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  • Day 36

    Santiago e 'Ci Rivedremo nel 2042'

    June 29, 2022 in Spain ⋅ ☁️ 10 °C

    "Non piangere perché è finito, sorridi perché è successo'

    È quasi mezza notte e oggi è il giorno più difficile per scrivere qualsiasi cosa. Ma ci provo lo stesso perché so che dormire sarebbe un impresa titanica, più faticoso di ogni km speso su questo maledetto e meraviglioso cammino.
    Ehi, Santiago sei proprio tu?
    Sono nella piazza che tanto amo, illuminata da tenui lampioni e animata da molta gente seduta per terra e da un piccolo concerto di musica tradizionale spagnola che non mi dispiacerebbe se non fosse per il fatto che ho bisogno di concentrazione.
    Guardo la cattedrale e mi viene in mente l'ultima sera di quattro anni fa quando nella piazza completamente deserta dicevo addio per sempre a Giulia che mi aveva spezzato il cuore.
    Ciao vecchia amica, è un piacere rivederti.
    Alla fine non è cambiato molto, sono stati 4 anni di paralisi in cui ho dimenticato come si fa a respirare.
    Ma tu sei cambiata, adesso sei più bella e non c'è più nessuna impalcatura a ricordarci che anche tu hai una certa età.
    Anche sta volta c'è l'ho fatta, senza alcun problema fisico se non quelli che hai creato tu nella mia mente e nel mio cuore, che adesso è completamente trafitto da milioni di pensieri ed emozioni.
    Quanto mi stai dando e quanto mi stai togliendo solo io lo so.
    Nessuno lo capirebbe.
    Come? Mi chiedi come ti ho raggiunto?
    Rewind...
    Tutto è iniziato da Irun quando...
    Come dici? Dovrei parlare di oggi?
    Ok, riavvolgo ancora il nastro e vado un po' più avanti.
    Oggi ci svegliamo freschi e riposati nella nostra camera a O pedrouzo pronti per l'assalto finale.
    L'avamposto delle legioni del nord è già alle porte di Santiago pronto a conquistarla e noi non vogliamo essere da meno.
    Chris, Matthew e Lukas sono gia a destinazione e si stanno godendo la meta del loro viaggio.
    Oggi Megan sta meglio, e il lungo sonno l'ha sicuramente aiutata a recuperare le energie anche se sono sicuro che il problema era anche nella sua testa.
    Nonostante tutto questo non abbiamo fretta e partiamo alla volta di Compostela solo dopo le 8.30.
    Può esistere errore più grande? Il cammino è pieno di gente di ogni tipo e per andare avanti dobbiamo fare quasi slalom tra tutta questa massa indistinta di pellegrini e non.
    Auguro a tutti 'buen camino' per l'ultima volta come ho fatto con Chris ieri, ma ben presto il gruppo si divide: non dovremmo avere fretta ma Alessandro ha le ali ai piedi e sparisce tra la calca di persone mente Megan e Axel parlano tra di loro delle loro cose ed io non so che fare.
    Accelero, e mi trovo esattamente nel mezzo di una squadra che è troppo distante tra le sue parti.
    Sarà tutta questa situazione, sarà che sono nel bel mezzo di centinaia di persone che non conosco e con cui non ho cosa condividere, sarà che ho il pensiero della 'paura' dell'arrivo, sarà questo o mille altre cose ma ho un primo grave momento di sconforto.
    Mi devo fermare e respirare un attimo perché così non posso continuare.
    Voglio passare così l'ultimo giorno sul cammino canonico?
    E sopratutto, voglio passarlo da solo?
    La risposta è semplice: manco per il cazzo.
    Mi fermo e aspetto che la parte anglofona del nostro gruppo mi raggiunga; Ale va troppo veloce e per me oggi non è questo il modo giusto per il mio cammino.
    Megan mi chiede se va tutto bene, eseguo solo un cenno col capo che puzza di bugia piu di quanto puzzi il mio zaino e posso assicurare che niente ha mai puzzato così tanto.
    Forse questa incapacità di comunicare che si sta instaurando tra noi è anche colpa mia.
    Ho questi pensieri mente inizio a concentrarmi sul paesaggio, che per la prima volta si mostra familiare ai miei occhi.
    I boschi lasciano il posto a stradine di campagna piene di bar e in seguito ad un autostrada che dà inizio alla periferia della città.
    Ci fermiamo in uno di questi bar intorno al km 10 per riposare e mangiare qualcosa, ed io offro la colazione a quella leggenda straordinaria che è Axel, che con quel sorriso sempre spontaneo e quel modo di dire 'Marcooooo' ogni volta che mi vede si meriterebbe molto di più.
    Tutto questo per la gioia di Ale che ci maledice perché sta a 4 km più avanti e non ha nessuna voglia di fermarsi ad aspettare.
    Per lui i giorni più duri sono passati ed oggi ha fatto il pieno di carburante.
    Lo raggiungiamo e, mentre Erika fa un "wc stop' prima di entrare in città, chiedo a Megan se si sente meglio e quali siano le sue sensazioni per tutto questo.
    Mi dice che è contenta e che l'atmosfera triste e pesante del suo primo cammino è solo un ricordo: era entrata in città mano nella mano con una persona che avrebbe dovuto lasciare da lì a poco.
    Io non so cosa dire, o per la verità lo so, ma preferisco tacere.
    È un po' quello che mi ha detto Tony, si è chiuso un cerchio e in questo cammino ha trovato finalmente soddisfazione.
    Passano alcuni secondi e istintivamente mi guardo la mano.
    Magari le mie mani non hanno tenuto nessuno come avrei voluto, ma i loro cuori, se solo lo sapessero, li ho stretti tutti e tenuti con me, dal primo all'ultimo come se fossero il tesoro più prezioso che ho.
    Passiamo attraverso Monte De Gouzo e milioni di ricordi mi attraversano la mente, fu il mio ultimo giorno sul cammino insieme a Thomas e Johanna e rivedere un posto così familiare mi strappa un sorriso e mi riempie di nostalgia.
    Sto vicino ad Axel che è sofferente per il suo ginocchio e deve rallentare il passo ed io non lo lascerei da solo per niente al mondo, non perché ne abbia bisogno ma perché so che avere qualcuno che potenzialmente non ti fa pensare solo alla strada e al dolore può essere davvero d'aiuto.
    La città si snoda per un paio di km prima di porter scorgere la cattedrale, per la gioia di Ale che inizia a lamentarsi della mancanza di un'adeguata segnaletica di frecce gialle.
    Non cambierà mai 🤭 ma lo si adora anche per questo.
    L'arrivo in piazza obradoiro mi sconvolge.
    Immagini questo momento per l'intero stramaledetto cammino e quando arrivi non riesci a realizzare cosa sta succedendo.
    Tutto va troppo veloce, troppa gente, troppe cose da vedere e troppe cose da fare. Non sai a cosa dedicare il tuo sguardo e la tua attenzione, non sai come e chi salutare per primo.
    La piazza, ma anche la mia testa è un putpourri di sentimenti contrastanti, un vortice indefinito in cui sto annegando.
    Vedo Chris e Matthew che ci fanno cenno da lontano, ed io corro verso di loro e li abbraccio nella maniera più goffa che l'umanità possa ricordare. Sarei voluto arrivare anche insieme a loro e forse sarebbe stata la cosa più intelligente da fare, ma è andata così e vederli adesso mi riempie di gioia e gratitudine.
    Saluto tutta la Malcolm Squad, che è qualche metro più dietro e faccio le congratulazioni anche a loro stringendogli la mano e sussurrando i loro nomi. Anche a loro va l'onore delle armi, ed hanno rappresentato il nord nella maniera migliore delle loro possibilità.
    Tutto il mondo sembra confluire in Santiago e tutto nello stesso momento, tutti i multiversi del cammino e tutte le dimensioni parallele sono finalmente riunite in questo momento nello spazio tempo che ricorderemo per sempre.
    Mi congratulo anche con i miei compagni di oggi e con Megan ho un altro abbraccio davvero impacciato e pessimo, mentre Ale mi stringe forte come per dirmi 'l'abbiamo iniziato e finito insieme'.
    Entriamo un attimo in cattedrale, ma tutti siamo diversi e abbiamo tempistiche diverse, e sopratutto interessi differenti.
    Matt e Toby restano in fila per il sepolcro mentre molti di noi fanno un giro e poi escono perché la fame ed il ristorante scelto da Chris ci stanno chiamando a gran voce.
    Lasciamo gli zaini all'albergue, che è molto vicino alla cattedrale e ci dirigiamo a mangiare.
    Ci siamo proprio tutti, più Tobias, Tony, Simone, e Waldemar.
    La squadra al completo con titolari e riserve, pronta a mangiare di tutto.
    E anche a bere di tutto per dir la verità. Ricorderemo per sempre Alessandro che versa di nascosto da sotto il tavolo le nostre lattine di birra nei bicchieri del locale facendo in modo di non doverne comparare altre.
    'Sono di Roma, ti pare che mi spavento a fare una cosa del genere'
    Ha vinto tutto e mi tolgo il cappello dinnanzi a cotanto charme.
    Finito il pranzo, Waldemar mi dice addio e io gli auguro buon cammino nella sua vita. É Il primo pellegrino con cui ho parlato e ricorderò per sempre anche lui. É tempo di una doccia e successivamente raggiungo Chris in piazza perché tra poco dovrà andare via.
    Veniamo raggiunti da tutti e anche da Lukas che sembra stanco e provato quanto me, se non di più.
    Vedo una lacrima solcare il suo viso e lo abbraccio spontaneamente come se fosse mio fratello o come se lo conoscessi da sempre.
    Gli dico 'per favore non piangere perché in caso contrario inizio anche io', ma in realtà io mi trattengo a fatica dall'inizio della giornata, e sotto la doccia tutta la mia mascolinità è stata messa a dura prova.
    Gli traduco una parola: 'soprafatto'.
    Ecco come mi sento, ecco come si sente lui.
    È la parola giusta che racchiude tutto.
    Questo caleidoscopio di emozioni mi acceca e fa girare la testa.
    Scrivo un po' a Monica che mi sostiene sempre e sento anche Johan che è una delle poche persone che mi capisce davvero e questo mi aiuta a stare un po' meglio.
    Sento anche Marija dopo molto tempo, ma il suo messaggio mi spaventa perché sembra stanca e con poche energie.
    E quel rapporto un po' speciale che si era creato sembra essersi perso tra i suoi problemi; deve aver avuto gironi complicati.
    Faccio in tempo a prenderere la Compostela più rapida e inutile della storia e accompagno Chris alla fermata del bus dopo un addio strappalacrime con l'intera squadra.
    Sono contento di poter camminare ancora per poche centinaia di metri da solo con lui, e quello che mi dice durante l'attesa alla fermata mi fa riflettere molto.
    Forse lungo il mio cammino ho sbagliato più di qualcosa pur avendo le migliori intenzioni.
    'Come è quella cosa che avete detto di rivedersi nel 2042? Beh, spero non debba aspettare vent'anni per rivederti ancora'
    Non mi trattengo quando l'autobus se lo porta via, e so che lui potrebbe non gradire queste emozioni facilmente espresse, lui così razionale. lui così forte e deciso.
    Torno in centro città correndo per raggiungere gli altri a cena,e per una serie di strane coincidenze che, se ci pensate non ci sorprendono più, finiamo a mangiare in una lunga tavolata con tutta la Malcolm Squad più Tony e altri pellegrini.
    Io non ho molto da raccontare e come sempre mi limito ad ascoltare chi di storie e di posti ne ha visti più che abbastanza.
    Chris ci fa emozionare a distanza con un messaggio molto toccante sul nostro gruppo, e si vede che l'attesa in areoporto lo sta snervando. Se anche lui scrive cose del genere, anzi se anche lui scrive e basta 🤭🤭, allora il mondo sta per finire e presto l'apocalisse ci distruggerà tutti.
    Ale mi dice:'non lo leggere adesso che inizi a piangere'.
    Lui mi conosce davvero bene e mi dispiace fare la figura del debole, ma anche se a volte l'emozione mi tira facilmente brutti scherzi io non mi reputo debole per niente.
    Una volta Tina mi ha detto: 'tu sei una persona statica e fragile'.
    Ma cosa c'è di statico in un animo che vuole appendere, e che percorre km a piedi solo per vedere posti e culture diverse?
    Spesso si disprezza ciò che non si capisce appieno.
    Paghiamo il conto un po' a fatica e successivamente ci dirigiamo verso l'albergue, ma Santiago è viva ed il suo cuore pulsante ci fa vivere un piccolo concerto lungo la calle.
    Saluto Lukas con una abbraccio fortissimo e spero di poterlo vedere ancora una volta a Finisterre, anzi non è una speranza ma una certezza.
    Odio non poter andare con lui, ma con Rainhart è in buona compagnia ed io sono stato costretto a dover compiere una scelta.
    Ma so che spesso a seguire il proprio cuore si possono fare le scelte sbagliate.
    Riesco di nuovo e raggiungo Monica e Valentina nella piazza per un altro addio; mi diverto molto in loro compagnia e mi invitano nel nord italia il prossimo anno per una festa medievale a tema 'Romeo e Giulietta'. Le faccio incontrare con Alessandro e passiamo un buon quarto d'ora a ridere e scherzare con spontaneità.
    Anche Erika scrive nel gruppo un pensiero molto emozionante e sono contento che si sia goduta il cammino, ma sono sicuro che anche lei sia felice che tutto sia finito dopo un mese in giro per la Spagna.
    In albergue assisto ad un momento molto emozionante; l'ultimo saluto tra Ale e Megan mi fa venire la pelle d'oca e quasi quasi viene più da piangere a me che a loro.
    Questo doppio abbraccio che c'è stato tra loro, è come un piccolo miracolo e loro sono l'incarnazione di chi sa prendere, dire grazie e lasciare andare che tutto scorra senza problemi.
    Un po' come Chris, un po' come Matthew, forse dovrei imparare da loro e accettare che tutto magari è solo di passaggio in questa vita.
    Quello che ho iniziato a scrivere in piazza adesso lo sto finendo in albergue; sono le 3 della notte e tra poco mi dovrò alzare per dire addio ad Alessandro anche se lui non vorrebbe che mi svegliassi così presto.
    Ma è una cosa che non posso mancare.
    Come ho già detto lui è stato il mio primo bivio lungo questo cammino, e adesso quella strada intrapresa finisce.
    Quello che succederà da domani in poi sarà diverso e completamente ignoto.
    So che ho raccontato solo un millesimo di tutto quello che è successo e di tutto quello che è accaduto nella mia mente.
    Spesso le parole fanno ordine ma non sono mai abbastanza.
    Questo è stato solo il mio punto di vista, il mio modo di vivere questa giornata, che è stata 'troppo' in tutti i sensi possibili e immaginabili.
    Vorrei sapere cosa passa nella mente dei miei amici, se stanno riuscendo a dormire, o se passano la notte insonne come sto facendo io. Sento Megan girarsi e respirare piano nel letto opposto al mio, e mi chiedo come stia Blondie con cui oggi ho parlato davvero poco.
    Di Ale non ho alcun dubbio, lui sta dormendo beatamente e quella faccia da bambino felice che sogna cose belle non cambierà mai.
    Questa è la nostra storia, una storia meravigliosa non perché sia bella o particolare, ma appunto perché è nostra e solo nostra.

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