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  • Day 3

    San Sebastian, spero di rivederti!

    May 27, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 15 °C

    "Non è questo il racconto di gesta emozionanti. Forse la nostra vista non è mai stata mai panoramica, ma fugace e non adeguatamente informata..."
    (Ernesto Guevara De La Serna)

    Oggi è il primo vero giorno di cammino. Sono molto stanco quindi credo che non riuscirò a dilungarmi troppo nelle spiegazioni, anche se ce ne sarebbero cose da raccontare.
    È proprio vero che quando viaggi anche se per poco, crei moltissimi ricordi, cosa che non succede quando sei a casa nella routine di ogni giorno. Li il tempo passa velocemente senza lasciarti nulla; quando viaggi accade totalmente l'opposto.
    E di oggi ho veramente tante cose da raccontare, spero rimangano impresse nella mia memoria e nel mio cuore per molto tempo.
    Mi sveglio molto presto, sono le 5 di mattina.
    Valdemar, il canadese, fa un casino della Madonna da non so quanto tempo e non mi fa più dormire.
    Di conseguenza scendo tutte le mie cose al pian terreno e inizio a dare un senso al mio zaino di sotto, perché non amo disturbare la gente in camera.
    L'hospitalero è molto contrariato, per lui avremmo dovuto alzarci tutti alle 6.30 e avere gente che gira nell'albergue alle 5.30 lo rende davvero nervoso.
    Nell'attesa scambio qualche parola con altri italiani, Valentina al suo settimo cammino, Mario e un mio conterraneo di Caltagirone di nome Giacomo; lui è l'unico che vedrò più avanti durante la giornata.
    Dopo una colazione comune e veloce offerta dagli hospitaleri è il momento di partire; faccio il primo tratto con i due signori canadesi ma Hank deve sempre aspettare suo padre e ci separiamo perché il nostro ritmo è diverso.
    Cammino per un po' da solo fin quando arrivo alla Madonna di Guadalupe, una chiesetta con vista su Irun e Hendaia.
    Il tempo è dalla mia, non fa caldo e c'è una leggera nebbia che rende la camminata fresca e piacevole. Qui incontro Matthew che è intento ad ascoltare i consigli di un abitante del luogo.
    In un inglese imperfetto cerco di spiegargli che l'acqua che sta bevendo non è potabile, e da ciò iniziamo a camminare insieme.
    Scegliamo la via più difficile, qualla alta e pietrosa ma la vista da lassù ci ripaga della fatica e del sudore buttati.
    Nel mentre, io e Metthew parliamo un po' di tutto, le mie difficoltà linguistiche sono evidenti ma lui non me lo fa pesare e bene o male riusciamo a comunicare e a raccontarci molte cose. Lui è un insegnante di inglese australiano che sta girando per l'Europa da un po' di tempo; avrebbe dovuto compiere un lungo giro in Irlanda e Regno Unito ma per varie vicissitudini non ha potuto farlo ed il cammino è il suo piano B.
    Se penso che per me il cammino è il piano tripla A mi viene da piangere😅.
    Percorrendo la montagna oltre il panorama, ammiriamo molti cavalli al pascolo e il verde paesaggio che si scaglia dinnanzi di fonte a noi, con il blu dell'oceano alla nostra destra e sinistra. Ci perdiamo un paio di volte perché il cammino non è segnalato bene e infine sbagliamo anche l'ultimo bivio prendendo la strada riservata ai ciclisti. Qualche km in più sulle gambe già stanche.
    Alla fine della discesa ritrovo Alessandro e tutti e tre percorriamo la strada fino a Pasaia insieme, dove, dopo una breve sosta a base di birra e boccadillo, prendiamo l'imbarcadero che ci porta dall'altro lato del mare.
    Non mancano molti kilometri a San Sebastian, e li percorriamo parlando del più e del meno.
    Io non sono un gran oratore, infatti mi limito di ascoltare le storie degli altri anche perché in fin dei conti non ho chissà quali avventure di cui raccontare.
    Sono felice di essere qui dove posso conoscere così tanta gente che sta davvero vivendo la proprio vita, persone che sono piloti del proprio tempo e della propria esistenza e non semplici passeggeri. Non nego che invidio un po' la loro esperienza e le loro possibilità.
    Alessandro è un viaggiatore nato, ha carisma ed è amichevole con tutti. Lo stimo molto e spero di poterlo frequentare a lungo durante il cammino.
    È una sorta di 'fratello maggiore' perché mi dà molti consigli e ha cura e interesse se gli racconto un aneddoto o se chiedo un parere.
    Prima di entrare in San Sebastian incontriamo una famiglia di Americani, Thalia, Drew and Luke che si fermano con noi per bere una birra veloce.
    Devo quest'incontro ai miei compagni di viaggio, da solo non sarei mai riuscito ad attaccare bottone sia per indole sia per problemi linguistici.
    Questo è un mio grosso problema, dovrei esser più spigliato e non perdere occasioni. E che grande occasione avrei perso se non avessi parlato con gli americani, gente veramente gentile.
    Per raggiungere l'ostello vedo finalmente le spiagge di San Sebastian che ho sempre sognato; e anche se la nostra vista è solo fugace e anche se non mi farò questa volta ( ne chissà, mai) il bagno in quelle acque oceaniche il mio cuore è contento in egual misura e colmo di gratitudine per la giornata che sto passando.
    Il lungomare è pieno di gente del luogo e di turisti.
    Questa è una città piccola ma viva, piena di gente e di locali affollati. Mi innamoro un migliaio di volte a vedere le ragazze del posto ( ma la surfista che sale la scalinata non la batte nessuno) e penso che la Spagna sia proprio un bel posto in cui vivere, nonostante effettivamente questa città costi un botto.
    Sto spendendo troppo e anche l'ostello non è da meno con quei 19€ con i quali nel Francese avrei dormito tre giorni.
    Faccio una doccia lunga e rilassante, ma ho escoriazioni tra le gambe e sulle spalle, la tappa di oggi l'ho proprio sentita sulla pelle. I 31 km odierni sono stati il battesimo del fuoco.
    Rinuncio alla lavanderia( sarà un problema di domani), ed esco nuovamente sul lungomare in solitaria per fare qualche foto, ma ahimè la mia macchinetta è rotta e non mette più a fuoco in maniera corretta. Successivamente nella ciudad vieja reincontro Matthew e insieme cerchiamo Alessandro per cenare.
    Scegliamo un posto a 10 minuti di cammino dall'ostello e per noi stanchi ed affamati quell' hamburger è la cosa più buona del mondo. Parliamo di ogni cosa possibile e immaginabile e sopratutto di istruzione e dei grossi problemi dello stato italiano. E anche dei miei problemi di cuore; per i miei amici dovrei essere meno disponibile e meno buono con le donne.
    Dovrei essere come una moneta che non sta salda nel palmo di una donna, ma essere un po' qua è un po' la, in continuo mutamento, non dando mai la certezza di essere scontato.
    Fosse facile; io ho un difetto: quello di amare troppo.
    Tornati in ostello, ne prenotiamo uno per la tappa successiva perché molti sono chiusi o altri costano davvero tanto.
    Anche i 26€ che spenderò sono troppi, ma non ci sono alternative e quindi me lo faccio andare bene.
    E poi, a dirla tutta, non mi dispiace stare con Ale e Metthew.
    Spero questa amicizia duri a lungo sul cammino e oltre, ma si sa che ognuno ha i suoi tempi, pensieri e problemi, e il cammino come unisce divide anche.
    È la vita, che è in continuo mutamento.
    Prima di andare a dormire mi unisco a Metthew che sta scambiando due parole con l'hospitalero. È un basco fiero e convinto dei diritti di indipendenza del suo paese, e super tifoso della Real Sociedad. Mi ha fatto molto piacere incontrarlo e ascoltare il suo punto di vista sulla questione indipendenza.
    Adesso sono a letto che scrivo questo papello enorme.
    Oggi sono stato davvero felice, mi sono goduto il mio tempo e ho avuto discussioni interessanti e sopratutto amichevoli con brava gente che voglio ricordare per sempre.
    È ora di dormire, spero che la sfacchinata di oggi non abbia conseguenze sul mio fisico per domani.

    PS: Ho sempre paura di non ricordarmi le cose, di dimenticare volti, voci ed emozioni.
    San Sebastian io non ti dimenticherò, e se dovesse succedere,..verrò a rincontrarti di nuovo.
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