• Jedburgh - Melrose - Rosslyn

    June 19, 2024 in Scotland ⋅ ☁️ 18 °C

    Dall’Inghilterra alla Scozia: una giornata fra Abbazie e leggende…

    Anche oggi sveglia all’alba…questa volta per insistenti miagolii di Susy che svegliano anche Snoopy…
    Partiamo verso le 7.30 e ci dirigiamo verso il confine scozzese che raggiungiamo intorno alle 9.
    Scattate le foto di rito a cartelli e menhir che segnalano il passaggio, ci dirigiamo alla prima delle tre mete di oggi: Jedburg. Il nostro programma prevede infatti di visitare in mattinata le rovine di due Abbazie, nel pomeriggio la Cappella del Codice da Vinci.

    Come le altre abbazie che si trovano negli Scottish Borders (ricordiamo quella di Melrose, che abbiamo visto subito dopo) anche quella di Jedburgh – che si pronuncia “Gedbra”- fu costruita durante il regno del devoto David I, attorno al 1138, sul luogo in cui sorgeva un precedente santuario. Costruendo l’imponente cattedrale a soli 20km dal confine con l’Inghilterra David intendeva dimostrare ai rivali inglesi la grandiosità di cui erano capaci gli scozzesi: purtroppo, come sappiamo, la storia tra la Scozia e l’Inghilterra non fu sempre rose e fiori, anzi. Molte volte nel corso del secoli Jedburgh e le altre abbazie vennero assaltate, distrutte, date alle fiamme. L’abbazia venne definitivamente abbandonata solo nel 1875 quando fu costruita una nuova chiesa dall’altra parte del fiume.
    I resti che si vedono oggi, accanto al fiume Jed Water, fanno immediatamente capire quanto deve essere stato enorme e grandioso il complesso dell’abbazia di Jedburgh: oltre alla cattedrale si notano infatti le fondamenta degli altri edifici quali alloggi, cucine, sale da pranzo che componevano il centro religioso.
    Purtroppo abbiamo potuto visitare il complesso soltanto dall’esterno, in quanto l’edificio è pericolante e sta per essere ristrutturato.
    Oltrepassato il ponte di ferro si ammira la chiesa in tutto il suo splendore.
    Due passi nel centro di Jedburg, non particolarmente degno di nota, e di nuovo in camper per raggiungere la tappa successiva: Melrose, dove abbiamo visitato le rovine di un’altra Abbazia, anche questa visibile solo dall’esterno perché in ristrutturazione.
    Di qualche anno più antica della precedente (1136), edificata anche questa per volere di Re David I di Scozia, Re molto devoto e credente, che invitò un gruppo di monaci ad istituire la prima Abbazia Cistercense di Scozia. La vecchia Mailors Abbey, costruita nel 650 e distrutta nell’839 venne così rimpiazzata, alcuni chilometri più ad ovest, dalla nuova Melrose Abbey. Con il tempo l’abbazia diventò una delle più ricche e potenti di Scozia, caratteristiche ben lontane dai valori di umiltà e di povertà che caratterizzavano l’ordine dei Cistercensi. Tale ricchezza derivava in parte dalle offerte dei fedeli più benestanti (che con il denaro si assicuravano un “trattamento d’onore” nell’aldilà) ma in particolar modo dal commercio della lana: nel XIV secolo i monaci di Melrose possedevano ben 15.000 pecore!
    Come successe nelle altre abbazie, anche Melrose dovette nel corso dei secoli affrontare e subire numerosi attacchi da parte degli inglesi data la vicinanza al confine. In particolare nel 1296 con Edward I e nel 1322 con Edward II quando l’abbazia fu saccheggiata e quasi rasa al suolo: in quell’occasione fu grazie al generoso contributo di Robert the Bruce che Melrose venne ricostruita. E proprio quel famoso Re Robert I è indissolubilmente legato all’abbazia: il suo cuore, imbalsamato e chiuso in uno scrigno di piombo fu tumulato a Melrose nel 1329 mentre il resto del corpo si trova a Dunfermline: il luogo di sepoltura è oggi segnalato da una scultura all’esterno dell’Abbazia.
    Dopo i pesanti danneggiamenti del 1540 non si intrapresero grandi sforzi per ricostruire l’abbazia che venne abbandonata dai monaci nel 1560 in seguito alla Riforma Protestante:  l’ultimo monaco di Melrose morì nel 1590. Quello che si vede oggi è molto meno rispetto a come era strutturata l’abbazia al tempo in cui ci vivevano i monaci.

    La nostra tappa successiva ci ha portato allla Rosslyn Chapel, nota per la simbologia legata al Codice da Vinci che ha dato spunto al film con Tom Hanks (Codice da Vinci del 2006) con adattamento dell’omonimo e popolare romanzo di Dan Brown.
    La Cappella fu fondata nel 1446 da William Sinclair, conte di Caithness, il quale sperava, con questa costruzione, di guadagnarsi un posto in paradiso. Con l’avvento della Riforma Protestante, la Rosslyn Chapel venne gradualmente abbandonata  e, a poco a poco, questo luogo sacro iniziò a cadere nell’oblio.
Fu solo verso la metà del XIX secolo che la Rosslyn Chapel tornò a riacquistare importanza, dopo una visita nel 1842 della regina Vittoria, che non voleva che un posto tanto bello cadesse in rovina per sempre.
    Oggi la Cappella di Rosslyn, che appartiene ancora alla famiglia Sinclair, è una delle attrazioni turistiche più visitate di Edimburgo e dintorni. Spesso al suo interno si tengono eventi e si celebrano ancora  battesimi e matrimoni.
    Durante la nostra visita siamo rimasti colpiti dai numerosi particolari che vanno ricercati con spirito di osservazione nei bassorilievi che decorano l’interno. Vi vogliamo raccontare una leggenda legata alle due colonne: quella dello scalpellino e quella dell’apprendista.
    
Si trovano una di fronte all’altra ma, osservandole bene da vicino, si nota immediatamente che una delle due presenta meno decorazioni. 
La più semplice è la “colonna dello scalpellino“, mentre l’altro pilastro, molto più ornato e bello, è detto “colonna dell’apprendista“.
    La leggenda narra che il maestro scalpellino lavorò alla costruzione della colonna più semplice, ma non ne era mai del tutto soddisfatto. Per questo avrebbe deciso di partire e recarsi in terre lontane in cerca di ispirazione. Durante la sua assenza, il suo apprendista avrebbe fatto un sogno in cui gli apparve l’immagine di una colonna particolarmente bella e decorata. Pensava fosse un segno e che il suo maestro ne sarebbe stato felice.
Cominciò, quindi, a scolpire la seconda colonna ottenendo un risultato finale eccezionale. 
Fin troppo eccezionale!!! Perché quando il maestro scalpellino fece ritorno e vide la colonna ultimata, l’invidia lo pervase e, preso dalla rabbia, afferrò un martello e uccise l’apprendista che lo aveva indubbiamente superato in bravura.
    La leggenda peraltro non finirebbe qui. Si racconta, infatti, che per punizione i volti dell’apprendista e dello scalpellino sarebbero stati  scolpiti nell’angolo del Pilastro opposto, in modo tale che lo sguardo del maestro cadesse, per l’eternità, sul lavoro del proprio allievo.
    Un’altra leggenda è legata a questa Cappella, in particolar modo alla sua cripta che si dice celi la camera nascosta dei Templari. Nessuno sa esattamente dove sia e cosa ci sia dietro. Sigillata per centinaia di anni, è del tutto inaccessibile, circostanza che ha indubbiamente contribuito a farla avvolgere dal mistero.
    La leggenda vuole che l’ingresso sigillato conduca ad una volta più grande contenente il Santo Graal, i tesori dei Cavalieri Templari e, persino, la testa mummificata di Gesù Cristo.
Ciò nondimeno nessun altro ingresso alla Cripta è mai stato trovato.

    Chi di voi abbia visto il film, ricorderà le scene girate proprio in questa cripta…
    Un’ultima curiosità riguardante la Rosslyn Chapel è quella che racconta la storia del gatto William: vissuto dal 2024 al 2021, frequentò regolarmente la Cappella instaurando rapporti amichevoli con i suoi visitatori e per questo fu soprannominato The Chapel Cat. All’entrata vicino alle biglietterie, prima di accedere al luogo sacro, troneggia un suo ritratto.
    Concluse le visite, abbiamo raggiunto la nostra area sosta per questa sera: parcheggio gentilmente offerto da un B&B nella campagna scozzese, a condizione che si consumi qualcosa. Non ci siamo tirati indietro: beer and chips circondati dalle pecore!
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