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  • Day 37

    Santiago e 'I Pezzi Del Puzzle'

    June 30, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 19 °C

    "Sono il re di chi ama troppo
    Sono il re di chi perdona
    Condannato dal difetto di chi, pensa sempre nero
    Solo perché ama per davvero'
    (Fiorella Mannoia - Il Re Di Chi Ama Troppo)

    Questa cosa di dover scrivere ogni giorno mi sta distruggendo, ma me lo sono imposto e voglio portare a termine il mio compito. Dormo solo da meno di due ore quando la mia sveglia suona per dire addio ad Alessandro.
    Lui mi vede e mi fa segno di restare a letto, ma come ormai si è capito io non sono bravo a seguire gli ordini e faccio sempre di testa mia. Scendiamo giù in cucina e aspettiamo che il taxi si presenti alla porta; sono talmente stanco che non connetto bene i pensieri ma di una cosa sono certo, vorrei che il taxi non arrivasse mai. Mentre restiamo in silenzio come condannati al patibolo, arriva Megan ed io non avevo alcun dubbio che questo sarebbe accaduto. In fin dei conti, anche se lei non lo sa, è un po' come me e ci tiene a fare le cose per bene anche se la sua corazza di donna forte difficilmente si lascia scalfire in superfice. Ma dentro di sé è tutta un altra storia.
    Ci comunica che il taxi è arrivato,; lei sempre così bella ma in questo caso portatrice di cattive notizie.
    Si abbracciano di nuovo, e quando viene il mio turno un po' per il frastuono che ho in testa e un po' nel cuore cerco in tutti i modi di trattenermi. Questi addii mi stanno uccidendo, e ogni volta non riesco a dire quello che voglio o niente di significativo perché l'emozione mi assale.
    Ale e la sua mochilla nella buffa scatola di cartone si allontanano per sempre dalla mia vista e dalla mia vita, e il taxi che si fa largo tra i vicoli di Santiago sarà una cosa che mi porterò sempre.
    Torniamo a letto e cerco di dormire al meglio che posso, ma qualche ora più tardi Megan sta per cadere goffamente dal letto e quel capitombolo appena mancato mi fa svegliare di soprassalto. Lei esce per andare chissà dove senza dire una parola ed io mi rigiro nel mio letto cercando di riprendere sonno ma con scarsi risultati.
    Passa una mezz'oretta abbondante e mi alzo per fare un ulteriore doccia e sistemare tutto lo zaino.
    Qualcuno nel gruppo ha letto il mio diario di ieri sera e la cosa mi sorprende perché era davvero molto lungo e snervante.
    Spero che almeno qualcuno abbia capito quanta anima ci ho messo.
    Scendo nella celebre piazza e trovo Simone a gironzolare, scambio qualche parola e poi cerco di raggiungere Megan al bar. Non faccio in tempo a scendere le scale che la vedo salire con Erika verso la mia direzione. Mi ha comprato una piccola Napolitana e questo mi rende pieno di gioia; i piccoli pensieri sono sempre quelli più graditi. Erika invece ha ottenuto quello che voleva: essere tra i primi 10 ad ottenere la Compostela e il pranzo gratis al Parador vicino la cattedrale. Complimenti ai suoi nervi saldi e alla sua tenacia incrollabile. Mentre facciamo un giro intorno alla cattedrale mi arriva un messaggio inaspettato: è Lucille, che non vediamo da non so più quanto giorni ormai. Erika va alla messa in inglese e noi aspettiamo la prima bionda del nostro cammino seduti in piazza.
    Quando arriva, la camminata è inconfondibile ed io le batto le mani per festeggiare il suo traguardo, lei che ha camminato dalla Francia per 88 giorni.
    E' sempre la stessa, sempre la solita Lucille, forte e incrollabile con il telefono sempre pronto a immortalare per i posteri ed i social la sua bellezza.
    Mi fa piacere pensare, anche se non abbiamo legato tantissimo, che si ricorderà di noi per molto tempo perché siamo stati i primi ad accoglierla e celebrarla durante il suo arrivo in piazza.
    Le scatto qualche foto ma che, come da pronostico, boccia all'istante e con una bottiglia di birra usata come cavalletto scatta il suo selfie perfetto.
    Ingegnosa quanto vanitosa, o forse semplicemente molto giovane.
    Quando va via per prendere la Compostela, per noi va via per sempre e ci saluta scuotendo i capelli e dicendo: ' so che vi mancherà la mia perfezione'.
    Hasta luego Lucille, forse la tua perfezione non ci mancherà ma la tua ironia e il tuo coraggio sicuramente.
    La cosa che amo di più di questa giornata è che Megan sembra allegra e piena di energia, dopo due giorni vissuti un po' con un profilo energetico molto basso, oggi sembra un'altra persona. Metterei una firma affinché questo possa accadere sempre.
    Santiago riserva sempre piccole sorprese inimmaginabili, e dalla piccola scalinata che porta in piazza vedo scendere improvvisamente un'altra leggenda del cammino: John da Newcastle. Quante volte ci siamo chiesti dove fosse finito e con chi, e adesso eccolo arrivare davanti ai nostri occhi.
    'No Way' esclamo, mi giro verso Megan e ridiamo insieme stupefatti.
    È dimagrito, ha il viso scavato e sempre davvero stanco, il che non è una novità perché lui sembra sempre stanco o dolorante.
    Ci racconta un po' di tutto quello che è successo ma io non capisco tutto perché il suo accento inglese è troppo marcato ed io non mi permetto di chiedere di ripetere ogni cosa.
    Capisco solo i suoi celebri 'fucking' che usa per intercalare tre quarti del discorso e capisco che ha avuto una buona esperienza con quel tizio del ponte che Chris ha ribattezzato 'river juniper'.
    È incredibile come le esperienze cambino a seconda di chi le vive: tutto è nella mente delle persone, e tutti noi siamo così diversi.
    Veniamo raggiunti da Axel e Matthew e decidiamo di andare alla messa delle 12, ma purtroppo Blondie non ha la mascherina ed è costretto a rimanere fuori.
    L'esperienza in sé è molto bella, i canti sono belli e si respira una buona atmosfera, se non fosse che ho un sonno terribile e mi sforzo per non cadere addormentato ogni 5 minuti.
    Sono seduto accanto a John, Axel e Megan, mentre la Malcolm Squad è sparsa qua e là lungo tutta la chiesa.
    Axel è molto devoto e segue la messa con molto fervore, John ha gli occhi lucidi ( lui che vivrebbe sempre in cammino), mentre io e Megan siamo, almeno esteriormente, quelli meno impressionati.
    Ad un tratto la vedo con gli occhi lucidi, ma credo che sia solo l'incenso del botafumeiro che la fa stare molto male.
    Quindi non sembra commozione ma malessere😅.
    Che poi a proposito, sono andato due volte nella mia vita alla messa del pellegrino e per ben due volte ho visto il botafumeiro in azione.
    Se avessi questa fortuna nelle scommesse o con le donne sarei ricco sfondato o sicuramente più felice🤭.
    Andiamo a pranzo in un locale a base di pesce ma io prendo solo una tortilla più la seconda sangria di tutta la mia vita.
    Anche stavolta a Santiago.
    Quindi Santiago uguale Sangria, è come un'equazione matematica infallibile.
    Torniamo a prendere gli zaini nell'ostello di ieri e cerchiamo un altro posto dove stare. Megan ha scelto quello in cui dorme Matthew, ma nonostante la prenotazione l'ostello è pieno e rimaniamo in mano con un pugno di mosche. Lei vuole chiamare il seminario Minor dove dormono Matias( che l'ha invitata) e gli amici di Marija ma che non accetta prenotazioni, e se ne esce con 'ma non so se è nel tuo range di prezzo'.
    Non lo do a vedere ma questa cosa mi lascia l'amaro in bocca perché per me puoi anche dormire dove vuoi ma almeno cerca di non sminuirmi.
    Ora, non voglio essere frainteso, so che lo ha detto per il mio bene ma detto da lei mi fa abbastanza male perché non voglio essere trattato da ragazzino.
    Non da lei e non in questo stramaledettissimo viaggio.
    Sono un fottutissimo disoccupato e ho meno anni di lei, ma ho fatto tutta questa strada senza avere nessun problema e anche io sono sopreso della mia forza.
    Fortunatamente, siamo a Santiago e in ogni angolo esiste un albergue pronto a fagocitarti al suo interno per prendere i tuoi soldi e darti un misero letto su cui dormire.
    Letteralmente 30 metri dopo l'ostello di Matthew, troviamo un albergue gestito da un italiano, Luca.
    Luca è molto disponibile, sicuro di sé, ma anche molto fuori luogo nel suo modo di scherzare.
    Ma in fin dei conti, per il poco tempo in cui parlo con lui, sembra un bravo ragazzo e mi dà qualche consiglio su dove mangiare e sulla vita lavorativa in generale.
    Quando esco, dopo la mia pennichella pomeridiana, purtroppo necessaria, è probabilmente l'ultima volta che lo vedo nella mia vita a meno che io non ritorni nel suo ostello quando sarò a Santiago per prendere l'aereo.
    Matthew è al museo del pellegrino, mente Megan al solito è uscita senza dirmi niente e sarà a disegnare o a scrivere qualcosa davanti alla cattedrale.
    Mentre mi vesto e inizio a incamminarmi verso la piazza, che dista però più di un km dal nuovo albergue, ricevo un messaggio laconico di Marija:' I'm there'.
    Finalmente è arrivata, finalmente è in piazza, lei che ne ha passate tante sicuramente più di quanto io possa immaginare.
    Le scrivo che sono lontano e che ritarderò ma che sono già sui miei passi.
    Ho timore di questo momento: la voglia di vederla è intatta ma la paura di vederla è altrettanto forte.
    Perché Marco e Marija, quell'amicizia forte che era nata improvvisamente in una giornata assolata prima di Markina so che si è persa chi sa dove, nelle nostre scelte opposte, nei nostri cammini diversi e nelle differenti persone che abbiamo incontrato.
    Prima della scalinata che porta in piazza incontro Marjoleine: non avrei mai pensato di rivederla e anche se non abbiamo nessun tipo di rapporto, ci abbracciamo e ci facciamo le congratulazioni.
    Entro in piazza e vedo Erika e Megan appoggiate ad un pilastro in fondo attente a scrivere qualcosa; quando Erika mi vede mi fa cenno di guardare alla sua destra dove poco più in là si trova Marija. Ora non so perché Erika mi abbia fatto questo cenno, non so se Marija le abbia chiesto dove fossi o se Megan le abbia parlato di questa amica che non vedo da tanto. Insomma rimango sorpreso.
    L'abbraccio con Marija non è caldo come al solito, ma me lo aspettavo e lei sembra molto stanca come tutti i suoi amici che hanno scelto di intraprendere il primitivo.
    Siamo entrambi un po' impacciati, ma cerco di essere il più divertente e spontaneo possibile. Ci raccontiamo le nostre sensazioni ed io alla fine mi trattengo dal piangere quando le spiego come mi sono sentito. Lei non mi spiega cosa le è successo, mi accenna solo di sentirsi più forte e di aver legato, in un momento di difficoltà, moltissimo con Jean-Terese.
    Non mi racconta questa 'lunga storia' di cui parla ed io non insistito e in fin dei conti non importa, quello che conta è che sia arrivata finalmente a Santiago anche lei. La saluto dicendo che l'avrei lasciata alla sua famiglia del cammino, Matias, Javier e tutti gli altri. Lei mi dice 'anche tu fai parte della famiglia', ma sappiamo entrambi che la verità è un'altra.
    Quando ci diciamo addio ho l'assoluta certezza che non la rivedrò mai più e che quella lunga storia non raggiungerà mai le mie orecchie.
    Mi siedo un po' abbattuto vicino ad Erika mentre Megan va via, e osservo la cattedrale.
    Quanti addii e quante lacrime deve aver visto, sempre là, maestosa e immobile durante secoli interminabili.
    Ci alziamo per raggiungere tutti gli altri in un bar vicino alla cattedrale, ed Erika si complimenta con me per tutto quello che ho scritto la notte precedente.
    Tutto questo ancor oggi mi sorprende e se qualcuno ha gradito tutta la mia onestà per la giornata di ieri non posso che essere felice.
    Al bar ci sono tutti e abbiamo davvero dei bei momenti con Holly, Bettina e Tony. Quest'ultimo regala a tutti un segnalibro, l'ennesimo regalo da una persona straordinaria.
    E come se non bastasse paga anche il conto, perché come lui stesso ci tiene a dirci 'I love you all'.
    Santiago ti odio perché mi fai piangere sempre.
    Il cuore di alcuni uomini è davvero grande, ma la gente fatica ad apprezzarlo perché tutto questo può mettere a disagio.
    Andiamo a cena in un tapas bar che vende Pinchos buonissimi, e in cui paghi il conto a seconda di quanti piccoli stecchini ti rimangono nel piatto. Provo varie combinazioni di sapori e tutto sommato la cena mi soddisfa, e in più bevo la terza Sangria della mia vita offerta da Matt e Axel.
    Faccio un brindisi improvvisato ' To Tony, a beautiful and sexy man' e tutti a ridere per il pensiero del meme sul sexy-Javier.
    In tutto questo Valdemar mette in sottofondo 'con te partirò', canzone bellissima ma sicuramente fuori luogo.
    Ma è Valdemar, e a Valdemar posso perdonare ogni cosa.
    È tempo di un altro addio: Erika deve andare e l'ultimo saluto con tutti è davvero sentito e pieno di lacrime.
    Lei non si trattiene e anche Megan non riesce ad evitare di commuoversi, è la prima volta che la vedo piangere sul serio ed io sono talmente emozionato per loro che mi verrebbe di piangere a dirotto come se non dovessi far altro nella mia vita.
    Stavolta non è l'incenso, non ha nessun moscerino negli occhi e non sta soffrendo di alcuna allergia: quelle sono proprio lacrime al 100 per cento.
    Non ha pianto per Chris, non ha pianto per Ale nonostante sia stato un addio molto sentito, non piangerà sicuramente per me, forse per Blondie, ma piange adesso per Erika.
    La sua piccola sorellina di questo cammino, l'unica altra donna in un gruppo di soli uomini; chissà probabilmente lei le ricorda la ragazza che ha incontrato nel suo primo cammino.
    Come ho detto a volte il tempo è un sistema circolare e la storia tende a ripetersi.
    Solo lei sa quello che prova e va bene così.
    Ci spostiamo in un altro bar per bere qualcosa mentre Santiago sta per essere illuminata dalla luce del crepuscolo.
    È un bar molto carino, la cameriera sembra molto self-confident e la musica rock che risuona è eccezionale.
    Offro qualcosa da bere a Tony, Axel e Matthew per sdebitarmi e la serata passa così, tra una birra e un'altra con Blondie mezzo ubriaco ad ascoltare le storie di Malcolm, sua figlia e Tony sui diversi accenti delle lingue. Diciamo addio a gran parte della Malcolm Squad, che non continuerà per Finisterre, tra cui il loro capitano che deve tornare in patria a sistemare la chiesa che ha comprato per usarla come casa.
    Ma ci pensate!? In Italia sarebbe impossible.
    Abbraccio tutti più e più volte perché nessuno se ne vuole andare e Holly esclama:' ormai per quante volte ho abbracciato Tony ho il suo profumo addosso'. Mi viene da ridere ma è la pura verità.
    Alla fine è proprio lui a porre fine a tutto andando via dopo aver versato tante lacrime, adesso e prima nel bar precedente.
    Quanti bar e quanti sconosciuti stanno vedendo le nostre lacrime.
    Tony che esce dal locale senza voltarsi e senza guardarsi indietro è un'altra di quelle cose che non potrò dimenticare mai.
    Vi capita mai di ricordare solo l'inizio e il finale dei film che avete visto? A me capita spesso; e quando il finale è deludente anche tutto il resto diventa tale.
    Niente di più sbagliato. Non voglio ricordare solo l'addio o il primo luogo dove l'ho incontrato, ma ho bisogno di ricordare tutto. Ogni piccola risata, ogni piccolo sorriso lungo la strada.
    Dello svolgimento del film nessuno ricorda niente, ma è tutto quello che c'è in mezzo tra l'inizio e la fine di questa storia che vale la pena di essere ricordato.
    Blondie è mezzo ubriaco ed accellera barcollando verso il suo albergue, e Megan forse infastidita da questo cerca di andarsene a letto nella maniera più veloce possibile.
    Il km che ci separa dall'albergue lo fa praticamente correndo.
    Sono a Santiago, una città che adoro per tutto quello che il cammino mi ha dato in cui il mio tempo è limitato, e sto sfrecciando tra i vicoli senza godermi la camminata.
    Glielo faccio notare ma non sembra interessarle.
    Voglio starle vicino ma questi sbalzi di umore hanno il solito effetto spugna su di me, e per la prima volta nella giornata mi sento davvero amareggiato.
    Forse se ne accorge e mi chiede se sono stanco. Le dico solo che mi stavo guardando indietro pensando a quello che è successo oggi.
    Annuisce, mette il codice della porta e finalmente è nel letto che tanto desidera. Io crollo per la prima volta dopo un mese e tutto quello che sto scrivendo lo sto scrivendo il giorno dopo.
    Intanto Erika ci manda un video dal treno in cui finalmente può ammirare un tramonto uscendo da Santiago.
    Forse il sole è tramontato sulla sua giornata e sul suo cammino, ma la sua vita avrà un'aurora eccezionale.
    O come dice John da Newcastle 'a fucking sunrise'.

    PS: Tony told us:' Last year i didn't want to back in my house, this time i want to back to my home'
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