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  • Day 34

    Arzuá e L'Incontro Con Il Francese

    June 27, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 19 °C

    "Quando piango senza un grido
    Quando sogno dietro a frasi di canzoni
    Dietro a libri e aquiloni...
    ...dietro a ciò che non sarà"
    (Francesco Guccini - Vedi Cara)

    La notte non passa benissimo perché l'accoppiata vino e posizione a schiena in giù fanno russare Matthew come non ha mai russato durante tutto il cammino. Se qualcuno ha mai avuto mezzo problema con la Malcolm Squad adesso è vendicato per i secoli a venire. Erano nella nostra camera e hanno dormito malissimo.
    Ci riuniamo tutti allo stesso bar della cena precedente e dopo un veloce caffè con leche partiamo tutti insieme tranne Megan. Le chiedo se vuole aspettare Axel e le sue risposte sono sempre 'non so, forse, vediamo, chissà'.
    Mi sono stancato della gente che non risponde chiaro alle mie domande; non chiedo certo spiegazioni solo non essere preso in giro. Questa cosa di girare intorno alle domande mi fa andare sutte le furie; ma è una cosa particolarmente angolofona perché anche Matthew fa lo stesso.
    Dei 'Si' o 'No' sarebbero davvero graditi.
    Cerco di tenere il ritmo di Chris e Matthew ma questo mi riesce solo per un po'; quando incontrano Tony loro accellerano ed io non riesco a tenerli più. Ci rincontriamo tutti allo stesso bar dove ho colazione e pranzo insieme.
    Aspetto Ale che intanto è l'ultimo della fila e decido di proseguire con lui, oggi è in difficoltà come non è mai stato.
    È spento, non ha voglia, si sente male e deve andare in bagno ogni due per tre. Credo che la testa faccia la sua parte per il mio vecchietto preferito. Voglio camminare con lui perché il nostro tempo sta finendo e questi tre giorni rimanenti sono gli ultimi che faremo insieme. Siamo 4 km indietro quando Chris ci chiama per sapere cos'è successo.
    Cerco di tirarlo su come posso ma oggi è impossibile, quindi gli ultimi due km li faccio da solo ed entro ad Arzuá in solitaria.
    Un anziano mi augura 'buen camino hermano' e la mia giornata cambia veramente, e sorrido in maniera spontanea.
    Dirigendomi verso l'albergue, inizio a pensare che non ho alcun ricordo di questo posto nonostante io ci sia già passato, nulla mi ricorda niente e ciò significa che Arzuá era solo un'altra strada senza nome nel mio primo cammino.
    Effettivamente non è un pueblo insignificante ma è pieno di bar e di negozi di souvenir; l'aria gravitazionale di Santiago inizia a farsi sentire e fagocita tutto e tutti come se fosse un enorme buco nero. Sono ufficialmente di nuovo sul francese dopo 4 anni.
    Il Norte è solo un ricordo, vivido ma ormai passato. Santiago ha inghiottito anche noi e abbiamo passato quel wormhole, abbiamo varcato quella porta e adesso siamo in un altra dimensione. Non più sentieri solitari, non più tanti km per vedere un singolo pellegrino; anche l'oceano, nostro compagno di un mese di avventure, ci ha lasciato definitivamente ed è stato sostituito da una massa rumorosa e frenetica di centinaia di pellegrini che cercando di arrivare a Santiago facendo gli ultimi 100 km da Sarria.
    Vedo gente di ogni tipo, scuole, famiglie, tanti giovani e tante persone anziane. Ancora non riesco ad abituarmi e so che magari anche Santiago stessa sarà un trauma.
    All'albergue sono il secondo ad arrivare dopo Erika e faccio subito una doccia, gli altri sono tutti in un imprecisato Bar.
    Il posto non è male e la doccia è una delle migliori dell'intera esperienza. Qui conosco Monica e Valentina due professoresse del Veneto, con cui subito mi trovo bene e con cui vado a bere qualcosa. Mi trovo molto a mio agio e sono contento di passare del tempo con loro perché sono molto affabili e simpatiche e sopratutto sembra che la cosa sia reciproca anche per loro. Le invito per la cena ma hanno già altri programmi, messa e poi sicuramente rivedranno qualche amico. In attesa della cena parlo un po' con Ana l'hospitalera e mi ricorda un po' Marisol per l'energia ma con meno anni di sopra e più spigliata e chiacchierona.
    Alla cena non partecipano Alessandro che rimane nel letto a riposare e non se la sente di fare il kilometro e mezzo per raggiungere il ristorante ( l'unico con posti liberi) e Matthew che è andato in bus a Santiago per fare riparare il cellulare.
    La cena è una delle migliori, per quanto riguarda il cibo, di tutta l'esperienza del cammino, mangio tortellini e lasagne e una zuppa inglese( una torta de la abuela) che mi ricorda quella che ha sempre fatto mia mamma. Purtroppo l'umore risente delle persone mancanti e per questo è una delle cene più calme a cui abbiamo mai preso parte; anche la foto di rito scattata dal sottoscritto è una delle peggiori. Quando c'è ne andiamo dimentico il marsupio e se non fosse stato per tony stasera sarei senza credenziale e senza alcuni documenti.
    Ci incamminiamo di nuovo, infreddoliti, per l'albergue e non spiaccico parola con Megan perché non mi va e non la coinvolgo minimamente quando siamo vicini ad aggiornare i nostri diari.
    Scambio due parole con una signora italiana di Salerno che è partita da Saint Jean e che sembra stanca quanto noi e sicuramente molto più mal messa. Alla fine ci facciamo i complimenti a vicenda.
    Sono seduto qua ad un tavolo della living room dell'albergue, e guardo fuori dalla finestra le macchine che passano veloci sulla strada principale; a pochi metri vedo la freccia gialla che dovrò seguire domani.
    Sono immobile ma mi sento come se fossi al finestrino di un treno ad alta velocità, solo che a correre veloci sono i miei pensieri.
    In un attimo di sconforto ma anche di assoluta e pura realtà prenoto l'aereo e adesso ho una data di scadenza anche io.
    Giorno 9 Luglio ho il primo volo e per allora tutta la magia sarà finita.
    Spero di arrivarci con i soldi fino a quel giorno.
    Tornare a casa sarà il peggior trauma della mia vita.

    PS: Chris:' che peccato che Nicole non abbia tutte le ferie che ho, quante cose potremmo fare insieme...vabbè le farò io'
    Ahhhh l'ammmmmoreeeee.😅😅😅😅
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