Prêk Bœ̆ng Rŭn

Salutata Phnom Penh ci siamo presi qualche giorno per raggiungere i Khemara Pepper Gardens.
Vagando scegliendo mete un po' a sentimento e un po' considerando quante ore di viaggio volevamo passare a ballonzolare tra le buche con lo scooterino, siamo finiti casualmente in un villaggetto dove ci sono una 20ina di expat.
Con le loro attività (chi ha il baretto, chi l'ostello, chi il locale per le feste, chi tutte queste cose insieme ecc), passano le giornate accogliendo clienti o futuri compagni di villaggio con molto molto relax.
È stato bello l'esserci capitati completamente a caso (stavamo semplicemente cercando un posto dove dormire) e l'ospitalità che ci ha riservato la nostra ostelliera, la carinissima Sybil, che ha passato con noi tanto tempo, introducendoci al villaggio e alla loro filosofia, è stata favolosa.
Siamo stati appunto, molto contenti dell'esperienza, maturando però un sentimento agrodolce. Soprattutto perché, per quanto il mantra narrato sia "viviamo tutti insieme liberi, felici ed in armonia con la natura", di fatto tutto sembra molto individualista: c'è poca integrazione con i cambogiani, si passano le giornate a gozzovigliare saltellando reciprocamente da un locale all'altro e non c'è tanto rispetto per l'ambiente, se non di facciata.. però è vero anche che possono fare tutto ciò con felicità, anche grazie alla cultura imprenditoriale molto maggiore rispetto ai nativi.Weiterlesen