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- Apr 21, 2025, 1:02 PM
- ☁️ 9 °C
- Altitude: 289 m
ScotlandNewtonmore57°3’59” N 4°8’5” W
Le highlands

Ci svegliamo presto a Pitlochry e facciamo le cose con calma. Mangiamo la nostra prima colazione inglese, sistemiamo le valigie e partiamo verso nord in una mattinata uggiosa scozzese. Fa freddo e i pantaloni termici hanno finalmente preso un senso in questo viaggio. Non ci ricordiamo di tornare indietro qualche centinaio di metri per fare benzina e dopo qualche chilometro entriamo già in riserva: fortunatamente le miglia rimaste sono più che sufficienti per arrivare ad una gas station più avanti, così ce la prendiamo con calma e ci facciamo un tratto nella strada parallela alla highway immersi tra i pascoli di pecore e i boschetti. Le highlands finalmente si presentano ai nostri occhi: vallate coperte di vegetazione brulla a perdita d’occhio, macchiate ogni tanto da prati verdi e cespugli con fiori gialli. “Gelato al cioccolato con pistacchi”, questo il riassunto visivo di Paolino.
Usciamo nuovamente dalla m9 a Newtonmore, un villaggio grazioso pieno di casette bianche, giardini curati, statue di gatti ovunque (che abbiamo capito essere poi un’attrazione locale che celebra il gatto selvatico scozzese). Prendiamo i doverosi dolcetti da merenda alla Coop del villaggio e ci fermiamo a visitare l’Highland Folk Museum: un museo a cielo aperto che riproduce i tipici villaggi antichi, con le case fatte di rocce e paglia e le figuranti in vestiti tradizionali che accolgono la gente raccontando com’era la vita nella Scozia medievale. Seguiamo poi il consiglio di una di queste donne, chiedendo di un posto in alto dove poter ammirare le highlands cosi, una volta usciti dal museo, ci imbuchiamo in una stradina che lascia il villaggio e si inerpica un po’ tra le montagne, arrivando però in uno spiazzo nel nulla, con attorno chilometri di pascoli e pecore. Un po’ delusi giriamo i tacchi e torniamo sulla strada principale, andrà meglio alla prossima tappa, pensiamo.
Arriviamo così dopo mezz’ora ad un laghetto che, come leggiamo dai commenti su Internet, David Attenborough ha elogiato come indimenticabile. Passeggiamo per qualche centinaio di metri attorno al lago, facciamo volare il drone per riprendere il castello diroccato su un’isola e ci rimettiamo in marcia.
La strada per Inverness è meravigliosa: passiamo in mezzo a boschi e prati, con il sole che finalmente da capolino tra nuvole che corrono. Si sente che ci avviciniamo alla costa.
Arriviamo ad Inverness ad ora di pranzo, parcheggiamo e ci facciamo due passi nel centro storico, completamente rimodernato e pieno di negozi. Paolo si era segnato un banchetto di street food vegano che scopriamo essere dentro una food court trovabile solo infilandosi in una vietta anonima. Mangiamo falafel e wrap di melanzane. Inverness non ci ispira molto in realtà, non ha una vera e propria identità. Torniamo quasi subito alla macchina e proseguiamo costeggiando il famoso Loch Ness. Decidiamo, un po’ per spezzare il viaggio, di visitare il castello diroccato di Urquhart, assieme a tanti altri turisti asiatici e influencer. Questa volta non vogliamo far tardi così ci rimettiamo presto in strada per affrontare l’ultima traversata della giornata, tagliando le highlands verso nord per arrivare in costa. Rimaniamo estasiati dalla bellezza della valle che questa strada ripercorre, con fiumi le laghi al centro, incastonata tra montagne non troppo alte completamente brulle illuminate dal sole pomeridiano. Più volte ho avuto l’impressione di trovarmi nella valle con il lago su cui si ergeva il castello di Hogwarts: abbiamo poi controllato, era due valli più in là.
Arriviamo all’ultima tappa ormai alle cinque di pomeriggio: il castello di Eilean Donan, spesso usato nei film come Highlander o 007. Il castello è chiuso, ma riusciamo comunque a girarlo da fuori e farci qualche ripresa con il drone, giusto in tempo per vederlo stagliarsi sul riflesso del sole al tramonto sul mare.
Non troppo più avanti facciamo check in un alberghetto graziosissimo con vista sulla baia, circondato da villette bianche bellissime e cespugli in fiore, appena fuori da Kyle, un paesino di pescatori.
Attraversiamo il ponte che porta all’isola di Skye per fermarci a cena in un ristorantino sulla baia.
Qui, seduti su di una panca fuori dal ristorante, infreddoliti dal vento ma baciati dalle ultime luci di un tramonto sul mare, ho mangiato il Mac&Cheese più buono della vita.
Whisky locale di rito e torniamo in albergo contenti. Domani affrontiamo l’isola di Skye.Read more
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