United Kingdom
Thorngrafton

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Travelers at this place
    • Day 22

      Vindolanda - Vallo di Adriano

      July 5 in England ⋅ 🌬 14 °C

      Partiti da Glasgow di primo mattino con il sole, consapevoli che all’arrivo avremmo trovato tempo nuvoloso e parecchio vento, ci siamo immersi nel traffico caotico di superstrade ed autostrade che ci ha fatto rimpiangere le single track scozzesi immerse nella natura. Oggi abbiamo lasciato la Scozia per rientrare in Inghilterra; prima tappa: Vallo di Adriano e Vindolanda.

      Per quanto riguarda il primo, si tratta di un manufatto romano, noto per la sua grandezza ma prima di tutto per il suo scopo: un muro che tagliava orizzontalmente la Gran Bretagna costruito per “tenere fuori” dall’Impero i barbari scozzesi (Pitti), il popolo che nemmeno i romani erano mai riusciti a domare e sottomettere al loro potere.

      A far costruire “the wall” fu l’Imperatore Adriano nel II secolo d.C: 117 km che correvano da Wallsend alla costa del Solvay Firth, 3 metri di spessore, 5 metri di altezza, un fossato, una porta ed un forte o fortino ogni 1500 metri (per un totale di 97 tra forti e fortini) e due torri di guardia poste tra ogni fortino. Presso ogni forte sorgevano gli accampamenti delle truppe con baracche, un ospedale, un granaio, uno spazio per le esercitazioni. Una costruzione imponente, che oggi è patrimonio dell’Unesco e della quale rimangano molti resti anche se è purtroppo impossibile vedere una parte di muro interamente conservata. Il Vallo di Adriano non è tutto “dritto e pianeggiante”, anzi. Il muro segue l’andamento naturale del terreno, quindi se c’è una collina, il muro ci si arrampica. E qui in questa zona di colline ce n’erano una dietro l’altra. E’ proprio per questo che quella di Steel Rigg è considerata una delle migliori e più scenografiche passeggiate along the wall, perchè si sale e si scende su questi crags, su queste colline (letteralmente dirupi).

      Vindolanda era un villaggio romano, un enorme villaggio romano, uno tra i più importanti lungo il Vallo e la vastità dei resti è incredibile. Le strutture che si vedono oggi risalgono prevalentemente al III secolo (Vindolanda venne abbandonata nel IX secolo) e danno benissimo l’idea dell’intricata struttura del villaggio: un muro di cinta, quattro porte di entrata, la casa del comandante e degli ufficiali, le case dei civili, i negozi, le cucine, le latrine, addirittura le terme.
      Siamo entrati nei resti ed abbiamo passeggiato per le strade di Vindolanda immaginandoci come doveva essere stato il villaggio e come fosse stata la vita dei suoi abitanti, aiutati dalle spiegazioni delle audioguide posizionate tra le rovine in punti strategici. Una squadra di archeologi e volontari lavora costantemente in estate e autunno per portare alla luce nuovi edifici e nuovi resti. Oggetti, gioielli, armi, utensili di vita quotidiana scoperti proprio qui sono conservati nel museo del sito archeologico che abbiamo visitato subito dopo. Tra i reperti più interessanti e preziosi ci sono lo scheletro di un bambino (o bambina) sui 9/11 anni e le writing table, delle vere e proprie cartoline dell’epoca: una serie di sottili tavolette di legno ricoperte di scritte ad inchiostro, conservatesi grazie al terreno particolarmente anossico del sito. Una preziosa testimonianza della vita privata e militare di due millenni fa con tematiche quanto mai attuali, come per esempio la richiesta di un comandante (Masculus) ad un prefetto di fornire più birra ai militari o l’invito da parte di una dama ad un’amica per la sua festa di compleanno. Il museo di Vindolanda è stato una piacevole scoperta: si trova più in basso rispetto agli scavi, in un avvallamento in fondo al quale scorre un ruscello, ed è ospitato in una casetta di sassi deliziosamente british, con un ponte di pietre, un giardino e la ricostruzione di un tempietto romano accanto al  torrente e dei relativi affreschi al suo interno. Il tutto conservato ed organizzato con una cura che molto avrebbe da insegnare anche ad alcuni siti archeologici nostrani…

      Nota di colore: durante la passeggiata abbiamo incontrato una signora molto anziana (con tanto di deambulatore) evidentemente autoctona vestita con gonnellina leggera, golfino leggerissimo e sandali…noi indossevamo felpa di pile e giacca a vento con pantaloni e scarponcini da trekking… Nord vs Sud…

      A fine giro ci siamo concessi una pausa pranzo veloce con i nostri scones preferiti per poi riaffrontare il traffico diretti a York. Lungo la strada siamo riusciti a fermarci in una lavanderia automatica e poi abbiamo trovato posto per la notte e per domani alla Black House Farm: una adorabile area sosta di campagna, dove Snoopy e la Susy hanno apprezzato l’essere immersi nel verde e dove verso sera una fagiana ci è passata camminando a pochi metri…agitando non poco il nostro cacciatore peloso!

      Domani contiamo di raggiungere York con il bus che passa proprio qui vicino.
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