• Rifugio La Terza - Colla dei Signori - F

    July 4, 2020 in France ⋅ ☀️ 19 °C

    Il mattino seguente Albe, Dario e Matte sono ben riposati e pronti a partire, io un po' meno viste le poche ore di sonno però sono felice di vedere che la scelta di dormire in rifugio ci ha evitato la pioggia del pomeriggio scorso ( anche se non ha piovuto molto) e soprattutto ha permesso alla truppa di recuperare molte energie. Appena partiti incontriamo un paio di camosci che che saltellano sul versante Sud del Saccarello. Lo spettacolo è pari per misura soltanto alla mia invidia circa la loro abilità di arrampicata. In vetta al Saccarello io e Matteo ripercorriamo un bivacco trascorso lassù con gli scout ben sedici (16!) anni prima.
    Scendendo incontriamo un signore che nella vita, per sfuggire alle noie della pensione e ai tentacoli della moglie, dice di realizzare e riparare le croci delle vette delle montagne. Sarà vero? Non lo sappiamo, ma sta di certo che è una bella scusa per andare in montagna. Lo rincontriamo scendendo noi e salendo lui negli ultimi metri verso la cima del Missoun, laddove Dario ci ha deliziato iscrivendo composizioni poetiche in stile ermetico- romantico nel libro di vetta, così come aveva fatto i giorni precedenti e così come farà fino alla fine della spedizione.
    I discorsi sullo stoicismo ci accompagnano in discesa verso Colla Rossa ed proprio in questa fase che, a mio parere, inizia la parte più gradevole della nostra traversata. Il cielo è azzurro intenso e uniforme e a guardarlo si prova godimento fisico. Trasmette calma, serenità, pienezza.
    I nostri stati d'animo si allineano alle forme celesti e anche i nostri volti a guardarli paiono rinfrancati. E'come se il corpo ci ringraziasse per le fatiche dei due giorni passati e dentro di noi crescesse la consapevolezza che i godimenti di questo giorno siano il frutto degli ostacoli che abbiamo saputo superare. La strada di oggi non è lunga, né troppo impegnativa, la giornata è bellissima e il panorama lascia incantati. Poco dopo Colla Rossa arriva uno dei momenti più magici del viaggio. Durante una pausa in una valletta sottostante la cima del monte Beltrand vediamo un branco di camosci. In montagna è stupefacente quanto in una frazione di secondo si possa passare dal rumore al silenzio più totale. Rapiti ci ammutoliamo ed ammiriamo. Appena i camosci scompaiono dalla nostra vista alziamo lo sguardo ( forse in un gesto di inconsapevole ringraziamento) e i nostri occhi incrociano le traiettorie di volo di due aquile ( al momento ce le “vendiamo” come aquile ma ricerche successive inducono a pensare che fossero gipeti). Sbalorditi riprendiamo ma marcia e conquistiamo anche la vetta del Beltrand.
    La rapida discesa ci conduce fino a Colle del Vescovo dove consumiamo un graditissimo pranzo a base di pasta con sugo “contadino”. Ricordo con soddisfazione questo pasto perché è di quelli che piacciono a me: essenziale ma abbondante, consumato con amici appena dopo ( durante in questo caso) aver vissuto esperienze belle, impegnative e coesive. Altro motivo per cui lo ricordo con piacere è che è in questo momento che nasce l'idea di arrivare in cima al Marguareis.
    Onestamente prima di partire avevo già pensato a questa possibilità, ma non sapendo cosa aspettarmi da questa avventura avevo deciso di mettere da parte il mio desiderio e di tirarlo fuori solamente nell'eventualità di una situazione favorevole. Nei giorni precedenti pensavo che non ce l'avremmo fatta a salire fin lassù, invece con pazienza ci siamo ripresi ed ora siamo pronti a raggiungere i 2651 metri del Marguareis.
    Dopo pranzo ripartiamo ed in breve tempo siamo a Colla dei Signori dove ci aspettano molte birre, una gradita cena e una tendata con numerosi vicini. Personalmente mi allarmo non poco alla notizia che questa sera in rifugio ci sarà un concerto, l'idea di non dormire per un'altra notte mi terrorizza non poco anche perché la sveglia per il giorno dopo è puntata alle quattro e zero zero. Ebbene sì, in cima al Marguareis ci andremo, ma non oggi, bensì domani ed in tempo utile per assistere all'alba da lassù.
    Il tardo pomeriggio e la serata sono scanditi da un piacevole riposo in un luogo incantevole e affascinante ma in me, come sempre, inizia a manifestarsi quella malinconia propria della sera precedente al commiato. Per ora cerco di non pensarci e di concentrarmi su ciò che mi aspetta all'alba dell'indomani.
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