• Polonnaruwa

    2024年8月30日, スリランカ ⋅ 🌬 33 °C

    La colazione è servita: frutta, uova e fette di pane tostato! Giusto il tempo di cambiarci e siamo di nuovo in pista, per un’ora di strada asfaltata. Ci cade l’occhietto e ci svegliamo parcheggiati alla meta: il complesso di rovine e luoghi sacri di Polonnaruwa. Questa città era attorno al 1100 d.c. un grande centro religioso e di commercio dove regnavano i potenti sovrani cingalesi. I siti sono centinaia e non basterebbe una settimana per visitarlo tutti con attenzione. Noi abbiamo poche ore e nonostante il nostro odio per un turismo mordi e fuggi è meglio di niente.
    Fortunatamente le rovine meglio conservate sono concentrate in punti strategici e iniziamo con l’acquisto del biglietto comulativo (30 danari per gli stranieri!) e la visita al museo adiacente. Qui troviamo numerose scolaresche che scambiano timidi saluti e ridacchiano quando ricambiamo.
    È un peccato che anche in questo museo sia vietato scattare fotografie, avrebbe aiutato la nostra memoria e la nostra pigrizia, dato che per il caldo e la quantità di gente, non ce la siamo sentita di leggere con dedizione tutte le numerose e lunghissime didascalie. Le statue ed i resti degli scavi sono affascinanti, sono stati rinvenuti persino attrezzi chirurgici!
    Usciti dal museo cambiamo zona e procediamo verso il gruppo di rovine del royal palace. Qui veniamo per la prima volta infastiditi da venditori molto motivati, che non ci lasciano neppure tregua per leggere la guida e capire che cosa stiamo osservando! Ci spostiamo e andiamo direttamente a quello che dovrebbe essere il masterpiece, ovvero il palazzo del re, o quel che ne rimane, solo delle mura molto alte con i segni delle travi, che secondo i racconti sorreggevano ben 7 piani, con un totale di 50 stanze e 30 colonne: un palazzo decisamente enorme per l’epoca!
    Torniamo alla macchina per spostarci alle rovine del quadrilatero, la parte più popolare! Prima però concediamo un piccolo snack rinfrescante, offrendolo anche a Purna.
    Essendo questa parte un sito buddista, dobbiamo toglierci Birkenstock e cappelli, ardua impresa considerato il sole a picco sulle pietre e sulle capocce. Ci siamo scordati i calzini e la nostra visita diventa una comica danza saltellante tra un micro pezzo d’ombra e l’altro, con intermezzi sabbiosi appuntiti o roccia rovente.
    Abbracciamo la sofferenza come essenziale aspetto della vita, da bravi discepoli buddisti e continuiamo la nostra visita alle rovine, decisamente più affascinanti e meglio conservate: qui entriamo subito nel tempio Circolare Vatadage, con 4 meravigliose statue in pietra e decoratissimi ingressi in bassorilievo. Proseguiamo la visita a tempi meno dettagliati, ugualmente affascinanti però bollenti e finalmente ci riposiamo sotto un albero della bodhi mentre osserviamo la Satmahal Prasada, una struttura anomala, simile ad una ziggurat a piani molto alti e il Gal Pota, ovvero una riproduzione in pietra di un libro scritto in foglie di palma. A me pareva una lapide!
    Ormai abbiamo preso il ritmo, cambiamo l’ultima location per visitare l’ultima fermata di questo tour immersivo e procediamo al gruppo di rovine settentrionale. Partiamo dal Kiri Vihara e
    questa volta indossiamo al volo un paio di calzini che troviamo nello zainetto e decidiamo di condividerli (un calzino a testa) per patire un pochino meno le pietre ustionanti sotto i piedi.
    Le stupe sono di grande impatto visivo e qui in Sri Lanka sanno come fare effetto. Non siamo ancora in grado di capire se sono vuote o se dentro nascondano cunicolo come le piramidi, ma di certo le piccole stanzette esterne sono piuttosto deludenti e poco curate, almeno in questo caso. Giriamo attorno, contemplandone la vastità.
    È il turno di Rankot Vihara, un’altra stupa alta 54 metri, la più grande della città e quarta di tutta l’isola! Proprio qui sono stati ritrovati gli attrezzi chirurgici osservati al museo.
    Iniziamo a trascinare i piedi dall’altra parte della strada e con senso di colpa non riusciamo a dare la giusta attenzione alle statue giganti del Buddha scolpite in un’unica lastra di granito (il Buddha in piedi è di ben 7 metri).
    Complice il caldo ormai difficile da sostenere, decretiamo il definitivo termine alla giornata culturale. Ci aspetta un’ora di strada di ritorno decidiamo e di concludere la giornata in un modo davvero speciale 🪷
    もっと詳しく