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  • Day 3

    Le risaie di Sa Pa

    March 17, 2023 in Vietnam ⋅ ⛅ 23 °C

    La notte in treno in qualche modo passa. Ci svegliamo mille volte dai sobbalzi, dall’aria condizionata gelata, dalla scomodità delle cuccette, che sembravano non avere proprio un materasso. Ma ogni fastidio si è dissolto non appena abbiamo aperto le tende.
    Svegliarsi, guardare fuori dal finestrino e trovarsi non più circondati da palazzi, ma completamente in mezzo alla giungla, è incredibile.
    Terrorizzati dal perdere la nostra fermata, ci prepariamo in tutta fretta e scendiamo alla meglio dal treno.

    Lao Cai si presenta umida, fresca, nuvolosa. Il sole sta sorgendo sulla valle ma non si vede ancora. C’è un taxi mandato dall’hotel ad aspettarci.
    Viaggiamo per più di un’ora in salita, passando in mezzo a foreste di banani e un paio di villaggetti, con bancarelle a bordo strada che vendevano carne fresca sfoggiando la testa del bufalo appena abbattuto.

    Già prima di Sa Pa intravediamo le prime terrazze. Questa è l’attrazione principale per cui Sa Pa è famosa in tutto il mondo: risaie a perdita d’occhio, arrampicate sulle colline della valle.

    Ci rendiamo conto subito della fama di questo posto non appena attraversiamo il centro di Sa Pa: un misto tra Las Vegas e Cortina. Passiamo davanti a ristoranti e baracchini, luci, insegne, lanterne. Una vera e propria città costruita per il turismo.

    Fortunatamente prima di partire, quando è stato il momento di prenotare i vari alberghi del viaggio, le guide ci avevano consigliato di evitare il centro e cercare qualcosa più nella valle. Mai scelta è stata più azzeccata.

    Appena usciti dal centro città, ecco stagliarsi di fronte a noi la valle piena di terrazze. Uno spettacolo incredibile di villaggi arroccati sulle colline, con il sole che finalmente fa capolino tra l’umidità illuminando le risaie. La strada che ci porta al Comlam Eco House è dissestata e trafficata da motorini, con baracchini sui lati gestiti da locali che vendono verdure e patatine in busta.
    Notiamo subito anche una quantità esagerata di immondizia sui bordi della strada, nei torrenti, accatastata alle case. Uno spettacolo non diverso da quello che vedevo in India. Continuiamo per tutto il tragitto a ripeterci che è quasi un peccato vedere un paradiso del genere purtroppo contaminato dalla spazzatura, dalle costruzioni dalla dubbia tenuta, da motorini e camion che passano in continuazione.

    Ci rinsaviamo non appena arrivati alla Comlam Eco House: un ristorantino aperto con vista su un campo di fiori gialli, con un ponticello di legno immerso nella luce del mattino di Sa Pa. Un paradiso. Ci sono anche tre cagnetti pelosi che ci corrono attorno e Paolino non vuole più andarsene.

    Sono ancora le otto del mattino, le camere non sono ancora pronte.
    Così lasciamo gli zaini nella guest house e facciamo colazione ammirando il paesaggio.
    Al momento della prenotazione avevamo aggiunto anche la possibilità di partecipare ad un tour guidato delle risaie. Ci incamminiamo quindi risalendo la collina, assieme ad un gruppo di ragazzi tedeschi e due francesi.

    Mentre passiamo per un paio di villaggi, al nostro gruppo si accodano alcune donne locali vestite con i colori tradizionali, con un cesto sulle spalle, parlando fastidiosamente tra di loro a voce alta.
    Il giro prosegue tra le foreste di bamboo, scalando sentieri infangati e costeggiando le risaie. Il sole ora è alto e, pur non avendo un cielo completamente terso, cominciamo ad avvertire la sensazione di colli e braccia abbrustolite.

    Facciamo due chiacchiere con i ragazzi tedeschi del gruppo, che stanno facendo lo stesso nostro viaggio zaino in spalla, ma senza aver programmato nulla e girando il Vietnam per più di un mese.
    Il primo pensiero è stato sicuramente invidia per il grado di libertà che comporta il viaggiare così a caso, ma mi rendo conto che avendo così tanto tempo a disposizione è anche più affrontabile un’idea di viaggio in cui decidi di volta in volta dove andare.
    I due francesi invece si dimostrano essere una palla al piede impressionante: vestiti come se dovessero andare in spiaggia, tracannano birre in continuazione e prendono in giro il gruppo pensando che nessuno capisca quello che dicono.

    Pranziamo a base di noodle e riso fritto con vista sulle risaie. La giornata è stupenda e camminare con questa vista è rilassante e meraviglioso, tanto da farci dimenticare il poco piacevole siparietto delle donne dei villaggi (quelle che si erano accodate al gruppo) che ad un certo momento hanno fermato tutti tirando fuori dai loro zaini sciarpe e borsette fatte a mano, insistendo per farcele comprare come per ripagarle del fatto che ci hanno “accompagnato” nel viaggio.

    Torniamo a metà pomeriggio alla Eco House, dove finalmente veniamo accompagnati alle camere: due bellissime casette in bamboo con vetrata e terrazza sulle risaie. Ci sediamo a riprendere fiato sulle sedie di vimini della terrazza, ammirando il paesaggio: un vero e proprio paradiso di quiete.
    Provati ancora dalle poche ore di sonno in treno, Paolino e Veronica collassano a letto, mentre io e Poli ci rimettiamo subito in cammino: risaliamo di nuovo le colline sopra il villaggi e facciamo finalmente volare i droni sulle risaie, bagnate dalla luce pazzesca del tramonto.

    Birretta e cena tranquilla, nel fresco della Eco House e finalmente a letto (un letto vero) alle dieci di sera.
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