• Vista da finestra del castelloRitrtatto con kilt e borsello tipicoSala da pranzoFairy FlagParticolare del parcoParco del castelloGiochi d'acqua del parcoSnoopy e Mucca Angus neraMaol Castle

    Isola Skye: Dunvegan Castle

    1 Julai 2024, Scotland ⋅ 🌬 13 °C

    La nostra terza giornata all’Isola di Skye è iniziata stamattina sotto la pioggia. I nostri piani prevedevano la visita al castello di Dunvegan, una passeggiata fino alla Coral Beach ed il rientro a Kyleakin con sosta lungo la strada per scorte alimentari. Fortunatamente, subito dopo la colazione, il tempo è migliorato, rimanendo poi nuvoloso per tutta la giornata con qualche raggio di sole estemporaneo nel pomeriggio.
    Ci siamo recati a Dunvegan con largo anticipo rispetto all’apertura, prevista per le 10, assicurandoci così parcheggio comodissimo proprio di fronte al parco del castello.
    Il Dunvegan Castle è considerato il più antico castello occupato del nord della Scozia. Circondato da meravigliosi giardini e affacciato su una splendida baia, è stato la dimora del clan MacLeod per oltre 8 secoli, ben 30 generazioni!
    Si erge su uno sperone roccioso che domina la riva del Loch Dunvegan. Qui un tempo c’era una antica fortezza, ma l’attuale struttura del castello si ritiene risalga al 1266 circa. Il luogo era circondato da una cinta muraria che proteggeva completamente il promontorio su cui sorge il castello. Tanto che, fino al 1748 , l’unica possibilità di entrata era dal mare, un accesso che è tutt’ora presente.
    Dal punto di vista architettonico, la struttura è imponente e rispecchia il lavoro di almeno dieci periodi di costruzioni, che vanno dal 1200 al 1850. Un ultimo restauro, di tipo romantico, è stato fatto tra il 1840 e il 1850 su progetto di Robert Brown di Edimburgo.
All’interno della struttura rimangono le tracce di cinque diversi edifici ognuno dei quali ha caratteristiche uniche. Nel 1814 John Norman fece costruire il portico colonnato che fungeva da ingresso.
Partendo dall’imponente sala d’ingresso, fino ad arrivare alle riccamente decorate camere di stato, il castello si presenta come un mix unico di stili di costruzione differenti, che riflettono i gusti dei diversi capi del clan che lo hanno realizzato nel corso dei secoli.
    La storia del Castello di Dunvegan è infatti strettamente collegata alle vicende del clan MacLeod che, a parte 80 anni dopo la carestia delle patate del 1847-1850, hanno sempre vissuto qui.
    Per secoli il motto del clan MacLeod è stato “Hold Fast“. Questa frase è pure  incisa sopra la testa del toro sullo stemma di MacLeod.
Il motto proviene da Malcom MacLeod (1296-1370): sulla via del ritorno da un incontro clandestino, un toro selvaggio attaccò Malcom.
Mentre lottava contro il toro, i membri del suo Clan urlavano “Hold fast MacLeod” (“Resisti MacLeod”). Malcom riuscì a vincere e da allora il motto del Clan divenne “Hold Fast”.
    Nel castello è tutt’oggi conservata la celebre “Fairy Flag”, dietro cui si cela una delle più celebri leggende di Scozia.

    Conclusa la visita al castello, abbiamo passeggiato nell’ampio parco e nei giardini, ricchi di varie specie di piante, alberi e fiori, giungendo fino alle rive del lago, dove pare viva una colonia di foche. Per vederle avremmo dovuto però partecipare ad un’uscita in barca alla quale abbiamo rinunciato.
    Successivamente ci siamo diretti verso Coral Beach, una spiaggia definita dalle guide “caraibica”, che però non siamo riusciti a raggiungere causa un incontro imprevisto: proprio di fronte al cancello che consentiva l’accesso al sentiero verso la spiaggia una grossa mucca nera ci ha sbarrato la strada, fissando Snoopy con aria di sfida. Non ce la siamo sentiti di proseguire: la presenza del cane innervosiva molto la bovina che muggiva e non dimostrava di avere nessuna intenzione di andarsene! Abbiamo quindi rinunciato, visto che probabilmente il panorama sarebbe stato al di sotto delle aspettative, considerando la giornata nuvolosa. Nonostante si chiami Coral Beach, non c’è presenza di corallo sulla riva. Si tratta di alghe rosse dall’aspetto corallino (Maerl) che, quando la giornata è soleggiata, creano effetti singolari di contrasto fra mare e bagnasciuga.

    Durante il nostro rientro a Kyleakin siamo riusciti a fare carburante e spese alimentari (il frigo cominciava a piangere…) ed abbiamo poi ritrovato posto al parcheggio libero lungo il molo (quello vicino al monumento alla foca).
    Dopopranzo, spuntato un po’ di sole, abbiamo fatto una passeggiata fino alle rovine del castello di Maol, sul quale ci siamo anche documentati. Si tratta di una fortezza del XV sec, appartenente al clan dei Mackinnon.
    La leggenda narra che il castello fu costruito da una principessa norvegese, conosciuta come “Saucy Mary”, che si era sposata con un capo dei Mackinnon. Si racconta che abbia steso una lunga catena attraverso il Kyle imponendo pedaggi a tutte le navi di passaggio nello stretto, tranne che a quelle norvegesi.
    Durante la passeggiata abbiamo potuto osservare ancora una volta le barche in secca a causa della bassa marea.
    Domani contiamo di lasciare l’Isola di Skye per dirigerci verso Fort William.

    Curiosità
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    Per gli appassionati di cinema, segnaliamo che Dunvegan Castle è comparso in numerosi film. Tra i principali ricordiamo il classico “Highlander” del 1986 con Christopher Lambert e Sean Connery; “47 Ronin” del 2013 con Keanu Reeves; “Un amore di testimone” con Patrick Dempsey, al quale hanno partecipato anche alcuni membri dello staff del castello; e più recentemente “Macbeth” con Michael Fassbender e Marion Cotillard.

    Le leggende sulla Fairy Flag
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    Secondo la leggenda, la bandiera sarebbe un dono alla famiglia MacCleod delle fate e avrebbe poteri magici.
Si narra che, se la bandiera fatata viene mostrata durante una battaglia, il clan possa sfuggire alla sconfitta e uscirne vittorioso.
    La bandiera, però, può essere utilizzata soltanto tre volte e, a quanto consta, pare sia già stata usata due volte nella storia del clan dei MacLeod. Ci sono, tuttavia, diverse versioni sulla leggenda della Fairy Flag:

    a) versione del Crociato: durante una crociata in Terra Santa, un MacLeod ricevette cibo e riparo da un eremita sul passo di una montagna. L’eremita lo avvertì della presenza di uno spirito maligno, distruttore dei credenti, a guardia del passo, e che un pezzo della Vera Croce era necessario per poter procedere. MacLeod tuttavia sconfisse lo spirito, detto la Figlia del Tuono. Questa gli rivelò in punto di morte il futuro del clan, intimandogli di fare della sua fusiacca uno stendardo, usando come asta la sua lancia.

    b) versione del Ponte delle Fate: si racconta che un capo del clan MacLeod si fosse innamorato di una principessa delle fate. Il padre della principessa era però contrario al matrimonio, ma sua figlia voleva a tutti i costi sposare il capo dei MacLeod.
Fu così che il padre accettò ad una condizione. Si doveva trattare di una specie di matrimonio a scadenza che avrebbe dovuto durare un anno e un giorno. Alla fine del periodo concordato la Principessa sarebbe dovuta tornare nel suo magico regno, senza portare con sé nulla che appartenesse al mondo degli uomini.
Si raggiunse un accordo e per un anno la coppia visse felicemente a Dunvegan. E dalla loro unione nacque anche un figlio.
    Ma alla fine del periodo concordato, la Principessa dovette tra le lacrime salutare e dire addio al marito al Fairy Bridge, non lontano dal castello.
Prima di allontanarsi fece tuttavia promettere all’amato marito che non avrebbe mai consentito al bambino di piangere, perché il suono del suo pianto l’avrebbe raggiunta anche nei regni fatati.
Il capo MacLeod pur distrutto dal dolore accettò. Per cercare di rincuorarlo i membri del suo clan pensarono bene di organizzare una grande festa per il suo compleanno, così per consolarlo almeno in parte della perdita della sua amata. I festeggiamenti durano tutta la notte, e anche la giovane governante incaricata di sorvegliare il bambino si allontanò per assistere ai festeggiamenti.
    Potete ben immaginare cosa sia successo dopo. Il bambino, lasciato solo cominciò a piangere, e la madre lo sentì fin nel suo regno fatato.
Lei apparve allora accanto alla culla, e avvolse il bambino nel suo scialle, cantandogli una dolce ninnananna per riaddormentarlo.La governante tornò e, sebbene potesse sentire il suono ninna nanna, non riuscì a vedere nessuno. Prese il bambino, ancora avvolto in quello strano scialle, e corse dal capo per raccontargli quello che era successo.
    Quando il bambino crebbe, raccontò a suo padre una strana storia.
Gli disse che lo scialle era una sorta di talismano e che semmai il clan si fosse trovato in pericolo avrebbero dovuto agitare lo scialle tre volte e gli eserciti provenienti dal regno delle fate sarebbero corsi in loro aiuto. Si trattava di fatto di un’arma magica e potente, ma, anche questa volta, c’era una condizione. La bandiera fatata avrebbe potuto essere usata, al massimo, solo tre volte, poi sarebbe tornata alle fate.
    La bandiera, in effetti, pare sia già stata usata due volte.
Una volta quando il clan era in lotta contro i suoi acerrimi nemici, i MacDonald. In quell’occasione il capo del clan sventolò la bandiera tre volte e la sorte della battaglia girò in favore dei MacLeod.
La seconda volta fu quando le mandrie di bovini dei MacLeod si ammalarono per via della peste e i membri del clan morirono di fame. Il capo clan sventolò la bandiera e le fate fecero in modo che il bestiame tornasse in salute.

    c) terza versione della leggenda: vuole che la Bandiera delle Fate venga custodita dagli eredi del clan, e che solo il maschio più anziano della famiglia possa spiegare la bandiera.
    Nel 1939 un incendio minacciò di distruggere il castello. Incredibilmente, solo quando la bandiera fu in salvo le fiamme si calmarono.
    Si racconta inoltre che, durante la seconda guerra mondiale, molti militari appartenenti al clan MacLeod custodissero nei loro portafogli una foto della bandiera delle fate. Si dice anche che nessuno degli aviatori che aveva con sé la foto sia morto nello sbarco in Normandia.
Non solo. Si racconta pure che il capo del clan MacLeod si fosse addirittura offerto di portare la bandiera a Dover qualora i tedeschi avessero invaso la Gran Bretagna.Per fortuna il suo intervento non fu necessario, e la Fairy Flag è ancora in attesa del suo terzo utilizzo.

    Attualmente la bandiera risulta custodita in una vetrina speciale nel Castello di Dunvegan. Test scientifici eseguiti sul tessuto rivelerebbero che la bandiera è di seta di Rodi o della Siria e risalirebbe ad un periodo collocabile tra il IV e il VII secolo. La provenienza è molto antica e si suppone, dunque, che sia stata portata dalla Terra Santa da qualche crociato.
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