• Geo esplorando

Barcolana57Amos

“Where passion meets the sea” Les mer
  • Reisens start
    12. oktober 2025

    Aspettando la partenza

    11. oktober, Italia ⋅ ⛅ 19 °C

    La partenza

    La Barcolana non è solo una regata. È un rito collettivo, una danza di vele e vento che ogni ottobre trasforma il Golfo di Trieste in un mosaico in movimento. Migliaia di barche, una moltitudine di cuori, una sola direzione: il mare.
    È la regata più grande del mondo, ma anche la più umana — perché in ogni prua che taglia l’acqua c’è una storia, un sogno, un’onda da ascoltare.

    La sera prima, Trieste respirava un’attesa leggera come sale nell’aria. Le barche, ormeggiate fianco a fianco, sussurravano tra loro come animali marini che si preparano al risveglio. Noi eravamo lì, in mezzo a quel silenzio vibrante, con le mani che scorrevano sulle cime e gli occhi pieni di luci riflesse sull’acqua.
    Il vento soffiava promesse tra gli alberi, le vele dormivano piegate e il mare, calmo e immenso, custodiva il battito di ciò che sarebbe accaduto all’alba.

    Abbiamo riso piano, parlato poco. Le parole si perdevano nel suono delle sartie e nel tintinnio dei bicchieri, come se ogni rumore volesse ricordarci che la notte prima della partenza è sempre una sospensione: un tempo che non appartiene a nessuno, ma ci abbraccia tutti.

    E poi il cielo si è fatto d’un blu profondo, le stelle hanno iniziato a scivolare sulle vele, e noi — piccoli esseri di terra — ci siamo sentiti parte di qualcosa di infinitamente più grande.

    Domani, il mare avrebbe parlato.
    Ma quella notte, era lui ad ascoltare
    Les mer

  • 72 il numero affidato ad Amos

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 16 °C

    Non ci siamo svegliati presto.
    Abbiamo aperto gli occhi tardi, come in vacanza, con il mare già sveglio da un pezzo e il sole che bussava piano alle nostre vele.
    Sul pontile, le barche si muovevano lente, come animali addormentati che iniziano a stirarsi al primo respiro del giorno.
    Noi, lenti ma felici, abbiamo sorriso: non c’è fretta quando si è dove si deve essere.

    A bordo, Ludovico il capitano sistemava la rotta con quella calma che sa di esperienza;
    Ilaria, vice comandante, muoveva tra le cime come se stesse accordando uno strumento;
    Lorena, la mamma di bordo, mescolava la rotta con la cura e l’affetto;
    Federica ed Eleonora ridevano, portando a bordo la leggerezza e l’energia dei vent’anni;
    Alice e Domenico, maestri di mare, osservavano tutto con l’occhio sereno di chi sa che il vento, alla fine, arriva sempre;
    Fiorella e Lucia, due generazioni insieme, intrecciavano storie e ricordi, come nodi di corda ben fatti.

    Parte da una barca vicina “L’inno delle Valchirie” proprio mentre mollavamo gli ormeggi — una colonna sonora epica e un po’ ironica, perfetta per la nostra partenza tardiva.

    Il mare rideva con noi.
    Non serviva la fretta, non serviva la perfezione. Solo il piacere di esserci, insieme, nel respiro salato dell’attesa.

    La Barcolana è questo: un’onda che unisce, un vento che scompiglia, un momento che resta.
    E quella mattina, tra una risata e una musica che sfidava il silenzio del golfo,
    abbiamo capito che non c’è orario giusto per partire — c’è solo il momento in cui il cuore dice: adesso. 🌅
    Les mer

  • -10 minuti alla partenza

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 17 °C

    Meno dieci alla partenza.
    Il mare è un respiro trattenuto, le vele fremono come cavalli alla linea.
    Amos sembra ascoltare: forse si ricorda altri mari, altre voci, altri viaggi in cui il tempo non si misurava in secondi ma in speranze.

    Noi, intanto, facciamo finta di essere regatanti veri.
    Il capitano controlla la rotta, qualcuno discute se il vento venga da destra o da Trieste, e un’anima gentile chiede se c’è il tempo per un caffè.
    C’è tensione, sì, ma anche quella dolce confusione che precede ogni inizio.
    Perché in fondo non siamo qui per vincere — siamo qui per esserci.

    Amos ondeggia come un vecchio saggio che osserva i giovani correre: sorride, poi si mette in moto.
    Ogni vite, ogni cima, ogni nodo sa che non si tratta solo di una regata. È un piccolo rito di memoria, un inchino al mare, un grazie a chi ha creduto che una barca possa rinascere.

    Il vento si alza. Qualcuno grida “pronti!”.
    Noi ci guardiamo e ridiamo, come bambini prima di una grande corsa.
    E allora sì, Amos, vai pure.
    Portaci dentro la tua storia, e ricordaci che ogni partenza è anche una promessa di pace.
    Les mer

  • -5 minuti alla partenza

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 17 °C

    Meno cinque.
    Il mare vibra, le vele si gonfiano come promesse e il vento comincia a fischiare il suo spartito.
    Ludovico ci ha posizionati alla perfezione, meglio di tante barche patinate che sembrano uscite da una rivista più che da un porto.
    Amos, invece, resta se stessa: un po’ storta, un po’ saggia, bellissima.

    La partenza è fantastica — un piccolo miracolo di vento, istinto e cuore.
    Non siamo qui per vincere, eppure quel lato oscuro che ama le coppe ogni tanto si affaccia, giusto un lampo negli occhi, poi svanisce.
    Perché anche in una barca come Amos, e in un equipaggio come il nostro, c’è chi sogna la gloria… ma la lascia passare, come un’onda che non vale la pena inseguire.

    Ora il mare ci chiama.
    E Amos risponde, leggera e viva, con la sua rotta di pace nascosta tra le pieghe del vento.
    Les mer

  • Issare le vele

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 17 °C

    Sovvia, issare le vele!
    Amos si stiracchia un po’ come un vecchio gatto di mare: scricchiola, sospira, poi si rimette in cammino.
    È abituata ai viaggi veri, quelli che non iniziano quando molli gli ormeggi ma quando molli le paure.

    Intorno a noi un mare di vele lucide e fiere, sembrano farfalle d’alluminio pronte a danzare sul vento. Amos, invece, si muove piano, con la dignità di chi ha già attraversato tempeste più grandi. Non fa la sbruffona, non urla “partenza!” — lei ascolta. Ha il cuore pieno di nomi e la stiva colma di ricordi.

    Noi, la sua ciurma sgangherata, siamo qui a rimettere in moto una storia che profuma di sale e di vita. C’è chi tiene il timone, chi tiene il morale, e chi — come sempre — tiene in mano un panino.
    Ridiamo, ci stringiamo, e il vento si infila tra le vele come un respiro buono.

    Perché Amos non corre per vincere, ma per ricordare che ogni mare può diventare incontro.
    Che anche la barca più stanca può insegnare al vento la parola “pace”.
    E che sotto la stessa vela, anche solo per un istante, il mondo sembra davvero un posto possibile.
    Les mer

  • Sotto la stessa vela. Amos alla Barcolan

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 17 °C

    C’erano una volta nove anime e una barca con più storie che assi di legno. Si chiamava Amos, nome da profeta o da vecchio marinaio con la barba salata. Non era nata per le regate, ma per i viaggi che non finiscono mai. Un tempo portava migranti, paura e speranza. Oggi porta noi, e una strana ciurma fatta di mamme, figli, amici, capitani e poetesse del vento.

    Non abbiamo la barca più veloce, né il gennaker più scintillante. Ma abbiamo Amos, che ha imparato a credere negli uomini anche quando il mare sembrava perderli.
    Abbiamo vele che sanno ascoltare, un capitano che parla con il vento, e qualcuno che ancora cerca di capire dov’è la prua.

    Oggi partiamo così, col cuore gonfio come lo spi, con la nostalgia di chi sa che ogni rotta è una promessa.
    Perché Amos non corre per vincere — corre per ricordare. Che ogni onda porta un nome. Che ogni mare è di tutti.
    E che, in fondo, la pace è solo una vela che nessuno deve ammainare.
    Les mer

  • Su e giù

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 17 °C



    Su, giù, Genova e gennaker — ovvero: l’arte di fingere di sapere cosa stai facendo in barca 😎

    C’è un momento, in ogni regata, in cui qualcuno urla “SU IL GENOVA!” e tu, che non sei propriamente un velista di Coppa America, ti guardi intorno sperando che “Genova” sia un panino o una persona da salutare.

    Poi, cinque secondi dopo, arriva “GIÙ IL GENNAKER!” e capisci che non è un nome di un calciatore turco ma quella vela enorme che fa sembrare la barca una mongolfiera col mal di mare.

    A quel punto succede di tutto:
    • chi tira una cima convinto che sia quella giusta (non lo è),
    • chi urla “MOLLA!” come se stesse litigando con un fidanzato immaginario,
    • chi si aggrappa al winch come a un rosario di emergenza,
    • e chi, come me, si chiede se “su” e “giù” valgano come direzioni assolute o relative.

    Intanto il vento gira, il capitano sorride (ma non troppo), e il gennaker decide di abbracciare il boma in un gesto di affetto non richiesto.
    Alla fine, nonostante le indicazioni non chiarissime, la barca prende velocità, tutti fingono di aver capito cosa è successo e qualcuno urla:
    “Grande performance, ragazzi!”
    — che in linguaggio velico significa: non siamo affondati, brindiamo! 🍾😄
    Les mer

  • Acquaaaaa

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 19 °C

    Ci sono momenti in cui il mare decide di diventare una ninna nanna.
    La barca beccheggia piano, le vele respirano come polmoni, e tu pensi: “ecco, ci stiamo finalmente rilassando…”

    Poi il capitano, con voce serena come un monaco zen, dice:
    👉 “Attenzione… gira il vento… preparatevi a virare!”

    Addio pace.
    In tre secondi il dolce dondolio diventa Zumba nautica:
    uno molla, uno tira, uno finge di sapere cosa fare, e il timoniere urla parole che probabilmente non sono nomi di santi.

    Ma nonostante tutto, la barca torna sulla rotta,
    il sole scivola sull’acqua, e ci sentiamo di nuovo in armonia con il mondo.
    Perché alla fine, la vela è questo:
    una lezione continua su come lasciarsi cullare… mentre si tiene la direzione. 😌⛵️
    Les mer

  • Cercando la boa

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 19 °C

    Da lontano sembrava vicina.
    Poi giri, stringi, allarghi, tutti urlano “È LÌ! No, È LÀ!”
    Il vento cambia, il sole acceca, il GPS si prende una pausa riflessiva.

    E mentre cerchi la boa, ti chiedi se non sia una metafora della vita:
    quando pensi di averla trovata… lei cambia posizione! 😅⚓️
    Les mer

  • Eccola magica boa

    12. oktober, Slovenia ⋅ ☀️ 19 °C

    Ti avvicini piano, tutti in silenzio come se stessimo entrando in chiesa.
    Poi all’improvviso: “Orza! Lasca! Cazza! Occhio al gennaker!”
    Il cuore batte come il tamburo di prua, la boa si avvicina, enorme, rossa, viva.

    La passi.
    Un urlo, un applauso, un sospiro.
    È solo un punto in mare, eppure lì senti di avercela fatta.
    Rotta nuova, vento nuovo, vita nuova. 🌊❤️
    Les mer

  • Quante siete

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 20 °C

    1865 barche al via.
    Tradotto: 1865 possibilità di sbagliare boa, incrociare rotta o fare amicizia gridando “acqua a dritta!”. 😅

    Oltre 15 000 velisti a bordo — praticamente una piccola città galleggiante che si muove a colpi di winch, birre e adrenalina.

    C’è chi punta alla vittoria, chi a non incastrare il genoa, e chi semplicemente a sopravvivere all’ammainata del gennaker senza finire in mare.

    Ma alla fine… la Barcolana è questo:
    una festa di vento, vele e sorrisi,
    dove anche arrivare ultimi ha il sapore di una conquista. ❤️⛵️
    Les mer

  • Eccola la boa

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 19 °C

    All seemed calm… too calm.
    Then — out of nowhere — a boat decided we looked too friendly and came straight at us! 😳💥

    In the middle of the chaos, Eleonora moved faster than the wind — switched everything off, calm and sharp, like a true sailor.
    Silence. Just waves, hearts racing, and a bit of adrenaline for breakfast.

    Lesson of the day: even when boats bump into you, keep your cool… and your crew close. 🌊❤️
    Les mer

  • Verso l’arrivo

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 19 °C

    Il vento ha chiamato, noi abbiamo risposto.
    Un colpo di timone, le vele tese al massimo… e via, abbiamo messo il turbo! ⚡️

    L’acqua schiuma, il cuore batte, la barca vola — un misto di eccitazione, fatica e pura felicità.
    Verso la linea d’arrivo, come se il mondo intero fosse vento e sale. 🌊🔥
    Les mer

  • A vele spiegate che emozione

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 19 °C

    Equipaggio del cuore ⚓️💨

    A bordo, Ilaria tiene la rotta con lo sguardo serio di chi non molla mai,
    Eleonora vola tra cime e winch come se fosse nata col vento nei capelli,
    Federica sorride anche quando la barca s’inclina troppo — ed è lì che tutti respiriamo meglio.

    Manca Bianca, ma è come se fosse con noi:
    la sentiamo ridere tra le onde, nei racconti, nelle battute, nei “dai che ce la facciamo!”. 🌊💙

    In fondo, il mare lo sa:
    l’equipaggio vero non è solo chi c’è a bordo… ma chi ti naviga dentro. ⛵️✨
    Les mer

  • Torniamo a casa raccogliamo i ricordi

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 19 °C

    Arrivati.
    556esimi in classifica generale, 61esimi nella nostra categoria, tra le barche grandi — perché sì, Amos è una grande barca, nel legno, nel vento e nell’anima.
    Non abbiamo vinto una coppa, ma qualcosa di più difficile da misurare: il senso profondo del navigare insieme.

    Una volta, su queste stesse assi, c’erano 80 persone che cercavano la vita.
    Ottanta corpi stretti tra paura e speranza, affidati al mare come a un giudice buono.
    Oggi siamo nove, con la stessa barca, lo stesso mare, ma un altro destino: non fuggire, ricordare.

    Il vento ci ha portati lontano, e per un attimo è sembrato di sentire quelle voci di allora — come se il mare le restituisse, trasformandole in respiro.
    Abbiamo riso, sbagliato, urlato “vai Amos!”, e per un momento tutto si è fuso: il passato e il presente, la regata e la memoria, noi e loro.

    Amos ha navigato tra giganti, con dignità e bellezza.
    Ha ricordato al mare chi è, e a noi perché siamo qui.
    Non corre per vincere, ma per tenere viva una promessa: che il mare unisce, accoglie, insegna.

    E mentre il porto si avvicina e le vele si ammainano, resta una certezza che vale più di qualsiasi podio:
    oggi Amos ha di nuovo attraversato la storia, e l’ha fatta sua.
    Sotto la stessa vela. Sempre.

    Soffia il vento e chiama il nome di ciascuno,
    le vele si gonfiano come sogni pronti a partire.
    Non c’è rotta che non ci unisca,
    né distanza che possa dividerci.

    A bordo di AMOS impariamo la lentezza del respiro,
    la forza del silenzio,
    la danza delle onde che ci insegnano equilibrio.

    Ogni virata è una scelta,
    ogni onda un ricordo che resta.
    E quando il sole cala,
    il mare si fa specchio —
    e dentro quel riflesso ci siamo noi,
    più veri, più liberi, più vivi. ⚓️
    Les mer

  • Navigare per ricordare

    12. oktober, Italia ⋅ ☀️ 19 °C

    Il vento ci porta, e Amos scivola sull’acqua come se riconoscesse la strada.
    Non corre: ricorda.
    Ogni onda è una voce che ritorna, un respiro che il mare conserva per chi sa ascoltare.

    C’è un silenzio strano, anche nel rumore delle vele: il silenzio delle storie che Amos porta dentro.
    Un tempo su queste assi non c’erano regatanti in cerata, ma vite appese a un sogno di terra.
    Uomini, donne, bambini che avevano affidato al mare la speranza più grande: sopravvivere.

    Ora la stessa barca naviga ancora, ma con un’altra missione.
    Non più scappare — ricordare.
    Non più attraversare — unire.

    Il sole ci cuce addosso una rotta di luce, e il mare sembra approvare con piccoli colpi d’azzurro.
    Noi ridiamo, sbagliamo le manovre, ci passiamo l’acqua e un biscotto sbriciolato.
    Eppure sotto tutto questo, c’è un senso più grande:
    che ogni vela alzata oggi è anche un gesto di gratitudine verso chi ha dovuto attraversare per forza.

    Amos ci insegna che si può navigare per sport, ma anche per memoria.
    Che il mare, se lo ascolti, non dimentica nessuno.
    Les mer

    Reisens slutt
    12. oktober 2025