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- Day 3
- Saturday, July 1, 2023 at 4:13 PM
- ☁️ 27 °C
- Altitude: 39 m
United StatesGuggenheim Museum40°46’59” N 73°57’32” W
Guggenheim Museum

Usciti dall’Empire State Building ci dirigiamo con la metro al Solomon Guggenheim Museum. Al sabato pomeriggio il biglietto anziché 28 dollari può essere pagato con un’offerta libera, prezzo consigliato 10 dollari. Progettato dall’architetto americano Frank Lloyd Wright, è famosissimo per la particolare struttura. All’esterno sembra formato da scatole cilindriche bianche sovrapposte, senza finestre: mastodontico e freddo. All’interno di questo grande cilindro il parquet del pavimento è l’unica nota di colore, perché le pareti sono bianche. Non ci sono scale (gli ascensori si): si sale e si scende camminando lungo una spirale. Il soffitto è a vetri per far entrare la luce. La sua fama è talmente grande, anche per i non addetti ai lavori, che non me la sono sentita di pagare meno di 10 dollari il biglietto, ma il resto del gruppo si è un po’ risentito. Nei piani più alti ci sono opere moderne che personalmente trovo di dubbia bellezza. Al quarto e ultimo piano, da dove abbiamo iniziato la visita, in uno stanzino poco illuminato, anzi quasi buio, c’era un’accozzaglia di oggetti vari (anche pezzetti di carta strappati) a formare un “insieme” incomprensibile: non mi ha suscitato nessuna emozione, che è quello che mi aspetto dall’arte. Al primo piano, invece, ci sono quadri di Picasso, Kandinsky, Cézanne, Degas, Chagall. Personalmente la struttura non mi ha impressionato: 3 o 4 dollari per il biglietto erano più che sufficienti, al massimo 5.
Ultima tappa del giorno la Grand Central Terminal: l’ingresso della stazione ferroviaria più grande della città.
Come al solito colpisce la grandezza: spazio immenso, finestre ad arco altissime, pavimento in marmo, soffitto a volta su cui sono dipinte le costellazioni dello zodiaco e i lampadari sono degni di un castello (non le luci al neon che ti aspetteresti in una stazione). Ovviamente non ci si può sedere o bivaccare sulle scale che vanno al piano superiore.
Sulla strada del ritorno all’albergo, cerco il Chrysler Building, riprodotto nei quadri delle nostre stanze in albergo. Fatto costruire dal proprietario dell’omonima industria automobilistica in stile art-déco, ha una forma inconfondibile.
Tornati in albergo, Giorgio si prende della macedonia al supermercato, Laura salta la cena, mentre io, Pippo, Andrea, Giulia e Natale mangiamo al ristorante San Marino sotto all’albergo. Minestrone con pane, anche alle olive, e la solita acqua del rubinetto servita in brocche di vetro.Read more