Spain
Valbucar

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Travelers at this place
    • Day 118

      Albergue La Ferrería

      June 26, 2023 in Spain ⋅ ☁️ 21 °C

      Als ich den Garten der Herberge La Ferrería in Amandi betrete, sitzt Nick dort schon auf einer langen Schaukel unter einem großen Baum.
      "Du hast aber einen schönen Ort gefunden", sage ich, bevor ich weiter Richtung Haus gehe.
      "Genauso wie du", ruft er mir nach. "Herzlich willkommen!"
      Der Besitzer der Herberge sitzt an einem Tisch neben dem Außengebäude, das, wie ich weiß, die Küche beherbergt. Ich bin nicht zum ersten Mal hier. Das fällt offensichtlich auch Sergio, dem Besitzer, auf. Er hebt den Blick von seinem Buch, sieht mich an und ruft auf Spanisch: "Du warst schon Mal hier!"
      "Zweimal", antworte ich und grinse. Sergio kommt auf mich zu und umarmt mich zur Begrüßung.
      "Willkommen!", sagt er herzlich.
      "Diesmal bin ich von daheim gekommen. Heute sind es 3000km", füge ich hinzu.
      Sergio staunt nicht schlecht. "Volando", sagt er, was "fliegend" bedeutet, und deutet dabei auf meinen Stock mit dem mittlerweile beträchtlichen Grasbüschel daran. Ich lache und zeige ihm das Foto, auf dem ich hinter dem auf die Straße gemalten 3000er in die Luft springe.
      "Volando!", wiederholt Sergio begeistert und wir kriegen uns beide nicht mehr ein vor Lachen.
      " Ich habe 2000 Pilger pro Jahr", sagt Sergio schließlich, "aber an dich kann ich mich erinnern."

      Später finde ich mich mit Sergio und der deutsch-spanischen Pilgerin Alba beim Kaffee im Garten wieder. Sergio erzählt von den vergangenen Jahren und was aus ein paar der anderen Donativoherbergen am Camino del Norte geworden ist. Schließlich fragt er mich, was ich beruflich mache und ich erzähle, dass ich voraussichtlich im Oktober in einem Spital anfangen werde. Daraufhin bietet mir Sergio prompt an, als Volunteer bei ihm zu bleiben. Leider arbeite ich aber im August schon wo anders ehrenamtlich, daher habe ich nicht mehr allzuviel Zeit, wenn ich meinen Camino in Ruhe beenden will. Trotzdem lässt mich der Gedanke nicht los und da ich ohnehin mit dem Gedanken gespielt habe, übermorgen in Gijón einen Pausentag einzulegen, frage ich Sergio etwas später unter vier Augen, ob ich stattdessen bei ihm Volunteer für einen Tag sein kann. Er sagt sofort ja.

      Das Abendessen ist köstlich: es gibt vegetarische Paella, Pudding und reichlich Rotwein. Sergio ist ein ausgezeichneter Koch und sitzt beim Essen mit uns am Tisch. Später spielen ein paar von uns noch Uno mit ihm. Yanis, ein junger Franzose, hat heute Geburtstag und wir singen ihm Happy Birthday. Seán meint, ich brauche unbedingt einen 3000km-Stein und bemalt einen extra für mich. Auf die Rückseite schreibt er einen unserer Insiderwitze (da sich "easy peasy" nicht auf Koreanisch übersetzen lässt, haben Maru und er kurzerhand "shoony poony" erfunden und das verwenden wir seit dem laufend). Ich freue mich riesig und bin sehr gerührt. Freunde, die sich über deine Erfolge freuen und sie mit dir feiern, sind einfach die beste Art von Freunden.
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    • Day 120

      Der Abzweiger nach Oviedo

      June 28, 2023 in Spain ⋅ ☀️ 15 °C

      Der Abschied von Sergio fällt mir sehr schwer und auch er würde mich wohl am liebsten da behalten. Er umarmt mich mehrmals und betont, wie schwierig es ist, als einziger zurück zu bleiben, wenn morgens alle Pilger gehen. Allerdings bleibt auch heute jemand zurück: Carmen, die weitgereiste Schweizerin, da sie solche Fußschmerzen hat. Gemeinsam winken sie und Sergio uns nach, als Sarah, Maru, Nathalie, Eva, Alyssa und ich gehen.

      Wir wissen, dass wir schon nach nur einem Kilometer den Abzweiger erreichen werden, der Richtung Oviedo und damit auf den Camino Primitivo führt. Maru und Nathalie haben angekündigt, dass sie einen Tag in Oviedo verbringen und dann auf den Camino del Norte zurückkehren wollen. Ob und wann wir uns wiedersehen, ist dadurch ungewiss.
      Maru geht auf diesem Kilometer neben mir und will offensichtlich noch ein paar Dinge loswerden.
      "Du hast gesagt, das Besondere am Camino sind viele kleine Dinge", beginnt er. "Aber Leute zu treffen, solche Freunde zu finden - das ist keine kleine Sache."
      "Du hast absolut Recht", stimme ich ihm zu. "Es ist eine große, wunderschöne Sache."
      "Ich hatte Glück, dich zu treffen", behauptet Maru. "Dank dir habe ich so viele andere Pilger getroffen." Ich nehme an, dass er den Tag meint, an dem ich ihn eingeladen habe, sich das Apartment mit mir und den anderen zu teilen. Dadurch ist die lustige Truppe mit Sam, Seán, Nathalie, Shanti, Maru und mir entstanden. Mir war nicht bewusst, dass ihm das so viel bedeutet hat.
      "Ich habe mir überlegt, vielleicht können wir uns nach dem Camino in Österreich treffen", sagt Maru, der, wie ich weiß, im Anschluss an den Jakobsweg eine Weltreise geplant hat. Auch wenn ich sehr wohl hoffe, ihn noch auf dem Weg wiederzusehen, lade ich ihn auf der Stelle zu mir nach Hause ein.

      Der Abschied kommt viel zu schnell. Wir machen ein Gruppenfoto, umarmen Maru und Nathalie - und dann sind sie weg.
      Der ohnehin anstrengende Weg über die beiden Berge vor Gijón fällt mir danach noch ein Stück schwerer. Aber ich bin glücklich, mit Sarah unterwegs zu sein. Mit ihr fühlt es sich an, wie mit einer alten Freundin.
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    • Day 21

      Amandi and "All By Myself"

      June 14, 2022 in Spain ⋅ ☀️ 24 °C

      "Hai provato a far capire con tutta la tua voce
      Anche solo un pezzo di quello che sei.
      Quante vite non capisci
      E quindi non sopporti
      Perché ti sembra non capiscan te"
      (Luciano Ligabue - Metti in circolo il tuo amore)

      Oggi avremmo voluto svegliarci un po' più tardi, ma si sa come funziona, i veri pellegrini (non noi) si devono alzare prestissimo e di conseguenza devono svegliare tutti gli altri.
      Quando mi alzo i miei compagni sono ancora tutti addormentati, e faccio colazione con la coppia spagnola e la buon anima di sua maestà Valdemar.
      Faccio tutti i preparativi di quella che è diventata la mia routine e sono pronto a partire.
      Solo Ale e Megan sono pronti a partire mentre Blondie decide di aspettare Chris, ormai il suo degno compare di ritardi.
      Iniziamo noi 3 da soli ma Ale inizia di prima mattina a rompermi i coglioni sul fatto di allontanarmi da Megan e di non fare la persona oppressiva.
      Ora, il consiglio sarebbe anche valido e azzeccato, se non fosse che io non le parlo da ieri pomeriggio e oggi non ci siamo detti neanche buongiorno. Se ha i suoi cazzi non sono certo colpa mia.
      Stizzito e incazzato come una iena, per queste parole dette da chi ha una visione superficiale della situazione, accellero il passo all'ennesima potenza così gli altri due possono parlare da soli, dato che Ale mi dice che non ha potuto parlare mai faccia faccia con Megan.
      Cosa tra l'altro non vera ma evidentemente anche questa è colpa mia.
      Passo subito un piccolo paesino ma non mi fermo al bar perché è troppo presto: non lo avessi mai fatto, i prossimi 20km sono il deserto di sogni e speranze per un misero caffè.
      La prima parte è sull'asfalto, ma ben torno presto tra i sentieri fangosi di boschi e colline e passo il mio tempo cantando e correndo lungo le discese; c'è un discreto dislivello spalmato lungo tutta la tappa. Non posso fare altro, perché non c'è proprio niente in mezzo alla tappa di oggi, e sopratutto non c'è anima viva. È un cammino fantasma. Ligabue mi dà consigli nelle mie cuffie, ma la cosa non funziona e sono ancora incazzato nel mio essere più profondo.
      Dunque, non ho con chi parlare e non ho dove sedermi, l'unica soluzione è continuare. Ale mi telefona e dice che sono tutti al bar, proprio quello a cui non mi sono fermato ma non ho nessuna intenzione di tornare indietro.
      Sono troppi kilometri avanti.
      In tutto il giorno vedo e sorpasso solo Marjoleine, la coppia spagnola con cui scambio due parole al volo, la Malcolm Squad che evito molto velocemente, e Lukas con cui faccio l'ultimo tratto prima di Villaviciosa.
      Sono le 12.15 e mi mancano solo 3km all'albergue e non ho mangiato proprio niente.
      Lukas si ferma in città, è la sua destinazione finale per oggi.
      Io bevo un caffè perché ancora alcune cucine sono chiuse, e cerco un altro bar che abbia qualcosa di già pronto per mettere qualcosa sotto i denti.
      Lo trovo, e una tortilla una radler, seduto come un girovago sulla panchina del parco, mi salvano la vita più di qualsiasi altro cibo gourmet al mondo.
      Sono le 12.45 quando esco da Villaviciosa e percorro un piccolo parchetto lungo un fiume, segue una statale dove tra un po' di tempo dovrei trovare l'albergue. Mi telefona Chris, ma loro sono molto più indietro e quando arrivo all'ostello in realtà è ancora chiuso.
      Sergio, l'hospitalero è molto gentile e mi chiede se sono venuto in moto.
      Sono distrutto e con tutta la faccia bruciata, penso che si veda che oggi non ho giocato per niente.
      Faccio la mia doccia, fredda purtroppo, e dopo 'lavo' a mano i vestiti. Mi chiama Ale che vuole sapere dove sono; loro sono ancora a Villaviciosa. Credo che pranzino e bevino la.
      Sono le 15 e sono seduto su quest'altalena a scrivere di questo giorno passato talmente veloce e in solitaria.
      Alla fine non mi lamento, ho fatto quello che volevo quando lo volevo e sono contento di avercela fatta da solo. Oggi è stata una sorta di "palestra del distacco' per prepararmi agli addii imminenti e futuri. E poi non essere turbato dalle emozioni altrui, seppur limitante, a volte è la cosa più necessaria da fare.
      In lontananza ancora non si vede nessuno.

      EDIT: Sono quasi le 4 quando i primi a spuntare sono Megan e Chris. Sono nel letto mezzo addormentato quando entrano e li saluto abbastanza formalmente, non ho voglia di condividere.
      E secondo me neanche loro.
      Parlo per lo più in italiano con Chris mentre con Megan c'è solamente un ciao ricambiato a stento dal sottoscritto.
      La mia idea di dormire passa in fretta quando sento in lontananza Matthew e la sua voce perentoria fare amicizia con Sergio. Quando quest'ultimo mi chiede se ho riposato gli rispondo che 'quando c'è l'australiano di mezzo è impossibile'.
      Ci racconta un po' della sua storia, di come ha aperto quest'albergue e di quando qualche hanno fa si è separato.
      Gli rispondo 'el amor es una enfermedad, cuando te despierte es muy tarde' e lui è completamente d'accordo con me.
      Parliamo anche di musica e film, e proprio adesso lo sento cantare Sabina mentre prepara la cena per tutti.
      Gioco anche con suo figlio Axel, c'è sempre un Axel nel nostro cammino, e sudo e mi sporco tutto dopo essermi già lavato.
      Non sono felice o tranquillo e mentre tutti parlano e scherzano sul prato con una ragazza, Erika, mezza inglese e mezza spagnola me ne sto in silenzio sull'altalena ad ascoltare.
      Mi sento svuotato e completamente apatico, e mente loro giocano a briscola, non ho voglia di fare niente.
      Credo che ho un principio di insolazione ma non è per questo che mi sento così.
      La cena preparata da Sergio è buonissima e a noi si aggiungono anche due catalani simpaticissimi, Juan e Michelangel, che neanche a dirlo fanno amicizia con Matthew.
      La scena è tutta sua, e il suo modo di parlare, intrattenere, ridere sempre e anche rendersi ridicolo conquista tutti.
      Anche Chris è di quella pasta la, e il suo modo di parlare mezzo inglese, un po' in Italiano e mezzo in finto spagnolo intrattiene tutti.
      Non nascondo che sono un po' invidioso del loro modo di fare.
      Io in tutto questo sto nel mio, seduto un po' in disparte.
      Preparate una tavola imbandita, mettete gente che beve vino e fa festa e state sicuri che, non si sa come ne perché, sarò all'ultimo posto all'estremità del tavolo. Voglio dire, non lo faccio apposta, mi ci ritrovo, è un indole naturale, un modo di essere intrinseco, un superpotere al contrario.
      E poi alla fine non ho niente da dire, c'è già Matthew che parla per tutti quanti. Queste cene sono tutte un susseguirsi di 'ho fatto questo… ho fatto quello...devi andare là è bellissimo…sono stato qui e ho mangiato la'.
      Non ce la posso fare, per me sta diventando troppo, quasi come il problema della lingua.
      È come se stessimo giocando a carte, come a briscola i ragazzi oggi, ed io avessi in mano carte senza alcun valore e loro avessero tutti gli assi da 11 punti.
      In effetti la metafora calza a pennello perché in un momento imprecisato Matthew e i catalani filosofeggiano sulla frase "la vita è una partita a carte' e alcuni danno la loro opinione in merito. Matthew chiede la mia ed io rispondo semplicemente 'non lo so' perché non ho le forze per fare questi discorsi in inglese adesso, e Megan sembra infastidita. Oggi non ci troviamo proprio.
      Mica avrei potuto dire che per me se nasci con delle carte di merda puoi solo cercare di limitare i danni sperando di cogliere dal mazzo l'occasione giusta con la tua perseveranza e quel pizzico di culo che fa tutta la differenza del mondo.
      Facciamo i complimenti a Sergio per tutto questo e tutti gli dicono che è l'albergue più bello fin ora nel cammino.
      Io evito simili sviolinate ma mi trovo d'accordo, e gli stringo la mano quando mi dice che 'Y sin Embargo' di Sabina è la sua preferita perché parla esattamente della sua vita.
      Ci spostiamo fuori e Erika canta due canzoni alla chitarra, dove Matt cerca di fare il solista ma è terribile quanto me, e in seguito giochiamo al panuelo (rubabandiera) ma cadiamo più o meno tutti perché l'erba è umida e pericolosa.
      La prima a cadere è Megan e per la prima volta oggi le chiedo se sta bene o se si sia fatta male. Mi sono preoccupato davvero. Risponde di no, non so se sia vero o meno perché dopo la prima partita non gioca più.
      Probabilmente gran parte del mio malessere dipende da questa distanza tra me e lei che è solo il preludio di questo problema più grande fatto di barriere, possibilità e capacità.
      Il fatto di non poter essere naturale, di non poter scherzare con facilità nella sua lingua e di poter essere coinvolto e coinvolgere mi fa sentire a disagio, quasi escluso e di conseguenza mi autoescludo io stesso.
      Già ho problemi nella mia lingua, figurarsi nella loro: e sono invidioso di chi invece questo ' privilegio' ce l'ha.
      Megan dice 'per quanto ho riso mi fa male la pancia' ma nessuna di quelle risate è stata merito mio.
      Meno male che non legge questo diario, perche agli occhi di una persona poco interessata sarei solo un lamentoso che ha bisogno di andare in analisi; e lei è stanca di uomini estenuanti.
      Durante la cena Michelangel dice una cosa in catalano ' il cammino ti dà quello di cui hai bisogno e a volte quelle che meriti'.
      Ma se conosco cosa ho bisogno e non posso averlo, invece cos'è che merito?



      PS: "Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
      e ad ogni sosta c’era sempre qualcuno
      e quasi sempre tu hai provato a parlare
      ma non sentiva nessuno!"
      (Luciano Ligabue - Il Peso Della Valigia)

      PS2: 'pero si estas cansado nel Kansas donde te desKansis'😅😅😅
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    • Day 119

      Pausentag bei Sergio

      June 27, 2023 in Spain ⋅ ☁️ 22 °C

      Es ist schön, heute Früh aufstehen zu können, in dem Wissen, nicht packen und weiterziehen zu müssen. Aber das Verabschieden von der lustigen Truppe, mit der ich die letzten zwei Abende verbracht habe, und vor allem von Seán, fällt mir trotzdem schwer. Wir machen noch ein Gruppenfoto, bevor sich alle nach und nach verabschieden.
      Obwohl ich angeboten habe, Sergio einen Tag lang als Volunteer zu unterstützen, lässt er es nicht zu, dass ich ihm beim Putzen oder Aufräumen helfe. Stattdessen fordert er mich auf, mich auszuruhen.
      Also verbringe ich den Vormittag in der Sonne sitzend, mit der Odyssee, die ich als Reclam-Buch in der Herberge in Llanes gefunden habe.
      Zu Mittag kocht Sergio für uns beide einen leckeren Eintopf und anschließend sitzen wir plaudernd beim Kaffee und bemalen Steine.
      Als wir gerade unsere Siesta halten, kommen die ersten Pilger an: es sind Nathalie und Maru! Sie erzählen, dass Sam in La Isla, anstatt mit ihnen wie vereinbart den Pausentag zu halten, beschlossen hat, sich abzusetzen. Seit dem weiß keiner, wo er ist, da er ja sein Handy auf dem Camino nicht verwendet.
      Wenig später taucht noch eine alte Bekannte auf: Sarah, die ich irgendwo vor Bilbao zum letzten Mal gesehen habe. Sie freut sich riesig, mich hier so unerwartet anzutreffen und wir tauschen voller Begeisterung aus, was sich unterwegs alles getan hat, seit unserem letzten Aufeinandertreffen.
      Auch andere mir bekannte Pilger treffen heute in der Herberge ein: die Schweizerin Carmen, die nur einen Tag nach mir von daheim gestartet ist, die Deutsche Eva, mit der ich in Güemes am Vegetariertisch saß, oder die Australierin Addie, mit der ich in Irun auf meinen 100. Tag angestoßen habe. Am Ende ist die Herberge wieder voll.
      Wir verbringen einen ruhigen Nachmittag: lesend und schreibend auf der Wiese vor dem Haus, Steine bemalend auf der Terrasse oder schaukelnd unter dem großen Nussbaum.
      Das Essen ist genau so lecker wie gestern und anschließend spielen wir ein unglaublich stressiges Kartenspiel, bei dem mir schon nach der ersten Runde alles wehtut vor Lachen. Das wird auch bei den weiteren Spielen, die wir uns einfallen lassen, nicht besser. Sergio ist überall mit viel Begeisterung und Humor mit dabei.
      Es wird mir schwerfallen, diesen Ort morgen zu verlassen, aber ich bin unglaublich froh, dass ich mit Freunden gehen kann.
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    • Day 19

      18. Etappe: La Isla - Amandi

      May 23, 2023 in Spain ⋅ ☁️ 17 °C

      Heute wieder einmal bei dicker Bewölkung und Nieselregen gestartet. Der Weg war überwiegend Asphalt und die Landschaft schön, aber nicht spektakulär. Unterwegs zwei junge Deutsche in Villaviciosa getroffen und nett unterhalten. Dann weiter zur Herberge zu Sergio. Hier fühle ich mich super wohl. Alles (Wäsche, Abendessen, Frühstück) auf Spendenbasis. Sergio sehr nett und bemüht.Read more

    • Day 19

      Sebrayo-Villaviciosa-Amandi

      July 13, 2018 in Spain ⋅ ☁️ 23 °C

      So ein Tag wie im Buche des 13😉Der Start sollte um 7:00 mit einem Frühstück sein doch um 7:30 war noch keiner wach. Spanien halt😉also ohne Frühstück los und das ist schon hart dann nur Betonpiste was eine Riesen umgewöhnung für die Füße ist🙈die erste Blase ruft!!! Aber wen kann das schon erschüttern dafür habe ich nach 26 km eine so so Schöne Herberge erreicht. Sehr familiär und Spirituell ich freue mich auf den Abend 🙏🏻❤️
      PS: Km 458
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    • Day 19

      Llegada del Dia.. Agradeciendo a Dios..

      May 25, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 18 °C

      Albergue en Amandi.. lo mejor estará por venir!! Pero es espectacular...

    • Day 17

      Diena 15 / Day 15. La Vega - Amandi

      October 11, 2016 in Spain ⋅ ⛅ 16 °C

      Distance 34.0 km (349.4)
      Steps 45800 (614 985)
      Ascent/Descent 773/829

      Koks dangus, tokia ir diena. Pradžiai buvo labai giedra, vėliau dangų užtraukė debesys. Ryte mečiau kelią dėl takėlio ir pora valandų prabraidžiojau šlapiomos pievomis ieškodamas kelio. Po vidurdienio atsisveikinau su vandenynu - nuo šiandien kelias vingiuos kalnų link, o persivertus per juos bus tiesus kelias į Santiago. Apsistojau albergėj La Ferreria. Žmonių daugiau, lengvas chaosėlis.

      Today I feel somewhat like the sky of this day: clear in the morning and cloudy later. At the begging of today's trip I lost the road and had to wander through some grass fields to find my way back. Around midday I said bye bye to the coast - the road is turning toward the mountains.
      Staying at albergue La Ferreria. More people and a bit more chaos.
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    You might also know this place by the following names:

    Valbucar, 33311

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