• Palinuro - Porto Cetraro (Calabria)

    July 11, 2020 in Italy ⋅ ☁️ 28 °C

    Dalla Campania alla Calabria : cambia il paesaggio lungo costa e per qualche ora ridiventiamo terrestri

    La Baia del Buon Dormire non si è smentita e ci ha permesso di trascorrere una notte tranquilla, fatta eccezione per i momenti in cui Susy decideva che era ora di dedicarsi al gioco, grattando la moquette delle camere, facendo capolino dietro la tenda della cabina di prua con un forte miagolio, saltando improvvisamente sul letto di poppa per farsi coccolare…e molto altro ancora!
    Già da un paio di giorni la nostra gatta marinaia dava segni di irrequietezza durante la sera. Tutto regolare! Da diversi anni ormai, quando parte con noi, le prime miglia di viaggio le servono per riambientarsi e prendere le nuove misure con gli spazi ed i tempi della giornata… Presa un po’ di confidenza, entra nel vero clima vacanziero (che non differisce granché da quello casalingo…): sonno, cibo, coccole e divertimento! 
    Per lei (che tutto il giorno, durante la navigata, sonnecchia quando non dorme della grossa…) la sera, più fresca e ventilata, soprattutto quando si sosta in rada, all’ancora o al gavitello, diventa il momento più bello, paragonabile forse solo a quando avverte un rumore ben preciso e riconoscibile: la scatoletta di tonno che viene aperta! Cibo!!!
    Ieri sera faceva le corse da poppa a prua, saltava sopra il gommone (che è ancora legato, rovesciato, a poppa) salendo da quello sopra il bimini, dove si nascondeva pensando di non farsi trovare…peccato che il suo peso creasse sul tendalino una conca, diversamente spiegabile per chi osservava da sotto! 
    Ad un certo punto, l’abbiamo costretta ad entrare nel timore che, fra un salto e l’altro, prendesse male le misure e finisse in acqua! Nessuna meraviglia dunque se il gioco è proseguito all’interno…
    La mattina ci siamo concessi una sveglia ed una colazione leggermente più comode, ma non troppo. Nonostante avessimo non più di 40 miglia da percorrere, avevamo il doppio di documenti da compilare! Il passaggio dalla Campania alla Calabria prevede ora (per disposizioni straordinarie causa Covid) il collegamento individuale all’App predisposta dalla Regione Calabria, con autocertificazione dei dati personali, dello stato di buona salute, del percorso e dei tempi, dei motivi dello spostamento. Peccato che il sistema sia stato concepito per chi utilizza viaggi con prenotazioni di mezzi e hotel, non per il turismo itinerante, tantomeno per quello nautico. Ci siamo trovati a dover dichiarare di essere partiti lo stesso giorno dell’arrivo (la app non accettava date pregresse!) e quindi ,chi eventualmente leggesse, potrebbe pensare che conosciamo i segreti del trasferimento di materia o possediamo doti magiche di qualche tipo…non è così! Sappiatelo!
    Il tutto ci ha occupato una buona mezzora, e non ci ha esentato dalla compilazione dell’altro quotidiano cartaceo, inviato via mail questa volta al distretto sanitario di Bari, dal quale….udite, udite…abbiamo per la prima volta ricevuto risposta! ”Si autorizza l’ormeggio” ci hanno gentilmente comunicato. ”Meno male!”, abbiamo pensato noi…visto che in Calabria abbiamo ancora qualche tappa prevista…Non osiamo pensare cosa avremmo potuto inventarci se l’autorizzazione non fosse stata concessa…
    Alle 7.30 finalmente si parte! Lasciamo la Baia del Buon Dormire, salutiamo Capo Palinuro e con lui Camarota e la simpaticissima Isola del Coniglio…
    …dirigendo la prua verso sud, con meta Cetrano (Cosenza). 
    Ci siamo già stati due anni fa, sempre durante l’estate, sempre in barca, e ci ricordiamo chiaramente della spiaggia vicino al porticciolo sulla quale, accaldati dal viaggio, ci siamo goduti un bagno ristoratore.
    Partiamo a motore, si alza un po’ di vento e spieghiamo le vele; per qualche miglio procediamo sia a vela che a motore per ricaricare le batterie (quest’anno siamo privi di pannelli solari per un guasto al trasformatore e, dopo tre giorni senza corrente, e due sole ore in cui abbiamo fatto andare il generatore, ne abbiamo bisogno), riuscendo a raggiungere i 7 nodi di velocità. Poco sportivo, d’accordo, ma utile. 
    Quello che consuma di più, al momento, è il pilota automatico, indispensabile quando la rotta è programmata e si viaggia, come noi ora, in assenza di altre barche e di altri possibili pericoli. Averlo ci permette di godere del paesaggio, ma anche di leggere, di riposare, di fare altre cose anche sotto coperta, sempre alternandoci nella sorveglianza.
    Il vento cala dopo pochissimo, e quindi procediamo a motore.
    Durante la navigata comunichiamo con l’amica Annarosa (buona compagna di viaggio in un paio di vacanze diversi anni fa su altre barche) che attualmente sta facendo turismo itinerante come noi, ma in camper. Ci scambiamo osservazioni su decreti e burocrazia, convenendo che è già una bella soddisfazione poter essere in vacanza, attualmente.
    Ci giungono informazioni anche dall’amico Toni (il già citato strapazzatore di Susy) che è riuscito solo ora a raggiungere la sua imbarcazione in Grecia, trovandola purtroppo saccheggiata dai topi! Ci dispiace molto; non lo invidiamo per niente e ci auguriamo che il problema si risolva…guardiamo Susy sonnecchiare, dopo le scorribande notturne, e ci chiediamo se avere un gatto a bordo sia sufficiente deterrente per l’imbarco di roditori clandestini…
    ci auguriamo di sì!
    La costa calabra, almeno in questo primo tratto, è meno appariscente di quella campana: non vi sono coste rocciose al picco sul mare, con grotte o falesie, ma piuttosto la montagna degrada fino alla costa dove si vedono abitazioni e costruzioni che in parte deturpano il paesaggio ma indispensabili alla vita umana. Questa mattina una spessa foschia copre il paesaggio costiero e grosse nuvole minacciano pioggia sulle montagne.
    Passiamo di fronte al Golfo di Policastro e ci ricordiamo della nostra visita a Sapri, sempre due anni fa. Sapri: il paese della “spigolatrice” di in una nota poesia che racconta della fallimentare spedizione di Pisacane nel Regno delle due Sicilie… ”Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti…”. Sapri, dove abbiamo invano cercato un osservatorio galileiano (citato nelle guide) al posto del quale si trova oggi invece un bar (denominato comunque ”L’osservatorio”…) e dove abbiamo consumato (questo ce lo ricordiamo benissimo!) un’ottima cena di pesce in un ristorante del litorale…
    Proseguiamo la navigazione, notando che il mare oggi appare totalmente privo di vita, sia animale che umana: nessun pesce, nessun gabbiano, nessuna barca, nemmeno un peschereccio o una nave in lontananza…
    Antonio decide allora di mettere la canna in acqua, quasi a voler sfidare il destino…questa volta con l’esca più piccola… “Se magari peschiamo un pesce da poter mettere in forno…” dice…. Non l’abbiamo pescato! Non solo, al nostro avvicinarci alla meta, appena recuperata la lenza e messa via la canna, un tonnetto, nemmeno troppo piccolo, salta di fronte alla prua! Sembra volerci ricordare che la natura vive, anche senza di noi…
    Arriviamo al porto di Cetraro: alla radio l’ormeggiatore ci indica come accedervi per evitare i banchi di sabbia sui quali potremmo incagliarci; si confonde più volte sul colore della boa da lasciare alla nostra destra, alla fine decide che è la verde. Non troviamo nessuna boa a segnare il percorso, ma semplicemente i tradizionali fanali di accesso al porto, uno rosso ed uno verde appunto. Vediamo sulla nostra sinistra dei banchi di sabbia che affiorano e, prudentemente, ci teniamo più a destra possibile.
    Ormeggio e riposo; bucato e piccoli lavoretti di manutenzione. Chiediamo al marinaio a che ora aprono gli uffici per la consegna documenti: non prima delle 18…siamo proprio arrivati al Sud! Ci facciamo anche consigliare un ristorante per stasera: ci dicono che proprio di fronte al marina ne hanno aperto uno nuovo molto buono…Vi faremo sapere!
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