• Nikko in tre ore

    11 de agosto de 2024, Japão ⋅ ☀️ 30 °C

    Ci svegliamo prestissimo, facciamo colazione svelti e alle otto e mezza siamo già arrivati alla stazione dei treni di Asakusa.
    L’obiettivo della giornata è visitare Nikko, una cittadina a due ore di treno a nord di Tokyo, tra le foreste, con una serie di templi patrimonio dell’umanità.
    A casa, al momento di prenotare i vari spostamenti, avevamo trovato la soluzione perfetta in uno di quei siti dove raccolgono le esperienze da fare quando sei in viaggio: pass di due giorni per Nikko che per la modica cifra di 17€ in due ti concedeva il treno andata e ritorno da Tokyo, più gli spostamenti in autobus per il paese.
    In stazione mostriamo quindi il pass ai controlli, ci avviamo verso il binario e una graziosa signora ci ferma per ricontrollarlo. Ci spiega che il pass che avevamo comprato era valido si, ma non per il treno express diretto: avremmo dovuto cambiare tutta una serie di treni locali per riuscire ad arrivare a Nikko. Potevamo si pagare la differenza, ma ovviamente essendo domenica, in mezzo ad un ponte festivo in Giappone, gli unici posti disponibili sarebbero stati sulla corse delle 11.
    Delusi dalla situazione e con poca voglia di aspettare, accettiamo la sfida di fare i cambi: fotografiamo il percorso che la signora aveva già preventivamente scritto con gli orari e le stazioni e ci buttiamo sul primo treno in partenza.
    La corsa, invece di durare due ore, ne dura ben quattro. Cambiamo cinque treni, ne sbagliamo uno a metà e torniamo indietro per una tratta e ci buttiamo dentro carrozze a caso cercando di seguire le tracce su Google maps. Fortunatamente, non abbiamo mai incrociato un controllore, nè probabilmente avremmo dovuto farlo: quando hai un tornello per il biglietto alla stazione d’entrata e uno a quella d’uscita e di base sei un paese che per cultura segue le regole, non è necessario controllare.
    Arriviamo quindi a Nikko che è già l’una del pomeriggio.
    Fortunatamente, essendo più alto rispetto a Tokyo, la temperatura è più bassa di qualche grado, sempre caldo ma già più sopportabile.
    Durante le tratte, per non dover più cascare nel tranello del ritorno lungo un’odissea, abbiamo preso i biglietti online dell’express ma, ovviamente essendo domenica, l’unico disponibile era alle quattro del pomeriggio. Il che significava che la nostra giornata a Nikko sarebbe durata solamente tre ore.
    Dalla stazione ai templi ci sono circa un paio di chilometri di strada da fare a piedi, in leggera salita, sotto il sole. Pensiamo quindi di prendere furbamente l’autobus (tanto avevamo il pass) ma dopo un quarto d’ora e cinquecento metri di traffico, smontiamo e ce la facciamo a piedi.

    Arriviamo alla zona dei templi di Toshogu, detti Shrine. Saltiamo con soddisfazione una coda chilometrica per entrare avendo fatto il biglietto online durante le quattro ore di treno, remori dell’errore del mattino.
    Il parco dei templi è meraviglioso: costruzioni in legno decorate di rosso verde e giallo, raffigurazioni di draghi, scimmie e uccelli dappertutto. Partecipiamo pure ad una lezione di preghiera nella costruzione principale, seduti in ginocchio sul tatami.
    Siamo affascinati dalla storia e la pace che trasmette il posto, al fresco sotto l’ombra di sequoie altissime.
    Il tempo stringe, ridiscendiamo la strada principale in cerca di cibo veloce: ci infiliamo in un ristorantino dove fanno diversi piatti a base di yuba, la pellicina commestibile che si crea facendo fermentare il tofu. Il ristorante è mandato avanti da sole donne, con ovviamente quelle più anziane impegnate in cucina.
    Prendiamo un caffè e un dolce in una bakery appena più avanti e ci dirigiamo in stazione. Il treno per Tokyo fila via veloce tra le foreste, che diventano campagne e tornano ad essere piano piano sobborghi e infine centro città con i grattacieli.

    Scendiamo sotto lo skytree, la torre più alta di Tokyo. Perdiamo un’ora a cercare nel suo infinito centro commerciale il Kirby Cafe scoprendo che poi non era possibile accederci senza prenotazione. Sul piazzale/giardino sotto la torre però avevano allestito panche e gazebo per un festival, probabilmente in concomitanza con la festività della montagna. Ci prendiamo così un paio di birre e aspettiamo le otto di sera, seduti su una panchina e osservando stanchi la torre colorata.

    Alle otto entriamo nel basamento e saliamo in ascensore fino al 45esimo piano, a 350 metri di altezza. La vista sulla città illuminata lascia senza fiato. Proviamo a ritagliarci uno spazio tra le decine di turisti in posa per i selfie per apprezzare la grandezza di questa megalopoli infinita. Il biglietto, che avevamo prenotato sempre durante le quattro ore in treno del mattino, comprendeva anche la salita al deck più in alto: prendiamo quindi un secondo ascensore che ci spara per altri cento metri in su. Il mare di luci e palazzi si estende a 360 gradi. Tokyo è veramente enorme e di sera da sicuramente il meglio di se.

    Scendiamo dallo Skytree affamati. Fatichiamo come sempre a trovare qualcosa di vegetariano neo dintorni senza per forza doverci spostare con la metro, così optiamo per un’italianissima pizza, mentre la nazionale di pallavolo femminile vince l’oro olimpico.
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