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  • Day 7

    Petra

    March 8, 2023 in Jordan ⋅ ☁️ 7 °C

    Petra il primo giorno ci ha un po' delusi. Cioè, bella è bella: ma come ci era parso per il Taj Mahal, quando arrivi è esattamente quello che vedi nei miliardi di foto, video, illustrazioni, trasmissioni TV che da Licia Colò in giù hai già avuto modo di ammirare. Ti ha già stupito prima di arrivare. Certo, l'impatto è comunque impressionante: esci da uno strettissimo canyon di suggestiva roccia rossa e improvvisamente ti trovi davanti il Tesoro, il tempio quello famoso, splendido e ancora perfetto dopo 2100 anni (!!). Ma non aiuta che sia anche la cosa meglio conservata che c'è da vedere, te la giochi subito, e nel resto del primo giorno comunque fai in tempo a visitare tutti i monumenti principali abbastanza agevolmente (con "soli" 18km a piedi, va detto). E quindi? Tutto qua? Perché dicono: minimo due giorni, meglio tre?

    Il secondo giorno, ecco, serve a innamorarti di Petra. E' un parco archeologico immenso, più di 250 chilometri quadrati, e dalla strada del primo giorno si dipartono stradine, scalette, salite, discese, passaggi, canyon, letti secchi di fiumi, è tutto da esplorare, è tutto esplorabile facilmente ed è un attimo farsi "la propria avventura". Le pareti di arenaria rossa, gialla, blu salgono a picco, ma c'è sempre una strada; puoi andare su su fino a una delle cime (con la bandiera della Giordania che sventola ovunque) o stare giù, come vuoi. Ogni pezzo di roccia da lontano sembra... roccia, ma ti avvicini e improvvisamente compaiono centinaia di grotte naturali, celle scavate dall'uomo nei secoli, facciate di templi a decine, scolpite o solo abbozzate nella pietra morbida. Gli strati di arenaria scolpiti dal vento formano disegni pazzeschi, e i soffitti delle grotte/celle/camere sacre sono neri di fumo, di millenni di fumo. Perché Petra è appunto stata abitata da duemila anni e i beduini ci vivono ancora, per cui tante delle grotte hanno proprio la porta di casa, o anche solo un tappeto per terra e un falò con una teiera.

    Fuori da tutto questo c'è un mondo che brulica: i beduini che portano in giro frotte di visitatori coi loro dromedari, asinelli, cavalli; o che vendono mercanzia inaspettatamente interessante, se cerchi trovi anche cimeli autentici per pochi dinari; o semplicemente greggi di pecore che si affrettano verso il pascolo tra i turisti. Una vera meraviglia. Poi punti in una direzione, verso delle rovine all'orizzonte, e sali sulle rocce, le scarpe aderiscono benissimo su questa pietra, è sempre come una scala. Cammini. A destra e sinistra piccoli o grandi anfratti da esplorare. Più avanti in tre lamiere messe a casetta una beduina fa il caffè, e fai una sosta, anche per due chiacchiere con la signora. Nel terreno delle buche squadrate perfettamente, non sono indicate in cartina, ci sono talmente tante cose qui che è impossibile sapere tutto di tutto; si tengono il loro mistero.

    E quando torni al Tesoro, verso casa, ti sembra nuovo: perché te lo sei meritato, hai visto tutto il resto, hai vissuto un po' con la testa in questo mare pazzesco di storia e gente, e ora questa facciata stupenda per te è il magnifico ingresso di una città davvero fuori dal mondo.

    Un giorno, la vedi. Due giorni, la conosci. Tre giorni, la vivi. 54 km a piedi, su e giù. Siamo finiti; eppure è un'esperienza unica, che rifarei anche domani. O meglio, mi dicono i piedi: settimana prossima 😅
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