• Aspettando la partenza

    11 oktober, Italië ⋅ ⛅ 19 °C

    La partenza

    La Barcolana non è solo una regata. È un rito collettivo, una danza di vele e vento che ogni ottobre trasforma il Golfo di Trieste in un mosaico in movimento. Migliaia di barche, una moltitudine di cuori, una sola direzione: il mare.
    È la regata più grande del mondo, ma anche la più umana — perché in ogni prua che taglia l’acqua c’è una storia, un sogno, un’onda da ascoltare.

    La sera prima, Trieste respirava un’attesa leggera come sale nell’aria. Le barche, ormeggiate fianco a fianco, sussurravano tra loro come animali marini che si preparano al risveglio. Noi eravamo lì, in mezzo a quel silenzio vibrante, con le mani che scorrevano sulle cime e gli occhi pieni di luci riflesse sull’acqua.
    Il vento soffiava promesse tra gli alberi, le vele dormivano piegate e il mare, calmo e immenso, custodiva il battito di ciò che sarebbe accaduto all’alba.

    Abbiamo riso piano, parlato poco. Le parole si perdevano nel suono delle sartie e nel tintinnio dei bicchieri, come se ogni rumore volesse ricordarci che la notte prima della partenza è sempre una sospensione: un tempo che non appartiene a nessuno, ma ci abbraccia tutti.

    E poi il cielo si è fatto d’un blu profondo, le stelle hanno iniziato a scivolare sulle vele, e noi — piccoli esseri di terra — ci siamo sentiti parte di qualcosa di infinitamente più grande.

    Domani, il mare avrebbe parlato.
    Ma quella notte, era lui ad ascoltare
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