Iniziamo il cammino pieni di buone speranze, c'è il sole e ci sentiamo belli carichi. Si muovono le nuvole e pensiamo che il tempo potrebbe cambiare; mezz'ora dopo la previsione si avvera.
Collaudiamo i nostri rain coat.
Per me e Paolo la baldanza termina completamente ai primi strappi. Sento di non aver fiato, di soffrire lo sforzo in modo anomalo. Rallento. Non è questione di altitudine, siamo ancora piuttosto bassi, circa 2000. Forse è quel mix di stanchezza, jetlag, sedentarietà delle ultime settimane. Ripenso con senso di colpa alla sigaretta di ieri sera. Condivido con Paolo le mie preoccupazioni, soprattutto per i giorni successivi.
Lorenzo invece sembra rinato. Come sua abitudine mette la testa sotto, imposta il suo ritmo e non si ferma. Sarà il doping.
Sento lo zaino piuttosto scomodo, ho fatto errori che mi ero ripromesso di evitare: limitare il peso (invece 12 senza acqua) e non appendere nulla all'esterno (la sacca delle cose da avere sottomano).