Ed eccoci.
Dopo undici ore di navigazione, sotto un cielo e un mare eccessivamente tranquilli, abbiamo toccato terra.
Partiti alle 4:20, siamo arrivati alle 15:30 al porto di San Felice.
Anche qui, per fortuna, c’è bellezza.
Ora siamo in auto, verso casa, già disorientati dal traffico e dal rumore.
Qualche scatto per fermare il volo dello gennaker: largo e lungo quasi come un campo da calcio, si libera dalla calza ed emerge fiero, leggero e possente.
Incredibile. Bellissimo.
Ripassiamo il viaggio: sembra lungo e infinito, eppure è già finito.
Ci manca già, ci manchiamo già.
Nel nostro Amos abbiamo vissuto uno spazio-tempo altro, che ora custodisce le nostre risate, i silenzi, le scelte, i venti, gli sbagli, le notti.
Ludovico ora lo coccolerà, lo preparerà al progetto che ci ha guidato fin qui:
fare di Amos un laboratorio galleggiante, capace di avvicinare ragazze e ragazzi al mare, alla cura, alla vita condivisa.
Ci piace riprendere la metafora della crepa:
la fragilità non è un difetto, ma un varco.
Nei ragazzi che Amos accoglierà ci sarà quella stessa forza sottile che abbiamo scoperto anche in noi.
Siamo fragili, sì.
Ed è proprio questa, forse, la nostra vera forza.Leer más