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  • Day 17

    Colombres & 'Where Is the F.ing Camp?' 2

    June 10, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 20 °C

    "Y Yo casi te rozo'
    (Vanesa Martin)

    Mi sveglio nel mio letto a Comillas e l'umore non è dei migliori; un altro roncadores ha dato il meglio di sé nella notte dalle 9 alle 5 della mattina, così tanto che mi sembrava di essere nella canzone di Dolly Parton.
    Sistemo tutto lo schifo nel mio zaino e sono pronto per la colazione comune.
    Sono in un tavolo diverso da quello degli altri e parlo solo con Johann. Oggi è una giornata no, e lo capisco subito dai primi metri. Percorriamo un lungo viale alberato ma non riesco a stare al passo con gli altri e non mi va nemmeno di fare troppa conversazione. Segue una scorciatoia che ci porta in un bosco molto bello dove possiamo ammirare anche un elegante Golf Club. Chiedo a Megan se va tutto bene ma mi risponde che è normale per lei essere silenziosa la mattina.
    Capisco l'antifona, rifiuto l'offerta del dottore e vado avanti per i cazzi miei.
    A San Vicente lo scorcio naturale non è per niente male e i miei compagni si fermano per uno spuntino, anche se la deviazione ci fa perdere 40 minuti del nostro tempo, considerando anche che ci perdiamo per ritrovare il cammino.
    Ognuno è per i fatti suoi con la propria musica e abbiamo ritmi completamente diversi lungo questa strada assolata e senza fine. Oggi siamo rette parallele che non si incontrano mai.
    E poi a dirla tutta sto iniziando a non capirli più quando parlano in gruppo tutti insieme e la mia voglia di impegnarmi non è più al massimo livello. Le differenze culturali e di esperienza stanno emergendo in maniera perentoria.
    Mi devo fermare, per la prima volta mi sento a pezzi e svuotato da ogni tipo di energia ed il sole contribuisce a farmi stare peggio. Mi siedo sulla prima panchina disponibile e vengo superato da ogni altro maledetto pellegrino su questa strada di merda. Prendo 5 minuti per me e poi provo a ripartire. Ma il corpo non parte e la mente sta peggio: è il mio primo breakdown lungo il cammino dai tempi dell'albergue di Mazarife dove Monica, io e Thomas ci siamo detti di tutto.
    È un blocco totale e non riguarda solo i sentimenti di questo cammino, ma la mia vita in generale e tutti problemi che mi hanno sempre caratterizzato. Vorrei piangere, urlare, prendere a pugni qualche albero, ma faccio l'unica cosa che devo fare e che posso fare: camminare.
    Quando pensi di non farcela l'importante è non fermarsi ma mettere un passo dopo l'altro e cercare di limitare i danni.
    Come ho detto nelle puntate precedenti, può sempre succedere qualcosa di meraviglioso, no?
    Forse oggi non è la giornata giusta per essere ottimisti.
    Raggiungo gli altri che non tengono più un buon ritmo e ci ritroviamo tutti in un paese sperduto tra i boschi dove abbiamo finalmente il nostro pranzo. Prendo due boccadillo giganteschi e per questo vengo preso in giro per tutta la giornata, ma ho un problema col cibo e non ho nessun problema ad ammetterlo.
    A pranzo si parla di appuntamenti e di differenze di età nella coppia, per Megan va bene anche 10 anni più vecchio, Ale invece preferisce frequentare gente più giovane. Io non ho niente da dire in merito e sinceramente non mi interessa più di tanto l'argomento.
    Quando ripartiamo scorgiamo dopo un po' i Picos De Europa e questo significa che le Asturie sono davanti a noi e ci aspettano. Cara Cantabria, il tuo slogan sarà anche Cantabria Infinita, ma sei finita davvero presto e te ne sarò davvero grato per questo.
    Mi accodo a Megan che è rimasta indietro come me e tra una parola e l'altra sotto il sole cocente e la strada senza fine, il suo umore e anche il mio migliorano un po'.
    È vero che non parliamo tantissimo, ma adoro quando si apre con me ed inizia a fare i monologhi sulla sua vita, sui problemi a casa e sulle sue speranze.
    Uno dei problemi è la richiesta dei genitori per un nipotino, ma lei nonostante l'età non vuole forzare la cosa ed io la sostengo in pieno. Se dovrà accadere, allora succederà. Ognuno è come è, la nostra vita ci appartiene e non dobbiamo rendere conto a nessuno.
    Parliamo anche delle volte nella sua vita in cui è stata arrabbiata e di quella volta sul suo posto di lavoro.
    È come me, ce ne vuole per farla arrabbiare ma quando succede, diventa un terremoto e fa valere le sue ragioni.
    Mi dice anche che questo cammino le sembra migliore dell'altro, per via del suo momento difficile dell'epoca e dei suoi continui up and down emozionali di allora.
    Se solo sapesse quanti ne ho io adesso; è evidentemente un problema comune.
    Mi confida inoltre che avrebbe voluto lasciare il gruppo del suo primo cammino per evitare di cascare in quella relazione che poi è effettivamente successa.
    Spero di arrivare a Santiago con lei e con gli altri, ma ho il presentimento che ciò potrebbe non accadere.
    Che ognuno faccia come gli pare.
    Stiamo percorrendo Colombres, quando in una città completamente fantasma un uomo completamente vivo e vegeto tra le altisonanti note di funiculi funicula ci chiede se vogliamo dell'acqua. Rifiutiamo gentilmente, ma rimaniamo sempre sorpresi di quante gentilezza ci riservi il popolo di questa terra.
    Oggi dormiremo in un camping fuori Colombres e percorrendo le ultime colline piene di salite dopo una giornata con così tanti chilometri Megan esclama 'fuck the Hills and where is the fucking camp!?'. Adoro quando si lascia andare.
    Ci risiamo la maledizione del camping colpisce ancora, e sta diventando una saga come Star Wars o Harry Potter, solo più faticosa e meno divertente.
    Ma il posto alla fine è stupendo e abbiamo pure la piscina.
    Risuonano nella mia mente le parole di Gotzon, l'hospitalero di Zarautz:'voi non siete veri pellegrini'. Inizio a pensare che potrebbe avere ragione.
    Dopo la piscina e la doccia è il momento della cena, offerta da Megan e cucinata da Johann.
    È una pasta davvero buona nonostante le battute si sprechino.
    Ma è l'ultima serata di Johann con noi, e non abbiamo intenzione di trattenerci o avere freni. Beviamo troppo ed inizia una battaglia karaoke con musica italiana e inglese tra i miei compagni di viaggio, tra Vasco, Max Pezzali ed i Backstreet Boys. Tutto finisce miseramente quando vengono rimproverati dai padroni del camping🤭. Io sono costretto ad andare a letto prima, ho bevuto più del mio limite e non mi sento bene. Non sono ubriaco ma mi gira la testa. Alla fine Megan ha insistito per il divano, secondo me non si fida completamente di noi.
    Johann hai avuto una bella serata di addio e te la sei meritata tutta.

    PS: Chris insiste per fare insieme una via ferrata nel suo paese ad agosto. Mi piacerebbe rivedere tutti, ma anche se ne avessi la possibilità si sa come funziona, le promesse sul cammino sono solo aria che esce dalla bocca. Dico bene, Thomas?
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