti gli islandesi è registrato in una app e quindi si può cercare la persona di cui si è interessati per capire se in effetti c'è la possibilità di avere una storia. Pietyr ha controllato dall'app e ha scoperto che lui ed Anna, la nostra autista, che si sono conosciuti per il tour, sono cugini di quinto grado!
    - le spese per l'energia in Islanda sono bassissime: l'acqua calda è gratuita grazie al geotermico, l'elettricità deriva dal sistema idroelettrico e per questo ha un costo bassissimo e nell'insieme il 99% dell'energia utilizzata dagli Islandesi deriva da fonti rinnovabili. Mi inquieta riflettere sul fatto che sono il popolo più "green" del pianeta ma stanno subendo per primi gli effetti del cambiamento climatico causato da tutti gli altri...
    - vista la poca gente che circola su queste strade, ci siamo accorti che Anna si ferma ogni volta che vede qualcuno accostato (in effetti, non può sapere quanto tempo passerà prima della prossima auto dopo di noi...)
    - i tantissimi ponti su tutti i corsi d'acqua, piccoli e grandi, lungo la via, sono sempre a una corsia sola a senso alternato; questo non causa grandi disagi visto che per la maggior parte del tempo viaggiamo senza altre auto sia in un senso che nell'altro, ma probabilmente sono fatti così perchè siano più resistenti alla corrente dell'acqua, che può essere veramente devastante al disgelo...

    Durante il tragitto Pietyr ci fa fermare in un punto panoramico da cui di giorno, con la luce del sole, si può ammirare una colata lavica di un'eruzione antichissima dalla forma a cuscinetti davvero particolare. Con gli ultimi raggi di sole si riescono a scorgere le onde e le colline create dalla lava, ma quando diventa troppo buio (alle quattro appena) la cosa più bella da vedere è il rosso intenso del tramonto islandese.
    Read more

  • Day 4

    Luci a nord

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ 🌙 2 °C

    Dopo la cena (ugualmente buona e fortunatamente più abbonante di ieri sera, ndMatt), Pietyr ci invita a un'altra "small hike", stavolta per sperare di vedere un'aurora boreale.

    Ci vestiamo a quadruplo strato, con tutto ciò che disponiamo di più caldo, e ci incamminiamo con lui verso un'altura fuori Vik. Lungo la strada a piedi possiamo apprezzare l'architettura di questo minuscolo paese (318 abitanti appena) e ci colpisce come le case siano tutte piccoli prefabbricati senza balconi e con finestre immense: passeggiando non incontriamo nessuno, ma al di là dei vetri vediamo gli islandesi vivere le loro vite del tutto incuranti della gente che li può vedere dal di fuori. Probabilmente le grandi vetrate servono per far entrare tutta la luce possibile, soprattutto d'inverno, quando - e ce ne siamo ampiamente accorti anche noi - di luce ce n'è davvero poca.

    La passeggiata prosegue fuori dalla città, lungo una mulattiera che sale in un falso piano (mortale ndMatt) su di un'altura. Le luci da fronte sono ancora una volta preziosissime, perchè anche se la strada è ampia e non pericolosa, è talmente buia che con la luce spenta non si vede a un palmo dal naso!
    Continuiamo a salire fino alla cima, faticando per la salita e soprattutto per combattere il vento forte, che si alza sempre più spavaldo via via che ci avviciniamo alla sommità della collina. Se ci si guarda alle spalle, sotto di noi si stendono le poche, sparse luci di Vik e più in là, così rumoroso e potente che si vede e si sente perfino da quiì, si vede l'Oceano.
    Solo un gruppetto di avventurieri riesce ad arrivare con noi alla cima della collina, dove c'è una piccola casa e un ripetitore. Il vento era così forte che se mi azzardavo a voler camminare controvento ogni volta che alzavo un piede rischiavo di finire spinta per terra e ho dovuto aggraparmi a Matt perchè mi facesse da zavorra! 😆

    Quando ci fermiamo, sulla cima della collina, ci rendiamo conto che il vento contro cui abbiamo combattuto fino a quel momento ci ha preparato uno degli spettacoli più meravigliosi di cui si possa godere al mondo: una stellata così limpida e nitida e fitta e luminosa da non sembrare neanche vera. La via lattea sembra disegnata, una marea di stelle si allarga in ogni direzione e sono così tante e così fitte che pur conoscendo qualche costellazione è praticamente impossibile individuarle in un cielo così colmo di stelle che non penso ne rivedrò mai uno uguale.

    Ad un certo punto Pietyr ci invita a guardare a nord, oltre una catena montuosa che si disegna in lontananza. Nonostante il cielo sia nero e cupo, i picchi delle montagne si vedono disegnati contro un chiarore alle loro spalle. Sembra che stia per sorgere la luna dietro le montagne, ma quello è il nord, ed è impossibile.
    Credo che il nome "aurora" sia perfetto per questo fenomeno, perchè in effetti è l'unico tipo di alba che questo punto cardinale può avere. Come previsto non è luminosa e colorata, vista ad occhio nudo, sembra più una nuvola chiara sul cielo scuro, ma Matt riesce (con l'ausilio di un gradino nella costruzione accanto al ripetitore) a immortalarne le sfumature di verde con la macchina fotografica!

    Un po' delusa dall'aurora boreale - che Pietyr ci invita a tornare a rivedere quando il sole deciderà di mettersi un po' più in moto, tra circa cinque anni - ho deciso che la cosa veramente indimenticabile della serata sarà la stellata, che come tutte le cose veramente belle è molto più bella e visibile ad occhio nudo che con qualsiasi obiettivo!
    Read more

  • Day 4

    Fuoco e acqua

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ 🌙 0 °C

    Durante il trasferimento l'alba ci sorprende ancora alle 10:45, facendoci meravigliare per quanto tutto il paesaggio diventi caldo e dorato grazie alla luce di queste albe tardive.

    Facciamo una piccola sosta fotografica davanti al paesaggio del massiccio dell'Eyjafjallajokull, dove ammiriamo le cime imbiancante del famoso vulcano e del suo vicino, il Katla. Quest'ultimo vulcano è un osservato speciale, perchè si attende la sua eruzione da un momento all'altro, dato che erutta ogni secolo e la sua ultima eruzione è di più di cento anni fa. Una piccola curiosità è che il sistema di comunicazione telefonica islandese è organizzato in modo tale che avverte con un messaggio tutti coloro che si trovano in quel momento nell'area in cui sta avvenendo una eruzione, a prescindere dal loro operatore o dalla loro provenienza geografica. Sono pochi, ma sono ben organizzati!
    Anna, l'autista, ci racconta anche che ogni famiglia ha una sua assicurazione contro i disastri ambientali e anche come nazione hanno un fondo speciale a questo scopo. E ci dice anche che le case che vediamo sono davvero prefabbricati: sono talmente in balia di eruzioni, inondazioni e terremoti che non vale la pena costruire cose che sono fatte per durare per sempre!

    Lungo la strada facciamo qualche altra sosta fotografica ammirando i corsi d'acqua, le pozzanghere coperte di ghiaccio sottile e cristallino come vetro, le distese di terra scura e di erba bruciata dal freddo, i cieli immensi, sterminati, dorati e sfumati come acquerelli...
    Read more

  • Day 4

    Il paese dei fiori

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ ⛅ -3 °C

    Facciamo un passaggio in questa cittadina molto particolare, che però vediamo solo dall'autobus. Hveragerdi è uno dei pochi paesi (più di 2mila abitanti, attenzione!!!) costruiti interamente nel mezzo di un'area geotermica. Tuttavia un terremoto di non molti anni fa ha causato lo spostamento della fuoriuscita di gas geotermici più a nord, lungo le pendici delle colline che circondano la città, creando un paesaggio suggestivo di fumi bianchi sullo sfondo di prati e rocce. Il calore geotermico è comunque ancora trattenuto sotto la superficie del paese, tanto che viene chiamato "il paese dei fiori" visto che è quasi per intero ricoperto di serre, che coltivano fiori e verdura tutto l'anno grazie al calore naturale: sembra assurdo, ma vengono coltivati moltissimi pomodori! E questo ci spiega come mai uno dei piatti tipici dell'Islanda sia proprio la zuppa di pomodoro, cosa che fino a ieri a me e Matt sembrava assurda! 😋
    Se il calore non manca, la luce non è certo una costante: durante il giro in autobus della città si vede infatti come tutte le serre siano illuminate dall'interno. Pietyr ci ha spiegato che la luce viene tenuta accesa fino a 17 ore al giorno, durante l'inverno... ma che da marzo a ottobre le serre - interamente in vetro - ricevono così tanta luce naturale che per mesi possono risparmiare sull'elettricità!
    Read more

  • Day 4

    Merenda fuori programma (e fuori strada)

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ ⛅ 3 °C

    Prima di raggiungere la Laguna Blu Pietyr decide di farci fermare a Grindavik, paese in cui abita Anna. L'occasione è perfetta per vedere un piccolo paese di mare, con le sue spiagge nere, le sue lunghe onde... e senza un porto. Per quanto possa sembrare assurdo, essendo l'Islanda un'isola, la maggior parte dei suoi paesi di mare non ha affatto un porto! I porti sono pochi e accentrati nei paesi più grandi, usati per lo più per il commercio. Ciononostante alle porte del paese sorge uno stabilimento per l'essicazione e l'affumicatura del pesce, attività economica molto diffusa sulle coste dell'Islanda. Per fotografare il paesaggio abbiamo dovuto scalare un pendio di rocce tonde come proiettili, brune e porose: pietra lavica in grande stile! Era strano vedere come sassi più grossi della mia mano fossero in realtà incredibilmente leggeri!
    Un'altra particolarità del paesaggio islandese sono le rocce tonde coperte di muschio, talmente pittoresche che non stento a credere che la gente di qui si sia immaginata di vederli animarsi e diventare troll dalla pelle grigia e ricoperti di muschio!
    A questo proposito durante la strada Anna ci ha mostrato una roccia che sorge nel bel mezzo del complesso di affumicatura del pesce: praticamente la roccia è sempre stata lì e quando hanno ampliato la fabbrica hanno dovuto girarci intorno, dato che "non si poteva spostarla o toglierla, perchè ci vivono gli elfi!". Un'altra cosa bella e particolare di questo popolo è il suo contatto con la natura, così radicato e intenso che nessuno si stupisce se si crede ad elfi, troll e esseri magici in generale!

    Con l'occasione della sosta, Pietyr e Anna ci offrono una merenda in pieno stile Islandese: stoccafisso sotto sale e Brennivin (noto anche come "la morte nera", una grappa locale aromatizzata al cumino artico). La grappa non è affatto forte come sembra dal nome, anzi è molto gradevole. Lo stoccafisso è buonissimo e super croccante, (proprio come una patatina ndMatt)!
    Durante la sosta Matt coglie l'occasione per chiedere ad Anna com'è vivere così isolati dal resto del mondo. Lei sorprendentemente risponde che non è affatto isolata, dato che a "solo" un'ora di macchina raggiunge Reykjavik e l'aeroporto di Keflavik, da cui in "solo" due ore può raggiungere Londra, che tanto ama. È proprio vero che in questi posti le distanze sono relative...
    Read more

  • Day 4

    Bianco, azzurro... e nero

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ ⛅ 3 °C

    Le terme islandesi non si potevano evitare: per la gente di questa terra sono un luogo dove ci si incontra, ci si confronta, si chiacchiera, ci si innamora e si fanno perfino affari. Per due come noi che amano vivere come i locali non si potevano evitare!
    La Blue Lagoon è in realtà un posto proprio per turisti, ma per quanto possa essere mainstream è davvero una roba da non perdere!
    Non sono terme ma neanche piscine, sono una cosa difficile da descrivere, unica nel suo genere. Il complesso è del tutto simile a uno stabilimento termale, con i suoi spogliatoi, le saune e le sale massaggio (e le file assurde per entrare... che fortunatamente abbiamo evitato grazie al tour organizzato), ma la cosa particolare è tutta fuori: l'acqua è lattiginosa, azzurro chiaro, con una sfumatura che è difficile da descrivere e impossibile da ricreare. Ricca di silice, lascia tracce bianche candide sulle rocce nere che circondano le vasche, da cui sale un vapore candido che rende tutto fiabesco (sì ma questo vuol dire che l'acqua è a 50°C! ndMatt).
    In effetti la temperatura dell'acqua va tra i 28°C e i 38°C ed è un misto tra acqua dolce ed acqua salata, arricchita dalla silice di cui l'acqua di questa zona abbonda. Non è acqua geotermica sorgiva, ma è riscaldata dal vapore proveniente dal vicino impianto geotermico. La silice che le dà il colore lattiginoso e opaco si deposita negli incavi delle rocce come sabbia morbida e bianca e asciuga la pelle da ogni impurità. Con il biglietto di ingresso è compresa anche una maschera alla silice e per poterla fare bisogna nuotare nell'acqua calda e bassa fino ad una delle casettine immerse nella nebbia. Io e Sara non vedevamo l'ora, mentre Matt e Pietro si sono rifiutati. Contenti loro... 😜

    Molto più interessante, a detta di Matt, era invece la casetta-bar, dove abbiamo potuto prendere un buon drink. Io e Sara ci siamo date a centrifugati di frutta, mentre Matt ha voluto fare come suo solito il milanese imbruttito ed è andato su un calice di prosecco. Faceva uno strano effetto sorseggiare il drink nell'acqua caldissima e opaca, tra le volute di vapore. La cosa più particolare in assoluto è che il posto è molto grande, quindi la gente - che entra in numero chiuso - si disperde facilmente, la nebbia e il buio fanno il resto. Vista la folla assurda all'ingresso non avremmo mai creduto che a un certo punto noi quattro ci saremmo ritrovati da soli in una quieta e silenziosa insenatura della laguna!
    Nell'ultima mezz'ora la notte è scesa in fretta, rendendo ancora diverso l'ambente: le luci dorate diffondevano soffuse il loro chiarore tra il vapore, l'acqua diventava nera e densa, il cielo si scuriva rapidamente... e ha (ovviamente) ricominciato a piovere.

    Alla fine del pomeriggio posso dire che sì, è stata una vera esperienza da provare. L'acqua calda era gradevole al punto giusto e la silice lascia una sensazione di liscio e puro sulla pelle davvero intensa... peccato però che secca terribilmente pelle e capelli e quindi adesso anelo disperatamente a un po' di crema per il corpo! 😂
    Matt invece ha apprezzato soprattutto il fatto che essendo con un tour organizzato il tempo a nostra disposizione era limitato a due ore e non di più! 😅
    Read more

  • Day 4

    Cena con vista

    December 30, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 2 °C

    Rientrati a Reykjavik, ci organizziamo con Sara e Pietro per mangiare un boccone.
    La capitale dell'Islanda è una piccola città (l'unica degna di questo nome sull'isola, a detta di Pietyr) di 120mila abitanti; la sua zona turistica è quella del porto antico e di due vie principali, dove sorgono locali e negozi per turisti.
    Sapendo che le cucine chiudono presto (molte alle 21) e che mangiare è piuttosto caro dovunque in città decidiamo di non ragionarci troppo ed entriamo in un piccolo locale proprio davanti alla chiesa, il Cafè Loki: non molto tipico nel look, ma il menu sembra ricco e appetitoso.

    Matt sceglie un piatto di sapori tipici islandesi, tra cui anche lo squalo, io invece vado su un sandwich di trota affumicata con contorno di insalata, che comprende nel piatto anche una scodellina di "gelato al pane di segale" che di tutta la cena era la cosa che più mi interessava! 🍨

    La cameriera, molto gentile, ci ha raccontato il contenuto del piatto di sapori tipici e ha spiegato a Matt come si mangia lo squalo.
    Praticamente questo pesce, urinando attraverso la pelle, è tossico perchè ricco di urea. Viene quindi fatto marcire sottoterra finchè l'urea non si decompone ad ammoniaca e rende la carne mangiabile... se si riesce a superare l'odore di candeggina, ovviamente. La consistenza è morbida, il sapore quello di uno zola piccante o di un roquefort francese. I cubetti di squalo vanno masticati a lungo e poi, quando non si riesce più a masticarli, vanno buttati giù con un sorso di Brennivin, opportunamente ordinato da Matt accanto alla portata principale. Di sicuro una cosa da provare, ma di certo non per tutti... e di sicuro solo da assaggiare, non da scegliere come cena! (ndMatt)
    Il mio sandwich era piuttosto impegnativo, la trota aveva la consistenza di un baccalà mantecato molto forte di sapore. L'insalata ha aiutato a stemperare il sapore forte e a pulire la bocca prima del dolce. Il gelato al pane di segale era ottimo, denso e goloso, con le briciole che davano irregolarità al gelato ed essendo dolci ci sposavano perfettamente bene. Mi vergogno un po' a dire che la cosa più buona che ho mangiato in Islanda (e in inverno) è il gelato... ma è proprio così! 😂
    Read more

  • Day 5

    Ultimo giorno dell'anno a Reykjavik

    December 31, 2019 in Iceland ⋅ 🌧 3 °C

    Oggi la giornata è tutta per noi: fino alle 16:45 siamo liberi di girare e gestire il tempo come preferiamo!
    Ancora una volta ci stupisce come alle 10 del mattino sia completamente buio, tanto che nel girare per la città si vedono benissimo le luminarie e le luci esposte nelle finestre delle case, neanche fosse notte fonda! È assurdo sapere di essersi svegliati con calma, aver fatto colazione con calma... ed essere usciti in piena notte, o forse molto prima dell'alba... manda davvero in confusione! Facciamo tappa al porto per qualche foto, poi, mentre un timido chiarore inizia a riempire il cielo, rientriamo nella sala concerti della città, l'Harpa Concert Hall, dove troviamo riparo alla pioggia e facciamo un giro.
    Qui ci imbattiamo anche nella folkloristica gara podistica di fine anno, una tradizione locale a cui la gente ama partecipare mascherata. La cosa che mi ha colpito sopra ogni altra è che a casa a Carnevale tutte le bambine sono vestite da Elsa. Qui, invece, dove tutte le bambine sono bionde e vivono tra neve e ghiacci, erano tutte più vestite da Vaiana di Oceania. C'è dell'assurdità in questo... La maggior parte delle persone era comunque vestita a tema natalizio o animalesco: c'erano babbi e babbe Natale, folletti e gnomi. Un solo eroe era vestito da vero vichingo: nonostante la pioggia e il discreto freddo, correva nudo, con i capelli biondi lunghi e sciolti e indosso solo un paio di pantaloncini di pelliccia! 💪💪💪
    Proseguiamo la passeggiata verso il porto antico, facendo un giro tra piccoli moli ed enormi barche, tra i piccoli locali di souvenir e gli onnipresenti banchetti per le escursioni per turisti.

    Matt è rimasto colpito dai contrasti tra case ipermoderne e piccole, vecchie case colorate con l'aspetto di prefabbricati.
    Rientriamo in albergo attraversando le due vie più turistiche e colorate della città, quelle che abbiamo visto ieri sera alla ricerca di un posto per mangiare. La città è veramente colorata, ogni negozio ha il suo murales e perfino la strada è dipinta!

    Ne approfittiamo per curiosare in qualche negozio alla ricerca di souvenir: il nostro ditale in primis e poi qualche pensiero per i genitori. Restiamo annichiliti dal costo delle cose: un braccialetto di perline di lava costa 68€!!! Un negozio vende maglioni in tipico stile Islanda fatti a mano, alla modica cifra di 250€ (però sulla targhetta puoi leggere il nome della signora islandese che te l'ha confezionato...), mentre se ti basta un solo gomitolo come ricordo devi essere disposto a spendere almeno 60€.
    Per fortuna troviamo l'Icelandic Shop, che pare essere l'Eurospin dei negozi di souvenir perchè troviamo praticamente le stesse cose a prezzi molto più onesti. Matt riesce a trovare un gomitolo di lana a un prezzo adeguato in modo da poterlo portare a sua mamma e io riesco a comprare il bicchierino ai miei e un paio di calzini con i puffin a mia sorella senza lasciarci metà dello stipendio...
    Per seguire l'inclinazione culinaria di Matt abbiamo deciso di portare a casa anche un vasettino di sale aromatizzato alle erbe artiche e uno di sale aromatizzato alla lava... che per le ricettine sfiziose del marito saranno di sicuro un tocco di classe! ❤️
    Read more