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- Day 10
- Saturday, August 17, 2024
- ☀️ 32 °C
- Altitude: 71 m
JapanArashiyama Bamboo Grove35°1’17” N 135°40’12” E
Le due facce di Kyoto

Tutte le guide, i video , gli influencer sono d’accordo su una cosa: per vedere la foresta di bamboo di Arashiyama senza gente fare le foto perfette per Instagram devi svegliarti a ore impossibili ed essere lì all’alba. Per quanto sia bellissimo fare queste cose e sono il primo se serve ad alzarmi presto… abbiamo fatto già troppe levatacce in questi giorni, così rinunciamo al momento Instagram e raggiungiamo in treno con molta calma il quartiere più ad ovest di Kyoto.
Come volevasi dimostrare la foresta è una città continua di turisti in modalità selfie, bisogna sforzarsi tanto per eliminare il loro brusio dalla mente e concentrarsi sulla bellezza della foresta, per poi scoprire che in realtà il percorso dura qualche decina di metri. Un po’ delusi ci incamminiamo per uscire dal marasma e, dopo poco troviamo il negozio che mi ero segnato qualche giorno fa, incastrato tra gli alberi di una piccola foresta: un piccolo laboratorio di ceramica specializzato nella realizzazione dei tanuki, i simpatici procioni giapponesi che abbiamo visto esporre spesso in giro fuori dalle case o dai ristoranti. Sono in generale segno di buon auspicio e ce ne siamo innamorati ancora di più guardando a casa il film Pom Poko dello studio Ghibli.
Senza pensarci due volte, adottiamo così il nostro tanuki da portare a casa.
Ci spostiamo per le stradine vuote, silenziose e meravigliose dei sobborghi di Arashiyama, lontani dal traffico e dai turisti. Scopriamo per caso un piccolo santuario nascosto e per 300 yen passeggiamo per il suo piccolo giardino giapponese, completamente ricoperto di muschio, illuminato dai raggi del sole filtrati tra le foglie di acero verde.
Passiamo ad un altro templio, questa volta buddista, con un cimitero fatto da una moltitudine di pietre verticali messe vicine come piccoli dolmen. Scopriamo che anche questo posto ha una piccola scalinata dentro una foresta di bamboo, ma al contrario di quella famosa, qui ci sono poche persone ed è più godibile.
Ritorniamo verso le vie principali e prendiamo un bus che ci porta ad un’altra attrazione molto turistica: la residenza dorata di Kinkaku. Bellissima, questa costruzione ricoperta da foglia d’oro si staglia su un laghetto pacifico con carpe colorate e… turisti ammassati alle transenne per fotografare e fotografarsi. Facciamo veloci tutto il percorso evitando a slalom italiani e spagnoli con sempre qualche decibel in più degli altri e usciamo di corsa dal parco.
Comincia a sentirsi la fame ed è rispuntato il sole, picchiando ferocemente sulle teste.
Sfortunatamente il primo ristorante vegetariano che avevamo puntato si rivela chiuso. Stanno festeggiando ancora l’obon. Riprendiamo un altro bus e ci spostiamo verso il centro, trovando un altro posticino molto carino famoso sembrerebbe per i piatti con il sesamo. Mangiamo noodle caldi piccanti e riso con crema di curry.
Il caldo di fa sentire ma, piuttosto che rimandare, ci giochiamo le cartucce di energia che rimangono prima andando a rendere omaggio al palazzo dove è nata Nintendo, quando ancora realizzavano carte da gioco prima di Super Mario e poi al tempio di Kiyomizu Dera, strapieno di persone. Esploriamo la gigantesca costruzione in legno e beviamo l’acqua porta fortuna in una delle tre sorgenti.
Torniamo lentamente in albergo, doloranti dalla lunga camminata. Ci laviamo e usciamo subito per cenare in qualche posto raggiungibile da un bus senza camminare. Altro ristorante chiuso, ci arrendiamo ad un burger veggie in una catena di fast food giapponese e torniamo in albergo a sistemare le valigie per Osaka.Read more