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  • Dag 11

    Long way to Pokhara

    30 april 2023, Nepal ⋅ ☁️ 15 °C

    Partiamo in una mattina piovosa, dopo aver riposto i nostri zaini nel baule del bus. Il mezzo non è di primo pelo, e l'interno già brulica della solita umanità variegata, a cui si aggiungeranno un cane, poi un altro, poi un gallo vivo in un sacchetto, proprio di fianco a me. Ho dovuto salvarlo dallo schiacciamento varie volte.

    Il bus parte lentissimo e procede come una lumaca. Effettua una specie di servizio pubblico fermandosi anche ogni 500mt. Per un lungo periodo sembra di non essere mai veramente partiti. Un ragazzo, mezzo affacciato dalle porte perennemente aperte, ricopre una figura intermedia e mitologica tra: il manovratore, lo specchietto vivente, il controllore, il faccendiere. Tira su quello, lo fa scendere 4 km dopo; carica una merce e la consegna alla città successiva, urla, chiama, stiva, briga, organizza, accatasta, ritira, consegna. Mentre l'autista è un'entità invisibile dietro la paratia, lui è l'anima del bus.

    Nel corridoio si sovrappongono vari strati di merce: scatole, sacchetti, sacchi di iuta; la gente li scavalca per prendere posto, spesso salendoci con i piedi, o usandoli come seduta se i posti sono finiti. Scherziamo sul fatto che parte della nostra cena deriva da sacchi così.

    Passiamo ore rimbalzando sui sedili, lottando per ogni centimetro di spazio, da difendere. Io e Paolo siamo affiancati, Lorenzo ha alla sua destra una ragazza madre e sua figlia. È giovane e carina, ma odora di fumo di camino in modo insopportabile. Chiassosa e irrequieta, avrà da consegnare merci a molte persone lungo il percorso.

    Rimaniamo fermi un'ora e mezza a osservare un mezzo cingolato rimuovere il materiale, rocce e terra, di una slavina che ha interrotto entrambi i sensi di marcia. La coda in entrambe le direzioni è infinita.

    Giungiamo a Pokhara ore dopo, sfatti. Quando ritiriamo gli zaini dal portabagagli l'amara sorpresa: sono sporchi, quello di Lorenzo è il messo peggio, è bagnato anche all'interno, probabilmente di acqua di pozzanghera infiltratasi nei lamierati. Le nostre lamentele si scontrano contro un muro di gomma. Arrabbiati scendiamo verso il lago e la zona degli hotel.
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