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  • Day 1

    Da Chennai a Tirupati

    April 1 in India ⋅ ☀️ 39 °C

    Nella lunga attesa/supplizio a Chennai avevamo già deciso di andare Tirupati, un viaggetto di circa 5h di treno.
    Non riuscendo da app a registrarci sul sito delle ferrovie ( ci riuscirò solo qualche sera dopo dal PC), facciamo la coda per i biglietti e prendiamo due biglietti unreserved per il prezzone di 140 rupie e tentiamo la suerte.
    Sul treno una coppia indiana gentilissima ci aiuta a trovare posto e scopriamo che anche loro sono senza prenotazione 😅.
    Un sadu ci chiede da mangiare e rimane stranito quando diamo una mela.
    Arriviamo a Tirupati alle 19 del 1 aprile, siamo in piedi dalle 5 del giorno prima.
    Il giorno prima ancora ho lavorato fino alle 20, abbiamo mangiato una pizza Torinese in un paese nella periferia di Madrid e guidato 2h fino ad un carico scarico crollando poi alle due di notte notte dopo aver messo in ordine tutto il van.
    Le poche ore di sonno rimaste le passeremo a lottare con l'impasto di quella pizza presa per fretta e disperazione per la corsa pre-partenza.
    Siamo in sostanza ufficialmente stracotti, puzzolenti, senza dormire da quasi 3gg e senza mangiare.
    Con le ultime forze cerchiamo di prenotare con airbnb un posto per crollare e ne troviamo uno semi decente in un quartiere povero di Tirupati.
    Arrivare all'hotel ci dà modo di vedere molto di questi quartieri.
    Lanciamo gli zaini in camera, usciamo a cenare (ero così stanco che non ricordo la cena!), doccia e crolliamo letteralmente!
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  • Day 1

    Arrivo a Chennai

    April 1 in India ⋅ 🌙 27 °C

    Dopo la contentezza iniziale per essere entrati in India inizia un piccolo calvario dovuto al caldo e all'orario d'arrivo.
    Tutto è chiuso in aeroporto alle 3 di mattina e, una volta usciti (Path obbligato) non si può più rientrare.
    La prima metro è alle 5 e si paga in contanti. Spesso i militari che presidiano ogni ingresso dell'aeroporto e la gente normale parlano solo Tamil e non inglese e hanno difficoltà a leggere il Tamil da Google translate.
    Siamo partiti il giorno prima alle 8 di mattina con sveglia alle 5 per svuotare il camper e portarlo per un mesetto in un parcheggio custodito a Madrid.
    Siamo quindi stanchissimi, morti di caldo (33 gradi da termometro e 40 percepiti) e poco lucidi.
    Le missioni necessarie di oggi sono:

    - Prelevare
    - Prendere la SIM indiana necessaria per tante cose.
    - Scegliere un posto dove andare per lasciare Chennai in giornata (non siamo amanti delle metropoli e poi la rivedremo al ritorno prima di del volo di rientro)

    Iniziamo a vagare nel centro commerciale davanti all'aeroporto aperto ma senza attività aperte e soprattutto senza bancomat.
    La stanchezza e gli zaini si fanno sentire.

    Troviamo finalmente un bancomat in fondo all'aeroporto davanti al terminal 1 , l'unico fuori dall'aeroporto, e aspettiamo le 5 per la prima metro.
    I biglietti vanno presi sapendo la stazione di destinazione perché il prezzo varia fermata per fermata.
    Scegliamo d'istinto la fermata della prima delle due stazioni di bus.
    La metro è pulita ed efficiente, la gente ci guarda, siamo gli unici non indiani sul treno ed eravamo gli unici non indiani anche nel volo da Abu dabi a Chennai.
    Alla stazione dei bus abbiamo il primo impatto con l'India.
    Gente che dorme per terra ovunque,
    Tuk tuk che si fermano tagliandoti la strada per offrirti un passaggio o una camera, molto sporco ovunque, la prima merdona di vacca evitata, un quasi conato di vomito passando davanti ai bagni pubblici e tanto traffico di bus locali senza vetri e le grate alle finestre di cui ti chiedi dove vanno e se ci arriveranno, visto come son messi 😅.
    Abbiamo visto uno spaccato di India che si risveglia tra povertà e gente normale, musulmani, cristiani ed induisti che vivono pacificamente, ma niente SIM!
    Decidiamo di andare con la metro alla stazione centrale dei treni e dei bus in cerca della famigerata SIM.
    Giriamo, cerchiamo, sempre senza colazione e carichi degli zaini, ma nada.
    Alla fine scopriamo da un venditore di SIM che gli stranieri devono farle per forza nei negozi delle compagnie, nel nostro caso airtel, e questi negozi aprono tutti alle 10.
    Sono le 7.30, fa un caldo boia, di quello bello afoso, e non abbiamo una mazza da fare.
    In più, a Chennai sembra impossibile sedersi.
    Se consumi al ristorante per strada di guardano storto 2 sec dopo che hai finito il piatto.
    Non esiste un concetto di bar come da noi dove ti siedi a bere un caffè di 1cl per un'ora nel mentre che leggi il giornale.
    La sala d'attesa della stazione è super affollata e, se ti ci beccano dentro senza biglietto, ti cacciano con tanto di multa.
    Io faccio la mia prima timida e ignorante colazione con un sambar vada rifiutando il sambar per paura di diarrea. Sambar che ora mangio a litri anche nei peggiori baracchini di strada col poori.
    Siamo senza mappa e disorientati da stanchezza e stupidità per non averle scaricate offline prima.
    Proviamo a sederci sulle panchine pubbliche, ma pare che anche là a Chennai sia a tempo, la Security ti caccia dopo 20 Min su ordine dei militari che sono ovunque in giro.
    In sostanza, con due zaini rispettivamente da 50 (io) e 65 (Dani) Litri, a Chennai se non hai una casa o stai facendo qualcosa non ti siedi!
    Concordiamo con un tuk tuk per 120 rupie perché ci porti al negozio della airtel.
    Lui fa il furbo e ci porta in un negozio a neanche 500mt da là dove già siamo stati a piedi ed in cui ci hanno detto appunto che si poteva solo nei centri ufficiali.
    Il driver è interdetto e ci chiede molto per portarci dove deve dopo aver chiesto al negoziante esattamente dove.
    Il negoziante ci aiuta a spuntare un prezzo di 170 rupie, compreso il pezzo già fatto 😉.
    Alla fine di rupie ne daremo 180 mancia compresa.
    Sono le 9.20 e girovaghiamo davanti al negozio della airtel che stoicamente apre alle 10.00 e 40 sec nonostante ci siano dentro 6 dipendenti dalle 9.30 😮‍💨.
    Nel mentre vediamo gente praticamente in mutande tutta dipinta che scherza. È lo strascico della Holy fest versione quartiere poverissimo.
    Tentiamo anche di farci sistemare il vetro del cellulare che la bancarella dichiara scontato a 10 rupie per poi spararne 100 con me indignato che me ne vado e lui indignato altrettanto 😗.
    Proviamo anche a mangiare nuovamente ma, tra il non sapere i piatti e i camerieri che non ti mollano mezzo secondo, mangiamo un qualcosa a caso velocemente e male.
    Facciamo sta benedetta SIM e scopriamo che il negozio è a 300mt da un metro, ma effettivamente molto lontano dalla stazione centrale.
    Continua nella prossima impronta.
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  • Day 115

    Arrivo ad Oporto

    July 18, 2023 in Portugal ⋅ ☀️ 22 °C

    Dopo aver accompagnato Dani mi son diretto ad Oporto in cerca di un parcheggio in città e per andare a cena da una cara collega ed il suo compagno e, soprattutto, per vedere la loro stupenda bambina Sandra di meno di un anno.
    Ho trovato questo stupendo parcheggio nella prima foto, ma non mi sentivo sicuro, troppi tipi strani attorno passati più volte con occhi fissi si Charlie.
    Ho quindi deciso di parcheggiare vicino a casa della mia collega, cenare e poi spostarmi.
    Ho trovato in piena notte un parcheggio mozzafiato nella zona di Gaia (nome che adoro perché così viene chiamata anche la madre terra!), bordo scogliera e con spiaggia di fianco. Un po' affollato ma tranquillo.
    Mi è piaciuto così tanto che ci ho passato vari giorni a lavorare e non fare assolutamente nulla oltre questo, se non leggere e annoiarmi davanti al mare.
    Le uniche cadenze fisse erano lo yoga la mattina e il lavoro.
    Solo dopo 2 giorni ho preso la bici (dal parcheggio parte una bellissima ciclabile verso Porto) pieghevole e fatto un lungo giro per tutta Porto. Se non ho fatto tutti i suoi colli poco ci manca! Di sicuro 35km li ho fatti! Il dislivello lasciamo stare 😅.
    Porto mi ha sorpreso.
    Togliendo le zone turistiche comunque carine, mi è apparsa più viva, più verace e meno imbellettata di Lisbona che è comunque una stupenda città.
    Ci potrei quasi vivere.
    Ha tutto ma è a misura d'uomo.
    Non pago, il giorno dopo sono anche andato ad arrampicare al São climbing gym per procacciarmi dei partner d'arrampicata e nel farlo mi son fatto penso i colli di Porto che mi mancavano 😅!
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