Guatemala
Cobán

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Top 10 Travel Destinations Cobán
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Travelers at this place
    • Day 14

      Cobàn

      September 4, 2022 in Guatemala ⋅ 🌧 19 °C

      Eccola, quella sensazione di stranezza mista a solitudine mista a "che cazzo ci faccio qui". Sapevo sarebbe arrivata. È sempre arrivata alla fine. In Sri Lanka, in Erasmus e anche un po' a Bologna. Quando viaggio spesso condivido le cose belle ma il 90% di un viaggio in solitaria, almeno all'inizio, è saper stare da soli. Sapere che la nostalgia arriverà, che i pensieri ti immobilizzeranno e che le giornate si faranno più difficili. L'arrivo a Cobàn è stato un po' questo. È stato rendersi conto che sono molto lontano da casa, molto lontano da ciò che mi è famigliare. I giorni scorsi ero in posti molto turistici e mi sembrava di essere in vacanza, ora invece mi rendo conto che sono qui per restare. Qui. In questa città un po' sperduta tra gli altipiani centrali del Guatemala, dove piove sempre in questo periodo. Sempre. Tutti i giorni tranne qualche mattina.
      La buona notizia è che sono riuscito a trovare un appartamento, in parte grazie all'intercessione divina che mi ha fatto conoscere Antonella, una ragazza Guatemalteca con il papà genovese. Che piccolo il mondo. Si è offerta di aiutarmi e mi ha fatto un po' da guida in questa città, consigliandomi le zone più o meno sicure, cosa fare e cosa non fare.
      La brutta notizia è che la casa costa molto più di quanto mi aspettassi. Gli appartamenti che costano poco qui sono tutti senza mobilio. Questo era l'unico ad un prezzo accessibile con mobili ma senza nient'altro. Senza bicchieri, piatti, pentole, scopa, spugne, lenzuola, posate, coltelli, taglieri ecc ecc. Sto passando le giornate a fare spese. Incredibile quante cose siano necessarie per sopravvivere e farsi da mangiare.
      Comunque a mano a mano che riempio e pulisco l'appartamento il mio umore va migliorando. Alla fine ho una casa mia e per quanto poco ho la possibilità di vivere in un paese lontano ed essere totalmente indipendente. Non resta che lasciare alla vita la possibilità di compiere le sue magie e restare positivi. Comunque vada da questa esperienza avrò sicuramente molto da imparare.
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    • Day 27

      Pacasss

      September 17, 2022 in Guatemala ⋅ 🌧 19 °C

      MINIPACA
      MAXIPACA
      MEGAPACA
      GRANPACA
      Sono dei nomi che vedo spessissimo sulle insegne o su dei cartelli scritti a mano fuori dai negozi. Sono ovunque e sono quello che in Italia si chiamerebbe: negozio di vestiti usati. Ma una PACA è mooolto di più. Una PACA è dove puoi trovare di tutto, dai vestiti, scarpe e accessori fino a lenzuola, coperte, pentole, accessori, miscellanea e chi più ne ha più ne metta. Rigorosamente tutto di seconda mano. Per me, e chi mi conosce bene lo sa, è il paradiso dello shopping. Se non fosse che me ne vado tra 4 mesi e che non ho spazio in valigia e che spedire un pacco in Europa è quasi inaccessibile, starei tutto il giorno comprando vestiti di marca ed in condizioni ottime a prezzi stracciati. Levi's a 10 euro, Patagonia a 7 euro, North Face come se piovesse, Columbia, Nike, giacche vintage, scarpe praticamente nuove, utensili da cucina a prezzi stracciati ecc. Tutto ciò che ho sempre desiderato, vicino a casa. Una Bologna all'ennesima potenza. Qui se uno non sa cosa fare della sua vita apre una PACA. I vestiti arrivano letteralmente impacchettati e sotto vuoto dai paesi più sviluppati, alcuni sono resti di negozio, altri sono quei resi che si fanno perché non ci va bene la taglia e che ancora hanno l'etichetta. Ovviamente il momento migliore per andare in una PACA è appena allestiscono i nuovi arrivi. Di solito c'è un cartello fuori con un countdown all'apertura con i nuovi arrivi. Tutti rigorosamente selezionati e prezzati. Devo trattenermi dal comprare di tutto perché sto già spendendo parecchio.Read more

    • Day 128

      Burning legs

      January 13, 2020 in Guatemala ⋅ ⛅ 21 °C

      Last night, a guy at our hotel couldn't believe that we were going to Cobán today. He told us right away that we were crazy. Today, we knew what he meant. We had a full experience of the mountain roads in Guatemala. They are incredibly steep, usually up to 20%. And they go up and down and up and down all the time. Our legs were burning like hell and we had to stop really often to take a rest and get something to eat or drink.
      The views, on the other hand, we stunning! The landscape is just amazing with the green mountains. As we are now in the higher region around Cobán, we also passed coffee plantations. Very scenic!!
      When we arrived at our hostel, the bike computer showed 2314m of elevation gain over 75km. We only had some energy left to get food from the market, go for a short stroll around the centre and cook dinner.
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    • Day 69

      8. Tag Tikal

      March 11 in Guatemala ⋅ ☁️ 16 °C

      Frühstück 07.00
      Abfahrt. 08.00
      Unterkunft: Jungle Lodge
      1 Nacht
      Strom nur zu bestimmten Zeiten.

      Heute geht es für 2 Tage nach Tikal.
      Ziel sind die Candelaria-Höhlen.

      Die Candelaria-Höhlen sind eine Höhlenformation in der guatemaltekischen Provinz Alta Verapaz zwischen den Städten Chisec und Raxruhá gelegen. Sie sind bedeutend für die Geschichte der Mayas.

      Die große Handelsroute der Maya-Klassik, die das heutige guatemaltekische Hochland mit den Mayastaaten des Petén verband, kreuzte das Gebiet der Candelaria-Höhlen. Anhand von zahlreichen Keramikfunden wurde nachgewiesen, dass die Händler die Höhlen für Zeremonien nutzten.[2] Im Popol Vuh der spätklassischen Quiche-Maya werden die Höhlen als Eingang zur Unterwelt bezeichnet.[3]

      Es handelt sich um Karsthöhlen mit Speläothemen wie Stalagmiten, Stalaktiten, Stalagnaten und Sinterfahnen. Durch Deckeneinbrüche entstandene Höhlenfenster lassen Licht ins Höhlensystem fallen. Der Haupttunnel ist 22 km lang und wird auf einer Länge von insgesamt 12,5 km vom Candelaria-Fluss durchströmt. Das gesamte Höhlensystem ist etwa 80 km lang und damit eines der größten Lateinamerikas.

      Die Candelaria-Höhlen wurden von der guatemaltekischen Regierung im Jahr 1999 zum Nationalpark erklärt. Nach längeren Auseinandersetzungen mit den Behörden ist es den ortsansässigen Q'eqchi-Maya gelungen, die Kontrolle über die Höhlen und ihre touristische Nutzung zu erlangen.[4]
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    • Day 384

      Interlude: wieder einmal Fahrzeugkummer

      April 30, 2023 in Guatemala

      Es ist immer noch heiss. Und es wird noch heisser, denn das Rohr unserer Kühlflüssigkeit entscheidet sich während der Fahrt dafür, sich an einer Verbindungsstelle komplett zu öffnen. Wir erfahren davon, weil die Motorkontrollleuchte visuell und akustisch eine Überhitzung des Motors bei uns anmeldet. Also halten wir an. Ein Blick unter die Motorhaube offenbart einen leeren Kühlwassertank. Dafür plätschert es genüsslich unter dem Auto. Etwa anderthalb Stunden später schaffen wir es endlich die Verbindung mit sehr viel Kraft wieder zu schliessen und füllen den Kühlwassertank mit hauptsächlich Trinkwasser wieder auf.
      Zwei Tage später gehen wir bei einem Mechaniker in Coban vorbei, damit der sich das einmal anschauen kann. Unser „Kühlwasser“ wird ratzfatz abgelassen, die Verbindung geschlossen und wieder neues eingefüllt. Später kommt ein anderer Mechaniker vorbei, der uns sagt, dass wahrscheinlich ein gravierender Schaden vorliegt und wir den Motor womöglich ausbauen und zur Überprüfung irgendwohin einschicken müssten, was mindestens zwei Wochen dauern würde. Wir haben aber alle Emotionen, die für die Verarbeitung solcher Nachrichten nötig wären, bereits aufgebraucht und gehen aus Frust Fastfood essen. Die Nacht verbringen wir wie gewohnt in der Werkstatt. Am Abend sorgen zwei riesige und todliebe pyrenäische Berghunde, die zur Bewachung der Werkstatt angestellt sind, für Aufmunterung. Am nächsten Tag meint dann der Werkstattchef, dass die anderen Mechaniker keine Ahnung hätten und mit unserem Fahrzeug alles in Ordnung sei. Uns gefällt diese Meinung besser und so fahren wir guten Mutes weiter.

      Randbemerkung: wir haben aber festgestellt, dass unsere Solaranlage nicht mehr funktioniert bzw. kaum mehr Leistung generiert. Diese Büchse der Pandorra ignorieren wir aber fürs erste und kümmern uns irgendwann später darum.
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    • Day 22

      Intossicazione

      September 12, 2022 in Guatemala ⋅ 🌧 19 °C

      "Non resta che lasciare che la vita compia le sue magie" scrivevo più o meno. Forse l'intossicazione alimentare che mi sono preso è stata un po' magica in effetti, sbucata così, dal nulla come un cimice in autunno, o forse è stata semplicemente colpa dell'acqua. Spero di ricordarmi di non dare mai più per scontato il privilegio di poter usare l'acqua del rubinetto, e non tanto per bere, quello è un lusso anche in Italia, ma per esempio per lavarsi i denti. Fatto sta che, non so bene come, forse davvero l'acqua o forse qualche cibo avariato, giovedì scorso ho vomitato all'improvviso, a getto, su una moto parcheggiata fuori da un locale in cui stavo facendo serata con alcuni colleghi. Fortuna vuole che solo un bodyguard abbia visto la scena e si è pure messo a ridere, probabilmente pensando che fossi ubriaco, ma no, avevo a malapena bevuto una birra, giusto per non addormentarmi mentre giovani guatemaltechi cantavano a squarciagola le loro canzoni latine preferite al karaoke. Ma quella ormai è un'altra storia che rapidamente è diventata la storia di come un'intossicazione alimentare colpisce quando meno te l'aspetti. Tornato a casa ho iniziato a stare davvero male. Una notte non facile. Speravo di svegliarmi il giorno dopo e di stare meglio ma non è stato così. Il giorno dopo mi è salita la febbre e credo anche molto alta. La notte tra venerdì e sabato non c'era medicina in grado di abbassarmela ma grazie a dio il medico prima di partire mi aveva prescritto degli antibiotici proprio per queste occasioni. Quando si viaggia in luoghi non proprio all'avanguardia dal punto di vista igienico si rischiano intossicazioni, si sa, e ora ne sono l'esempio vivente. Sono passati ormai 4 giorni e sto un po' meglio ma non ancora benissimo. Fatico a stare troppo in piedi e a fare cose in generale, tipo scendere e salire la scale che dal letto mi porta al bagno o alla cucina. Non ho molto appetito e mangio poco, più o meno solo la mattina. Cerco di bere tanto e mangiare frutta. Almeno la disidratazione la vorrei evitare. La mia pancia e il mio stomaco non sono ancora sanissimi e a volte mi danno un po' di noia ma niente di insopportabile. Vedremo come andrà a finire.Read more

    • Day 31

      Pensieri pesantiii

      September 21, 2022 in Guatemala ⋅ 🌧 19 °C

      Oggi sono stato invitato a prendere parte a una conferenza per sole donne indigene di etnia Q'eqchi'. Questa etnia è la più diffusa in questa zona del Guatemala e come la maggior parte delle varie etnie presenti in questo paese (più di 20 differenti), è anch'essa direttamente discendente degli antichi Maya. Questi popoli stanno lottando per poter formare una nazione Q'eqchi' e riprendere possesso delle loro terre che molto spesso il governo vende a compagnie internazionali per farne coltivazioni di palma da olio, o di canna da zucchero, o miniere di metalli preziosi. Non possiamo capire noi occidentali il tipo di rapporto che queste persone hanno con la terra, con la natura. Per loro è parte stessa dell'umanità e del loro corpo, un'estensione della loro anima. È facile quindi capire la disperazione quando la polizia o l'esercito arriva nelle loro case fatte di legno e lamiera e gli dice che se ne devono andare e che se non lo fanno allora useranno la violenza. E la usano, a costo di uccidere. Il governo dice che è per il bene comune, per il progresso del paese, per la crescita del PIL, ma c'è davvero qualche valido motivo che possa giustificare un tale abuso di potere e la sottrazione forzata di terre? Io non credo. Palma da olio, canna da zucchero, metalli preziosi, tutte risorse che non servono a questo popolo ma che servono a noi per farne prodotti da vendere al supermercato o pannelli solari e batterie per continuare in una transizione ecologica pericolosamente in bilico tra sostenibilità vera e sostenibilità di facciata. E lo sto dicendo io che sostengo una rapida transizione lontano da fonti fossili. Ma mi chiedo, c'è qualche soluzione che sia veramente sostenibile al 100%? è possibile sostenere la domanda globale di energia facendo affidamento a batterie e metalli la cui estrazione richieda un sopruso dal punto di vista dei diritti umani? qual è l'alternativa? andare inesorabilmente incontro all'aggravamento dell'emergenza climatica?
      Io sono stato invitato per spiegare a queste donne, in poche semplici parole, cos'è il cambiamento climatico e cosa si sta facendo in Italia per contrastarlo. Come glielo spiego che il cambiamento climatico l'abbiamo creato noi con il nostro stile di vita che sempre ricerca più benessere, più prodotti, più consumi, più energia, più viaggi, più e più e più e più? come glielo dico che le inondazioni, gli uragani anomali dell'anno scorso, gli incendi, le siccità e le pandemie sono direttamente correlate al nostro stile di vita capitalista? con che coraggio io dico loro che per vivere sostenibile devono fare la raccolta differenziata e non bruciare i rifiuti? con che coraggio spiego loro che le aziende che gli rubano la terra sono le stesse che gli daranno lavoro ma condannandoli a dipendere dai supermercati e quindi dal capitalismo e quindi ad entrare nello stesso sistema di produzione che gli sta portando via le case? come spiego loro che il miglior modo per essere sostenibile è accontentarsi di quello che hanno e non cercare di vivere con i comfort occidentali?
      Mi sono sentito molto a disagio perché l'unica soluzione che avevo da offrire alle loro sofferenze era: ci dovremmo pensare noi a voi. Ci dovremmo pensare noi a lottare perché i prodotti che acquistiamo rispettino i vostri diritti e le vostre terre. Ci dovremmo pensare noi a richiedere che il nostro sistema sociale non gravi sulle vostre spalle. Ci dovremmo pensare noi a darvi il sostegno economico per rimediare ai danni di alluvioni, cicloni, incendi e pandemie. Ci dovremmo pensare noi ad insegnarvi come riciclare. O forse ci dovreste insegnare voi come vivere in modo frugale, in modo rispettoso della natura, in modo rispettoso dei diritti altrui, in un modo che sia davvero sostenibile perché diciamolo, essere sostenibili in una società primo mondista è quasi impossibile. Essere rispettosi della natura e delle persone è un tentativo nobile che scade in un'ipocrisia ineluttabile, nascosta nella cultura e nei costumi di un mondo che non vuole rinunciare a nulla ma solo avere sempre di più.
      Cresciamo, e parlo per noi occidentali, con la consapevolezza che tutto è alla nostre portata, che non ci sono conseguenze alle nostre scelte d'acquisto, alle nostre scelte alimentari, alle nostre abitudini quotidiane, semplicemente perché quelle conseguenze sono troppo lontane da noi per essere notate e troppo dure per essere davvero concepite dalla nostra mente. A nessuno piace sentirsi il cattivo della situazione. A nessuno piace sentirsi ipocrita. A nessuno piace pensare che il suo stile di vita causi sofferenza. Eppure, io credo sia molto coraggioso prendere coscienza che non c'è sostenibilità senza la volontà di mettersi completamente in discussione. Non c'è sostenibilità senza andare oltre alle barriere culturali, ai confini nazionali, ai presunti principi morali, alle convinzioni personali, al "ma si è sempre fatto così", al "ma tanto se lo faccio solo io non cambia nulla". Svegliarsi dal grande sonno indotto dalla comodità e dalla cultura consumistica penso sia una delle sfide più difficili che l'umanità dovrà affrontare per salvarsi.
      Non c'è crescita economica che regga. Non c'è transizione ecologica che giustifichi questo stile di vita. Non ci sono aiuti internazionali che pongano rimedio all'egoismo di volere sempre di più.
      Cos'è quindi il cambiamento climatico? è la conseguenza ultima della necessità umana di massimizzare la sua ricchezza. È conseguenza diretta della ricerca della felicità in un'ottica consumistica. È l'effetto collaterale dell'aver abbandonato la ricerca di un equilibrio interiore a favore di un equilibrio esteriore, di apparenze, di cose. Ed è colpa nostra. Dei colonizzatori europei e di chi ha abbracciato la filosofia del "conquista e sfrutta". Perché questo facciamo. E lo facciamo indirettamente anche con queste donne Q'eqchi' a cui, dall'alto della mia formazione ottenuta in un paese del G8, spiego cosa significhi vivere in maniera sostenibile. Dovrebbe essere l'inverso. Dovrebbero loro spiegarci come vivere. In generale. Come vivere essendo appagati, felici, soddisfatti di avere il necessario per vivere e di avere il supporto di una comunità unita su cui poter sempre contare.
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    • Day 68

      7. Tag Semuc Champey

      March 10 in Guatemala ⋅ 🌫 17 °C

      Frühstück um 07.00
      Abfahrt um 08.00
      Es war sehr heiß und schwül, aber beeindruckend.

      Heute fahren wir in das Naturschutzgebiet Semuc Champey.
      Mit Pick ups und dann eine Klettertour .
      Semuc Champey (deutsch „dort, wo das Wasser verschwindet/sich versteckt“) ist ein Naturschutzgebiet (Monumento Natural) in Guatemala, das im Departamento Alta Verapaz ungefähr 12 km südlich der Stadt Lanquín liegt. Das beliebte Touristenziel besteht aus vielen türkisgrünen Wasserbecken von einem bis drei Metern Tiefe, die vom Fluss Río Cahabón gespeist werden. Die Farbe des Wassers variiert je nach Jahres- und Tageszeit sowie dem aktuellen Wetter. Der Fluss fließt unter den Becken hindurch und tritt hinter den Becken wieder aus dem Felsen. Wegen der starken Strömung ist der Fluss an dieser Stelle recht gefährlich, in den Becken ist Baden problemlos möglich.Read more

    • Day 25

      Cobán

      April 19, 2023 in Guatemala ⋅ ⛅ 27 °C

      Über etliche collektivos haben wir es quasi „übern Berg geschafft“ . Wir sind die Bergkette einmal umfahren und erfreuen uns eines ganz anderen Gesichts Guatemalas. Grüne, saftige Natur statt staubige Städte. Saubere klare Luft statt 💨 Abgase. Und eine gesündere Emi 👸🏻..als vorher🧟‍♀️. Und noch eines hat sich geändert.. Chicken Busse sind zu kleinen Kolektivbussen zusammengeschrumpft.. es gibt sie hier scheinbar erstmal nicht mehr.. und unsere Lungen bedanken sich dafür. Cobán ist unser hieriger Zwischenstopp. Wie die Fliegen schwirren uns aus allen Richtungen Taxifahrer entgegen die wir erstmal verscheuchen mussten. Und ein Glück blieben wir standhaft, sonst hätten wir nicht wieder diesen geilen Markt entdeckt auf dem wir unsere spätere Reis-Gemüsepfanne eingekauft haben. Freunde Freunde Freunde.. das alles 🍋🍋🍋🌾🌿🌿🌿🧄🥒🥦🧅🥔🥔🥔🥔🥔🥔🥔🥕🍚🫚🍌🍌🍌🍌🍌🍌🍌🥚🥚🥚🥚🥚🥚für nur umgerechnet 7€. Einfach unfassbar toll😻😻😻. Cobán wirkt außerdem weniger improvisiert und modisch offener und so nisten wir uns für eine Nacht hier im Casa Semuc ein. Was für ein schönes Ambiente. Falls ihr mal hier landet, können wir euch dieses Casa empfehlen. Erlebt haben wir nicht viel und dennoch ließen wir uns nicht lumpen und stillten wieder unseren Wissensdurst.. dieses Mal und am nächsten Tag miiiit einer Rundführung über die Produktion von Kaffeeeeeeeee ☕️

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      Après avoir pris un certain nombre de transports en commun collectifs et traversés pratiquement toute la chaîne de montagnes, nous profitons d'un visage complètement différent du Guatemala. Au revoir villes poussiéreuses et bonjour à cette nature verte et luxuriante. Remplacez ces gaz d'échappement 💨 par de l’air pur et nous voilà avec une Émilie en bien meilleure santé 👸🏻.. qu'avant 🧟‍♀️. Ah oui encore une petite chose qui a changé.. les « chicken bus » ne semblent pas circuler pas dans cette région (nos poumons 🫁 nous en remercient ! ^^), on y croise seulement des petits bus collectifs..

      Cobán est la ville de notre escale du jour.
      Arrivés sur ce grand parking, les chauffeurs de taxi bourdonnent vers nous de toute part, et nous avons dû tous les chasser. Et heureusement d’ailleurs, sinon nous n'aurions pas découvert ce grand marché où nous avons fait nos emplettes pour les prochains jours et surtout pour nous concocter un plat de riz et de légumes succulents.. 😻😻😻. La ville de Cobán semble aussi plus entretenue et plus ouverte à la mode que les villes visitées précédemment. Nous avons posé bagages à la Casa Semuc pour la nuit. Quelle belle ambiance y règne ici. Si jamais vous vous retrouvez ici, nous pouvons vous recommander cette casa. On n'a pas vécu grand chose à Cobán, on s’est juste un peu baladé dans les rues adjacentes de notre casa. De retour à notre hébergement, on a cuisiné et on a rencontré une famille française de Clermont Ferant (un couple et leurs deux jeunes garçons) qui sont en Roadtrip avec leurs vélos pendant 6 mois. Ils sont arrivés avec un aller simple à Cancun et descendent direction le Panama. Nous avons échangés sur nos semaines passées de voyages, sur celles à venir et ils nous ont vivement recommandé de rester un peu plus longtemps que prévu au Bélize car le pays serait vraiment beau et les habitants y seraient très chaleureux.
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    • Day 45

      Atitlan to Semuc Champey

      September 24, 2022 in Guatemala ⋅ 🌧 21 °C

      Today was a long drive. We set out at Atitlán at 7:00 for a boat to the main town again and then boarded a Tourist shuttle that would drive us into the heart of Guatemala: Semuc Champey.
      8h driving. Not much to say apart from: Could have been worse...Read more

    You might also know this place by the following names:

    Cobán, Coban, Кобан, קובאן, 코반, Kobanas, 科萬

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