• Andrea Ferro
  • Beatrice Cervellati

Tabata III parte seconda

Un’avventura di 367 giorni di Andrea & Beatrice Leggi altro
  • Madeira

    14 ago–1 set 2024, Portogallo ⋅ ⛅ 25 °C

    Arriviamo al marina Quinta do Lorde, sulla punta est “Sao Lonrenço” di Madeira. Il porto è veramente piccolo per noi e le condizioni vento e correnti non sono molto favorevoli, ma riusciamo a ormeggiare senza problemi, qui passeremo 4/5 giorni. Fin da subito Madeira ci ipnotizza con i suoi colori, questo punto verde in mezzo al blu dell’oceano atlantico. Ci prendiamo un paio di giorni per fare due dei tanti famosi trekking dell’isola, immersi nella giungla e nelle cascate naturali. Andiamo a vedere l’alba sul pico da Areira, a 1810 mt di altitudine; non riusciamo però a fare il trekking sulla cresta che collega i punti più alti dell’isola per colpa di un’incendio molto esteso. Riusciamo a girarla comunque tutte e restare sempre più ammaliati. Proviamo anche il cibo locale, tra patelle e spiedoni di carne, non ne restiamo tanto affascinati. Prepariamo tutto il necessario per la settimana di diving che ci aspetta, mandando anche tutte le richieste all’ente di competenza, speriamo davvero di vedere qualcosa di bello qui.
    Prima di lasciarla, quest’isola però ci regala un incontro unico con una foca monaca che viene a nuotare proprio a fianco alla nostra barca; è un mammifero a rischio estinzione e ne restano solo circa 600 esemplari..
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  • Porto Santo

    21 agosto 2024, Portogallo ⋅ 🌬 24 °C

    Ci spostiamo su quest’isoletta 30 miglia a nord est di Madeira per fare qualche tuffi. Completamente diversa da Madeira, spoglia, brulla, ci sono solo tre vulcani inattivi e un paesaggio molto piatto. I tuffi ci lasciano moooolto delusi, però dormiamo molto bene all’ancora, più fermi che in porto.Leggi altro

  • Ilhas Desertas

    27 agosto 2024, Portogallo ⋅ ☀️ 22 °C

    Ultima tappa del soggiorno madeirese(?), prima di spostarci di oltre 100 miglia per l’ultima tappa portoghese. Veniamo a visitare le isole Desertas, come dice appunto il nome sono completamente disabitate, solo il ranger sta in una piccola abitazione su un punto dell’isola più grande (sono 3 totali). Le isole sono completamente vulcaniche, non c’è acqua o vegetazione, unici abitanti sono capre che furono portate dai portoghesi per assicurarsi un sostentamento in caso di necessità. Visivamente molto affascinanti; sott’acqua poco pesce, ci spiega il ranger che era dovuto alla presenza di un banco di grosse ricciole che caccia li e sta mangiando tutta la fauna locale.Leggi altro

  • Ilhas Selvagens

    29 agosto 2024, Portogallo ⋅ ☀️ 23 °C

    Dopo 20 ore di navigazione arriviamo a questo ultimo arcipelago, ancora sotto giurisdizione portoghese, nonostante sia molto più vicino alle Canarie che a Madeira. Ancora più selvaggia, come dice il nome, rispetto alle altre isolette, questa zona è formata dalla isla Selvagen grande, unica abitata dai rangers, e altre isolette minuscole intorno. È parco marino dal 1971; nonostante questo non c’è molta biodiversità in acqua, solo grandi cernie, murene e ricciole. Sono presenti delle particolari formazioni geologiche, come grandi coni e parallelepipedi di roccia sui fondali che sono molto affascinanti, ma il paesaggio resta grigio. Il primissimo giorno di immersioni, a 50mt di profondità, una cernia ha deciso di assaggiare Andrea, che da quel giorno ha sempre tenuto il guanto e la mano vicino al corpo…Leggi altro

  • Ciao ciao Madeira

    31 agosto 2024, Portogallo ⋅ ⛅ 23 °C

    Partiamo, rotta 183’. Direzione Tenerife. Non c’è molto vento e teniamo solo la randa per darci un po’ di stabilità. Procediamo pressoché solo a motore con una media di 7 nodi. Viaggeremo di notte e dovremmo arrivare a Santa Cruz domani mattina intorno alle 8 di mattina.Leggi altro

  • Buongiorno Antigua 🇦🇬 🎊

    29 nov–10 dic 2024, Antigua e Barbuda ⋅ 🌬 29 °C

    Abbiamo fatto il “big jump” ed eccoci qua, dopo aver attraversato l’oceano atlantico ci ritroviamo ad Antigua. Sono stati 17 giorni in mezzo al blu, con ahinoi pochissimo vento, siamo stati costretti a tenere il motore anche a pochissimi giri ma costatnte, cercando di settare le vela al meglio possibile così che risultassero portanti, ma Tabata è pesante, è un po’ goffa, ha bisogno minimo di venti nodi di vento per camminare bene.. e il vento, come già detto, ha scarseggiato.
    In compenso a bordo si stava benissimo, l’equipaggio si è rivelato uno dei migliori, abbiamo riso, cantato, suonato, cucinato benissimo e ci siamo tenuti con il morale alto fino alla fine.
    È strano passare 17 giorni in mezzo all’oceano, circondati dal blu sopra e sotto, senza vedere altro al di fuori di noi, dei pesci volanti e dei delfini. Abbiamo pescato qualche lampuga, un bonito e una ricciola; anche la pesca si è rivelata essere un modo di passare il tempo, quando lo scopo del giorno diventava riuscire a far abboccare quegli ami calati all’alba (i pesci troppo piccoli venivano liberati, anche contro il volere del pescatore ).
    Poi il 29 novembre abbiamo avvistato terra intorno alle 5 e trenta di mattina, dopo 2700 miglia percorse. Intorno a mezzogiorno siamo entrati in porto per fare dogana e dopo qualche piccolo intoppo siamo arrivati al nostro posto in banchina a jolly harbour. Che stranezza rimettere i piedi a terra, riassaporare la bellezza di una passeggiata, quanto mi era mancata. Ora siamo pronti per le tappe successive, next stop?
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  • Bye bye Antigua

    11 dicembre 2024, Antigua e Barbuda ⋅ 🌬 26 °C

    La sveglia suona alle 4.30. Dopo aver dormito alla fonda in una caletta appena fuori il marina, siamo pronti per dirigerci verso Saba, dove, finalmente, faremo qualche tuffo. Sono circa 70 miglia, alla nostra velocità ci vorranno almeno 10 ore.
    Via al verricello, ancora immersi nella notte, via con la nostra nuova rotta caraibica, il vento tiene e randa e genoa sono portanti e panciuti.
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  • Saba

    11–17 dic 2024, Bonaire ⋅ 🌬 28 °C

    Nel primo pomeriggio arriviamo a Saba, isoletta vulcanica che ospita circa 2000 abitanti. Dal mare si staglia questo scoglio verde circondato dal mare che nasconde pinnacoli e secche colorate, piene di coralli, spugne, gamberetti, aragoste, barracuda e squaletti. Scendiamo subito a terra per fare dogana e passare al diving dove conosciamo Otto, la nostra guida per i prossimi 5 giorni. Siamo pronti e impazienti di esplorare i fondali di quest’isola e, finalmente, fare il pieno di azoto.Leggi altro

  • Bye bye Saba

    17 dicembre 2024, Bonaire ⋅ 🌬 27 °C

    Dopo una settimana di Deco e squaletti siamo pronti a salpare verso le British Virgin Islands. Scendiamo a terra e facciamo autostop per raggiungere il paesino al centro dell’isola e comprare pane e verdura fresca. Restiamo ammaliati dalla bellezza di quest’isola, si respira un profumo dolce di fiori (e ovviamente arrivano dall’entroterra delle folate di marijuana..😂) e ci si ritrova immersi nel verde, le casette bianche e rosse in mezzo alla vegetazione danno un’idea di tipico paesino coloniale, è pulita e si vede che gli abitanti tengono a mantenerla il più possibile. Fatti gli ultimi acquisti rifacciamo autostop… scelta sfortunata: restiamo infatti illesi ma incidentati, i freni del furgoncino che ci ha caricato per riportarci in porto hanno smesso di funzionare sulla discesa verso il mare, fortunatamente nessuno (tranne il radiatore e la portiera) si è fatto male, esperienza che avremmo volentieri saltato.
    Torniamo in barca e ci prepariamo, alle 22.00 partiamo rotta 300º verso Virgin Gorda.
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  • Buongiorno British Virgin Islands

    18–21 dic 2024, Isole Vergini Britanniche ⋅ 🌬 28 °C

    Arriviamo a Virgin Gorda, British Virgin Island, dopo una notte bella impegnativa con vento sui 25 nodi al traverso e onde di 3 metri che infrangevano portando la mostra falchetta in acqua. C’è chi è anche volata dal letto in mezzo al corridoio nel mezzo della notte…
    Arriviamo intorno alle 10 di mattina, ormeggiamo in un piccolo porticciolo, felici di essere finalmente fermi (anche a Saba abbiamo ballato ininterrottamente); Nicola e Patrick scendono per fare l’ingresso e le carte del marina mentre noi sistemiamo la barca, poi andiamo in cerca di un simil panino e una birra per pranzo, e finalmente alle 2 siamo tutti a letto. Il giorno successivo facciamo un giro dell’isola, scopriamo scorci mozzafiato e spiagge bianchissime. Visitiamo i cosiddetti ‘the baths’ : un percorso lungo la costa tra grandi massi incastonato sulla sabbia bianchissima davanti a un mare cristallino che portano fino ad una piccola spiaggetta, dove ci siamo fermati per pranzo. Ci prendiamo un pomeriggio off e un paio d’ore le passiamo sdraiati al sole in questa lingua di sabbia solo per noi.
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  • Ciao Ciao BVI

    25 dicembre 2024, Isole Vergini Britanniche ⋅ ⛅ 27 °C

    Partiamo la mattina di Natale, cerchiamo di festeggiare al meglio con un brodo di pollo fatto in casa e dei tortellini barilla..
    Il mare è calmo, poco vento al traverso, randa e fiocco ci danno una mano e ci stabilizzano..Leggi altro

  • Welcome to Grand Cayman 🇰🇾

    19–22 gen, Isole Cayman ⋅ ☀️ 27 °C

    Arriviamo a Grand Cayman in mattinata. Subito ci colpisce la limpidezza dell’acqua, cristallina anche davanti all’area portuale (se così la possiamo definire). Svolte le pratiche di ingresso ci ormeggiamo su una delle svariate boe che circondano l’isola. Ci teniamo nella parte ovest, protetti dal vento che spinge forte da nord-est. È subito l’ora di un tuffo, tutto intorno alla barca ci sono agglomerati di corallo (pezzetti di reef) intervallati da sabbia bianchissima.
    Nei due giorni successivi facciamo qualche tuffo (anche Nicola e Dino ne fanno uno, con Andrea stavolta visto che io ho un orecchio invalido). A parte un’immersione che ci riserva die aquile di mare e svariate tartarughe, la fauna non è molta; il reef è vivo e pieno di spugne colorate, fan e soft corals che riempiono la vista.. la cosa più bella qui è la visibilità che tocca i 50mt. Fuori dall’acqua Grand Cayman non ci piace per nulla, assolutamente finta e turistica, fatta su misura per turisti americani privati e in crociera. Facciamo però un po’ di cambusa, ritroviamo latticini e verdura fresca, a un prezzo da gioielleria ma qui inevitabile.. prendiamo l’indispensabile per la prossima settimana.
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  • Bye bye Cayman 🇰🇾

    22 gennaio, Isole Cayman ⋅ ☁️ 27 °C

    Dopo solo 3 giorni siamo costretti a partire, dobbiamo riuscire ad essere in Jamaica entro il 30, il che vuol dire partire al massimo il 26.. la meteo non è a nostro favore, nei prossimi giorni si intensificherà il vento da nord-est/est fino ad arrivare a 30 nodi, inoltre l’onda di prua, che già è formata, intensificherà rendendo la navigazione impossibile. Facciamo un ultimo tuffo in mattinata e ci prepariamo a una lenta e spiacevolmente beccheggiante navigazione di minimo due giorni e mezzo.. speriamo duri poco..Leggi altro

  • Giamaica 🇯🇲

    24 gen–28 feb, Giamaica ⋅ ⛅ 27 °C

    Dopo una navigazione bella travagliata con vento di prua e mare forza 4 arriviamo all’entrata del canale che porta al porto di kingston. Ci troviamo a port royal, qui faremo tutte le operazioni di dogana e immigrazione (che richiederanno tutto la giornata), dormiremo qui questa notte e domani mattina ci sposteremo davanti al royal yacht club Jamaica, di fronte a Kingston, sperando di trovare un posto all’interno del marina dove stare sicuri per il prossimo mese.
    Il 29 e il 30 partiranno sia Patrick che Dino, Patrick tornerà poi intorno al 26 febbraio, in questo mese noi sistemeremo alcune cose in barca, per essere pronti alla prossima e pressoché ultima lunga navigazione, es esploreremo un po’ quest’isola fatta di verde e di musica.
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  • Ciao ciao Giamaica 🇯🇲

    1 marzo, Giamaica ⋅ 🌙 25 °C

    Abbiamo trascorso tutto Febbraio qui in Giamaica, esplorando tutta l’isola alla ricerca di festival, concerti, visite a piantagioni di caffè e in fabbriche di rum. Abbiamo conosciuto delle persone locali che hanno cercato di insegnarci un po’ di modi local e di “Patua” (spero si scriva così) che è la lingua locale, un inglese un po’ più “duro” e pronunciato più velocemente, con alcuni accorgimenti per fare in modo che non sia di facile comprensione.
    Siamo stati fortunati perché febbraio è il mese del reggea qui in Giamaica, ogni sera da qualche parte c’è un concerto o comunque musica dal vivo, così abbiamo potuto conoscere questa musica e in realtà questo stile di vita; siamo diventati fan dei Third World che altrimenti probabilmente non avremmo mai conosciuto. Abbiamo partecipato ad una festa al marina dove tra gli invitati c’era Sean Paul, che ballava e cantava praticamente a fianco a noi.
    La vita in Giamaica comunque non è delle migliori, come un po’ in tutto il resto dei Caraibi c’è la fascia super ricca e la fascia di popolazione povera, senza via di mezzo. La gente vive anche qui in baracche tra sporcizia (tanta tanta tanta sporcizia) traffico e disagetto.
    Tutti sono molto gentili e sorridenti. L’erba non manca e si sente, e si vede nella lentezza e nella tranquillità eccessiva delle persone, però è proprio questo mood e modo di vivere forse l’unico motivo per cui si potrebbe tornare a visitare quest’isola.
    Per riassumere, questo mese abbiamo: sentito tanta tanta musica reggea, provato un po’ di pura erba local, visitato le blue montain e bevuto il caffè qui coltivato, visto come viene prodotto il rum giamaicano e assaggiato direttamente la canna da zucchero e la melassa, vagabondato per le strade piene di buche e sterrate dell’isola, urlato contro i taxisti e i camionisti che guidano come gli pare, conosciuto un signore super simpatico che fa cappelli all’uncinetto ai piedi delle montagne, ascoltato tutti gli album dei third world e di bob marley, bevuto tanta red stripe, risolto due perdite di acqua dolce in altrettante sentine, pulito i filtri dell’aria condizionata, cambiato i filtri e aggiustato i compressori, riorganizzato l’attrezzatura diving, sostituito la giuntura dello strallo di poppa che si era completamente fratturata in più punti, fatto tantissimi bagni in piscina, un solo bagno in mare, corso spesso nonostante i 32827 gradi percepiti.
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  • Pedro bank

    1 marzo, Giamaica ⋅ ☀️ 27 °C

    Partiti dalla Giamaica, dopo circa 11 ore di navigazione, ci fermiamo una notte qui a Pedro Bank, atolo in mezzo al blu. Il giorno seguente facciamo un paio di tuffi che, forse a causa dell’astinenza di azoto, ci piacciono molto, ci regalano squali nutrice, torpedini, qualche squaletto di barriera, un trigone, tanti fan corals e una visibilità a 50mt. Finito il secondo tuffo ripartiamo, decidiamo di saltare una tappa che non aveva ridosso per poterci fermare la notte e ci dirigiamo a Serranilla banks, circa 20 ore di navigazione.Leggi altro

  • Serranilla Bank

    3 marzo, Caribbean Sea ⋅ ☀️ 27 °C

    Dopo una notte di navigazione arriviamo di fronte a questa piccola isoletta formata solo da palme e sabbia, circondata da acque turchesi e reef, chiamata Cayo Serranilla. Ancoriamo di fronte all’isola, protetti dal vento e un po’ meno dall’onda prepotente dell’oceano. Riusciamo a fare un tuffo esplorativo, ci buttiamo un po’ a caso, d’altronde nessuno conosce il fondale qui, probabilmente siamo tra i primi a immergersi su questi reef. Non mancano squali nutrice e un paio di grigi, però non troviamo quantità di pesce eccezionali. All’imbrinire decidiamo di provare a scendere a terra e fare due passi, ormai certi che l’isola sia disabitata visto che nessuno ci ha chiamato per radio, come è regola fare. Nel momento in cui ci avvicianiamo alla costa, dalla vegetazione scorgiamo palesarsi prima un ragazzo poi un altro, armati, vestiti mimetici; l’isola è quindi un presidio militare. Ci è permesso mettere un piede a terra, ma non di piú; ci spiegano Che l’isola è abitata da una quindicina di ragazzi tra i 16/17 e i 25 anni, appartenenti all’armata colombiana, che passano qui periodi di tre mesi in tre mesi. Ci dicono che non ci è permesso scendere a terra e non si esprimono chiaramente sulla possibilità di restare ormeggiati in queste acque o meno. Scegliamo di partire e non rischiare possibili disguidi con i colombiani. Ci rimettiamo in viaggio, direzione Serrana Banks.Leggi altro

  • Cayo Serrana

    4–6 mar, Caribbean Sea ⋅ ☀️ 27 °C

    Arriviamo in serata a Cayo Serrana, anche questa un’isola paradisiaca situata nella parte piú a sud dell’atollo di Serrana Bank. Appena ci avviciniamo alla costa per ormeggiare ci sentiamo chiamare alla radio, anche quest’isola, come Serranilla, è occupata da un presidio militare colombiano. Scendiamo a terra con tutti i documenti della barca e delle copie dei passaporti; i militari ci informano che possiamo restare all’ancoraggio e fare qualche tuffo intorno all’isola, senza però scendere mai a terra. La cosa buffa è che ci fanno anche compilare un questionario di soddisfazione del cliente basato sul loro modo di accoglierci, tutto questo circondandoci e imbracciando dei fucili.
    Dopo queste questioni burocratiche iniziali passiamo la notte alla fonda e la mattina siamo pronti per un tuffo, ci spostiamo un pochino in fuori e ci buttiamo. Non stiamo in acqua neanche un minuto e torniamo subito a bordo: la corrente è ingestibile, sembrava di buttarsi in un fiume; io decido di non fare il tuffo mentre andrea e patrick prendono gli scooter e provano a contrastare la corrente. Nel pomeriggio ci spostiamo nuovamente di fronte all’isola, passeremo qui un’altra notte prima di spostarci a Roncador Cay. Ne approfittiamo per fare un tuffo pomeridiano sull’house reef (che si rivela pieno di vita) e anche una notturna con Nicola, ormai avviato al corso advance.
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  • Roncador cay

    6–8 mar, Caribbean Sea ⋅ ☁️ 27 °C

    Ultimo di questi atolli semidisabitati prima di tornare alla “società” è roncador bank. Arriviamo forse di fronte all’isola piú bella vista fino ad ora, un pezzo di spiaggia con palme sassi e un casolare, tutto circondato dal reef che si estende per chilometri e lo collega a una lingua di sabbia completamente in mezzo al turchese, i colori sono indescrivibili. Anche qui appena arrivati veniamo chiamati via radio dalla guarnigione militare, anche qui ci è vietato scendere a terra però ci è permesso restare allla finda e “bucear” quanto vogliamo. Subito ci prepariamo e ci buttiamo direttamente dalla barca ancorata, restiamo verente senza parole. Subito sotto di noi troviamo un drop e dai 12 metri la parete scende a picco nel blu profondo. C’è tanta vita e squaletti curiosi e agitati che si avvicinano, la sensazione è proprio quella di essere i primi a immergersi qui. Il giorno successivo facciamo altri due tuffi esplorando il drop che si estende di fronte all’isola.
    La sera siamo pronti per metterci in viaggio verso l’ultima tappa prima di Panama, Providencia!
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  • Isla de Providencia

    8 marzo, Colombia ⋅ ☀️ 27 °C

    Dopo una notte di tranquilla navigazione arriviamo all’isola di Providencia, e ci fa strano vedete altra gente e altre barche ormeggiate come noi. Sbrighiamo in fretta le carte burocratiche di immigrazione e dogana. Scendiamo a terra per pranzo e facciamo un breve giretto a piedi. A primo impatto l’isola sembra bella, verde, poco turistica, con acque cristalline. Domani inizieremo a visitarla meglio sia sopra e sott’acqua.Leggi altro

  • Ciao ciao Providencia ❤️

    16 marzo, Colombia ⋅ ☀️ 27 °C

    Abbiamo passato una settimana su quest’isola paradisiaca, per lo piú sott’acqua. Il primo giorno abbiamo affittato dei motorini, in die ore abbiamo fatto tutto il giro dell’isola con annesse tappe birrette. L’acqua turchese ci lascia senza fiato e il pomeriggio ne approfittiamo per passare un paio di ore su una spiaggia bianchissima praticamente tutta per noi. Riusciamo a ustionarci per bene prima di rientrare al comfort dell’aria consizionata in barca. Dal giorno successivo ci organizziamo con un diving locale e facciamo due immersioni al giorno (profondità media 60mt.. ops), scopriamo che il reef di providencia è il terzo reef piú esteso al mondo, passa da qui e circonda tutta l’isola. Caratterrizzata da un plateau sui 15 metri che si butta in pareti e drop che scendono nel blu degli abissi, con tanti anfratti e grotticelle, ricoperte da spugne, gorgonie, coralli, pesci caraibici, squali grigi, carangidi e tanto altro. Nicola viene con noi e resta con la guida, si spinge a 40 mt e viene brevettato sia advance che deep diver. Noi restiamo davvero sorpresi dalla bellezza di questo fondali che non ci aspettavamo, chiudiamo in bellezza quest’ultima tappa diving caraibica, finalmente.
    Riusciamo a comprare un po’ di verdura fresca e a malincuore lasciamo Providencia, ci aspetta l’ultima lunga navigazione per arrivare all’ultima tappa, Panama.
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  • Panama 🇵🇦

    18 marzo, Panama ⋅ 🌬 28 °C

    Ed eccoci qua, dopo due notti belle travagliate e quindi senza sonno siamo giunti al nostro ultimo porto di questa stagione. Arriviamo in mattinata ma il nostro posto in porto ancora non è pronto e ci tocca aspettare tutta la giornata. Alle 17 finalmente ci ormeggiamo alla banchina dello shelter bay marina e subito lo stress se ne va e ci ritroviamo a un tavolo di fronte a una birra. Staremo qui poco piu di un mese per preparare tabatona all’invernaggio, la rivedremo a gennaio 2026.Leggi altro