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- Día 4
- miércoles, 2 de octubre de 2024, 16:12
- 🌧 19 °C
- Altitud: 432 m
EspañaSarria42°46’34” N 7°24’43” W
Equilibri
2 de octubre de 2024, España ⋅ 🌧 19 °C
Basta poco per non ricordarsi di come si è arrivati alla meta.
Mentre cammini e passi da momenti di euforia a pensieri suicidi, il corpo si muove, a volte prendi un ritmo che nemmeno pensavi di poter sostenere, altre volte ti trascini lenta. Il difficile è capire l’equilibrio tra muscoli, fiato e mente. A volte semplicemente tutto si incastra alla perfezione, altre volte qualcosa prende il sopravvento. La mente: adesso torni a casa. Il fiato: penso di morire. I muscoli: se sforzi ancora ci sfilacciamo tutti.
Mentre ragioni sul dialogo immaginario tra le varie parti del mio essere, decido che sono stanca. Mi fermo al prossimo albergo, non importa se costerà di più e infrango il patto con me stessa di andare solo in ostelli: sono stanca e devo imparare ad ascoltarmi.
Guardo su maps e se torno indietro giusto qualche centinaio di metri, c’è un posticino che sembra davvero carino. Arrivo ad una villa, il cancello è chiuso e c’è scritto di suonare. Lo faccio tre volte. Chiamo al telefono un paio di volte, nulla. La frustrazione è alla stelle. Avevo deciso di fermarmi, era la mia decisione. Continuare a camminare significare fare altri 6/7 chilometri e arrivare a Sarria. Avevo già accettato la sconfitta di non arrivarci.
Sospiro, coraggio, riparto.
Entro in modalità automa e mi drogo di musica per un paio d’ore. Ormai il poncho vive una relazione tutta sua con il vento, lo accetto rassegnata. Piango (ma non fa più notizia)
Il sentiero si unisce alla statale. Qualche campeggio aperto, qualche casa, due stronzi che mi superano correndo e saltellando. Piove piove piove.
Finalmente passo davanti ad un ristorante, forse ha delle stanze. Entro e mi ritrovo ancora una volta davanti Paolo, il ragazzo conosciuto la prima sera e i suoi amici che, come sempre, non salutano. Boh.
Mi dico sorpresa di vederlo, già me lo immaginavo a Sarria, fresco e riposato. Io gli confesso che non so se riesco ad arrivarci.
“Ma che dici Alba? Sei già a Sarria. Il centro è a un chilometro e mezzo”
Sgrano gli occhi. Ci sono! Cazzo si. Ma come ho fatto? Improvvisamente mi tornano le energie!
Mi fermo a mangiare, l’oste mi propone il menù del pellegrino, senza ascoltare troppo accetto e presto mi arriva un pentolone di zuppa fumante di patate e pancetta. Mi servo una volta e son già piena. Dopo arriva un piattone di pollo in casseruola, patatine fritte e insalata mista. Troppo. Non riesco a finire nonostante i solleciti “mangia, devi recuperare le energie”. Il cammino e i pellegrini sono parte integrante del territorio e i locali a volte sono molto incoraggianti. Declino il dolce, pago e dei signorotti del paese attaccano bottone, mi offrono addirittura un passaggio all’albergue (che ne frattempo ho prenotato su booking). Ringrazio, saluto e dopo pochi minuti di cammino sono alla reception del mio ostello. Dopo avermi sistemata nuovamente sulla parte superiore del letto a castello (ultimo posto disponibile), mollo lo zaino e corro in farmacia ad acquistare i cerotti, disinfettante e arnica. Il farmacista ride e mi dice che mi sto caricando troppo. Io rispondo che ne prendo tanti, nella speranza di poterli condividere, come hanno fatto con me. Sorride e mi saluta “buon camino”.
Nella via del ritorno acquisto un bastone in un negozio di cinese ed una misera cena frugale, con qualche snack per non rimanere mai senza zuccheri!Leer más











