- Vis rejse
- Tilføj til træskolisteFjern fra træskoliste
- Del
- Dag 30
- torsdag den 30. juli 2020
- ☁️ 30 °C
- Højde: 10 ft
ItalienPorto di San Benedetto del Tronto42°57’17” N 13°53’22” E
Da Vasto a San Benedetto del Tronto

Dall’Abruzzo alle Marche
Lasciamo Vasto di primo mattino, diretti a San Benedetto del Tronto.
Il nostro atletico vicino, prossimo a compiere la traversata atlantica a remi, partito ieri sera (supponiamo per un allenamento) deve ancora rientrare…
…lo immaginiamo al buio mentre tenta di scansare pescherecci e barchini non proprio rispettosi dei percorsi altrui.
L’Adriatico ci sembra quasi più pericoloso dell’Oceano, visto in quest’ottica… Quella di oggi è per noi la terzultima tappa del viaggio; abbiamo infatti dovuto modificare ulteriormente i nostri piani, in relazione al cambiamento delle condizioni meteo.
Temporali previsti per i primi di agosto ci costringono ad accelerare il rientro, per non trovarci a dover sostare in qualche porto più giorni (pagando il posto barca senza poterne trarre più di tanto vantaggio). Rinunciamo a Ravenna (che ci riproponiamo di visitare in altra circostanza) e scegliamo due percorsi un po’ più lunghi che ci riportino direttamente a Chioggia.
Siamo in giro da 28 giorni, quindi (salvo nuovi cambiamenti) completeremo il trasferimento di Hemera dalla Liguria al Veneto in un mese esatto.
Vacanza/trasferimento, si era detto infatti, e così è stato; con equipaggio diverso il tutto si poteva risolvere in meno di metà del tempo.
Dopo la riparazione sofferta di ieri, Antonio coraggiosamente prova a svolgere la randa: funziona!
Indubbiamente il tutto andrà revisionato e sistemato per bene all’arrivo: si aggiunge alla lista dei numerosi lavori e lavoretti da fare da qui all’inverno. Durante i prossimi mesi Hemera andrà preparata al percorso ben più impegnativo che la attende: la traversata atlantica…lavori di irrobustimento ed uscite in mare con condizioni meteo avverse serviranno all’equipaggio per testare se è pronta all’impresa. (Ed anche ai marinai per verificare se hanno il giusto affiatamento per affrontarla).
Tornando alla nostra (ben più modesta) navigata, percorriamo le 60 miglia a motore (con randa aperta per favorire l’andatura e per riprovare l’avvolgivela), raggiungendo San Benedetto verso le 15. Dopo un po’ di attesa (la signorina che aveva preso telefonicamente la prenotazione non l’aveva comunicata all’ormeggiatore…) ci assegnano il posto, accanto ad una barca a vela Franchini assai particolare, dove due marinai stanno facendo dei lavori di messa a punto. Con due chiacchiere veniamo a sapere che l’hanno appena trasferita, per conto dei proprietari, da Genova in 10 giorni. Stanno ora sistemandola per l’armatore prima della partenza per la crociera. Uno dei due ci racconta successivamente che lavora per il cantiere del Circolo Nautico ed essendo appassionato di barche e di mare (non potendosi permettere un mezzo personale) si offre agli armatori per trasferimenti e per fare da skipper durante le vacanze. Riferisce qualche aneddoto tratto delle sue esperienze e alcune informazioni sugli approdi e i porti della zona più o meno favorevoli.
Ci prepariamo dunque per una passeggiata in paese, ricordando perfettamente il nostro viaggio precedente: proprio in centro, un piccolo localino permette di gustare un buon calice di vino con olive ascolane; ci dirigiamo propio lì. Prima passiamo alla segreteria del Circolo Nautico per ritirare i documenti e pagare la quota; notiamo che nel porto c’è sempre il caratteristico baretto dei pescatori, con la sua insegna scolorita e di fronte schierate le nasse in buon ordine, numerate e siglate, pronte ad essere portate in mare; l’immagine della madonnina che protegge la pesca è sempre al suo posto, manca invece un barcone (di quelli che caricano le persone per portarle a largo a pescare) che avevamo a suo tempo notato per la sua insegna spiritosa: ”FATTI UNA CANNA E VIENI A PESCARE!”. Nei nostri album ne conserviamo ancora la foto.
Troviamo il centro di San Benedetto molto più vuoto della volta precedente (nel 2017 era agosto, ma sicuramente questo di ora è l’effetto Covid…); il bar delle ascolane lavora sempre e questa volta assaggiamo (oltre alle tradizionali ) anche quelle ripiene di pesce: ottime! Per completare la serata pensiamo che un buon gelato potrebbe sostituire degnamente la cena e così torniamo in barca nutriti e pronti per un sonno ristoratore.
Il mattino dopo ci aspetta una delle nostre levatacce: 4.30 per partire alle 5. Nuova meta: Pesaro, 80 miglia per raggiungerlo.Læs mere