• Dall Elba all’Argentario (cala Galera)

    July 5, 2020 in Italy ⋅ 🌙 26 °C

    tanta natura, un po’ di storia .. ed un borgo che delude

    Lasciamo l’Isola d’Elba, decidendo di salpare all’alba perché si tratta di una corsa contro il tempo (o meglio: contro il vento…)
    Destinazione Cala Galera (Monte Argentario): circa 40 miglia da percorrere, possibilmente nella prima parte della giornata…già dalle 14, infatti, previste nuove raffiche di vento con punte significative che potrebbero metterci in difficoltà con l’ormeggio…Un po’ di onda, residuo delle raffiche di maestrale della giornata precedente, sole splendente e vento…abbastanza vento…procediamo sia a vela che a motore (poco sportivo ma utile in questo caso perché ci permette di accelerare e di dare più stabilità alla navigazione).
    Ci godiamo il paesaggio: i diversi blu del mare, costellati di spruzzi bianchi creati dalla schiuma delle onde; l’azzurro del cielo, nel quale di tanto in tanto compare qualche nuvola stracciata dal vento…, l’assenza di altre barche (solo una vela in lontananza…); e il vento, un vento insistente, che ci invoglia ad indossare giacca e cappuccio, nonostante il sole.
    Passiamo di fronte all’Isola di Montecristo. Abbiamo il tempo di documentarci e scopriamo che in epoca classica era chiamata Monte di Giove, divenuta poi Montecristo durante il Medioevo ad opera di monaci insediatisi sul territorio. Gli stessi monaci pare vi abbiamo portato anche un tipo di vipera a scopo curativo (altri studi sostengono che la vipera arrivò invece con le navi cartaginesi che avevano la bella abitudine di lanciare i velenosi rettili sulle imbarcazioni nemiche durante la battaglia! Povere vipere, viene da pensare…) La prima ipotesi ci pare comunque la più credibile…
    Oggi l’isola è riserva naturale biogenetica (inserita nel complesso delle riserve naturali gestite dall’Arma dei Carabinieri): per ottenere il permesso per visitarla possono trascorrere anche 3 anni…solo 2000 visitatori all’anno (con precedenza a spedizioni scientifiche, associazioni e scolaresche). Fauna e flora terrestre e marina, oltre che migratoria, di varia natura, protette non solo dai turisti ma anche… dalle capre selvatiche, che divorano il territorio rischiando di compromettere la sopravvivenza di lecci millenari!
    Dopo poche miglia ci lasciamo sulla destra l’isola del Giglio, il cui nome non deriva come si potrebbe pensare dal noto fiore, ma…sempre dalle capre! 
    Citata da Giulio Cesare nel ”De bello civili”, poi possedimento dei Medici di Firenze, più volte saccheggiata dai Turchi e, in tempi più recenti, tristemente nota per il naufragio della Costa Concordia.
    Scorgiamo già il profilo dell’Argentario e ne fiancheggiamo le coste, ora non più soli soletti ma in mezzo ad un traffico di barche, barchini, motoscafi (spesso irrispettosi di precedenze e distanze…)… decidiamo di ammainare le vele per consentirci le manovre  con maggiore sicurezza.
    All’arrivo a Cala Galera poco vento ma diversi pasticci all’ormeggio (di cui la scrivente si assume totalmente le responsabilità…) fortunatamente senza danni.
    Piacevole chiacchierata con un vicino di barca (broker, proprietario di Jenneau 42) e successiva passeggiata in paese: Porto Ercole… 
    Definito come ”uno dei borghi più belli d’Italia”, si rivela una vera delusione! 
    Scopriamo in seguito che la nomea gli deriva non da particolari riconoscimenti, attribuiti  da sovrintendenze alle belle arti o simili, ma dalla sua appartenenza ad una associazione privata a cui taluni comuni si iscrivono per ottenere notorietà in campo turistico, senza però dover garantire alcuna particolare caratteristica! Un paradosso se si pensa quanti borghi in toscana (e non solo, nella penisola intera…) possano a pieno titolo fregiarsi di simili appellativi per le bellezze storiche e artistiche e per la loro struttura urbanistica…
    Leggendo poi i commenti di altri che vi sono passati, cogliamo le nostre stesse impressioni: un luogo abitato da pochissimi residenti stabili, che si riempie d’estate di turisti, ”dove si paga anche l’aria che respiri” (non a caso avevamo escluso di ormeggiarci in paese, dove ci sarebbe costato il doppio!); località che probabilmente offre bellissime spiagge ma … come borgo… lasciamo stare!!!
    Ci offriamo un aperitivo per consolarci del nostro primo buco nell’acqua della stagione e rientriamo alla base. Domattina si riparte navigando dalla Toscana alle coste del Lazio.
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