• Dal Quebec a Kingston

    29 de abril, Canadá ⋅ ☁️ 16 °C

    Giornata di trasferimento ripercorrendo l'autostrada verso Montreal e dirigendoci poi a sud, destinazione Kingston. Anche Kingston è stata capitale del Canada anche se solo per tre anni, come tutte le grandi città orientali (idee chiare?) e sulla guida abbiamo l'ennesima descrizione di città vivace, melting pot di provenienze, madre dei più famosi gruppi canadesi (tipo The Tragically Hip, you know?)...na ciofeca. A questo punto dobbiamo cambiare prospettiva nel giudicare queste città: inutile aspettarsi il centro storico ben conservato in cui si coagula la storia e l'essenza di una comunità, perché storicamente manca la tendenza alla concentrazione tipica dei comuni europei e ancor più italiani. Queste città di frontiera nascono per fornire beni e servizi, a malapena raggruppate intorno a una chiesa, sicuramente prive della piazza come luogo di aggregazione, pertanto la loro natura a fatica si indovina in qualche edificio sopravvissuto in rappresentanza del lato pittoresco a uso turistico.
    La parte più bella del viaggio è stata la zona del Thousand Island Park. Intanto l'omonima autostrada che costeggia il San Lorenzo nella zona in cui, avvicinandosi al lago Ontario da cui nasce, si ritrova disseminato di migliaia (1600) di isolette. A partire da Rockport fino a Gananoque, si susseguono grandi ville (prefabbricate?), tutte con il loro prato rasato e non recintato, l'auto davanti al garage, il portico con la sedia a dondolo e la bandiera canadese piantata in giardino...tutto molto da telefilm americano anni 80.
    Scansando un possibile tornado, riusciamo a salire su un traghetto per una crociera di un'ora tra le isole, con sconfinamento statunitense e circumnavigazione del castello di Boldt, dedicato dal milionario proprietario del Waldorf-Astoria di New York all'amatissima moglie Louise (una pacchianata che solo gli americani possono concepire e persino valorizzare). Molto più degne di attenzione le ville più o meno lussuose o spaziose che occhieggiano tra le vegetazione degli isolotti, ognuna abbarbicata al proprio, a immaginare un'estate di villeggianti impegnati a scambiarsi visite e cortesie.
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