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  • Day 14

    Oasi nell'oceano... Isla Saona

    March 21 in Dominican Republic ⋅ ⛅ 25 °C

    Di prima mattina e puntualissimi incontriamo Javier, il tipo con cui avevo parlato al telefono, improvvisando uno spagnolo maccheronico, il pomeriggio precedente , riguardo alla batca che ci avrebbe accompagnato a Isla Saona. Pagato la tassa d'ingresso per l'isola ci accompagna gentilmente al porticciolo. Lì attendiamo l'ora di partenza. Mentre aspettiamo, per passare il tempo , abbiamo conosciuto delle specie di uccelli autoctoni detti pappagalli molto affabili, con cui abbiamo fatto amicizia. Comunque sempre lì ad aspettare vedevamo caricare una berca con qualsiasi tipo di cose dalle casse di birra alle bombole di gas. E noi ridevamo ignari che quella fosse la nostra barca Boomerang. Caricano i bagagli uno di questi cade pure in acqua ma viene recuperato tempestivamente da un ragazzo e finalmente anche noi siamo a bordo. Si parte! Circa trenta minuti dopo vediamo terra emozionati come Colombo quando scoprì l'America. Arriviamo al pontile recuperiamo gli zaini e amdiamo alla ricerca del nostro alloggio. Dopo avere fatto su e giù per la spiaggia , carichi come somari , sotto il sole cocente alla ricerca spasmodica del nostro alloggio chiediamo indicazioni alla gente del posto alcuni ci hanno mandato da una parte all'altra, altri ci guardavano come se avessimo chiesto Via Roma a Pechino . Finalmente eccolo ! Una stanza vista mare molto grande con un arredamento che dire minimal è un eufemismo, un bagno con il lavabo che sembra quello dei bambini dell'asilo per quanto è piccolo e una doccia con l'acqua che esce da un tubo volante con un piccolo soffione agganciato. Comunque tutto ciò fa parte della bellezza dell'isola dove pare che il tempo si sia fermato . Sistemate le nostre cose comincia la nostra perlustrazione, naturalmente non prima di un bagno ristoratore. Vediamo una serie di baracche colorate in cui si vendono souvenir di tutti i generi da un lato , dall'altro altre casette fatte di legno in cui non abbiamo capito molto cosa fossero un ristorante e più in là un altro ristorante. La cosa bella è che il primo ristorante aveva dei tavoli sulla spiaggia e per portare i piatti pronti i camerieri dovevano passare dentro i negozietti che avevano due aperture una davanti e l'altra dietro. Davvero pittoresco! Tutto ciò contornato da orde di turisti che nel frattempo erano arrivati. Finito il pranzo decidiamo di fare un riposino. Ci alziamo verso le sedici e andiamo fuori per prendere qualcosa da bere all'improvviso...
    ... il deserto! Non c'era più nessuno, i negozietti tutti chisi e con loro i ristoranti, finalmente l'isola era nostra! Il cielo di era coperto di nuvole e la temperatura piacevole, si sentiva solo il dolce rumore del mare e le voci di bambini che riappropriandosi della loro terra giocavano liberi. Anche il tramonto sembrava abbracciare l'isola come se ,finalmente ,fosse solo sua. In tutta questa magia però c'è stato qualcuno che ha rischiato di "perdere la vita" infatti Patrizia passando sotto un albero di cocco si è vista arrivare un frutto che cadendo dall'albero per poco non le spaccava la testa. Tragedia sfiorata! Passeggiando alla ricerca di qualcosa di aperto che vendesse acqua sentivamo della musica provenire da una casa e come non lasciarsi andare ad un merengue. Invito Francesco a ballare con questa musica non puoi stare ferma. Apre il ristorante per la cena e mentre prendevamo posto sentiamo della musica mista a grida provenire da lì vicino , incuriosita vado ... era una chiesa in cui facevano una cerimonia religiosa, particolarissima c'era una donna che al cetro che parlava al microfono dicendo cose che non si capivano musica ad alto volume e tutti gli altri che sembravano in estasi come se fossero posseduti da qualcosa di soprannaturale. Unico! Come può un'isola essere diversa come il giorno e la notte?
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