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- День 14
- среда, 21 августа 2024 г.
- ⛅ 34 °C
- Высота: 16 м
ЯпонияOsaka Kūkō-eki34°47’25” N 135°26’27” E
Ritorno a casa

La sveglia suona alle sei e mezza, io ero già sveglio almeno un quarto d’ora prima in preda ai pensieri dell’ultimo minuto.
Ci vestiamo veloci, facciamo il checkout e usciamo dall’albergo che sono le sette. Di nuovo entriamo nella metro e di nuovo ci rendiamo conto del silenzio che regna sulla folla di lavoratori che, precisi e metodici, si incrociano per i corridoi o aspettano in fila l’arrivo del treno.
Il viaggio verso l’aeroporto dura quasi un’ora. Lo passiamo annoiati un po’ finendo i giga rimasti sulle sim un po’ guardando fuori il paesaggio che ormai avevamo imparato a riconoscere nei nostri viaggi in treno di queste due settimane.
Arriviamo in aeroporto giusto dieci minuti prima della chiusura del check in, questa volta però avevamo già fatto tutto online, quindi imbarchiamo le nostre tre valigie, passiamo i controlli, facciamo colazione con una treccia al cioccolato e caffè schifoso e passiamo il gate, salendo praticamente subito sull’aereo.
Passiamo quasi quattordici ore in volo, io guardando qualcosa come sei film.
Mangiamo bene e sgraffigniamo agli hostess i crakerini.
Stiamo volando sopra il Mar Nero mentre scrivo queste righe e, come di consueto, è tempo di tirare le somme di un viaggio che è stato per me totalmente diverso dalle aspettative.
Partiamo dalle città:
Tokyo è un universo a sè stante. Non sono ancora stato a New York ma me la immagino proprio così: una bolla che racchiude micro mondi ma che è lontana dal paese in cui è. Abbiamo adorato la pulizia delle strade, il traffico mai assordante, i distributori di acqua e bibite ad ogni venti metri che più di una volta ci hanno salvato dalla sete a prezzi stracciati. Shibuya e Harajuku sono quartieri vibranti, pieni di gente e negozi, come Ginza e le sue luci; Akihabara è un mondo di nerd e per questo la rende interessante e stimolante, Asakusa e lo Sky Tree avranno sempre il ricordo di una fila immensa per le lanterne e una birra su una panchina inclinata dopo una giornata assurda.
Nikko è un gioiello, peccato averci passato così poco tempo. Sono sicuro che c’è tanto altro da scoprire e sarà un piacere tornarci.
Come vorrei tornare a Shirakawa go in inverno e vedere i tetti delle case in legno pieno di neve. Che posto incantevole e pacifico. Avevo letto di altri villaggi simili se avessimo proseguito con l’autobus: nota per la prossima volta.
Kanazawa è quella che forse ci ha regalato meno, ma spezzo una lancia a suo favore pensando che le abbiamo dedicato veramente poco tempo.
L’esperienza in ryokan però è stata una piacevole scoperta, colazione di pesce a parte.
Kyoto è bella. Niente da dire. Forse architettonicamente può essere un po’ deludente perché si è fermata nel mezzo tra l’antico e il super moderno di Tokyo. Ma come offerta, come cose da vedere, come angoli da scoprire, merita senz’altro una seconda visita.
Nara è bella per i cervi e il mega tempio. Una volta fatta, rimane un bel ricordo.
Forse Osaka è stata più di tutte il rimpianto maggiore: una sorella minore di Tokyo che non siamo riusciti ad apprezzare appieno ma per quel poco ha comunque regalato scorci e luci indimenticabili.
Voglio ricordarmi i giapponesi come persone ed universi strani e affascinanti: innamorati persi per i manga, i disegnetti e le animazioni colorate ad ogni età, ci hanno mostrato come possano essere un popolo di base tranquillo ed educato, ma allo stesso tempo amante dei “loro” eccessi.
Sempre cordiali e gentili, chiedono scusa e ringraziano un’infinità di volte in decine di modi diversi ma sempre con il sorriso.
Mangiano tanto, consumano ancora di più, ma l’aria delle grosse città non sa di smog. L’afa torrida non copre mai il cielo di grigio come da noi, ci sono sempre le nuvole. Non c’è un cestino a pagarlo oro in giro per le strade, c’è il divieto di fumare praticamente ovunque e le macchine sono per la maggior parte ibride o elettriche ma non vedi una colonnina in giro.
Vendono e comprano le boiate più inimmaginabili, collezionano gadget, pupazzi, portachiavi e action figures ma si vestono tutti pantalone nero e camicia bianca per andare al lavoro.
È un popolo strano, lontano per alcune cose dal nostro modo di vivere e di pensare, ma per tante altre un esempio di vita, comportamenti, rispetto e disciplina che servirebbe seguire più spesso.
Torniamo a casa più completi, piu allenati nel viaggiare, con la convinzione e la soddisfazione di aver fatto un Giappone ai nostri ritmi e di averne carpito l’essenza secondo i nostri occhi. Sicuramente abbiamo saltato cose, non abbiamo visto tutti i templi, ci mancano un sacco di esperienze che probabilmente avremmo potuto provare se avessimo seguito i consigli di amici e influencer, ma questo è il compromesso che ci siamo dati e di cui andiamo fieri.
Abbiamo lasciato tante piccole briciole in questa terra e sono sicuro che in un prossimo futuro torneremo a raccoglierle.
A Paolino, come sempre va il mio grazie. Era da un po’ che non facevamo un viaggio da soli e questa prova ha dimostrato come ormai, insieme, possiamo farci forza ed affrontare il mondo intero.
Al prossimo viaggio.
(Edit. Atterriamo a Monaco alle cinque del pomeriggio. Anche se con cinque ore di scalo, non ce la sentiamo di spostarci fino al centro così usciamo solo dall’aeroporto per mangiare dei bratwurst vegetariani e mc Donald’s plant based).Читать далее
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Stessi occhi 😃