- Show trip
- Add to bucket listRemove from bucket list
- Share
- Day 5
- Thursday, August 7, 2025 at 10:33 AM
- ☁️ 32 °C
- Altitude: 52 m
China东城区39°55’4” N 116°23’27” E
Città Proibita e Tiananmen Square
August 7 in China ⋅ ☁️ 32 °C
La terza giornata a Pechino ha un piano leggermente più rilassato. Dobbiamo visitare due delle attrazioni principali, la Città Proibita (residenza dell’imperatore e delle sue migliaia di concubine) e Tiananmen Square (la piazza più grande al mondo) e passare il resto del tempo a girovagare per Jingshan Park. Partiamo troppo rilassati e quando usciamo dall’albergo siamo già in ritardo per l’appuntamento per la nostra prima visita. Entrare nella Città Proibita non è per niente semplice, la quantità di persone che ci accede e la attraversa ogni giorno è veramente incredibile. Facciamo una fila in mezzo a gente che corre, che prova a superare, guardie che urlano in cinese, un caldo insopportabile e l’ansia di essere troppo in ritardo per riuscire ad entrare. Stressiamo le nostre guide che ci hanno acquistato i biglietti e alla fine riusciamo ad accedere. Per alcune attrazioni in Cina si acquistano i biglietti associando il passaporto e poi si mostra solamente quello per fare la visita: la Città Proibita è uno di questi casi.
Finiti tutti i controlli necessari acquistiamo delle audio guide elettroniche in italiano che si attivano quando ci si trova fisicamente davanti ad uno dei siti per cui è prevista una spiegazione. Seppur sia un sistema molto comodo, alle volte la localizzazione non funziona molto bene e a turno dobbiamo urlarci qualche spiegazione a vicenda mentre proseguiamo nella visita. Alcune cose interessanti da sapere:
- Sui tetti dei palazzi all’Interno della città proibita sono scolpiti un numero di animali pari al numero di piani del palazzo stesso
- L’ingresso alla città proibita era vietato per i cittadini cinesi, pena una morte lunga e dolorosa
- Le concubine potevano lasciare la città solamente una volta all’anno per vedere le proprie famiglie
- Le guardie all’interno della città proibita erano eunuchi e avevano il compito di proteggere l’imperatore e le sue concubine
Seguiamo un flusso immenso di persone che si muove dentro tutta la città che è veramente enorme. Anche questa visita si rivela essere piuttosto sfidante dal punto di vista fisico, ma anche in questo caso ne vale assolutamente la pena.
Una volta terminato siamo indecisi su come proseguire causa stanchezza in aumento. Decidiamo che è il momento giusto per concederci una pausa in un caffè in stile cinese in cui troviamo il nostro primo water elettronico. Proprio mentre recuperiamo le forze ci arriva una mail che cambia completamente il nostro umore, il nostro volo per Chengdu del giorno seguente è cancellato (vedi prima e post con il matcha latte). Iniziamo ad impanicarci e a cercare soluzioni e dopo un’oretta finalmente ci arriva un’altra mail che ci comunica che ci hanno riassegnati ad un altro volo. Risolto il dramma ci concentriamo sul portare a termine la missione lasciata in sospeso dal giorno precedente: mangiare l’anatra alla pechinese. In questo momento scopriamo un’altra grande verità di Pechino, spostarsi intorno alla zona della Città Proibita è complicatissimo. Nessun taxi o Didi può raggiungere le strade per prelevarci e quindi siamo costretti a recarci a piedi al ristorante che avevamo scelto, Quanjude. Una volta seduti a tavola ordiniamo usando Google Traduttore e cerchiamo su Internet il modo corretto per mangiare l’anatra, questo è quello che abbiamo trovato: riempire le piadine con salsa alle ostriche, anatra, cetrioli, porro crudo, carota e rapanelli, chiudere tutto e mangiare con le mani. Procediamo quindi in questo modo e rimaniamo abbastanza soddisfatti. A questo punto siamo nuovamente in ritardo sulla tabella di marcia, ci affrettiamo quindi verso Piazza Tiananmen. Anche entrare in questa piazza è molto complesso, sia dal punto di vista organizzativo che logistico. Abbiamo dovuto registrarci su un sito cinese da WeChat per poter entrare gratuitamente, e raggiungere l’entrata ha comportato una camminata di 30min nonostante avessimo preso un Didi per farci portare all’ingresso, perché dal punto in cui ci ha lasciati l’autista non potevamo attraversare la strada.
La piazza ci lascia un po’ scettici, la giriamo abbastanza velocemente e poi corriamo al riparo dal sole.
A questo punto siamo costretti a rimuovere il Jingshan Park dall’itinerario e dirigerci direttamente verso la meta prevista per la sera.Read more





















