Cammino Del Nord 2022

May 2022 - March 2024
An open-ended adventure by Marco
Currently traveling
  • 43footprints
  • 2countries
  • 665days
  • 639photos
  • 0videos
  • 2.6kkilometers
  • 1.6kkilometers
  • Day 1

    Catania🇮🇹 - Attesa Volo Per Madrid🇪🇦

    May 25, 2022 in Italy ⋅ ☀️ 25 °C

    "Cominciare é semplice, basta un passo in avanti, che tu stia per fare mille Km o cento metri"
    (Colin O'Brady - Una Sfida Impossibile)

    È curioso come mentre mi accingo ad iniziare il mio nuovo cammino, penso a questa frase che solo pochi giorni fa mi dedicava Monica, una delle persone più importanti che ho incontrato nel precedente. Siamo la somma di tutte le nostre esperienze e di tutti i nostri ricordi, e siamo davvero tutti collegati; non dimentico nessuna delle persone che hanno fatto parte della mia vita.
    Adesso mi trovo all'aereoporto di Catania, dove purtoppo sono arrivato con largo anticipo e dovrò aspettare ancora qualche ora prima di imbarcarmi in questa nuova avventura, e finalmente mettere un passo dopo l'altro fino a destinazione.
    Perché se posso confutare la citazione precedente, il difficile nelle cose sta proprio nell'iniziare, nel buttarsi a capofitto, nel rischiare e dire 'ehi io ci provo!'. Cmq andranno le cose, sono contento di quest'occasione, e spero di dimostrare a me stesso che valgo più di quello che pensa tutta la gente che non mi ha mai capito.
    Il cammino vero e proprio inizierà ad Irun solo venerdì mattina, quindi oggi più che in pellegrinaggio sto facendo people watching in questa lunga attesa.
    L'areoporto oggi è davvero pieno di gente, e non trovo posto a sedere; sono a terra mentre scrivo queste parole.
    Non finirà mai di stupirmi la varietà di tipi di persone che in pochi minuti riesci a vedere in un areoporto piccolo come questo; è un continuo caleidoscopio di culture, sogni ed emozioni.
    Mi ricordo una citazione di non so chi che diceva 'e gli aeroporti hanno visto più baci dei matrimoni'.
    È proprio vero, e in questi frangenti dove la gente si saluta commossa, si ama, fa promesse di rivedersi, non nego che sono un po' invidioso di non avere nessuno che mi aspetta a casa al mio ritorno.
    Nessuno che abbia scelto me, e nessuno che abbia scelto io.
    Beh almeno mi rifaccio gli occhi con tutte queste bellezze che sto vedendo😄.
    Dovrei lavorarci in un areoporto, sarebbe sicuramente un'occasione per conoscere tanta gente e trovare sempre punti di vista nuovi.
    Adesso non so se mangiare qualcosa o aspettare il mio arrivo a Madrid: budjet davvero limitato!
    Quello che è sicuro, è che adesso devo stivare Ferruccio ( il mio zaino), spero che vada tutto bene e che arrivi a Madrid sano e salvo, ne va del mio cammino e della mia sopravvivenza.
    Anche se devo dire che ho esagerato con gli oggetti e credo che il suo peso superi i 10kg. Già ci sono io che ho 5 kg e 4 anni in più del cammino precedente.
    Vedrò strada facendo come risolvere.
    Ho troppe cose addosso e non mi sento completamente a mio agio.
    Prossimo step: Madrid!!!

    PS: la collanina di Thomas è sempre con me, fragile e sempre in bilico come è stato il nostro rapporto negli ultimi anni.
    Spero sempre di non perderla.
    Spero sempre di non perderlo.
    Read more

  • Day 2

    Arrivo a Madrid 🇪🇦 e Attesa Infinita

    May 26, 2022 in Spain ⋅ 🌙 12 °C

    "Oops!... I Did It Again"
    (Britney Spears)

    Bene! A Catania ci sono arrivato, a Madrid ci sono arrivato, adesso manca solo l'autobus per Irun e poi potrò veramente iniziare il mio cammino.
    Cosa può andare storto?
    Un sacco di cose...ma andiamo con ordine.
    È un fatto curioso che sia per la seconda volta nella mia vita a Madrid e che in entrambe le volte io non abbia mai lasciato l'areoporto.
    Quindi se qualcuno mi dicesse 'wow, sei stato a Madrid, cosa hai visto?' non avrei poi molto da raccontare.
    La prima volta, tornando da Santiago, Madrid fu l'ultima fermata prima di tornarmene a casa; adesso è il contrario e questa capitale europea di cui prima o poi vedrò qualcosa è l'ultima frontiera prima dell'inizio della mia 'avventura'.
    Faccio questi pensieri e li riporto mentre sono seduto con vista su una pista di atterraggio, e anche se sono davvero stanco per il viaggio ho tanti pensieri che turbano la mia mente.
    Fanno ancora più rumore perché l'areoporto è davvero silenzioso; qualche persona dorme per terra.
    Alcuni sono viaggiatori in attesa come il sottoscritto, altri sospetto siano dei senzatetto.
    Ho camminato molto in questo terminal immenso per cercare di stare vigile e sveglio, ma qui nel settore partenze non si ode nemmeno un bisbiglio.
    E qui seduto, tra le luci a led ormai soffuse e i puntini luminosi che mi indicano la capitale in lontananza, cerco di fare un recap della giornata.
    Punto primo: sogno di essere un viaggiatore seriale, uno di quelli che hanno proprio una malattia per stare sempre in movimento... però confesso che le quasi tre ore di volo mi hanno ucciso. Non ero nemmeno al finestrino quindi non ho potuto scorgere neppure il panorama, ma afflosciato nel sedile di mezzo per tutto quel tempo ho iniziato a sentire fastidi da tutte le parti e anche impazienza a causa della noia.
    Per il viaggio di ritorno devo cercare di organizzarmi meglio.
    Arrivato in Spagna, ho recuperato dopo km di camminata, il mio Ferruccio nella sala degli arrivi.
    Fortunatamente non mi è stato perso, era integro e non mancava nulla.
    Uscito dal terminal 1, arrivo al 4 con la navetta gratuita messa a disposizione dall'aeroporto; qui cerco subito il luogo dove dovrò prendere il pullman per Irun; non riesco a trovarlo subito ma facendo vari tentativi e chiedendo conferme ad un gentile conducente in uno spagnolo improvvisato riesco finalmente ha ottenere le risposte che voglio.
    I miei 'doveri' sono finiti e l'unico compito che mi rimane è quello di attendere.
    Decido allora di mangiare qualche schifezza al McDonald ( lo stesso dove mangiai 4 anni fa) così per ammazzare il tempo, dove bevo la coca cola peggiore della mia vita e dove mando in fumo 11 euro del mio budjet.
    Ah..per dirla tutta poi c'è questa cosa che mi manda su tutte le furie.
    Ma è mai possibile che negli aeroporti tutto costi così tanto ?
    A Catania mi hanno derubato 3€ per un arancino e qui 2,15€ per una bottiglietta d'acqua alla macchinetta.
    Mi sento truffato, dovrei fare un reclamo formale😄😄😄
    Maledetti i soldi e chi li ha inventati.
    Nel complesso è stata una giornata d'attesa, una di quelle che qualcuno potrebbe chiamare 'giornate perse'.
    È vero, non è successo granché e non ho fatto grandi incontri ( a parte Marco a Catania) ma anche senza gesta impressionanti o discorsi filosofici ispiranti, ho raggiunto una consapevolezza.
    Ho bisogno di una compagna.
    Magari non per forza di vita, ma almeno di viaggio.
    A domani...non so proprio cosa mi capiterà e cosa vedrò.
    Il programma: non avere un programma.

    PS: Mentre mangiavo la Roma ha vinto la prima edizione della Conference League. Una coincidenza da ricordare.
    Read more

  • Day 2

    Irùn🇪🇦 Dove inizia l'avventura.

    May 26, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 17 °C

    "Partire!
    Non tornerò mai,
    non tornerò mai perché mai si torna.
    Il luogo ove si torna è sempre un altro,
    la stazione a cui si torna è diversa.
    Non c’è più la stessa gente, né la stessa luce, né la stessa
    filosofia."
    (Fernando Pessoa)

    Oggi mi sono dovuto sorbire 7 ore di pullman e ho deciso che, a meno di clamorose eccezioni, una cosa del genere è da evitare in futuro e per sempre. Ho sofferto troppo tutte quelle ore seduto con la mascherina e con l'umore generale dell'"equipaggio" che non era dei migliori.
    Arrivo ad Irun dopo quella che sembra una vita, e solo grazie al gps rintraccio l'albergue da cui partirà il mio viaggio e in cui spero di dormire bene stanotte.
    Ho seri problemi ad orientarmi e a trovare le strade.
    Qui in attesa di essere ammessi al dormitorio, incomincio una conversazione impacciata in inglese con due Canadesi, ma non scoppia la scintilla perché io non mi so esprimere bene e so già che la mia mancanza di carisma e di argomenti mi penalizzerà durante questo cammino.
    Dopo una doccia rapida quanto rinfrescante e necessaria, esco per conto mio in cerca del confine tra Spagna e Francia, divise dal ponte di Santiago.
    Mi perdo, neanche a dirlo, un paio di volte, ma con resilienza e tenacia, che è un modo alternativo per dire 'grazie maps'… trovo finalmente la mia destinazione, quasi 4km dopo l'albergo.
    Marco 1 - Problemi di Orientamento 0.
    Mi piace andare alla scoperta di cose nuove, ma allo stesso tempo sono triste perché so che ricorderò poco e che le sto vivendo da solo senza condividerle veramente con qualcuno.
    Perché un ricordo è più bello quando è condiviso, perché niente ha senso se non c'è quel 'ma ti ricordi quella volta !?'.
    Sto iniziando a pensare che il cammino mi deluderà, che io mi deluderò. Pensieri assurdi alimentati dalla solitudine.
    Penso anche che forse ho fatto il passo più lungo della gamba,
    che sarà dura e che magari dovrò tornare prima.
    Ancora assurdità.
    Tornando dalla camminata pomeridiana, torno all’albergue ma esco subito perché non mangio dalla sera precedente. Nel ristorantino vicino all'ostello incontro Alessandro che mi invita a cenere insieme.
    Lui è di Roma e percorrerà il cammino anche lui, per prendere una grossa decisione lavorativa.
    È stata una cena piacevole, alimentata sicuramente dal suo carattere spontaneo e gioviale.
    Mentre scrivo queste parole è ancora giorno, ma sono nel letto sul punto di crollare.
    Gli occhi mi si chiudono da soli, spero solo che il pensiero della tappa difficile di domani mi lasci dormire in pace.

    Ps: mi mancano i miei vecchi compagni.
    Read more

  • Day 3

    San Sebastian, spero di rivederti!

    May 27, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 15 °C

    "Non è questo il racconto di gesta emozionanti. Forse la nostra vista non è mai stata mai panoramica, ma fugace e non adeguatamente informata..."
    (Ernesto Guevara De La Serna)

    Oggi è il primo vero giorno di cammino. Sono molto stanco quindi credo che non riuscirò a dilungarmi troppo nelle spiegazioni, anche se ce ne sarebbero cose da raccontare.
    È proprio vero che quando viaggi anche se per poco, crei moltissimi ricordi, cosa che non succede quando sei a casa nella routine di ogni giorno. Li il tempo passa velocemente senza lasciarti nulla; quando viaggi accade totalmente l'opposto.
    E di oggi ho veramente tante cose da raccontare, spero rimangano impresse nella mia memoria e nel mio cuore per molto tempo.
    Mi sveglio molto presto, sono le 5 di mattina.
    Valdemar, il canadese, fa un casino della Madonna da non so quanto tempo e non mi fa più dormire.
    Di conseguenza scendo tutte le mie cose al pian terreno e inizio a dare un senso al mio zaino di sotto, perché non amo disturbare la gente in camera.
    L'hospitalero è molto contrariato, per lui avremmo dovuto alzarci tutti alle 6.30 e avere gente che gira nell'albergue alle 5.30 lo rende davvero nervoso.
    Nell'attesa scambio qualche parola con altri italiani, Valentina al suo settimo cammino, Mario e un mio conterraneo di Caltagirone di nome Giacomo; lui è l'unico che vedrò più avanti durante la giornata.
    Dopo una colazione comune e veloce offerta dagli hospitaleri è il momento di partire; faccio il primo tratto con i due signori canadesi ma Hank deve sempre aspettare suo padre e ci separiamo perché il nostro ritmo è diverso.
    Cammino per un po' da solo fin quando arrivo alla Madonna di Guadalupe, una chiesetta con vista su Irun e Hendaia.
    Il tempo è dalla mia, non fa caldo e c'è una leggera nebbia che rende la camminata fresca e piacevole. Qui incontro Matthew che è intento ad ascoltare i consigli di un abitante del luogo.
    In un inglese imperfetto cerco di spiegargli che l'acqua che sta bevendo non è potabile, e da ciò iniziamo a camminare insieme.
    Scegliamo la via più difficile, qualla alta e pietrosa ma la vista da lassù ci ripaga della fatica e del sudore buttati.
    Nel mentre, io e Metthew parliamo un po' di tutto, le mie difficoltà linguistiche sono evidenti ma lui non me lo fa pesare e bene o male riusciamo a comunicare e a raccontarci molte cose. Lui è un insegnante di inglese australiano che sta girando per l'Europa da un po' di tempo; avrebbe dovuto compiere un lungo giro in Irlanda e Regno Unito ma per varie vicissitudini non ha potuto farlo ed il cammino è il suo piano B.
    Se penso che per me il cammino è il piano tripla A mi viene da piangere😅.
    Percorrendo la montagna oltre il panorama, ammiriamo molti cavalli al pascolo e il verde paesaggio che si scaglia dinnanzi di fonte a noi, con il blu dell'oceano alla nostra destra e sinistra. Ci perdiamo un paio di volte perché il cammino non è segnalato bene e infine sbagliamo anche l'ultimo bivio prendendo la strada riservata ai ciclisti. Qualche km in più sulle gambe già stanche.
    Alla fine della discesa ritrovo Alessandro e tutti e tre percorriamo la strada fino a Pasaia insieme, dove, dopo una breve sosta a base di birra e boccadillo, prendiamo l'imbarcadero che ci porta dall'altro lato del mare.
    Non mancano molti kilometri a San Sebastian, e li percorriamo parlando del più e del meno.
    Io non sono un gran oratore, infatti mi limito di ascoltare le storie degli altri anche perché in fin dei conti non ho chissà quali avventure di cui raccontare.
    Sono felice di essere qui dove posso conoscere così tanta gente che sta davvero vivendo la proprio vita, persone che sono piloti del proprio tempo e della propria esistenza e non semplici passeggeri. Non nego che invidio un po' la loro esperienza e le loro possibilità.
    Alessandro è un viaggiatore nato, ha carisma ed è amichevole con tutti. Lo stimo molto e spero di poterlo frequentare a lungo durante il cammino.
    È una sorta di 'fratello maggiore' perché mi dà molti consigli e ha cura e interesse se gli racconto un aneddoto o se chiedo un parere.
    Prima di entrare in San Sebastian incontriamo una famiglia di Americani, Thalia, Drew and Luke che si fermano con noi per bere una birra veloce.
    Devo quest'incontro ai miei compagni di viaggio, da solo non sarei mai riuscito ad attaccare bottone sia per indole sia per problemi linguistici.
    Questo è un mio grosso problema, dovrei esser più spigliato e non perdere occasioni. E che grande occasione avrei perso se non avessi parlato con gli americani, gente veramente gentile.
    Per raggiungere l'ostello vedo finalmente le spiagge di San Sebastian che ho sempre sognato; e anche se la nostra vista è solo fugace e anche se non mi farò questa volta ( ne chissà, mai) il bagno in quelle acque oceaniche il mio cuore è contento in egual misura e colmo di gratitudine per la giornata che sto passando.
    Il lungomare è pieno di gente del luogo e di turisti.
    Questa è una città piccola ma viva, piena di gente e di locali affollati. Mi innamoro un migliaio di volte a vedere le ragazze del posto ( ma la surfista che sale la scalinata non la batte nessuno) e penso che la Spagna sia proprio un bel posto in cui vivere, nonostante effettivamente questa città costi un botto.
    Sto spendendo troppo e anche l'ostello non è da meno con quei 19€ con i quali nel Francese avrei dormito tre giorni.
    Faccio una doccia lunga e rilassante, ma ho escoriazioni tra le gambe e sulle spalle, la tappa di oggi l'ho proprio sentita sulla pelle. I 31 km odierni sono stati il battesimo del fuoco.
    Rinuncio alla lavanderia( sarà un problema di domani), ed esco nuovamente sul lungomare in solitaria per fare qualche foto, ma ahimè la mia macchinetta è rotta e non mette più a fuoco in maniera corretta. Successivamente nella ciudad vieja reincontro Matthew e insieme cerchiamo Alessandro per cenare.
    Scegliamo un posto a 10 minuti di cammino dall'ostello e per noi stanchi ed affamati quell' hamburger è la cosa più buona del mondo. Parliamo di ogni cosa possibile e immaginabile e sopratutto di istruzione e dei grossi problemi dello stato italiano. E anche dei miei problemi di cuore; per i miei amici dovrei essere meno disponibile e meno buono con le donne.
    Dovrei essere come una moneta che non sta salda nel palmo di una donna, ma essere un po' qua è un po' la, in continuo mutamento, non dando mai la certezza di essere scontato.
    Fosse facile; io ho un difetto: quello di amare troppo.
    Tornati in ostello, ne prenotiamo uno per la tappa successiva perché molti sono chiusi o altri costano davvero tanto.
    Anche i 26€ che spenderò sono troppi, ma non ci sono alternative e quindi me lo faccio andare bene.
    E poi, a dirla tutta, non mi dispiace stare con Ale e Metthew.
    Spero questa amicizia duri a lungo sul cammino e oltre, ma si sa che ognuno ha i suoi tempi, pensieri e problemi, e il cammino come unisce divide anche.
    È la vita, che è in continuo mutamento.
    Prima di andare a dormire mi unisco a Metthew che sta scambiando due parole con l'hospitalero. È un basco fiero e convinto dei diritti di indipendenza del suo paese, e super tifoso della Real Sociedad. Mi ha fatto molto piacere incontrarlo e ascoltare il suo punto di vista sulla questione indipendenza.
    Adesso sono a letto che scrivo questo papello enorme.
    Oggi sono stato davvero felice, mi sono goduto il mio tempo e ho avuto discussioni interessanti e sopratutto amichevoli con brava gente che voglio ricordare per sempre.
    È ora di dormire, spero che la sfacchinata di oggi non abbia conseguenze sul mio fisico per domani.

    PS: Ho sempre paura di non ricordarmi le cose, di dimenticare volti, voci ed emozioni.
    San Sebastian io non ti dimenticherò, e se dovesse succedere,..verrò a rincontrarti di nuovo.
    Read more

  • Day 4

    Zarautz e La Fortuna Nella Sfortuna

    May 28, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 19 °C

    "Ma il mare è come l'anima.
    Non fa silenzio mai. Nemmeno quando tutto tace"
    (Angelo De Pascalis)

    Oggi lasciamo San Sebastian abbastanza tardi, a causa di Alessandro che non è certo mattiniero. La sua teoria sugli orari è abbastanza particolare e ne condivido una buona parte.
    'Che senso ha svegliarsi alle 5 di mattina e arrivare a destinazione prima che gli albergue siano aperti, poi aprono e crolli appena tocchi il letto'; questo è il suo modo di pensare.
    Credo che se tu hai una prenotazione questo ragionamento abbia un senso ma se la tua scelta vira su un municipale o se preferisci non programmare niente (come farei io) tutto il castello creato va a cadere. In questa parte di cammino gli albergue sono veramente pochi, alcuni sono chiusi, altri limitati e altri ancora molto costosi. Per chi volesse fare business sarebbe un ottima idea aprire un bel albergue in questa parte del cammino del nord.
    Nella notte la nostra prenotazione è stata cancellata perché l'hospitalero spagnolo non abituato alla divisione anglofona delle ore in a.m e p.m pensava che il nostro orario di arrivo fossero le 3 di notte, invece delle 15 del pomeriggio, compromettendo in questo modo il nostro riposo.
    Fortunatamente il buon Gotzon, questo è il suo nome, ha fatto di tutto per recuperare e, anche se io adesso sto scrivendo da un materasso buttato a terra con il sacco a pelo come lenzuolo, la giornata è andata benissimo e l'ospitalità è stata ottima.
    Spesso da un imprevisto nasce qualcosa di inaspettatamente positivo.
    Ma andiamo con ordine.
    Lasciamo Donostia tardi e il primo tratto di cammino è la prima di alcune salite abbastanza ripide che mi sfiancano non poco, ma niente di paragonabile a ieri.
    E si sa che quando c'è una salita prima o poi ci sarà anche una discesa, ulteriori sollecitazioni per le nostre ginocchia.
    Oggi dobbiamo fare solo una ventina di km, quindi ci stiamo godendo il nostro tempo insieme parlando di tutto e di più.
    Io spesso mi limito ad ascoltare o a esprimere la mia opinione in merito agli argomenti e alle avventure degli altri, non avendone di mie da raccontare. La loro esperienza di vita mi colpisce sempre più, in particolare quella di Matthew, così giovane e già così esperto.
    Dopo aver passato qualche pascolo, piccole piantagioni di vigne, boschi abbastanza fitti e sentieri in discesa veramente rocciosi, irregolari e pericolosi, arriviamo ad un piccolo donativo 'ambulante' dove una comunità che vive in maniera non tradizionale ci offre da bere un mate (bevanda argentina) anch'esso alternativo perché servito freddo e miscelato con succo di mango.
    Sembrava gente semplice e di buon cuore, quel tipo di persone che hanno capito che si vive benissimo e felicemente anche con molto poco.
    Gandhi diceva 'quando si ha poco non si hanno più paure'; chissà se è questo il caso.
    Per questo la mia donazione per le nostre bevande è stata abbastanza cospicua, ho voluto premiare la semplicità.
    Continuiamo la nostra marcia e successivamente arriviamo ad Orio; ammetto che molto del tragitto di oggi non lo ricordo bene. É un po' come la Navarra del cammino francese; devi guardare sempre a terra per schivare i sassi e non hai modo per concentrarti al meglio sul panorama, a meno che tu non voglia prendere un autobus per Santiago seduta stante con una caviglia o un ginocchio gonfio. Quindi sassi più conversazione in altre lingue e l'attenzione al background va a farsi fottere.
    Ad Orio ci fermiamo per una breve pausa per mangiare qualche pintxos ( il mio era una vera e propria Tortiglia) e in seguito ripartiamo oltrepassando un ponte e costeggiando il bel canale che ci accompagna alla nostra destra. Parliamo un po' di tutto e specialmente del difficoltà che si incontrano in Italia, dove oggi non funziona nulla e sarebbe meglio per i giovani emigrare.
    Prima di arrivare a Zarautz ci fermiamo nella collina antistante, dove attraverso un piccolo belvedere, scorgiamo l'inizio della città con la sua bellissima spiaggia e un immenso campo da golf adiacente ad essa. Beh, deve essere davvero fortunato chi può permettersi di giocare in questo campo in riva all'oceano.
    Il rumore del mare è ovunque, spinto fin lassù dal forte vento che agita le onde; è un boato rilassante e continuo ma, allo stesso tempo, forte e deciso che permea l'aria intorno a noi.
    È un bel momento di contemplazione interrotto da Mario e Valentina che scendono dalla strada che abbiamo appena percorso. Si scambiano il numero con quel marpione di Alessandro, che ne sa una più del diavolo in quanto metodi tattici di approccio, e dopo essere entrati in città insieme a noi continuano nel loro cammino, dormiranno qualche km più avanti.
    Arrivati così a Zarautz conosciamo l'hospitalero Gotzon che ci porta, per riparare al disguido iniziale, a quella che credo sia casa sua dove affitta altre camere oltre quelle dell'ostello.
    20€ è il prezzo pagato per oggi e non mi lamento perché poteva andare molto peggio.
    Successivamente mentre faccio la doccia, i miei compagni fanno la spesa e in serata mangiamo un'ottima pasta all'amatriciana cucinata dal nostro Masterchef Alessandro (d'altronde è di Roma, se non la sa fare lui , chi altro ?)
    Tutto questo però dopo aver passato un oretta vicino alla bellissima spiaggia, piena di gente e di surfisti, bevendo io un buon caffè ed i miei compagni un ottima cerveza per rinfrescarsi. Qui racconto un po' di Tina ad Ale, e mi verrebbe da ridere perché lui continua a chiamarla romanescamente 'profumiera', anche se magari questa è una visione limitata delle situazione. Per Matthew la soluzione è sempre Tinder e non riesco a smettere di ridere anche per questo. Il ragazzo ha bisogno di qualche birra per sciogliersi.
    Dopo aver lavato i piatti, il mio unico contributo per la cena🤭 io e Matthew abbiamo preso posto per vedere la finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool, insieme a Gotzon e altri due ragazzi, Hamid dal Cile e Gabriel dall'Argentina che stanno girando il mondo e sono qui ad aiutare il propietario di casa nel lavoro in cambio di vitto e alloggio gratuito.
    Se mi avessero detto che, per una strana concatenazione di eventi, mi sarei ritrovato in una casa spagnola in cui non avevo mai messo piede con persone tutte di nazionalità diversa che non avevo mai visto prima a vedere la finale di Champions non ci avrei mai creduto.
    Da una piccola sfortuna, abbiamo vissuto una giornata memorabile nella sua semplicità che spero di ricordare per un bel po' di tempo.
    Sarà la magia del cammino che aiuta noi pellegrini.
    In ogni caso sono l'una di notte e ancora devo dormire; esagero nella scrittura. Domani sarà una lunga giornata.

    PS: ha vinto il Real Madrid, e Gotzon non mi sembra particolarmente contento.
    Anche lui, d'altronde, è Basco.
    Read more

  • Day 5

    Deba e la discesa della morte

    May 29, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 14 °C

    "La fragilità del cristallo non è una debolezza ma una raffinatezza"
    (Christopher McCandless)

    Oggi sarò più breve, non ho voglia di scrivere e l'ispirazione non mi arriva; meglio così, non posso ogni giorno occuparmi del diario fino a tarda notte.
    Stamattina non riuscivamo a svegliarci, la partenza sarebbe dovuta essere alle 7.30 ma anche le sveglie hanno deciso di scioperare. Quindi ci ritroviamo alle 8.15 ancora seduti a casa di Gotzon che ci bacchetta bonariamente con 'voi non siete veri pllegrini'. In fin dei conti gli dobbiamo molto, è stato molto gentile e molto disponibile nei nostri confronti.
    Quindi iniziamo a camminare passate le 8.30 e forse non siamo pronti a quello che la strada ha da offrire.
    E volete sapere cosa ci aspetta? Salite.
    Ripide, pietrose o asfaltate, maledette salite.
    È chiaro fin da subito che sarà una giornata molto impegnativa e le soste diventano frequenti.
    La più importante di queste la facciamo a Zumaia dove in riva al canale ci concediamo la nostra seconda colazione mangiando quello che da queste parti chiamano napolitano.
    Per questa ragione le salite sono tantissime; il cammino si divide tra la costa e le montagne adiacenti quindi i dislivelli sono molteplici.
    Per Matt questa sarà la tappa paesaggisticamente più bella; adora le colline che stiamo attraversando. Io non ho una gran opinione in merito, mi piace tutto quello che riesco a vedere senza distinzioni. Ogni scorcio è una nuova scoperta da custodire gelosamente.
    Il nostro problema, ormai è un classico, è quello di trovare posto per dormire: a Deba l'unico municipale ha posti limitati e temiamo di non trovare posto.
    Il che è molto probabile data la situazione ostelli nella zona.
    Incontriamo Jo e Pola, una coppia dell'Arizona che per la stessa paura ha preferito prenotare in Zarautz e rifare il tragitto al contrario in taxi. È semplicemente una follia.
    Com'è che si dice? Si dà il pane a chi non ha i denti.
    Dopo fatica fisica, stanchezza mentale e colpi al mio cuore con tutte le bellezze in giro sul cammino per il trekking (oggi è domenica) siamo vicini a Deba, ma non prima di aver fatto i conti con la discesa della morte, quella che Alessandro chiama l'ammazzacani. Io la chiamerei più la scassaginocchia ma il succo del discorso non cambia.
    È un cammino impegnativo e queste fasi ne sono la prova; la strada per Santiago è per tutti ma può anche spezzare tutti.
    Alla fine la nostra paura è infondata e all'ostello riusciamo a trovare posto molto facilmente; in più è un municipale e pagare 5€ è un toccasana per le mie risorse colpite e braccate da questi giorni di spese pazze ma necessarie.
    L'unico problama è un disguido con i numeri dei letti che mi allontana dai miei compagni ma va bene così, non ha senso creare problemi inutili.
    Ma oggi, come del resto sempre, la cosa più importante non sono i soldi, il panorama, gli albergue e i dolori maturati sulla via, ma sono le persone e gli incontri che facciamo.
    Ricordo che una volta Johanna mi ha detto 'tutto questo riguarda le persone, è sempre stato così e così sempre sarà'.
    Prima di entrare incontriamo una ragazza canadese,Christina, e sembra molto carina e gentile.
    Ma si sono messe tutte d'accordo per venire nello stesso momento in Spagna e farmi sentire male? Voglio tornare a Messina e diventare prete. Scherzi a parte il feeling non nasce. Io sono un incapace nato e lei sta sulle sue( come è giusto che sia). Se Ale leggesse queste parole sarei pieno di lividi prima di arrivare a Santiago.
    Sono quasi tutti qua i pellegrini che son partiti con noi da Irun giorno 27. Ci sono gli amici canadesi, la famiglia americana a cui vogliamo già molto bene, i due signori francesi che troviamo sempre sulla strada, Dario il polacco, la francese senza sale che è più antipatica di un unghia incarnita, e la francesina di Annecy con cui Ale impratichisce il francese imparato a scuola. In più c'è John, un neozelandese tanto simpatico quanto rumoroso.
    Se fossimo in una canzone: non manca piu nessuno, solo i due liocorni🤭🤭🤭.
    Come dico sempre un giorno sul cammino è come un microcosmo, come un viaggio nel tempo in cui se stai fermo un giorno o se accelleri il passo cambia tutto. È come una storia comune, un filo invisibile che ci lega tutti nel tempo e nello spazio percorso. I pellegrini partiti dopo di noi o prima di noi, fanno parte di un'altra storia, vivono in un'altra epoca e gioiscono o soffrono in momenti diversi.
    Ad ogni modo, dopo aver lavato i miei vestiti, prendiamo una birra al volo nel bar vicino all'ostello e successivamente andiamo in spiaggia a vedere il mare o nel mio caso al mare a vedere la spiaggia. Qui potrei iniziare tutta una discussione sulle ragazze in topless che mi mettono a disagio ma preferisco evitare ulteriori commenti.
    Quindi raccatto quel pazzo (ma in senso buono) di Matt che ogni tanto si perde in giro (o nel suo mondo?) e parlando un po' delle nostre famiglie torniamo verso l'albergue per dirigerci a cenare.
    Alla cena si uniscono anche Drew e Luke. E mentre sul telefono metto la vittoria di Nadal al Roland Garros per il mio appassionato amico americano, la cena diventa un po' confusionaria e non me la godo appieno per la stanchezza fisica e mentale di dover cercare sempre di essere focalizzato sull'inglese. Matt invece riesce a godersela appieno, basta un po' di birra e inizia a ridere molto di più e a essere più partecipe. Anzi, è proprio l'anima della festa.
    Preferisco lasciare i miei compagni alle loro cose e per la stanchezza mi dirigo all'albergue dove nei letti adiacenti al mio trovo Memo(Guillermo) e Dina dallo Utah che parlano a voce un po' più alta del normale mentre io cerco di scrivere queste righe. Sembrano brave e interessanti persone. Chiunque qui nel cammino ha così tanto da raccontare che mi sento un po' fuori posto.
    Tutti hanno visto, viaggiato, conosciuto e amato più di me.
    Tutti hanno vissuto più di me.
    C'è solo da imparare credo, ma forse mi sento un po' indietro.
    Ma si sa, si dice sempre: il meglio deve ancora venire.

    PS: mi chiedono perché lo fai?
    Non ho una risposta.
    Forse dovrei risponde semplicemente 'perché no!?'
    Read more

  • Day 6

    Marco a Markina 🇮🇹🇪🇦🇭🇷

    May 30, 2022 in Spain ⋅ ☁️ 17 °C

    "Solo io e te, così come siamo fatti. Senza sembrare meglio di ciò che siamo. Niente promesse, niente poesie, niente pianificazione."
    (Gianluca Gotto - Come una notte a a Bali)

    Oggi è stato un giorno particolare, uno di quelli che ti cambiano l'umore e ti fanno vedere le cose sotto una prospettiva diversa.
    In realtà voglio dividere la giornata e la camminata in due parti.
    A Deba finalmente la mia sveglia fa il suo lavoro proprio quando non deve, e fa risuonare in tutta la camerata 'three Little birds' di Bob Marley. Mi sveglio improvvisamente e, dal letto superiore, mi fiondo come un razzo per spegnerla perché odio disturbare gli altri pellegrini che dormono. Fortunatamente molti sono già svegli e alcuni hanno già lasciato l'ostello.
    Ormai in piedi porto tutta la mia roba al piano di sotto e la sistemo nella sala comune dove so che non disturberò nessuno.
    Io, Matt e Ale partiamo per le 7 e la prima tappa è la colazione ovviamente, dove due bei croissant giganteschi saranno il piatto principale della mia giornata.
    Camminando veniamo raggiunti dall'inglese John che per affinità linguistiche inizia una lunga discussione con Matt rallentandone un po' il ritmo. Perdo momentaneamente Alessandro per aver perso tempo scattando delle foto e quando lo ritrovo è in un momento di condivisione con Axel.
    Preferisco non immischiarmi e continuo da solo lungo la via che si snoda tra lunghi boschi di eucalipto e di pino, e in mezzo bellissime verdi valli con qualche casa isolata e sperduta.
    Ad un certo punto mi perdo, e devo tornare indietro di 500 metri grazie alle indicazioni di un ragazzo che gentilmente mi rimette sulla strada corretta. Non so il tuo nome ma sono contento di averti incontrato.
    La mia camminata continua così, in solitaria, mentre dal mio telefono risuona "Fuiste tu' di Ricardo Arjona a farmi compagnia.
    È il primo giorno che cammino da solo senza parlare con nessuno, e non posso nemmeno fermarmi ad aspettare i miei amici perché, come scoprirò più tardi, non c'è nessun posto per sedersi ne per bere ne per mangiare in tutta la tappa di oggi.
    Quindi procedo spedito e non incontro molti pellegrini sul mio cammino, quel 'buen camino' frequente e pieno di rispetto e felicità è assente fin ora nel camino del norte.
    Incontro soltanto i signori francesi, quello che io chiamo Thomas secondo (scoprirò più avanti che il suo nome è Hannes, anche lui dalla Germania) ed una ragazza che parla al telefono. Non mi fermo mai, come dico sempre non sono bravo con le pubbliche relazioni.
    È il primo giorno che il mare non è pienamente visibile, siamo un po' più nell'interno.
    Ad un bivio decido di fare una pausa, sono troppo stanco e devo rifiatare un po' e sistemare Ferruccio ( il mio zaino) sulle mie spalle ferite.
    Ed ecco che la ragazza che stava parlando al telefono spunta dalla discesa e non so come iniziamo a parlare.
    Si chiama Marija, viene da Korcula in Croazia ed è un medico.
    Ma Marija non ama parlare del suo lavoro qui sul cammino, vuole solo parlare delle cose che contano davvero: di sentimenti, di cosa una persona prova nel suo cuore, e di tutte le cose belle che questa vita ha da offrire.
    È difficile spiegare tutto quello di cui abbiamo parlato e di quanto questa conversazione mi abbia fatto bene.
    A entrambi piace condividere.
    Non scenderò nei particolari delle sue confidenze per rispetto, ma per me è stato importante aprirmi e vedere la mia storia da un punto di vista diverso.
    Mi dice che non devo essere per forza positivo, che se una persona non mi capisce non è colpa mia perché 'you know Who you are' e non si può entrare negli occhi e nel modo di vedere delle persone.
    Bisogna essere solo se stessi e continuare a vivere, perché le cose possono cambiare in bene in davvero poco tempo.
    E in fin dei conti il nostro incontro non è la riprova di quanto abbiamo appena detto?
    Sono stato così bene in poche ore di amicizia.
    Al di là di tutte le stupidaggini che scrivo sulle ragazze incontrate sul cammino, sulle discussioni scherzose con Ale su di esse che fanno un po' parte ironicamente di questo viaggio, parlando di Marija sono serio, e sono contento di averla incontrata e che, come mi ha confidato, lei sia felice della sua vita e che sappia cosa vuole e soprattutto cosa non vuole.
    Imparando dalla sua esperienza e dalla sua condivisione, magari un giorno sarò felice anche io della mia vita.
    In questo viaggio si incontra solo gente davvero fuori dall'ordinario.
    In seguito veniamo raggiunti da un altro Matt, il ragazzo inglese che ha camminato in questi giorni con Lucille ( la giovane ragazza francese) e ci spiega che è il suo ultimo giorno di cammino perché non ha più il tempo.
    Arrivati a Markina è tempo per me di fermarmi, vorrei continuare il viaggio e la discussione con la mia nuova amica, ma ho già una prenotazione in città e non mi va di lasciare i miei amici da un momento all'altro.
    Lei continuerà per altri 7km fino ad un monastero dove rincontrerà i suoi amici Javier, Matias e Jean ( non ricordo mai il suo secondo nome).
    Quindi ci diciamo arrivederci ma so che potrebbe essere anche un addio, e se dovesse essere così quel 'grazie mille marco' con il suo accento croato me lo ricordero per molto tempo. Successivamente scambio due parole con Hannes che andrà a cercare posto nel municipale.
    Cerco l'ostello che è un po' distante dal centro del paese, e dopo aver fatto una doccia vengo finalmente raggiunto da Ale e gli altri e beviamo insieme una birra offerta gentilmente da Dina.
    Adesso sono qui nel letto, un po' confuso e un po' stanco a scrivere queste parole, mentre gli altri sono giù a far casino.
    Spero come sempre di ricordare il più possibile.
    Stasera ci aspetta una cena comunitaria e non so se aggiornerò il diario, e domani chi lo sa cosa succederà.
    Questo problema dei posti limitati è davvero una limitazione.

    EDIT: la cena è stata piena di risate e divertimento, un po' in spagnolo, un po' in inglese e un po' in francese. Il più delle volte mi sono limitato ad ascoltare a meno che non venissi interpellato. Finalmente ho scoperto i nomi dei due signori francesi che sono Alen e Jean-Pierre, e facciamo la conoscenza di Christina una psicologa olandese che fa il viaggio a ritroso: Irun-Bilbao e Bilbao-Irun.
    Ale è al centro della scena perché è il catalizzatore che unisce tutto il gruppo, e anche perché è l'unico a sapere più o meno bene tutte le lingue. Ma anche Matt, come sempre, è l'anima della festa quando beve un po' troppo. Non dimenticheremo mai le risate che ci ha fatto fare con il suo 'otra cerveza por favor' o con il suo ridere sguaiato e barcollando nel momento del pagamento.
    Sento una piccola leggera malinconia, ma in fin dei conti sto bene e banalmente spero che questo non finisca mai.

    PS: Marija se mai leggerai queste parole grazie per la mela.
    Era spettacolare.
    E come ho detto a quel ragazzo poco prima di separarci, 'buen camino en tu vida'.
    Read more

  • Day 7

    Mendata. Una Tappa Soft🍻

    May 31, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 20 °C

    "E nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita"
    (William Shakespeare)

    Oggi tappa breve, probabilmente nemmeno 20 km.
    Questo perché l'albergue municipale di Guernica ha dovuto chiudere per la mancanza di donazioni.
    Quindi ne abbiamo approfittato e accorciato la tappa per fermarci a Mendata, un posto sperduto ( per non dire in culo al mondo ) dove non c'è niente di niente e dove una famiglia ha trasformato un vecchio casolare in un ostello.
    Ma facciamo un rewind.
    Abbiamo fatto colazione all'albergue nella stessa tavolata della sera precedente e in seguito abbiamo salutato l'hospitalero Joaquin e Christina che sta percorrendo il cammino al contrario. Il percorso è lontano dal mare, e si estende tra boschi e qualche breve salita: nel complesso il cammino non è difficoltoso ma è il sole unito alla stanchezza maturata nei giorni precedenti che ci condiziona un po'. Oggi cammino con Ale, Matthew e Lucille ma nella prima parte abbiamo ritmi differenti; Alen e Jean-Pierre camminano sempre insieme e sono sempre a non molta distanza da noi.
    Parlo di Anime con Matthew e scopro che più o meno abbiamo gli stessi gusti, tra cui Shinkai e lo studio Ghibli.
    Raggiungiamo un monastero, quello dove la notte scorsa ha dormito Marija e qui incontriamo Megan, una ragazza dell'Oregon che inizia a camminare con noi perché la sua amica ha avuto un'problema al collo ed ha dovuto interrompere il cammino. In realtà l'abbiamo incrociata nei due giorni precedenti, ma non avevamo mai avuto occasione di parlarle. Ci fermiamo in un pueblo di cui non ricordo il nome, dove facciamo una sosta sotto un piccolo porticato mangiando il boccadillo comprato all'albergue e dove Megan ci racconta qualcosa di lei.
    È una pasticcera e scrive articoli per guadagnare qualcosina in più; ed è proprio questo secondo lavoro quello che preferisce.
    È stata nel cammino francese nel 2015 e le sue motivazioni sono simili a quelle che mi hanno spinto a intraprendere il mio primo viaggio qui in Spagna.
    Ha 36 anni, e sembra una persona di buon cuore anche se è abbastanza timida come me. Adoro come scrive il suo diario, col quaderno tutto storto e ad una velocità impressionante, come fosse un flusso di coscienza.
    Successivamente ci fermiamo per una birra a 200 metri dall'albergue, dove con il sottofondo di musica da salsa, siamo tutti allegri e contenti di essere in dirittura d'arrivo.
    Qui facciamo una lavatrice in comune, e i ragazzi molto gentilmente stendono anche i miei vestiti.
    Successivamente, mentre scrivo a letto queste parole, tutti stanno vedendo come muoversi nei prossimi giorni.
    Ad Alessandro piacciono molto questi attimi di brainstorming.
    Invece a me continua a non piacermi questa cosa di dover per forza prenotare, e le mie finanze sono sempre più povere: sto spendendo più di quanto pensassi perché è un tipo di cammino fondamentalmente diverso. Probabilmente domani saremo in un donativo e dopo domani ci rivedremo tutti a Bilbao dopo una tappa supersoft.
    Non ho ancora chiaramente compreso i miei sentimenti in questo viaggio, sono abbastanza confuso e stordito da molte cose. Fondamentalmente sono felice ma ho sbalzi di umore e sento sempre che qualcosa mi manca.
    Forse una direzione nella mia vita.
    Vediamo nei prossimi giorni cosa succederà.
    Stasera altra cena all'albergue, anche se Lucille e Matthew hanno scelto di non unirsi a noi e probabilmente mangeranno nel bar precedente.

    PS: Martina Trevisan è in semifinale al Roland Garros, come quattro anni fa, ai tempi del mio primo cammino, lo fu Marco Cecchinato. Che il mio viaggio porti bene agli italiani in campo?🤭🤭☘️🎾🇮🇹🇫🇷
    Read more

  • Day 8

    Larrabetzu e il posto mancante

    June 1, 2022 in Spain ⋅ ☁️ 21 °C

    "You are the One that stop yourself"
    (Megan from Oregon)

    Megan mi dice questa frase parlando di una sua amica che avrebbe potuto compiere il cammino, ma che per paura ha scelto di perdere l'occasione. E quante occasioni avrei perso io se avessi scelto di rimane a casa? Quanti incontri avrei mancato?
    Siamo nell'albergue a Larrabetzu quando mi dice queste parole, dopo una giorna davvero pesante che porta con sé anche qualche rimpianto.
    Alessandro non è qui.
    È a 3km più avanti perché l'albergue è tutto occupato.
    Avrei voluto prendere il suo posto perché sono più giovane e il più in forma senza alcun infortunio, ma da bravo uomo e da bravo padre si è rifiutato di rimanere.
    Già sento la sua mancanza; il collante che tiene unito questo gruppo improvvisato ed eterogeneo.
    Ma sto andando troppo in fretta e dobbiamo fare un passo indietro per capire meglio tutta la storia.
    Ci svegliamo a Mendata e mentre gli altri fanno colazione in ostello, io sistemo lo zaino e cerco un bar per un caffè ma ovviamente con la mia solita fortuna è chiuso.
    Partiamo alle 8, come al solito un po' tardi, ma non è facile organizzare i tempi di 5 persone.
    Ci siamo ripromessi che se mai dovessimo avere ritmi diversi, ci saremmo rivisti a Guernica.
    In realtà l'unico che ha accellerato il passo è stato Matthew che è arrivato in Guernica molto prima di noi ed ha potuto visitare il museo della città.
    Arrivato in città faccio la mia prima colazione abbondante insieme ad Ale, Megan e Lucille e compro qualche schifezza poco salutare per il mio pranzo.
    Amo mangiare i dolci e questo è risaputo.
    Usciamo dalla città, quando ci raggiunge Matthew e così il gruppo è ancora al completo. Da qualche parte davanti a noi ci sono sempre i due francesi, e ritroviamo sempre vicino a noi Lucas dalla Germania e Bruno dalla Svizzera.
    In fin dei conti il numero di pellegrini è basso, mentre notizie dal francese ci annunciano che il cammino principale è veramente pieno di gente.
    Siamo sempre lontani dal mare, lo dovremmo rivedere solo domani quando raggiungeremo Bilbao in una tappa molto più rapida. Il paesaggio si snoda nuovamente tra foreste di eucalipto e boschi di alberi abbastanza alti che mi fanno pensare di essere in un paesaggio naturale americano.
    Parlo molto con Megan, del suo paese e di come questo sia arretrato su molti aspetti sociali come il razzismo e la parità di genere. Parliamo anche di musica e abbiamo dei gusti in comune come Bruce Springsteen e il rock classico in generale. D'ora in poi quando ascolterò "Here you come again" di Dolly Parton mi verrà in mente lei. Spero di non averla annoiata perché il mio inglese è pessimo e il mio spagnolo peggio che pessimo. A causa del sole facciamo molte pause e questo ci rallenta un po', e i miei compagni sono tutti un po' malconci. Lucille non vuole andare troppo veloce e si ferma in un albergue dopo 17km e ci raggiungerà domani a Bilbao, Alessandro ha un problema al polpaccio mentre a Megan fa male il piede. Abbiamo qualche infortunio, ma siamo una bella compagnia 'The merry Men and the beatiful ladies'. Non so se questo durerà, troppe teste sono difficili da mettere d'accordo ma sono grato per questi momenti e per ogni giorno passato insieme. Il trucco, forse, è non aspettarsi niente e prendere le cose come vengono.
    Bruce Springsteen in 'Tougher Than The Rest' scrive 'Well, 'round here baby, I learned you get what you can get' e così viviamo sul cammino.
    Senza certezze, senza pretese e sapendo che tutto non è scontato o dovuto.
    D'altronde la nostra vita in questi giorni è semplice: dobbiamo solo alzarci presto, camminare, mangiare, condividere ed essere felici il più possibile, ed ogni giorno daccapo.
    Ad un bivio ci dividiamo e mentre Ale e Megan prendono la strada per le bici, io e Metthew scegliamo il cammino tradizionale per chi cammina. Un percorso a volte fangoso e a volte pietroso, sopratutto in una discesa che faccio correndo, facendo molta attenzione a non cadere.
    Ci dividiamo a causa del ritmo diverso, e dopo aver parlato un po' con Lucas e Bruno, arrivo a Larrabetzu, dove scopriamo che i letti disponibili non bastano. E beh, ho già raccontato il resto della storia.
    Adesso Alessandro è più avanti, Lucille è più indietro e noi siamo in mezzo sperduti in questo fantastico ma strano cammino di Santiago che non smette mai di stupirci.
    Nella piazza, l'altro Jean-Pierre il signore francese che cammina sempre con Dario il polacco, inizia a parlarci della sua vita e della situazione nei paesi baschi negli ultimi anni.
    Sono contento che abbia speso il suo tempo e la sua esperienza con noi e che abbia risposto alle domande mie e di Matt. Mi ricorderò sempre di questa sua frase: ' indipendenza... quale paese europeo oggi giorno può ritenersi indipendente?'
    A proposito di Matt... era già alla terza birra quando l'ho lasciato e presumo che abbia battuto ogni record rimanendo in piazza con Lucas e con John l'inglese.
    Ne avrebbe bevute sicuramente altre con noi, ma ci siamo dovuti alzare perché un vento improvviso stava per fare cadere l'ombrellone sopra la nostra testa e ha fatto cadere il mio bicchiere a terra frantumandolo in mille pezzi.
    È incredibile come il suo modo di parlare, di muoversi e di gesticolare cambi dopo 2 o 3 birre, è il joker come lo chiamo io; ma la sua pazzia in fin dei conti è buona e fa ridere tutti.
    El Alma de la Fiesta.
    Nell'ostello conosco Marisol, l'hospitalera volontaria che ci ha accolti e sopportati per tutta la questione del posto mancante. Dopo un po' mi prende in simpatia e iniziamo a parlare. È in pensione e occupa il suo tempo come hospitalera, e percorrerà per la terza volta il cammino francese più avanti.
    Adoro il suo spirito e il suo modo di porsi in maniera così diretta ma gentile. Le dico che il mio spagnolo non è così buono e mi consiglia, scherzando, di prendere in moglie una bella ragazza spagnola per migliorarlo. Rido tanto e le dico che a Santiago chiederò una grazia al santo affinché questo si avveri. Dice in oltre che mi vuole rivedere nuovamente sul cammino come pellegrino e chissà una giorno come hospitalero: devo avergli fatto una buona impressione, magari ha visto qualcosa in me che neanche io riesco a vedere.
    Grazie Marisol per tutto quello che mi hai dato in così poco tempo e buen camino en tu vida.
    Non so adesso dove ceneremo e con cosa ma Alessandro non c'è e mi chiedo come se la stia passando.

    EDIT: cena molto divertente a base di patatine fritte e uova strapazzate con Matthew, Lucas e Megan. I primi due sembrano molto affiatati e sono sicuro che sia l'inizio di una nuova amicizia. Ridiamo molto sul nickname Pitypang di Lucas sui social e, con qualche birra di troppo in corpo, Matthew e Lucas suggellano un 'patto' per un tattoo una volta arrivati a Santiago. Garante del contratto appena stipulato ci sono io con la foto che ho scattato.
    Ci scambiamo sogni e desideri, o perlomeno ammetto di essere stato o quello a prendere il gioco seriamente e ad aver risposto in maniera sincera.
    Questo è un mio problema forse, rispondo seriamente a tutto.
    Domani Bilbao, altro giro, altra corsa.

    PS: Stasera Italia contro Argentina? ma che diavolo di coppa si sono inventati?
    Read more

  • Day 9

    Bilbao e I Power Rangers in India

    June 2, 2022 in Spain ⋅ ⛅ 17 °C

    "I've seen fire and I've seen rain
    I've seen sunny days that I thought would never end"
    (James Taylor - Fire And Rain)

    Mi esce spontaneamente questa canzone mentre piove e da fuori dal museo Guggenheim spuntano improvvisamente delle fiamme che ci sorprendono sulla via del ritorno.
    Ormai tutto è una forma d'arte, e l'arte vera quella fatta di fatica, sudore e perfezione finisce nel dimenticatoio.
    Megan ride e dice che ho una canzone per tutto: effettivamente inizio a cantare ogni volta che sento una parola familiare e la lego al testo di un brano nella mia mente.
    Canto malissimo ma stranamente non me ne vergogno; non ho un talento particolare ma non mi importa davvero nulla.
    Spero di non annoiarla, alla fine è un gioco che mi viene spontaneo, niente è programmato per fare colpo e niente viene deciso anticipatamente.
    Siamo a Bilbao e la stanchezza ha preso il sopravvento; tutti sono in procinto di dormire mentre scrivo queste parole e non sarà facile per me essere sintetico e diretto nel spiegare i sentimenti di quest'altra lunga e faticosa giornata in viaggio.
    Mi sveglio a Larrabetzu, sorprendentemente ho dormito bene e dopo aver sistemato il mio zaino, ne approfitto e bevo due caffè prepararti da Marisol.
    Non la vedrò più e questo mi dispiace.
    Non rivedrò più neanche Jean-Pierre e gli stringo la mano per salutarlo un ultima volta.
    'Buena vuelta a tu Pais' gli sussurro con delicatezza; oggi sembra molto emozionato, non certo per le mie parole ma perché sono sicuro che sarebbe voluto rimanere in cammino.
    Scendiamo nella piazza dove abbiamo cenato e abbiamo la nostra prima colazione. È incredibile come un misero cornetto vuoto costi più di una tortillas. Questo è proprio un altro paese.
    Ci mettiamo in marcia e spero di raggiungere Alessandro il prima possibile; ma questo non avviene per molto tempo.
    Nonostante abbia detto di volere andare piano è sempre mezz'ora avanti a noi e non lo rivedremo fino al monte che sovrasta Bilbao.
    Effettivamente la tappa di oggi è molto corta: solo 13km divisi tra asfalto e un ritorno improvviso quanto complicato nel bosco. Non parliamo molto; scopro soltanto che il film Disney preferito di Megan è Aladdin mentre quello di Matthew è Lilo&Stich, dopodiché i miei compagni mettono le cuffie e si richiudono nei loro mondi e nelle loro canzoni.
    Ci sta, condividere è meraviglioso ma anche camminare in solitaria ha le sue ragioni.
    Vediamo un altro paio di volte Jean-Pierre e io mi sento come quando salutavamo Arturo duecento volte e per duecento volte piangevo come un bambino a cui avevano tolto il gelato.
    Ti ricordi, Monica? Certo, le emozioni non sono le stesse, ma la situazione è completamente la medesima.
    Riuniti ormai ad Alessandro, scendiamo dal monte e arriviamo finalmente in città dove abbiamo la seconda colazione ed io ci do dentro da matti: due tortillas, un caffè con leche e una radler. Non vorrei spendere così tanto, ma il richiamo del cibo è forte ed io non so resistere: la mia unica dipendenza.
    In seguito percorriamo la città, e non potendo fare il check-in in ostello prima delle 4.30, dobbiamo trovare un modo per fare passare il tempo.
    Così, dopo aver seguito il fiume e aver percorso uno dei tanti ponti che lo attraversano, arriviamo al famoso museo Guggenheim e decidiamo di visitarlo.
    Matthew sparisce perché ha delle cose da fare qui in Bilbao e a noi non resta che pagare il biglietto e vedere cosa il museo abbia da offrire. I 18€ più mal spesi della mia vita; ci avrei potuto comprare almeno 10 caffè.
    Scherzi a parte, sia io che Ale che Megan abbiamo lo stesso stato d'animo, e non siamo per niente soddisfatti di quello che vediamo. Sembra ormai che qualunque stronzo possa fare due scarabocchi e vendersi come artista moderno o espressionista. Ovviamente sono cosciente che è un modo di semplificare le cose, ma l'arte moderna non fa per noi che abbiamo uno stile un po' più classico.
    Recuperati gli zaini, ci sediamo in un bar nel centro per il solito problema del chek-in e andiamo avanti a cerveza e patatas bravas. Alessandro vuole alleggerirsi e improvvisa un pacco con la sua roba da inviare a casa.
    Ci lascia per trovare un correos aperto mentre io e Megan andiamo in cerca di una farmacia per il suo dolore al piede.
    Niente di più facile, il mio gps con lei alla guida funziona alla grande dimostrandomi che il mio problema dell'orientamento è più complicato di quanto pensassi.
    Successivamente ci sediamo sull'erba di un parco e iniziamo a raccontarci qualcosa sulle nostre città e sulle nostre vite.
    Abbiamo molto in comune, e non parlo solo di gusti musicali, o di film o di superficialità del genere, l'affinità va oltre e si estende al modo di pensare, di vedere le cose, al modo di essere.
    È ovvio che io non abbia le sue capacità e la sua esperienza, e potrei essere un piccolo uomo ai suoi occhi, ma va bene così e mi farebbe piacere se avesse tutto quello che gli manca in questa vita. Siamo due persone che lottano per i loro sogni, solo che io ancora non so il mio qual è.
    All'albergue, la camera è piccola e troppo calda per 5 persone, ma c'è la facciamo andare bene, perché un pellegrino non pretende ma deve essere grato per quello che trova sulla strada.
    Dopo una doccia rispondo ad alcuni messaggi e mi rendo conto di essere fuori dal tempo e dallo spazio.
    È come un wormhole spazio temporale; vivo anni luce in un altra galassia e il buco nero che mi ha inghiottito mi ha fatto perdere un po' il contatto con la realtà da cui provengo.
    Scopro così che oggi è giovedì e in Italia è il 2 giugno, la festa della Repubblica, Mi immagino il traffico sulla riviera, i miei amici al maledetto Bar, la gente in spiaggia e quel caldo afoso e perpetuo che ci accompagna per tutta l'estate.
    Ma sono grato di non essere la, e anche se il mio tempo sul cammino ha una data di scadenza più o meno imminente, so che non vorrei essere in nessun altro posto al mondo.
    Rispondo anche a Monica che mi ha scritto una messaggio molto approfondito e sentito; non è normale da parte sua essere così specifica nelle cose e questo vuol dire che la mia situazione gli sta molto a cuore; questa è la magia del cammino e funziona ancora 4 anni dopo, come fosse successo ieri. Effettivamente mi ha lasciato con alcuni quesiti a cui prima o poi dovrò rispondere.
    Anche Alessandro spende il suo tempo nel volermi aiutare, e scherziamo tutti sul fatto che sia il mio mental coach.
    Senza dubbio mi piacerebbe essere come lui e saper flirtare come è solito fare; essere un uomo di successo, con tanti viaggi alle spalle e tante cose da raccontare, una persona che non si arrende mai, che in questa giornaliera e sempiterna 'battaglia tra i sessi' ha sempre la soluzione a portata di mano.
    Ma onestamente, ognuno di noi è diverso, ed io sono io.
    Voglio dire, se sono nato in questo modo non posso morire in un altro. E poi, a dirla tutta, non ha senso cercare di essere diversi, di essere speciali.
    Forse lo sono già perché sono unico.
    Intendo dire, non c'è nessun altro me, no ?
    Andiamo a cenare tutti insieme perché anche Lucille si è riunita alla squadra e scherzando io affermo che siamo i Power Rangers ed ovviamente il colore verde è il mio.
    Andiamo a mangiare nel quartiere indiano...e non l'avessi mai fatto!
    Per me è la prima volta e non so davvero cosa diavolo sto mangiando, so solo che la mia bocca ha fatto un giro all'inferno e non sarà mai più la stessa. Tutto questo per l'ilarità dei miei compagni; sono contento di farli ridere, anche se preferirei che ridessero con me e non di me, ma questo è un dettaglio: l'importante è che l'umore sia alto e che domani niente ci abbatta durante il cammino.
    Faccio in tempo a prendere un altra cerveza con i ragazzi nel bar davanti all'ostello dove incontriamo John e dove faccio la conoscenza di Federico, un italiano di Cosenza a cui la patria non manca affatto.
    Che io debba prendere esempio da lui?
    Mentre scrivo queste parole, vorrei essere di sotto tra i vicoli della città.
    Anche Bilbao è passata e non l'abbiamo realmente conosciuta.
    Come la donna di una notte, come avere guidato una macchina non veramente nostra, come aver scattato con la reflex di un'altra persona.
    Siamo pellegrini, ma a volte è tutto così dannatamente veloce.

    PS: Magari imbratto qualche muro e mandano le mie 'opere' al Guggenheim🤭🤭🤭
    'È tutto un equilibrio sopra la follia"

    ,
    Read more