• Issare le vele

    12 ottobre, Italia ⋅ ☀️ 17 °C

    Sovvia, issare le vele!
    Amos si stiracchia un po’ come un vecchio gatto di mare: scricchiola, sospira, poi si rimette in cammino.
    È abituata ai viaggi veri, quelli che non iniziano quando molli gli ormeggi ma quando molli le paure.

    Intorno a noi un mare di vele lucide e fiere, sembrano farfalle d’alluminio pronte a danzare sul vento. Amos, invece, si muove piano, con la dignità di chi ha già attraversato tempeste più grandi. Non fa la sbruffona, non urla “partenza!” — lei ascolta. Ha il cuore pieno di nomi e la stiva colma di ricordi.

    Noi, la sua ciurma sgangherata, siamo qui a rimettere in moto una storia che profuma di sale e di vita. C’è chi tiene il timone, chi tiene il morale, e chi — come sempre — tiene in mano un panino.
    Ridiamo, ci stringiamo, e il vento si infila tra le vele come un respiro buono.

    Perché Amos non corre per vincere, ma per ricordare che ogni mare può diventare incontro.
    Che anche la barca più stanca può insegnare al vento la parola “pace”.
    E che sotto la stessa vela, anche solo per un istante, il mondo sembra davvero un posto possibile.
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