Se finora è stata una passeggiata di salute, ci ritroviamo un muro del pianto da 600mt per arrivare a Ghyaru. Una serie interminabile di tornanti nel bosco, che io e Paolo viviamo come una via crucis: fermandoci a pregare di tanto in tanto. Lorenzo invece dopo poco sparisce, lo ritroveremo in cima.
Facciamo la conoscenza di alcuni portatori giovanissimi, sorridenti e in salute. Ciascuno di loro trasporta 25 kg... di capoccia. Sostengono il carico con l'aiuto di una fascia tirata dalla fronte. A me fa male il collo solo guardandoli.
La salita termina. Ghyaru (3690mt) è un villaggio dall'aspetto molto sacro. Sulla sinistra c'è uno stupa con un cilindro enorme, che batte su una campana; gli interni sono affrescati. Terrazze circondate da bandiere colorate garriscono al vento, e tutt'attorno l'infinito. Peccato per il meteo. Consumiamo un thè assieme, e decidiamo di procedere per Ngawal, che essendo alla stessa altitudine non rappresenta un obiettivo difficile.Read more