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  • Day 41

    Finisterre e ' Quante Cose Vorrei Dirti'

    July 4, 2022 in Spain ⋅ ☀️ 19 °C

    "Let me photograph you in this light
    In case it is the last time
    That we might be exactly like we were"
    (Adele - When We Were Young)

    Ieri, partita con premesse pessime, è stata una giornata da incorniciare.
    Voglio dire, ho sempre avuto in testa certi pensieri, ma la scelta di rivedere Lukas per l'ultima volta ha pagato davvero bene e sono contento che il mio cuore sia andato in quella direzione.
    Mi sveglio dopo un riposo rigererante; ieri notte sono crollato appena ho toccato il letto, sarà stata un po' la stanchezza, un po' la malattia, e sicuramente tutti gli eventi e le emozioni della giornata.
    Piccolo dettaglio importante, sto esagerando con lo spray nasale ma senza di quello non riesco a tenere il naso in funzione e vivrei in modo peggiore questi giorni alla fine del mondo.
    Questa malattia mi è venuta proprio nel momento sbagliato.
    Simone non è nel suo letto e sono sicuro sia andato in esplorazione.
    Mi siedo un attimo nella cucina dell'albergue e vengo raggiunto da Lukas.
    Mi da un regalo: due spargitori di sale e pepe che si abbracciano a vicenda. Per lui rappresentano l'abbraccio che gli ho dato in piazza a Santiago nel suo primo momento di 'malinconia'.
    Sono colpito da questo gesto, è qualcosa che mi spiazza, un dono che ha lo stesso valore, se non superiore, della conchiglia con scritto 'coraggio' che mi ha dato Megan a Aviles.
    Ho un attimo di pura commozione e me ne devo scappare in bagno per trattenermi.
    Non sono abituato al fatto che la gente faccia qualcosa per me e quando questo succede, l'inondazione è dietro l'angolo.
    Anche se non è facile avere questo tipo di emozionalità, spero che non vada via mai; se perdessi la capacità di meravigliarmi per queste 'piccole' cose, allora vorrebbe dire che la mia vita si è spenta ulteriormente.
    Andiamo in un caffè vicino alla fermata degli autobus.
    Manca poco e lui, Rainhart e Felix prenderanno il bus per Santiago, ritornando alla vita di tutti i giorni.
    Offro la colazione ai miei amici, ed è il minimo che posso fare per quanto mi hanno dato e per quanto ho accettato di prendere.
    Mi mancheranno tutti, Lukas ovviamente, ma anche Felix che ho appena conosciuto e Rainhart con cui sono grato di aver potuto praticare il mio spagnolo.
    Quando ci salutiamo, io sono commosso e Lukas mi assicura che ci rivedremo di nuovo. Il 'For Sure' con il suo accento tedesco è molto rassicurante, ma realisticamente so che passerà un bel po' prima che questo accada.
    Cerco di tornare al mio albergue per prenotare il mio letto anche per oggi, ma incontro Lukas dagli occhi azzurri che vuole fare colazione ed io sono in vena di offrirgli un caffè.
    Ci fermiamo allora in questo 'pink cafè' di cui non ricordo il nome; un luogo molto trendy e allo stesso tempo vintage, che fa della qualità la sua forza.
    E così davanti ad un buon caffè, cortado io e americano lui, iniziamo una lunga discussione sulla vita, sul coraggio e sul cammino. Più lo frequento e più mi piace Lukas, o 'Ukash' come si pronuncerebbe alla polacca, e il mio giudizio su di lui di qualche settimana fa è completamente errato.
    Ha 38 anni e parlandoci capisco che si tratta di una persona matura, onesta nelle intenzioni e anche molto intelligente e spiritosa.
    La conversazione è veramente importante e tutti e due sembriamo divertirci e apprezzare questo tempo speso insieme. Io pago i caffè e lui paga le cartoline che un venditore ambulante ci lascia al nostro tavolo.
    Ieri avevo trovato la conchiglia perfetta per Megan, e allora chiedo alla proprietaria del cafè se ha un pennarello per scriverci qualcosa sopra e fortunatamente ne trova uno dorato che fa al caso mio. Non so perché mi ostini a fare queste cose; forse dovrei fare come tutti e mandare a quel paese chi non è interessato a me.
    È chiaro che con questo gesto io non cerco di conquistarla ma solo di farle capire che ci tengo. Voglio dare indietro tutto quello che ho ricevuto; e poi dato che non gli sto comprando nulla non può appigliarsi a niente e non può arrabbiarsi nuovamente.
    Sono indeciso su quale parola scrivere; quante cose vorrei dirle e quante cose vorrei si avverassero per lei che una sola parola non basta.
    Scrivo 'Viaje' e spero che per lei questo sia solo uno dei tanti viaggi e cammini del resto della sua vita.
    Saluto Lukas numero 2, e mi ritrovo con Simone con cui ho una terza colazione, sempre offerta da me (a volte mi dovrei taturare sul braccio la frase 'tu non hai un lavoro, smettila') e così mi ritrovo a mangiare per la terza volta nel giro di due ore.
    Prendiamo la 'Fisterrana' al centro di informazioni e successivamente facciamo un giro in città passando per il porto e per i vicoli che ormai tanto amiamo.
    Troviamo anche una piccola gelateria gestita da un cileno Rodrigo e da un' italiana, Giovanna, che si sono conosciuti e amati nel cammino anni fa e hanno deciso di vivere insieme in Spagna. Il gelato è molto buono, e questa volta è Simone a ricambiare il favore.
    Gli pongo la stessa domanda che mi ha posto Lukas.
    'Cambieresti qualcosa in questo viaggio?'
    La risposta è negativa, come sempre le persone in gamba accettano le cose per come sono.
    Parliamo poi dei viaggi e di cosa significhi avere una casa; per Simone è importante avere delle radici a cui tornare perché, come tende a sottolineare, se sei sempre in movimento il viaggio diventa la normalità e non riesce più a stupirti.
    Scendiamo alla spiaggia aspettando l'arrivo della parte mancante dei miei amici, e del mio cuore.
    Anche loro passano per la spiaggia e ci ritroviamo alla fine della stessa; sembrano tutti contenti e soddisfatti, gli abbraccio e faccio loro i complimenti per essere arrivati fin qui, alla fine del mondo. Non parlo con Megan di quello che è successo perché è chiaro che la discussione è finita in quella stanza di Olveiroa e se avessi voluto dire di più ho perso l'occasione per sempre. Lei sembra tranquilla e questa è una delle cose più importanti. Matt mi regala una conchiglia ed io apprezzo il regalo; non può sapere che ne ho una borsa piena nello zaino.
    Vogliono andare a mangiare ma prima hanno bisogno di trovare una sistemazione.
    Provo a farli stare nel mio albergue ma la camminata e l'atteggiamento di Matt non piacciono a Diego che mente spudoratamente dicendo di non avere posti liberi.
    Poco male perchè avanti di solo 20 metri trovano una camera tripla e l'hospitalera Alessia, è una persona dolcissima e parla anche un po' di italiano.
    Li porto a mangiare in un ristorante locale a base di pesce che mi aveva consigliato Diego e tutti siamo di buon umore, ed io scherzo facendo l'esperto di Finisterre quando in realtà so soltanto poco più di loro.
    Torniamo all'albergue e l'idea di andare subito in spiaggia fallisce miseramente: Megan e Axel fanno una pennichella, mentre io torno nel mio ostello per scrivere un po' e vengo raggiunto da Diego che mi inizia a parlare dei suoi problemi, della mancanza di soldi e di come l'atteggiamento di Matthew non gli sia piaciuto. Peccato, entrambi hanno perso un occasione di conoscersi e di stimarsi.
    La chiacchierata con Diego, che a tratti è stata un monologo tanto lamentoso quanto duro e realista, dura molto più che una mezz'ora abbondante e quando arrivo alla spiaggia Matthew e Axel sono già in acqua nonostante il vento forte degli ultimi giorni. Non so se è l'astinenza prolungata dovuta alle fatiche del cammino, o il numero spropositato di birre che potrebbero aver bevuto, ma è la prima volta che li sento parlare di ragazze.
    Axel mi dice :' sto guardando il panorama'.
    'Quale panorama!?' gli chiedo io.
    'Ogni genere di panorama'.
    Non so proprio cosa stia succedendo🤭.
    Matt invece si è fissato con la ragazza tatuata davanti a noi dicendo: 'è la mia preferita'.
    In un attimo il vento porta via l'infradito di questa ragazza e Matt pensa a voce alta: ' forse dovrei dirglielo, andare da lei'.
    Inizialmente temporeggia e dopo inizia a urlare:' Ehi senorita, ehi le scarpe, senorita'.
    Ma Axel esce dall'acqua e gli porge l'infradito prima che Matthew possa essere sentito.
    La morale di tutto questo è che per aver titubato, 'l'eroe' della storia è Axel e non Matt.
    Faccio una risata e lo riprovero, ma in realtà vedo me stesso in questi errori.
    Salgo a farmi la doccia perché per me questo vento è troppo forte mentre loro fanno un salto all'Hippy bar concedendosi qualche birra di troppo. Giro un po' per il paese, compro un paio di cartoline ed una t-shirt e scrivo a Megan per sapere se è sveglia e se le va un gelato.
    La risposta sembra affermativa ma mi chiede dove sono gli altri.
    È passato molto tempo, e se non sono con lei e non sono con me, allora dove stanno!? La risposta è semplice e non ci sono obiezioni: sono ancora all'Hippy Bar.
    Ora, di quello che fanno questi due bambinoni cresciuti che quando sono sobri giocano a fare i superuomini, non me ne frega poi tanto.
    Quello che mi infastidisce è che Megan non fa un passo nella mia direzione se non ci sono loro.
    Bene, il gelato me lo prendo da solo e dopo vengo raggiunto da Simone con cui raddoppio lo 'sforzo' alla faccia di chi non vuole.
    Passo all'Hippy Bar nel momento esatto in cui i miei amici stanno uscendo; sono combinati male, Matthew è completamente ubriaco e Axel barcolla. Dovremmo andare a cena ma la situazione non è delle migliori. È l'ultima cena tutti insieme e cosa succede!? Mat va a dormire perché non si regge in piedi e potrebbe non farcela per il tramonto al faro più tardi.
    La cosa non mi va giù, non oggi non qui.
    Ma non mi devo scoraggiare, come mi dirà Simone 'nella tua vita ci sarà sempre un australiano ubriaco a rovinarti i programmi'.
    Aspettiamo la doccia di Axel e successivamente siamo pronti per la cena; un locale lungo la zona portuale è il prescelto.
    Alla cena si uniscono Simone e Lukas blue eyes che fortunatamente è l'unico che riesce a ravvivare una cena un po' morta. Io non me la godo appieno, prendo solo qualcosa per stuzzicare e non spendere troppo. L'argomento preponderante è 'le origini' di ognuno di noi, e per quanto mi riguarda io arrivo alla conclusione che sia un argomento senza senso perché se ci pensate bene tutti vengono prima o poi da un'altra parte.
    Il tempo scorre e si è fatto davvero tardi, per salire al faro dobbiamo svegliare Blondie e farlo tornare in vita in qualche modo. Mentre ripercorro per l'ennesima volta oggi la salita che ci riporta agli ostelli, mi avvicino a Megan e le dico: 'Dunque, ho una conchiglia per te'.
    'Really!?', mi risponde lei sorridendo.
    'Dici sempre che vuoi restituire tutto quello che il cammino ti ha dato ed io voglio fare lo stesso. Desidero molte cose per te, ma una più di tutte per questo ho scritto 'Viaje', beh eccetto l'amore ovviamente.'
    Sembra contenta ma come sempre so benissimo che il suo umore e le sue sensazioni cambiano veramente in fretta e non parliamo del gesto in sé ma di quanto sia bella la concha e di quanto tempo io ci abbia messo a trovarla.
    Matt e Axel sono due zombie viventi ma ci seguono lentamente da dietro mente io e Megan facciamo strada; Simone e Lukas sono chissà da qualche parte avanti o dietro.
    È tardi, troppo tardi ma sono contento di avere del tempo con lei, e di vedere, tra un discorso e l'altro, la meraviglia o il ricordo nei suoi occhi quando vede qualcosa di familiare dopo 7 anni. Sono grato per questo tempo da soli, l'ultimo del nostro cammino e ,con ogni probabilità, della nostra vita.
    Sentiamo un rumore continuo provenire da dietro: è Blondie che sta improvvisamente sta correndo e ci supera senza dire una parola.
    È il più ubriaco di tutti ma il primo ad arrivare a destinazione.
    Ci aspetta nel bar sopra al faro, con delle birre in mano pronto a festeggiare.
    'It's the fucking end of the world man' mi dice.
    Aspettiamo Axel e vediamo quel che resta del tramonto dalla terrazza del bar insieme a Lukas e ad altre tante persone.
    Dopo una foto tutti insieme, si abbracciano e Axel timidamente cerca di coinvolgermi, ma so che è una cosa a metà, poco spontanea da parte mia e da parte loro.
    Per il forte vento e il freddo ci spostiamo dentro al bar dove si formano gruppetti che parlano del più e del meno, quando io chiedo una foto tutti insieme al km 0.
    Cazzo, sta andando tutto così veloce, non mi sono goduto niente, troppo tardi e tutto troppo in fretta. Non era così che volevo chiudere un mese insieme.
    È come se importasse solo a me, ma forse è una mia mancanza cercare sempre di dare completamente un senso a tutto.
    È ormai tardi, e Axel non c'è la fa a tornare a piedi, a causa del ginocchio. Inizialmente voglio stare con loro e prendere il taxi, per questo rifiuto l'invito di Lukas di scendere a piedi con lui.
    Poi ci penso bene, è inutile forzare le cose, non è ancora tempo per me di prendere mezzi di trasporto. Cosa voglio? Passare del tempo con Megan, ma voglio anche ancora camminare a piedi.
    Simone, è il Deus ex machina che esce da chissà dove e mi fa prendere la decisione finale.
    'Megan, vi do la mia parte ma voglio andare a piedi."
    'Non serve, ti mando un messaggio domani quando siamo pronti' mi risponde lei, e dopo un attimo la portiera si chiude e li vedo sfrecciare giù verso Finisterre.
    È buio ed io e Simone scendiamo insieme; ha visto il tramonto un po' più giù del faro in un sentiero alternativo che domani percorrerà per andare a Muxia.
    Parliamo un po' di oggi e mi dice una cosa che mi fa pensare:' è un bene essere così preoccupati per gli altri come sei tu, ma se non hai un'armatura che faccia da schermo per quando loro sono in una giornata negativa allora anche tu finisci per stare male, va bene essere una spugna come dici ma devi anche avere la forza di trasformare la loro negatività dando in cambio qualcosa di positivo'.
    In pratica, quello che mi sta dicendo è che dovrei essere un dissipatore di negatività, una persona che loro possano ricordare per l'atteggiamento positivo ed il sorriso sempre sul viso.
    So che non è una cosa automatica, e mi toccherà lavorarci.
    Arriviamo all'ostello, salutiamo Lukas che è seduto fuori al buio e andiamo a dormire.
    Simone partirà presto mentre io voglio attendere la partenza di Megan che va via, e considerando che il primo autobus disponibile sarà alle 9.40, il mio viaggio di 28km verso Muxia inizierà davvero tardi.
    Penso un attimo a questo addio prima di andare a dormire, ma sono troppo stanco e per una volta, solo per una volta, la malinconia è rimandata e mi addormento subito.
    Quante cose vorrei dirle, ma forse ho già detto abbastanza.
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