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  • Hari 16

    Avocado Cafe, Kathmandu

    5 Mei 2023, Nepal ⋅ ☀️ 23 °C

    È l'ultimo giorno.
    Per un difetto congenito dell'autore, questa nota non viene scritta nel momento in cui viene vissuta la giornata, e neanche qualche ora dopo, bensì 10 giorni dopo - oggi è il giorno 15 maggio dell'anno domini 2023 - nonostante le lunghe ore di relax e le lunghissime ore passate in viaggio fino a casa. Ma si sa, se uno nasce tondo non muore quadrato.

    Passiamo la mattinata a fare quello che fanno le persone in partenza: fare i bagagli e conservarli in qualche luogo oscuro messo a disposizione dall'hotel/ostello di turno, di solito in mezzo alle scope.

    Poi le solite attività del pre-partenza, che si dividono immancabilmente in queste categorie:
    - comprare souvenir
    - comprare snack per il viaggio
    - bighellonare attendendo l'orario della partenza
    È sempre il solito schema; nonostante al momento dell'acquisto del volo di ritorno ci si senta sempre molto intelligenti a comprare una partenza il più tardi possibile così "c'è quasi un giorno in più" in realtà questa possibilità è solo virtuale. Tendenzialmente non si desidera imbarcarsi in grosse avventure e non ci si vuole allontanare per la paura di contrattempi. È un limite mentale, prima che logistico.

    Quindi potete immaginarci alle prese con gli ultimi souvenir: c'è ancora qualche bandierina tibetana da comprare, qualche nipote o amico di cui ci si era scordati, qualche ultimo sfizio personale. C'è da far fondo alla valuta senza contemporaneamente restare al verde: che ci vuoi fare, noi turisti siamo fatti così.

    E poi tutti e tre al solito posto, l'Avocado Café and Restaurant, proprio sotto l'alloggio di Lorenzo, luogo che ci ha quasi adottato tanto è il tempo (e il denaro) che vi abbiamo speso. Ma è così che funziona, si ritorna sempre dove si è stati bene; ad ogni modo alcuni vantaggi offerti dal locale sono indiscutibili:
    - succhi di frutta davvero esotici (tipo un pappone ananas-avocado che quasi non passava dalla cannuccia)
    - tettoia al coperto in caso di pioggia (ma ehi, è l'ultimo giorno e c'è il sole)
    - c'è l'avocado
    Cosa di non ultima importanza, il gestore scherza con noi e ci fa sentire i clienti più interessanti che ha avuto nell'ultimo anno.

    Attendiamo con un senso di pace interiore, mangiando i nostri toast all'avocado, ciucciando i nostri succhi di frutta speciali all'avocado e attendendo l'ora in cui il tassista verrà a prenderci.

    Mentre facciamo il bilancio del viaggio, le responsabilità cominciano a infiltrarsi nelle nostre conversazioni: ci attendono questo e quello... ma scacciamo via i pensieri riflettendo sul privilegio di avere questo tempo miracolosamente sospeso a disposizione, per dilungarci, in un paese straniero a semplicemente far nulla.

    L'ora è giunta: ci tuffiamo nell'ultima corsa densa di clacson, veicoli, volti, edifici scrostati e cavi telefonici attorcigliati ai pali, in una città che, beffardamente, ci appare bella come non ci è mai sembrata.

    Raggiungiamo l'aereoporto. Il viaggio lo passaiamo: Paolo dormendo per ricaricarsi in vista dei suoi impegni pomeridiani; io indugiando molto su alcuni horror; Lorenzo giocando a Monopoly contro il computer dell'aereo. A Doha siamo in coma, cerchiamo conforto su scomode sedie di cuoio. Lorenzo riesce a sdraiarsi in una posizione improbabile, io invece mi addormento sul pavimento. Mangiamo tutto quello che ci viene offerto, compresa una buffa frittata alle verdure per colazione.

    Arriviamo la mattina del 6 maggio a Malpensa. Ha piovuto abbondantemente, tutto è verde e rigoglioso.

    (Seguiranno delle puntate extra.)
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