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  • Day 2

    Penisola di Snaefellsnes

    July 8, 2016 in Iceland ⋅ ☀️ 10 °C

    Alle 08.30 lasciamo la guesthouse e dopo aver prelevato un po’ di contanti (operazione che si rivelerà del tutto inutile visto che in islanda si può pagare tutto con carta di credito, parcheggi compresi) imbocchiamo la statale n 1 Hringvegur che con i suoi 1330 km compie un anello intorno a tutta l’isola.
    Percorriamo la baia di Reykjavik accompagnati da una bella giornata con delle curiose nubi lenticolari e ci dirigiamo a nord. Attraversiamo il Hvalfjordur attraverso il tunnel sottomarino (pedaggio 1000 ISK) e ci dirigiamo verso Borgarnes dove ci fermiamo per acquistare i panini per pranzo (supermarket Netto).

    Alle 11 arriviamo alla nostra prima tappa, Gerduberg: una lunga serie di colonne di basalto alte una decina di metri che emergono dal terreno. Le colonne sono già visibili dalla strada 54 da dove una breve deviazione segnalata conduce in un paio di chilometri al sito. Ci fermiamo una mezz'oretta passeggiando ai piedi delle colonne poi ripartiamo.

    Dopo mezz'ora un’altra breve deviazione ci porta alla spiaggia di Ytri-Tunga dove vive una colonia di foche. Ne scorgiamo subito alcune in mare e percorrendo il molo roccioso naturale ne troviamo 5 (tra cui un cucciolo) adagiate sugli scogli e sui tappeti di alghe. Le foche si lasciano avvicinare fino a pochi metri e così trascorriamo un’oretta ad osservare e fotografare questi simpatici mammiferi.
    Dopo un’altra mezz'ora (e sono già le 13.30) un’altra deviazione di qualche centinaio di metri dalla strada 574 ci conduce al parcheggio da cui parte il sentiero (circa 500m) che porta alla fenditura di Raudfeldsgja. Si tratta di uno stretto canyon scavato da un piccolo fiumiciattolo; il breve sentiero conduce alla stretta apertura di un paio di metri che è parzialmente percorribile se si è disposti a bagnarsi le scarpe nel torrentello. In questo luogo è ambientata una parte della saga norrena del XIII secolo di Bárðr Spirito di Snæfell; in particolare il protagonista getta il nipote in questo canyon per vendicarsi dei torti subiti dalla propria figlia.

    Dopo la breve passeggiata mangiamo i nostri panini e proseguiamo in direzione di Arnarstapi che raggiungiamo in pochi minuti.Un bel sentiero panoramico di 2,5 km lungo la costa collega Arnarstapi al paesino di Hellnar (8 abitanti); in un’ora di passeggiata ammiriamo splendidi scorci sulla costa frastagliata con colonie di uccelli, colonne di basalto e campi di lava ricoperti di muschio. Alle nostre spalle incombe il vulcano Snaefell con la sua vetta innevata. Proprio questo vulcano era la porta d’accesso al centro della Terra per i protagonisti del romanzo di Verne “Viaggio al Centro della Terra”.
    Riprendiamo la 574 in direzione ovest e entriamo nel Parco nazionale dello Snaefellsjokull (www.Snaefellsjokull.is).
    Ci fermiamo qualche minuto al punto panoramico con vista sui pinnacoli rocciosi di Londrangar poi proseguiamo per la spiaggia nera di Djupalonssandur che raggiungiamo alle 16.30. Dal parcheggio nei pressi dei bagni un sentiero in discesa conduce a una spiaggia di sassi neri nella quale si trovano le famose pietre del sollevamento, ognuna col proprio nome: Amlodi (incapace) 23 kg, Halfdraettingur (gracile sogliaminima ) 54 kg, halfsterkur (mediamente forzuto) 100 kg e Fullsterker (molto forzuto) 154 Kg.
    Secondo la tradizione solo chi riusciva a sollevare la pietra da 54Kg poteva imbarcarsi come marinaio.
    La spiaggia è contornata da formazioni di lava che secondo la tradizione rappresentano una chiesa degli elfi e una femmina di Troll (kerling) ed è disseminata di frammenti di metallo provenienti dal naufragio del motopeschereccio Eding avvenuto nel 1948.
    Trascorriamo un’ora a passeggiare tra i ciottoli neri poi riprendiamo la strada e ci dirigiamo al cono di scorie Saxholl dove una scalinata in ferro di 300m consente di raggiungere la cima del cratere ed ammirare i campi di lava circostanti.
    Il nostro programma prevede ora la visita della Penisola di Ondverdarnes che raggiungiamo deviando sulla strada sterrata 579. In breve arriviamo alla spiaggia di Skardsvik con la sua sabbia dorata e lungo la quale nell’estate del 1962 è stata rinvenuta una tomba vichinga contenente lo scheletro intatto e un corredo funebre composto tra l’altro da una spada e la punta di una lancia.

    Dalla spiaggia lo sterrato diventa più dissestato e in una ventina di minuti ci permette di raggiungere le scogliere di Svortuloft e il bel faro arancione.Le scogliere qui sono spettacolari con faraglioni, archi di roccia e colonie di uccelli marini che riusciamo ad identificare grazie alla bacheca posta sul faro che oltre a descrivere l’avifauna racconta la storia del faro e dei cacciatori di uova che si calavano con semplici corde giù dalle scogliere per razziare i nidi.
    Il tempo vola e sono già le 19.30; risaliamo in macchina e in mezz'ora raggiungiamo Olafsvik (un migliaio di abitanti) e la nostra guesthouse (Við Hafið, bella struttura con bagno e cucina in comune).
    Poiché l’indomani mattina abbiamo appuntamento con il traghetto che ci porterà verso i fiordi occidentali e visto che abbiamo ancora un po’ di forze residue decidiamo di anticipare una tappa e dopo cena ci dirigiamo verso il monte Kirkjufell (463m) e la cascata kirkjufellsfoss.
    Dopo venti minuti arriviamo sul posto ed inizia a piovere, ma non possiamo rinunciare; parcheggiamo la macchina nel piazzale prima del ponte e aspettiamo.

    Dopo pochi minuti come spesso avviene in Islanda smette di piovere. Lo scenario è da cartolina con la piccola cascata immersa nel verde e sullo sfondo l’originale forma della montagna. La luce non è delle migliori e ricomincia a piovere, ma approfittiamo lo stesso del lungo tramonto islandese per scattare qualche fotografia prima di rientrare alla guesthouse a mezzanotte non dopo aver fatto il pieno di benzina.
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