• Un giorno, una Vespa, un’isola

    Aug 13–14 in Italy ⋅ ☀️ 31 °C

    (Deutsche Version weiter unten im Text)

    🇮🇹🇮🇹🇮🇹

    A volte, in questo viaggio, mi sento un po’ come Forrest Gump: «E così ho cominciato a correre. Sempre verso sud. E quando non potevo più andare più a sud, mi sono girato e sono andato verso nord.»
    Oggi è stata proprio così – un attraversamento completo della Sicilia, dal punto più a sud fino alla costa nord. In linea d’aria, mi trovo ora nel punto più lontano da Bonn di tutto il viaggio di ritorno: quasi 1.700 chilometri.

    Prima di partire, la Vespa mi ha ricordato che ama la varietà: il cavalletto si è rotto. Parcheggiare è diventato un piccolo esercizio di ingegno, ma ho trovato un modo per cavarmela lo stesso.

    Le prime due ore si sono svolte attraverso una terra quasi disabitata. Nessun paese, poche case, solo campi e piantagioni fino all’orizzonte. Così, invece della colazione programmata al bar, ho fatto colazione sotto un albero di fichi. Ai lati della strada si alternavano fichi, fichi d’India, noci, mandorle, ulivi, cachi, melograni, more e carrubi. Tra una pianta e l’altra, distese bruciate e terreni aridi – qui la mancanza d’acqua e il caldo, aggravati dal cambiamento climatico, si vedono e si sentono chiaramente.

    Dopo Caltagirone, il paesaggio si è fatto più vivo: piccoli borghi arroccati sulle colline, intervallati da uliveti argentati e vigneti di un verde brillante. Avvicinandomi a Enna, la vita si faceva più presente, e man mano che raggiungevo il cuore dell’isola, la pianura aperta lasciava il posto a dolci colline dorate, interrotte da formazioni rocciose e piccoli boschi di querce.

    Da lì, la strada mi ha portato verso le montagne calcaree del Parco delle Madonie. Gole profonde, pareti rocciose scoscese e aria di montagna fresca e profumata sono state una benedizione dopo la calura soffocante. Attraverso strette serpentine, mi sono arrampicato fino a quasi 2.000 metri – la Vespa ronfava senza sosta, anche se nei tratti più ripidi avanzavo solo a zig-zag e a 15 km/h.

    La giornata è stata un mix colorato di piccole avventure: una corsa contro un cane randagio su una strada deserta, lunghe piste sterrate (teoricamente chiuse) percorse per ore in solitaria, e una fuga improvvisata da un temporale in arrivo tra le montagne.

    Le pause sono state rare – non solo per via del cavalletto rotto, ma anche perché il caldo senza vento era insopportabile. Appena mi fermavo, sembrava che l’asfalto volesse incollarsi alle gomme. Non «chi si ferma, arrugginisce», ma «chi si ferma, si scioglie». Perfino il vento che soffiava sulle colline era più simile a un asciugacapelli che a una brezza fresca.

    Dopo quasi 9 ore di viaggio, 300 chilometri e circa 5.500 metri di dislivello, la mia piccola Vespa mi ha portato puntuale al tramonto sulla costa di Cefalù. Senza pensarci troppo, mi sono tuffato in mare per rinfrescare la testa bollente. Il frutto del carrubo – il mio snack perfetto di oggi – mi ha accompagnato mentre osservavo il cielo infuocato.

    Una giornata lunga, calda, selvaggia, emozionante e noiosa allo stesso tempo – e un pezzo di Sicilia che si può capire solo attraversandolo così.

    🇩🇪🇩🇪🇩🇪

    Manchmal fühle ich mich auf dieser Reise ein bisschen wie Forrest Gump: „Dann bin ich einfach losgefahren. Immer Richtung Süden. Und als ich nicht weiter nach Süden fahren konnte, bin ich umgedreht und nach Norden gefahren.“
    Heute war so ein Tag – einmal quer durch Sizilien, vom südlichsten Punkt hoch an die Nordküste. Luftlinie bin ich nun am weitesten von Bonn entfernt auf meiner Rückreise, knapp 1.700 Kilometer.

    Vor der Abfahrt machte mir die Vespa gleich klar, dass sie Abwechslung liebt: der Ständer brach. Parken ist jetzt ein kleines Kunststück, aber ich habe einen Weg gefunden, es irgendwie hinzubekommen.

    Die ersten zwei Stunden führten durch ein beinahe menschenleeres Land. Kein Dorf, kaum ein Haus, nur Felder und Plantagen bis zum Horizont. So wurde aus dem geplanten Frühstück an der Bar kurzerhand ein Frühstück am Feigenbaum. Rechts und links der Straße reihten sich Feigen, Kaktusfeigen, Walnüsse, Mandeln, Oliven, Kaki, Granatäpfel, Brombeeren und Johannisbrotbäume. Dazwischen verbrannte Flächen und staubtrockene Böden – man sieht und spürt hier deutlich den Wassermangel und die Hitze, die der Klimawandel bringt.

    Hinter Caltagirone wurden die Landschaften langsam lebendiger: kleine Dörfer, die auf Hügelkuppen thronen, dazwischen silbrige Olivenhaine und leuchtend grüne Weingärten. Auf dem Weg nach Enna wurde es weiter belebter, und je näher ich der Mitte der Insel kam, desto mehr änderte sich auch die Natur – aus der flachen Weite wurde eine sanfte, goldene Hügellandschaft, unterbrochen von Felsformationen und kleinen Eichenwäldern.

    Von dort aus ging es in das Kalksteingebirge des Parco delle Madonie. Tiefe Schluchten, schroffe Felswände und kühle, würzige Bergluft waren eine willkommene Abwechslung zur drückenden Hitze. Über enge Serpentinen schraubte ich mich bis auf fast 2.000 Meter – die Vespa schnurrte tapfer, auch wenn ich an den steilsten Passagen nur im Zickzack mit 15 km/h vorankam.

    Der Tag war eine bunte Mischung aus kleinen Abenteuern: ein Wettrennen mit einem streunenden Hund auf einer verlassenen Landstraße, lange Schotterpisten, die eigentlich gesperrt waren und auf denen ich stundenlang mit meiner Vespa alleine war, und eine spontane Flucht vor einem drohenden Gewitter in den Bergen.

    Pausen waren rar – nicht nur wegen des kaputten Ständers, sondern auch weil die Hitze ohne Fahrtwind unerträglich war. Sobald ich anhielt, schien der Asphalt unter den Reifen zu schmelzen. Nicht „wer rastet, der rostet“, sondern: „wer rastet, der schmilzt“. Selbst der Wind, der über die Hügel strich, war mehr ein Föhn als eine frische Brise.

    Nach knapp 9 Stunden unterwegs, 300 Kilometern und etwa 5.500 Höhenmetern brachte mich meine kleine Vespa pünktlich zum Sonnenuntergang an die Küste bei Cefalù. Ohne lang zu überlegen, sprang ich ins Meer, um meinen weichgekochten Kopf unter Wasser zu tauchen. Die Frucht des Johannisbrotbaums – heute mein perfekter Snack – begleitete mich noch beim Blick auf den glühenden Himmel.

    Ein langer, heißer, wilder, aufregender und langweiliger Tag zugleich – und ein Stück Sizilien, das man nur versteht, wenn man es auf diese Weise durchquert hat.
    Read more