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- Dzień 121–122
- 12 sierpnia 2025 - 13 sierpnia 2025
- 1 noc
- ☀️ 31 °C
- Wysokość: 71 m
WłochyPachino36°42’54” N 15°5’31” E
Dal Barocco alla Fine della Sicilia

(Deutsche Version weiter unten im Text)
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La giornata è iniziata presto – non solo per voglia di viaggiare, ma perché i miei compagni di stanza in ostello avevano deciso di regalarmi una colonna sonora notturna. Dormire era impossibile, e così mi tratteneva lì solo il caricabatterie portatile, da recuperare alla “reception” ancora chiusa, visto che la presa accanto al mio letto non funzionava. Un pasticiotto veloce al bar, con una crema più simile a acqua tiepida, ha accorciato l’attesa solo di poco.
Fuori, la mia Vespa era ancora al suo posto, anche se immersa in una pozzanghera dall’odore poco invitante. Catania, ancora una volta, non riusciva a conquistarmi. Casco in testa, via sulla strada: il vento in faccia ha portato via cattivo umore, stanchezza e odori poco piacevoli.
Dopo un’ora di statale, Siracusa mi ha accolto come un abbraccio aperto. Luce brillante, aria di mare, la sensazione di essere in un’altra dimensione. Soprattutto Ortigia, il cuore storico, mi ha incantata: vicoli stretti e tortuosi, facciate chiare in pietra calcarea e marmo, balconi lavorati con riccioli barocchi. Qui si respira lo splendore del XVII e XVIII secolo, quando il barocco siciliano rifiorì dopo il devastante terremoto del 1693. Ma Siracusa è molto più antica: una delle città più potenti dell’antichità, patria di grandi menti come Archimede e per un periodo anche di Aristotele. Oggi, tra gatti sonnolenti, piccole botteghe e profumi salati e dolci delle trattorie, storia e presente camminano mano nella mano.
Da lì ho proseguito verso Avola, terra del vino scuro “Nero d’Avola” e delle mandorle aromatiche. Anche Avola, ricostruita dopo il terremoto, è stata progettata con una pianta esagonale perfetta. Nella piazza centrale, Piazza Umberto I, ho gustato un pranzo siciliano con arancini nella versione orientale, appuntiti – ma il mio cuore resta fedele alla forma rotonda di Palermo.
La tappa successiva è stata Noto, la “perla del barocco siciliano”. Intere strade di pietra dorata brillano al sole, scalinate maestose portano a palazzi imponenti e mascheroni decorano i balconi. Per sfuggire al caldo del mezzogiorno, mi sono rifugiata in una mostra fotografica – e ho sorriso nel vedere uno scatto quasi identico a quello che avevo fatto ieri sull’Etna.
Nel pomeriggio ho proseguito verso sud e mi sono fermata in un piccolo campeggio all’ombra di antichi ulivi. Mentre aspettavo l’apertura della reception, la cantina vicina mi ha offerto un bicchiere di vino – non solo rinfrescante, ma accompagnato da una conversazione calorosa con la famiglia proprietaria. Ho imparato cose interessanti sul carrubo, i cui frutti ora mi accompagneranno come dolce spuntino lungo il viaggio.
Il culmine della giornata è arrivato all’Isola delle Correnti, il punto più a sud della Sicilia. Qui il Mar Ionio e il Mar Mediterraneo si incontrano e si può vedere a occhio nudo come le correnti si mescolano. Ho fatto il bagno nell’acqua trasparente, mi sono lasciata asciugare dal sole, ho mangiato una melone sulla sabbia e ho fatto un pisolino sotto il cielo blu. Il tramonto, laggiù “alla fine” della Sicilia, è stato pura magia – un momento che resta nella pelle e nel cuore.
La sera sono tornata alla cantina per assaporare con calma il vino della famiglia Sultana: intenso, aromatico e pieno di sole – proprio come le persone che lo producono. Come gran finale, mi hanno portato un cannolo la cui cialda era fatta con il loro vino, ripieno di una delicata ricotta di pecora cremosa. Ogni morso era una piccola poesia. È stata una di quelle serate che si infilano silenziosamente nel cuore – e in cui, andando via, si ha la sensazione di lasciare degli amici.
Stanotte dormirò sotto le stelle: le Perseidi dovrebbero riempire il cielo di scie luminose. Domani mi aspetta una lunga attraversata dell’isola, dal punto più a sud fino alla costa nord, a Cefalù. L’entroterra selvaggio della Sicilia mi aspetta – e non vedo l’ora di scoprirlo.
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Der Tag begann früh – nicht nur aus Reiselust, sondern weil meine Zimmergenossen im Hostel eine beachtliche Geräuschkulisse lieferten. An Schlaf war nicht mehr zu denken, und so hielt mich nur noch meine Powerbank dort, die ich an der noch geschlossenen „Rezeption“ abholen musste, weil die Steckdose an meinem Bett den Geist aufgegeben hatte. Ein schneller Biss in ein Pasticiotto an der Bar – mit einer Crema, die eher nach lauwarmem Wasser schmeckte – verkürzte die Wartezeit nur minimal.
Draußen stand meine Vespa noch immer an ihrem Platz, wenn auch in einer übel riechenden Pfütze. Catania schaffte es auch an diesem Morgen nicht, mein Herz zu erobern. Also: Helm auf, Fahrtwind ins Gesicht, und all die schlechte Laune, Müdigkeit und unangenehmen Gerüche vom Wind davontragen lassen.
Nach einer Stunde auf der Schnellstraße empfing mich Siracusa wie eine offene Umarmung. Strahlendes Licht, Meeresluft und das Gefühl, in einer anderen Welt angekommen zu sein. Besonders Ortigia, das historische Herz der Stadt, verzauberte mich: enge, verwinkelte Gassen, helle Fassaden aus Kalkstein und Marmor, kunstvolle Balkongeländer mit barocken Schnörkeln. Man spürt den Glanz des 17. und 18. Jahrhunderts, als der sizilianische Barock nach dem verheerenden Erdbeben von 1693 hier eine neue Blüte erlebte. Doch Siracusa ist noch viel älter – einst eine der mächtigsten Städte der Antike, Heimat großer Geister wie Archimedes und zeitweilig sogar Aristoteles. Heute flaniert man zwischen Katzen, kleinen Boutiquen und salzig-süßen Duftwolken aus den Trattorien, während Geschichte und Gegenwart Hand in Hand gehen.
Von dort ging es weiter nach Avola, der Heimat des tiefdunklen Weins „Nero d’Avola“ und aromatischer Mandeln. Auch Avola wurde nach dem Erdbeben im streng symmetrischen Sechseck neu geplant – eine Art barocke „Stadt aus dem Reißbrett“. Am zentralen Piazza Umberto I ließ ich mich zu einem sizilianischen Mittagessen nieder, Arancini inklusive. Hier in der östlichen Version spitz zulaufend – für mich bleibt die runde „Arancina“ aus Palermo trotzdem unschlagbar.
Der nächste Stopp war Noto – das unbestrittene „Juwel des sizilianischen Barocks“. Ganze Straßenzüge aus goldfarbenem Kalkstein leuchten im Sonnenlicht, prunkvolle Treppen führen zu imposanten Palazzi, und kunstvolle Maskarons blicken von den Balkonen herab. Um der Mittagsglut zu entkommen, floh ich in eine Fotoausstellung – und musste lächeln, als ich dort ein Bild sah, das dem, was ich gestern auf dem Ätna fotografiert hatte, verblüffend ähnelte.
Am Nachmittag rollte ich weiter Richtung Süden und ließ mich auf einem kleinen Campingplatz im Schatten alter Olivenbäume nieder. Während ich auf die Öffnung der Rezeption wartete, bot mir die benachbarte Cantina ein Glas Wein an – nicht nur erfrischend, sondern begleitet von einer herzlichen Unterhaltung mit der Besitzerfamilie. Dabei lernte ich Spannendes über den Johannisbrotbaum, dessen Früchte nun als süßer Proviant meine Reise begleiten.
Der Tag fand seinen Höhepunkt am südlichsten Punkt Siziliens – der Isola delle Correnti. Hier, wo sich das Ionische Meer und das Mittelmeer treffen, kann man mit bloßem Auge sehen, wie sich ihre Strömungen verweben. Ich badete im klaren Wasser, ließ mich von der Sonne trocknen, aß eine saftige Melone im warmen Sand und schlief ein paar Minuten unter dem endlosen Blau des Himmels. Der Sonnenuntergang am „Ende“ Siziliens war pure Magie – ein Moment, der sich in Herz und Haut brennt.
Am Abend bin ich dann noch einmal zur Cantina hinübergegangen, um den Wein der Familie Sultana in Ruhe zu genießen. Kräftig, aromatisch und voller Sonne – genau wie die Menschen, die ihn keltern. Zum krönenden Abschluss brachten sie mir ein Cannolo, dessen Schale tatsächlich mit ihrem eigenen Wein hergestellt wurde und das mit einer zarten, cremigen Schafs-Ricotta gefüllt war. Jedee Biss war ein kleines Gedicht – ein wahrer Gaumenschmaus. Es war einer dieser Abende, die sich leise ins Herz schleichen – und bei denen man beim Gehen das Gefühl hat, Freunde zurückzulassen.
Heute Nacht werde ich unter freiem Himmel schlafen, denn die Perseiden sollen den Himmel mit Sternschnuppen füllen. Morgen geht es dann einmal quer über die Insel, vom südlichsten Punkt bis zur Nordküste nach Cefalù. Das wilde, unbekannte Hinterland Siziliens wartet – und ich kann es kaum erwarten, ihm zu begegnen. Czytaj więcej
PodróżnikLuis a che ora prevedi di arrivare domani
PodróżnikFammi sapere, grazie