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- Day 16
- Thursday, July 16, 2020
- ☁️ 26 °C
- Altitude: Sea level
ItalySpiaggia di Crotone39°4’45” N 17°8’16” E
Da Rocella Ionica a Crotone

Prima tratta della seconda metà del viaggio
Partenza alle 5.40 (così presto?…strano vero?…) dal Porto delle Grazie di Rocella Ionica, dove siamo stati accolti splendidamente, ormeggiando comodamente all’inglese; dove siamo riusciti a fare un po’ di scorta cambusa (più che altro frutta, verdura e bibite golose…); dove abbiamo provato il brivido dell’entrata con onda e poco fondo e infine dove ci siamo presi la prima pioggia…
A soddisfare la legge di Murphy, mancava solo un bel vento di prua (o ”sul naso” come usiamo dire….) ed oggi abbiamo vinto il bonus! Per carità, non si è trattato di un grosso guaio… semplicemente: farsi 65 miglia a motore, con ancora un po’ di onda per un bel tratto, e vento contrario, non era proprio la nostra massima aspirazione!
Ma abbiamo dei tempi da rispettare, determinati dai programmi prestabiliti (e dunque anche dall’emergenza Covid…) e dalle condizioni meteo (cercando di scansare quelle decisamente avverse). Con questa tratta abbiamo iniziato la seconda metà del nostro percorso totale, quindi abbiamo ancora circa 580 miglia di fronte a noi, nei giorni a venire…con qualche sosta obbligata per temporali in arrivo…
Crotone è la nostra ultima tappa in Calabria, domani ci trasferiamo in Puglia, precisamente a Santa Maria di Leuca, dove prevediamo qualche giorno di sosta.
Viaggio odierno conclusosi positivamente, nonostante l’onda, nonostante il vento contrario, nonostante l’accesso al porto fosse di nuovo abbastanza stretto (ma siamo entrati senza onda e senza vento) ed il fondale non profondissimo (ma i 4 metri comunque ci garantivano tranquillità di manovra).
Approdo senza difficoltà alle 15.30 al Yachting Kroton Club di Crotone, un ambiente familiare…Ad accoglierci un ormeggiatore cortesissimo con un aiutante (diportista, probabile socio del Club, che avevamo già incontrato giorni fa a Vibo Valentia e che ha riconosciuto la barca).
Durante il viaggio di ieri, siamo stati accompagnati da un gabbiano (l’abbiamo ovviamente soprannominato Jonathan…perché siamo affezionati al protagonista del romanzo di Richard Bach). Era sempre lo stesso; ne siamo certi perché era l’unico, con quel vento e quelle onde, ad ostinarsi a volare ed a girarci intorno (era sicuramente Jonathan anche per questo…). Ci è sembrato di rivederlo oggi…molto probabilmente non era più lui ma, visto che non era un gabbiano reale, proprio come quello di ieri, ci piace pensare (e sognare) che fosse sempre Jonathan, e che abbia deciso di accompagnarci di nuovo per sfidare il vento e le onde con noi…
Anche le nuvole hanno continuato ad accompagnarci. Sulle montagne lungo costa nuvoloni neri, da temporale; sopra di noi invece nuvolette sparse, alcune a coprire il sole…una in particolare che proprio con i raggi solari, assumeva forme inquietanti…ma riamo riusciti a salvarci dalla pioggia!
Partire la mattina presto ti permette di goderti l’alba…sempre diversa e per certi versi spesso uguale. Diversa perché a seconda del luogo e del paesaggio, cambiano i contorni e le forme del paesaggio, le sfumature dei colori…uguale in quanto sul mare i riflessi sono belli (sempre) ma molto somiglianti (ovunque).
Riguardando a posteriori le foto dei nostri viaggi passati, se non fossero ordinate per luoghi e date, non potremmo sicuramente distinguere una serie di albe e tramonti fotografati un po’ ovunque…ma ha importanza? Non direi. Sono comunque quadri della natura, sono comunque momenti in cui abbiamo vissuto emozioni e riguardarle ce li fa ricordare e rivivere, sempre!
Anche i luoghi ci rammentano altri luoghi…
Attraversiamo il Golfo di Squillace e ripensiamo al Quarnaro…
Cosa c’entra? Direte voi, giustamente…
Il golfo di Squillace è in Calabria, il Quarnaro in Croazia…
Il golfo di Squillace da sempre considerato pericoloso dai marinai; per questo Virgilio lo chiama navifragum Scylaceum. Per tutta la sua estensione non esiste alcun porto naturale, ed anche per questo fino a tutto il XIX secolo mantenne una pessima fama a causa dei naufragi che avvenivano davanti alle sue coste. Il nome si ritrova anche in alcuni scritti di Aristotele e di altri classici. Esiste un famoso detto tra i marinai che recita: “il golfo di Squillace dove il vento mai tace”. Questo perché la zona è sempre battuta da forti venti.
E noi, nell’attraversare questo braccio di mare, che oggi ci mette un po’ alla prova e ci impedisce di andare a vela, visto che siamo condizionati dai tempi di percorrenza, …ma sicuramente non ci intimorisce (non avendo scelto di affrontarlo in condizioni pessime…), noi ripensiamo a quando (quarant’anni fa…) con un’Alpha 6,70 (la nostra prima barca…) attraversavamo con fatica ed orgoglio quelle 18/20 miglia in Croazia che (allora, in quelle condizioni e con quel mezzo) non erano poche!
Nell’avvicinarci a Capo Rizzuto veniamo colpiti da una serie di impianti eolici, abbastanza giustificati dalla caratteristica ventosa dei litorali, ma che per un effetto ottico ci sembrano piantati proprio in mezzo alle case del paese…poi proseguendo lungo costa vedremo che non è così ma, nel cercare ragione di quello che ci sembra un assurdo scempio, scopriamo che effettivamente gli appalti per questi impianti sono stati oggetto di proteste, di petizioni e di cause giudiziarie, in quanto sospettati di ingerenze mafiose (tutti assolti…)
In effetti siamo nel bel mezzo di un parco naturale, zona protetta…
Raggiungiamo capo Colonna (così chiamato per l’unica colonna, ultima testimone dell’antico tempio greco di Hera Lacinia). Sfortunatamente nelle epoche successive fu utilizzato come cava e le sue pietre servirono alla costruzione del castello e delle numerose case nobiliari.
Anche qui troviamo la testimonianza dello strapotere mafioso: proprio vicino al faro ed alle rovine della Magna Grecia, cinque costruzioni abusive di proprietà (leggiamo) di alcuni familiari di un boss della zona…da anni è stata emessa ordinanza di demolizione e sono ancora lì, a deturpare il paesaggio…
Anche questo purtroppo è il nostro Sud: oltre al sole, ad una natura stupenda, a gente accogliente e di cuore…troviamo montagne di rifiuti mai raccolti, edilizia abusiva un po’ ovunque, simbolo di una gestione del territorio non certo rispettosa della natura e delle persone… La sera, nell’uscire dal Marina per fare due passi, una macchina che ci si affianca e ci offre un passaggio (un socio del club che ci ha visto ormeggiare ed ovviamente non ci conosce…) dimostra che un popolo dal cuore così generoso meriterebbe sicuramente di meglio… Anche se poi, durante la camminata: una quantità di persone che non usano la mascherina protettiva (sarebbe obbligatoria in presenza di assembramenti…) il traffico disordinato ed il parcheggio selvaggio (stiamo muovendoci in zona pedonale…) fanno nuovamente riflettere…
Di singolare: una statua bronzea in onore di Rino Gaetano e una quantità di pescherie esagerata per l’estensione del luogo. Ci domandiamo come facciano a sopravvivere e ci auguriamo che siano consorziate in cooperative (ma ci sembrano invece tante piccole e medie botteghe familiari…). Una testa di pesce spada troneggia su un banco di esposizione, il corpo dell’animale è stato venduto solo per metà…essendo stato esposto per tutta la giornata si suppone che il resto sarà inutilizzabile…che spreco!
Rientriamo alla base; domattina ci aspetta l’ennesima alzataccia… Alle 5, dice il comandante (che quindi, conoscendolo, saranno le 4 e mezza…). Dobbiamo percorrere 72 miglia per arrivare a Santa Maria di Leuca. Temporali sono in arrivo e quindi prevediamo di trascorrervi qualche giorno. Il cambio di regione ci obbliga, prima della cena, a compilare nuovi documenti sanitari (l’efficientissima burocrazia nazionale prevede che ogni regione faccia a modo suo…). Scopriamo anche, nel rientrare in Marina, che se avessimo scelto invece del lungomare la strada verso il centro città, avremmo potuto ammirare il castello di Carlo V… Credevamo davvero che fosse molto più distante e vista l’ora tarda…Che dire? Ritorneremo!
Vicino a noi ormeggia una coppia di giovani tedeschi. Scambiamo due parole con loro e veniamo a sapere che stanno facendo il nostro stesso percorso ma al contrario. Ci chiedono informazioni sui porti dai quali siamo passati e li informiamo sulla possibilità di visitare il museo a Reggio Calabria. (Ci domandiamo poi, fra noi, sorridendo, come se la sarebbero cavata con Saverio… forse dovevamo metterli in guardia? Probabilmente no: il soggetto fa parte del folklore locale… dopo averli conosciuti racconterà ai successivi che provenivano da qualche località misteriosa che con la Germania non ha nulla a che fare!)
La barca a vela dei nostri vicini ha la rete protettiva tutto intorno, segno della presenza di bimbi piccoli; compare infatti poco dopo un bambino biondo che gattona ed arrampicandosi sugli alamari si regge a stento sulle gambette cicciottelle. Vede Susy e sorride; la gatta non scappa (come farebbe con un adulto) ma anzi gli va incontro e lo osserva con curiosità…per un po’ comunicano così con gli sguardi e i sorrisi…si capiscono perfettamente!
Ci prepariamo un gradevole aperitivo (con tanto di stuzzichini e leccornie) e poi la cena. A domaniRead more