• Guidare al contrario

    4月23日, スコットランド ⋅ ☁️ 11 °C

    Il viaggio di marzo o aprile è ormai diventato sacro. Un appuntamento che ormai è diventato una consuetudine, o meglio, un must have per inaugurare l’anno di viaggi.
    Anche quest’anno la meta è nuova, un nuovo stato da aggiungere alla lista: la Scozia.
    Siamo sempre io e Paolino, da un mese trentasettenni e con il solito orologio che ticchetta (almeno per quanto mi riguarda) e che chiede incessantemente di scappare e vedere più mondo possibile.
    Partiamo alle 10 del mattino da casa, dopo aver bagnato le piante ed esserci assicurati che telecamere e serratura funzionino.
    Lasciamo la macchina al solito parcheggio custodito, ci facciamo accompagnare in aeroporto, controlli di sicurezza, cappuccino e brioche vegana al baretto e via partiamo per Edimburgo. Volo tranquillo, per quanto un volo Ryanair possa essere confortevole. Atterriamo in Scozia alle tre del pomeriggio.
    Shuttle per l’auto noleggio poi, dove ci aspetta una Juke nuova (come il primo viaggio in Irlanda) e con il cambio automatico senza spendere un euro in più .
    Mangiamo il nostro primo McDonald veg appena fuori dall’aeroporto e ci mettiamo in strada: Edimburgo la lasciamo per la fine del viaggio.

    Puntiamo verso nord ovest, a Stirling, la vecchia capitale scozzese. Guidare dal lato opposto mi riesce semplice da subito, dopo due viaggi in Irlanda, e il cambio automatico rende tutto veramente più pacifico. Arriviamo a Stirling che ormai sono le quattro e mezza: parcheggiamo accanto alla stazione dei bus e ci inoltriamo nel paese puntando al castello arroccato sopra il colle. Scopriamo a malincuore che il biglietto di ingresso costa una fucilata, in più il castello avrebbe chiuso da lì a poco e ci attendeva ancora più di un’ora di strada per l’hotel della sera, così decidiamo di passare e lasciare la visita al prossimo viaggio.
    Dalla collina però il paesaggio è maestoso, con tutta la pianura scozzese a sud e le enormi highlands a nord che imperano su prati verdi e laghetti, castelli e la torre di William Wallace (braveheart) che svetta tra le foreste.
    Anche se un po’ di fretta, non vogliamo ripartire subito, così ci spostiamo speranzosi verso il ponte vecchio, bello ma niente di entusiasmante. La stanchezza del volo si fa sentire così, sulla via del ritorno alla macchina, facciamo un pit stop da Tesco a comprare patatine, acqua e un wrap con salsiccia veggie che sarebbe stato meglio scaldare al microonde.
    Ripartiamo verso nord e finalmente posso cominciare a apprezzare il paesaggio che attraversiamo: un’estesa pianura circondata da affascinanti altopiani ricoperti di prati verdi e spruzzati ogni tanto da cespugli con fiori gialli. Pian piano che poi ci addentriamo nelle vere e proprie highlands, il paesaggio attorno a noi si modifica costantemente. Attraversiamo campi coltivati e pascoli pieni di pecore e mucche, facendo spazio poi a piccole foreste di aceri o betulle, per infine finire nel vero e proprio bosco di pini e abeti.
    Facciamo una piccola tappa a Dunkeld, per dare una sbirciata ad una cattedrale diroccata segnata su Google, ma anche qui siamo sfortunati trovando tutto chiuso.
    Poco male: facciamo due passi nel paesino addormentato che si affaccia sul fiume. La pioggerellina che si presenta ogni mezz’ora lascia i prati bagnati, il profumo di bosco e un senso di mistico tra l’acqua e le pietre.
    Arrivati infine a Pitlochry, decidiamo subito di fermarci per cena prima di fare check in in albergo.
    Dopo qualche minuto di indecisione ci buttiamo dentro ad un ristorante dove scopriamo che il menù ha pochissima scelta vegetariana: solo un panino al falafel e un piatto di formaggio e pomodoro conditi con infinito aglio.
    Non particolarmente deliziati dalla cena, facciamo check in veloce in albergo e ci riproviamo andando a bere una cosa nel pub accanto. Ci rendiamo conto che Pitlochry non era come ci aspettavamo: forse per adattamento al turismo o perché è un villaggio recente, i locali che vediamo non sono proprio come i pub inglesi o irlandesi, con atmosfera e legno grezzo dappertutto.
    Ma non ci facciamo scoraggiare dal primo assaggio di questa Scozia forse troppo moderna e spoglia: domani si riparte verso l’interno delle highlands.
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