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- Dag 3
- tirsdag den 1. oktober 2024 kl. 16.30
- ☁️ 19 °C
- Højde: 693 m
SpanienTríacastela42°45’22” N 7°14’6” W
Il proprio limite
1. oktober 2024, Spanien ⋅ ☁️ 19 °C
La tortilla mi ha dato una nuova carica, mi rimetto la camicia fradicia, sospiro ed esco dal calduccio del bar.
Girato l’angolo ci sono due cavalli altissimi. Mi supereranno a breve cavalcati da due pellegrini (sì, si può fare il cammino anche così), cosa che gli ho inviato molto.
Soffro i primi 20minuti per il freddo e i capelli bagnati che mi fanno colare goccine gelide sul collo, poi mi scaldo in fretta.
Gli occhiali sono inutili, non vedo nulla con la pioggia, ma il cammino è ben visibile e ancora in salita
Ma non era finita?
A quanto pare no. Manca l’ultimo pezzo mortale e poi pare sia tutta discesa.
Mi ammazza, ma mi drogo con la musica, metto qualcosa di cattivo e vado spedita. Ogni tanto delle volate di vento mi spingono via la mantella, mi bagno le gambe, ma i piedi sono la parte peggiore, ormai ad ogni passo è tutto uno sciaft sciaf 💧
Vado convinta per un’ora e mezza, ma arrivata a Fonfria sono a pezzi
Ancora una volta arrivo al mio obiettivo minimo: 16 km, dai, con tutta quella salita, la pioggia ed il vento, non male!
Peró tutti arrivano a Triacastela, altri 10 km…
Rimurgino un attimo mentre mi rimetto il poncho appeso all’esterno del bar dell’ostello dove ho preso un te caldissimo.
Piove ancora, la camicia è bagnata, le calze zuppe… forse forse potrei fermarmi qui.
Ma ho ancora energia, posso continuare.
L’unico problema è che in mezzo non c’è molta scelta per dormire, è una scommessa.
Decido per andare.
In fondo non ho fretta, vado piano e arriveró quando arriverò.
Ecco, decisione pessima proprio.
Dopo pochi chilometri il mio piede sinistro inizia ad avere fitte sempre più forti.
Il tempo peró migliora, tolgo il poncho, si apre il cielo, il sole quasi spunta sulle vallate di un verde brillante. Puoi mollare davanti a questa meraviglia?
Mucche, cani, fattorie. Il vento asciuga la camicia ed i capelli
Ma il piede fa male, mi fermo per una pausa con una barretta energetica. Riprendo, ma non cambia nulla, il dolore persiste.
Mancano 3 chilometri, tutti in discesa ripida su sassolini e fango. Per un po’ resisto con dignità, poi inizio a zoppicare. Infine piango.
Un pianto disperato per i successivi ultimi 2 chilometri (e meno male che nessuno mi ha vista). Cuffie, singhiozzi e passi veloci per arrivare il prima possibile. Appena supero il cartello del paese ricomincia a piovere. Arrivo ad un albergue a caso, di nuovo umida, chiedendo se c’è posto. Voglio solo fare la doccia e dormire.
Scopro che si è formata una vescica sotto il mignolo sinistro! Domani cerotto, per il momento mi massaggio piedi e gambe doloranti. Forse dopo andrò a mangiare qualcosa, per il momento, buona notte.Læs mere













