Karađorđev Park

EP. 3 | C’è solo una domanda: “Perché dopo tutto quello che ho fatto mi hai trascinato giù?”
Quesiti impressi sui muri alle porte dei dannati.

L’inferno che continua- il nono cerchio, dedicato ai traditori degli ospiti, in terra di Montenegro in quel di Pogdorica, si susseguivano stati d’animo differenti e contrapposti, desideri di vendetta, speranze di poter recuperare l’amico di una volta tanto caro, rancoroso con sensi di vuoto. L’aspettative di quegli ex compagni delusi che avevamo investito su quegl’altri, svanirono come tempi che furono, di una madre patria-come una Russia di padre, non rimase che un ricordo vulnerabile e fragile di cui ne faccio parte anch’io al contempo.

Se avesse capito o potuto capire a cosa stesse andando incontro? Quale sarebbe stata la contro-azione Putiniana più radicata?

Stop stop un momento, per capirci, i riferimenti del discorso sono i seguenti che elencherò:
Il cambiamento del passaggio da parte del Montenegro alla combriccola europea lasciando le tanto amiche Serbia e Russia.

Probabilmente qualche cambiamento più o meno evidente nelle consuetudini del rapporto preventivo al tavolino con il vecchio amico di sempre, il filorusso e forse l’evoluzione che attraversa ogni patriota insospettabile che richiamò qualcuno al grido “al lupo al lupo”
o una qualche temporanea urgenza emotiva che avesse “distratto” l’ex amico dal rapporto di condivisione per poi cancellare quel vissuto insieme di tante cose. Poco importa, di colpo si trovarono messi sul banco degli imputati, orfani di una parte di moralità e redenzione.

Da una sponda l’amico su cui ci fu la proiezione della parte migliore di essi, quella che amavamo di più, fino a farlo diventare il loro “doppio” in cui potevamo rispecchiarci e finendo per essere come quelli che avevano appena traditori. La loro perdita porta con sé la perdita di una parte di ambo le parti.Read more