Pho & Bia

Siamo sull’aereo: direzione Parigi per un breve scalo e poi Linate. Il sole deve ancora tramontare in Europa ma a quest’ora il Vietnam è già sotto il sole di inizio settimana - probabilmente anche sotto la coltre di umidità che lo contraddistingue. A pensarci, pare strano non rischiare più la vita per attraversare la strada in mezzo a quella mandria disordinata di motorini. Pare anche strano pensare di non vedere più quelle case strette e alte senza alcun senso dello spazio, o ancora quelle sedie e quei tavolini piccoli e bassi stile Chicco che pullulano le città e ti rendono quasi difficile attraversare le vie a piedi. Dovremo adesso riabituarci al fatto che le persone camminano sui marciapiedi - inesistenti in Vietnam- che i motorini hanno appositi parcheggi - inesistenti in Vietnam - che quando ordineremo un pollo ci sarà servito senza cuore e senza occhi nel piatto, che quando ringrazieremo o mostreremo rispetto non dovremo più accennare un inchino, che quando ordineremo una birra non esclameremo più “che bello 25000 dong sono un euro!”. Quanto ci mancherà pescare con le bacchette dalla scodella del pho timorosi di tirare su qualche strana interiora di animale. A pensarci bene ci mancherà tutto del Vietnam, compreso il tentativo giornaliero di farci togliere quel maledetto coriandolo dal piatto.
Ora torniamo alla nostra normalità, ma fatti ringraziare, Vietnam, per averci regalato tanti bellissimi ricordi in questa splendida parentesi di vita.Leia mais