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  • Day 39

    Olveiroa e 'Un'importante decisione"

    July 2, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 18 °C

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    Stanotte non ho dormito molto, al contrario della notte precedente non riesco ad avere un sonno profondo continuo, a causa del freddo, dei roncadores e di Axel che continua a girarsi e rigirarsi nel letto vicino al mio.
    Solito morale della favola mi sveglio male e con la gola infiammata. Fatto divertente: Axel va a fare la doccia e una signora prende posto nel suo letto; cerco in tutte le maniere di farle capire che non è il suo posto, ma lo capisce solo dopo aver toccato tutta la roba possibile esclamando un 'madre mia'. Spero di non rincoglionirmi mai in quella maniera.
    Facciamo colazione nella pizzeria in cui abbiamo mangiato ieri e siamo pronti a percorrere ben 34km.
    Non ho nessun ricordo dei luoghi che ci passano davanti agli occhi: lunghe strade di campagna in mezzo ai campi di grano e qualche statale un po' più pericolosa. Insomma gli spazi sono ampi ed il panorama seppur monotono non mi dispiace.
    Mi domando come sia possibile che io non ricordi niente, solo un piccolo bar in cui io e Thomas abbiamo avuto la colazione o il pranzo. Probabilmente quei giorni dopo il primo arrivo a Santiago sono passati veloci e la stanchezza del mio amico non mi aveva fatto godere appieno il viaggio. Passiamo la prima parte cercando di dire a turno una frase che messa in sequenza componga una storia divertente, ma il mio inglese latita e mi perdo molti dettagli della storia. Ricordo solo la parte di Chris e Laurentz il monaco che fumano insieme.
    Oggi mi sento davvero strano, mi fa male tutto ed è il primo giorno su questo cammino che mi sento così a terra.
    Siamo indecisi su quale bar fermarci ma un fischio di John da Newcastle ci fa andare nella sua direzione. Appena arriviamo esce dal locale con una birra per ognuno di noi.
    È un gesto meraviglioso per il pensiero e per il tempismo, e la birra fresca in una giornata così ci sta alla perfezione.
    Purtroppo la birra bevuta inizialmente a stomaco vuoto penso che mi abbia distrutto lo stomaco e quando riparto sto peggio di prima. Faccio quasi tutto il tragitto da solo perché John e Blondie volano mentre Megan o è da sola o parla con Axel.
    Nessuno si ferma a vedere come sto o quanto sono indietro, ma la loro è un'altra cultura e sono preparato. E poi in fin dei conti non potrebbero fare niente, se non distrarmi.
    In particolare Megan dopo il gioco divertente della storia da inventare, sta molto sulle sue e ogni volta che mi avvicino al gruppo cambia strada. È una cosa che non si può non notare e mi dà molto fastidio perché la strada è quella e lei dovrebbe sapere che non apro bocca se non è lei la prima ad iniziare il discorso. Mi sento sul patibolo senza aver commesso un reato reale o consistente.
    Facciamo altre soste e questo diventa più evidente perché non ride alle mie battute o alle battute degli altri su di me e la mia condizione di salute.
    John per scherzare mi spinge lungo una salita perché sa che sono più morto che vivo. A parte il linguaggio è un uomo davvero divertente.
    Arriviamo all'albergue più o meno alle 18.30 e la prima cosa che faccio è bere il piu possibile, avere una doccia e prepararmi per la cena imminente che è dietro l'angolo.
    Arrivare così tardi è controproducente, ma per i km di oggi, la nostra velocità e le nostre condizioni credo fosse difficile fare di meglio.
    Simone è nello stesso albergue e ci raggiunge per la cena su mio invito.
    Io sto malissimo ma prendo lo stesso un menù del dia insieme ai miei amici per godermi un ultimo momento insieme.
    Avrò ancora tempo con Axel e Matt, ma non camminerò più con Megan.
    Il nostro tempo insieme è finito, ci rivedremo solo per il capo di Finisterre.
    Domani faranno solo una parte dei miei km ma io dovrò arrivare a Finisterre se voglio vedere Lukas per un'ultima volta.
    E non ho dubbi che lo voglio.
    Ho i battiti a 105 a riposo, mi sento affaticato e sento caldo quasi da sudare ma la serata passa benissimo perché Matt fa il suo solito One Man Show assistito dal buon John, e tutti ridiamo a metà tra l'imbarazzo e il divertimento.
    Quando beve è un bambino, uno di quelli divertenti ma rumorosi.
    Prendo un paracetamolo che mi dà Simone e spero che questo mi aiuti a tornare alla vita.
    Anche Megan partecipa molto e ogni tanto torna dopo molto tempo a ricambiare il mio sguardo ridendo per le stupidaggini del nostro fratello minore ed io sono contento come un bambino che ha ricevuto l'uovo di Pasqua, anzi tre uova di pasqua tutte insieme.
    Mi dà anche consigli per farmi passare il malessere.
    Paghiamo e faccio quello che avrei dovuto fare da molto tempo. E adesso col senno di poi mi domando se c'è un malessere perché non risolverlo subito.
    'Ehi posso parlarti un minuto?' le dico.
    'Stavolta è il mio turno di chiederti se ho fatto qualcosa di sbagliato perché ho notato che quando sono intorno tu non ti senti a tuo agio'.
    Quello che succede dopo queste mie parole mi lascia un po' basito, non mi spezza il cuore perché in fin dei conti non è niente di imprevedibile, ma mi lascia l'amaro in bocca.
    Mi dice che ha capito che io ho dei sentimenti e che è stata distante in questi giorni perché questa situazione le prendeva molta energia.
    Ammetto con tutta la tranquillità che non sapevo di avere, che è chiaro che mi piace ma che non le ho mai chiesto niente e che non mi sembra di aver fatto nulla di sbagliato. Le chiedo di spiegarmi i miei errori, e se per esempio pagarle la colazione l'altro giorno è stato uno di questi. Lei mi risponde che non le piace quando gli altri le comprano le cose.
    Cerco di spiegarle in tutti i modi che non era solo per lei, che non cercavo di impressionarla e che se faccio una cosa è perché la voglio e la posso fare. Le spiego che so che non ne ha bisogno ma che lei è una mia amica ed io mi comporto così con i miei amici.
    Nel mentre chiedo a Simone che ci stava aspettando di concederci un paio di minuti da soli ma questo è impossibile perché dal locale escono tutti gli altri e fanno un casino che non si può raccontare.
    Ci avviamo in camera per continuare la discussione ma già so che questo tempo è limitato.
    Mi dice che creare delle barriere, dei confini per questa cosa e anche con gli altri è molto difficile e le crea molti problemi energetici, anche perché siamo alla fine del cammino.
    Non è semplice per lei allontanare una persona la quale sa che ha dei sentimenti e che vorrebbe parlare o avere un contatto un po' più stretto.
    Io le dico che mi scuso se le ho arrecato danno, ma contrabbatto dicendo che le ho sempre dato i suoi spazi, che il gruppo e la strada sono sempre quelli, e le chiedo cosa avrebbe fatto lei se fosse stata nella mia situazione.
    Dai cazzo come al solito non ho fatto niente e ne devo pagare le conseguenze.
    Il suo problema è la consapevolezza dei miei sentimenti e il dover creare dei confini per arginarli, capisco questo quando mi dice che non sa spiegare bene. Però sono sempre io che metto le cose in chiaro e mentre sto scrivendo tutto questo sento un po' la delusione salire, perché avrebbe potuto parlarne anche lei.
    Le chiedo se quella volta che mi ha chiesto se io avessi messo della distanza tra di noi ed io le ho chiesto se l'avessi mai infastidita abbia mentito rispondendo di 'no'.
    Mi dice che non è una bugiarda e prima non sentiva questa cosa. Molto strano perché credo di essere stato molto presente e più esplicito all'inizio piuttosto che alla fine del viaggio.
    Le ripeto che non ho chiesto niente anche perché so che siamo due persone in periodi diversi della loro vita.
    'Tu vuoi viaggiare ed io per te magari sono solo il piccolo italiano.'
    'Non farlo, non dire così tu hai un cuore davvero grande' mi risponde.
    Wow, mi sta servendo a molto devo dire, tanto vale che il signore mi avrebbe potuto dare 20cm di altezza in più e me la sarei passata meglio.
    Veniamo interrotti dagli altri e dopo aver lavato i denti mi dice che è contenta di questa discussione che abbiamo avuto.
    Si ma grazie a chi?
    Le chiedo se sia più tranquilla e mi risponde di sì.
    'Poi immagino adesso che non ci vedremo per due giorni' scherzo e anche sta volta mi risponde di non dire così.
    Lei sarà contenta ma io mi sento come il solito uccellino schiacciato sotto un camion.
    Mi guardo indietro, alla sera a cui ha accellerato per l'albergue, ai silenzi tra di noi mentre condividevamo la stessa strada, alle risate e i sorrisi che non abbiamo condiviso più.
    Come posso essere tanto terribile pur dandole i suoi spazi ( non le ho mai parlato quando mette le cuffie) avrei dovuto solo sparire…scegliere un altro cammino e cambiare gruppo?.
    Mi dispiace aver creato problemi che non sapevo di avere creato.
    Le chiedo di non sparire dopo il cammino ma mi dice solo che saremo tutti dei whippersnapper per sempre. Non era quello che le ho chiesto.
    Blondie mi passa accanto, sa che domani non ci sarò ma lui è una rockstar e mezzo ubriaco e mezzo sorridente mi dice soltanto 'ci vediamo in giro amico'.
    Wow, quanta poesia.
    Spero di dormire un po', ma Matt ha già iniziato a russare e Megan lo colpisce con un cuscino.
    Sarà una notte lunga e domani sarà una giornata ancora più lunga.
    La luce sembra sparita dal mio cammino come mi ha detto il mio grande amico tedesco.
    E anche il sonno stanotte latiterà.
    Penso a quante cose avrei potuto dirle per fare valere le mie ragioni, tutte le cose che provo per lei, ma non ne ho avuto l'occasione e non sarebbe cambiato niente.
    Il diario di oggi è scritto davvero malissimo, non ha una forma ne una direzione, è solo una massa incolta, un accozzaglia di pensieri carpiti mente stavo cercando di non collassarle davanti e rispecchia esattamente il casino che ho in testa e nel cuore.
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